Il tavolino si muove! . . . se lo spingi

Per chiunque ritenga di possedere dei poteri paranormali e fosse in grado di dimostrarlo sono in palio, in tutto il mondo, svariate centinaia di milioni. Una di queste offerte è quella dell’illusionista americano James Randi il quale, da oltre trent’anni, è disposto a dare 10.000 dollari a chiunque possa dimostrare un qualunque fenomeno paranormale in condizioni di controllo[1].

Recentemente, un medium italiano si dichiarò disposto a dimostrare i suoi poteri al Cicap, sicuro che avrebbe vinto il premio.

Si trattava del signor Teodosio Lavinia, in arte Mago Matheus Faust da Potenza, il quale sosteneva di poter far muovere un tavolino a tre gambe anche dopo aver tolto le mani dalla sua superficie.

L’incontro tra il Cicap e il mago, che sarebbe stato ripreso dalle telecamere della trasmissione televisiva «La Cronaca in Diretta» di Raidue, fu fissato presso i laboratori del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia.

Il mago arrivò in mattinata per esaminare le condizioni della prova. Nel laboratorio avevamo predisposto alcuni tavolini a tre gambe, come richiesto dal mago che, solo dopo averne provati cinque, individuò finalmente quello che soddisfaceva le sue esigenze. Il problema, però, era ora rappresentato dal pavimento che, a dire del mago, non era sufficientemente scivoloso: le fessure tra le piastrelle avrebbero potuto impedire al tavolino di scorrere liberamente. Suggerimmo dunque di sistemare un piano di legno di circa un paio di metri per lato sotto il tavolo ma, dopo una breve prova, il mago scosse la testa. Il legno, ci spiegò, impediva ai «fluidi spiritici» (che proverrebbero dal terreno) di raggiungere liberamente il tavolino.

Quando si esaminano persone che affermano di possedere facoltà paranormali, è di fondamentale importanza che le condizioni per una prova controllata siano le più favorevoli per la riuscita della stessa, in modo che, nel caso non succeda niente, nessuno possa dare la colpa alle condizioni sfavorevoli.

Cercammo allora un’altra stanza in cui poter tenere la prova e, dopo un sopralluogo nei vari locali dell’università, l’unica stanza sprovvista di piastrelle fu individuata in un sottoscala. Trasloco del mago e della troupe ma... niente da fare neanche qui, l’ambiente era «troppo chiuso».

Si torna dunque nell’ambiente originale e il mago afferma di sentirsi abbastanza tranquillo sul successo della prova.

Naturalmente, prima di iniziare la trasmissione chiedemmo al mago di dare una dimostrazione del fenomeno che avrebbe poi presentato in diretta; questo per assicurarci che le abilità del mago funzionassero bene nelle condizioni predisposte e che, dunque, il pavimento, le luci, le telecamere o quant’altro non avrebbe potuto essere additato come responsabile per un eventuale fallimento.

Ci sedemmo dunque intorno al tavolino e il mago ci chiese di poggiare i polpastrelli delle dita sulla superficie del tavolo dopo che lui aveva fatto lo stesso. Ad un tratto, senza nemmeno nasconderlo in qualche modo, cominciò a spingere con le dita sulla superficie del tavolo. Quando gli facemmo notare che ce ne eravamo accorti, si giustificò dicendo che non era lui a spingere il tavolo ma il «fluido» che passava attraverso le sue dita. Non ci aveva, però, ancora mostrato di sapere muovere il tavolo mentre lui era distante. E lui rispose che lo avrebbe mostrato nella prova vera e propria.

Qualche tempo dopo tutto era pronto per la diretta. Ci sedemmo dunque intorno al tavolino e prendemmo contatto con la sua superficie. Dopo qualche secondo, il mago si mise nuovamente a spingere. Fu allora che potemmo osservare un’interessante variazione del trucco: dopo aver inclinato il tavolino su due gambe facendo pressione con le dita, il mago staccò le mani lasciandoci mentre lo tenevamo in equilibrio precario. A quel punto, era chiaro che lui si sarebbe accreditato qualsiasi inevitabile movimento avessimo fatto per mantenere l’equilibrio. La nostra soluzione fu quella di lasciar ricadere il tavolo a terra invitando il sensitivo a spostarlo da quella posizione.

Evidentemente colto di sorpresa, il mago si concentrò per qualche momento poi si arrese, poteva bastare così. Dopo che rivelammo ai telespettatori il sotterfugio cui era ricorso il mago, gli fu chiesto come mai non fosse riuscito nella prova. «E’ colpa loro», spiegò, «non hanno sufficiente forza psichica». Chiaro, no? Il mago era lui ma i poteri paranormali dovevamo metterceli noi se volevamo vedere qualcosa!

Note:

1) 1. Da qualche mese l’offerta è stata portata a circa 1 milione di dollari (oltre due miliardi di lire)! Ciò è stato possibile grazie ad una sottoscrizione aperta al popolo telematico attraverso la Randi-hot-line. Chiunque può partecipare e non occorre versare subito del denaro; l’idea è questa: Tizio mette a disposizione 10.000 dollari «virtuali» per la sfida di Randi, Caio altri 5.000, Sempronio 50.000 e così via. Quando qualche sensitivo accetta la sfida, Randi e gli scienziati del caso eseguono un test sulle capacità del sensitivo: solamente nel caso in cui questo, in condizioni di severo controllo, riesca ripetutamente ad eseguire la sua dimostrazione paranormale, i sostenitori cesseranno di essere virtuali e verseranno al sensitivo gli importi sottoscritti.

Il fatto che fino ad oggi nessun sensitivo sia mai riuscito a dimostrare un qualunque potere paranormale sotto controllo chiaramente tranquillizza i sostenitori; nel caso in cui un giorno si scopra un autentico fenomeno paranormale, però, non si tratterebbe di una perdita: chi, infatti, non sarebbe contento di aver contribuito alla sua scoperta?

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