Lavori in corso...

I lavori nella nuova sede del CICAP (v. S&P 31) sono cominciati subito alla grande. Coordinato dall'instancabile Marino Franzosi, un gruppo di volontari pronti a tutto si sta impegnando a Padova, senza soste dall'inizio dell'estate, nei tantissimi lavori, grandi e piccoli, necessari per pulire, riparare, riportare a nuovo e rendere presto operativi i futuri uffici del Comitato.
Al momento in cui scrivo, i lavori pratici da fare sono ancora numerosi. Nel frattempo, saltano fuori gli inevitabili imprevisti: il campanello non funziona bene, va sostituito; il termostato è vecchio e la luce esterna non c'è più: dobbiamo cambiarli; le saracinesche sono chiuse e le chiavi scomparse: bisogna farle "scassinare" da Garlaschelli e sostituire le serrature; quella macchia sul soffitto cos'è? Un'infiltrazione dovuta alla pioggia o una tubatura che perde? Meglio verificare... Ma il gruppo non si perde mai d'animo e macina lavoro su lavoro a ritmi tutt'altro che estivi e vacanzieri.
Una volta che la sede sarà pronta, che i mobili saranno stati sistemati e i computer installati e messi in rete il lavoro non sarà ancora finito. Bisognerà infatti organizzare e indicizzare l'archivio (vale a dire migliaia di articoli, lettere e documenti vari); raccogliere libri e periodici sparsi in mezza Italia e catalogarli nella biblioteca; radunare e riordinare i quintali di riviste arretrate, libri e oggetti che costituiscono il magazzino del CICAP; trasferire compiti e mansioni ora svolte in varie parti del Paese in un unico punto.
Nel frattempo, prosegue la raccolta dei fondi per coprire i costi dell'acquisto della sede, i lavori, gli arredi e i computer. La somma preventivata è di L. 160.000.000, dei quali - come potete vedere nella pagina a fianco - ben L. 107.543.746 sono già stati raccolti grazie all'aiuto di tanti lettori e simpatizzanti come voi. Si tratta ora di fare un ultimo sforzo per raccogliere quello che manca.
Chi desidera dare una mano, può effettuare un versamento - anche piccolo, ciò che conta è partecipare a questa grande iniziativa - con una delle seguenti modalità (ricordate di indicare nella causale: "Contributo Sede CICAP"):

- Bonifico bancario all'ordine di: CICAP - c/o Monte dei Paschi di Siena; c/c n. 136631;
CAB 63120, ABI 1030.

- Versamento sul c/c postale n. 14908206 intestato a: CICAP - C.P. 847, 35100 Padova.

- Invio di assegno non trasferibile intestato a CICAP a: CICAP - C.P. 847, 35100 Padova.

Anche l'appello che abbiamo lanciato per aiuti "in natura" sta dando i suoi frutti: c'è chi è proprietario di aziende specializzate e offre gratuitamente il suo lavoro, altri regalano collezioni di riviste e libri per la biblioteca… Naturalmente, c'è sempre spazio per chi vuole dare una mano; in particolare, fateci sapere se voi o la vostra ditta avete dei computer e/o dei monitor che non usate più, se volete donare vostre collezioni di periodici o libri e se avete la possibilità di acquistare cancelleria e materiale da ufficio a prezzi speciali. Mandate pure qui ([email protected], o all'indirizzo postale della redazione) tutte le proposte di collaborazione e i suggerimenti.
I nostri progressi organizzativi stanno suscitando l'interesse di tutti gli altri gruppi simili al CICAP presenti nel mondo: è infatti la prima volta in Europa (e la terza nel mondo, dopo gli americani CSICOP e James Randi Educational Foundation) che un gruppo di "scettici" arriva ad acquistare una propria sede. È anche per questo motivo, per illustrare cioè i nostri progressi e progetti futuri, che ho appena terminato un giro di conferenze negli Stati Uniti, conclusosi ai primi di settembre con il Convegno delle Associazioni scettiche europee a Rossdorf, in Germania.
Spero di non suonare retorico, ma è ormai sempre più chiaro che quella che era iniziata solo come una bella idea si sta trasformando in un'occasione unica per contribuire significativamente alla crescita culturale del Paese. Solo una voce decisa, costante e organizzata, infatti, può sperare di frenare la deriva irrazionale favorita dall'irresponsabilità, o incompetenza, di certi media e dall'impreparazione del mondo scolastico, predisponendo osservatori mass-mediatici, corsi di aggiornamento per insegnanti, corsi di formazione per nuovi studiosi ed esperti e mettendo a disposizione di tutti una biblioteca e un archivio (presto anche on-line sul sito del CICAP) di documentazione scientifica sul paranormale e le pseudoscienze.


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Nel prossimo numero di S&P descriverò più in dettaglio il viaggio negli Stati Uniti cui ho accennato sopra. Si è trattato di un giro di tre settimane, organizzato dallo CSICOP (Comitato per l'indagine scientifica delle affermazioni sul paranormale, vedi anche: http://www.csicop.org/genx/polidoro/) che mi ha portato a parlare presso Università, centri di ricerca e associazioni analoghe al CICAP presenti in vari stati americani, da New York a Washington, dall'Oregon alla California e alla Florida. Ovunque l'accoglienza è stata inaspettatamente molto calorosa e tutte le conferenze hanno registrato sale piene, pubblico soddisfatto e addirittura un buon interesse da parte dei media.
Al di là della cronaca, per la quale ci sarà spazio sul prossimo numero, vorrei approfittare di queste pagine per fare alcune riflessioni a caldo.
Ero partito con l'idea che all'estero, e negli Usa soprattutto, di relatori e studiosi del paranormale ne avessero ormai visti di ogni tipo e che, per quanto andassi a raccontare esperienze nuove e originali, poco di quello che avrei detto sarebbe forse riuscito a colpire il pubblico. La realtà che ho incontrato è stata completamente diversa: non solo interessavano e stupivano le cose che avevo da raccontare, ma dalla reazione degli spettatori e dai complimenti che mi venivano fatti al termine di ogni conferenza ho capito che la cosa che piaceva di più era il modo di raccontare.
Il fatto che mostrassi comprensione e rispetto per chi aveva opinioni diverse dalla mia, che non cercavo di ridicolizzare chi affermava di credere a idee discutibili, che non provavo a convincere nessuno che la mia posizione fosse quella più ragionevole… si sono rivelati motivi sufficienti per rendere interessanti le cose che dicevo. Lo conferma il fatto che in nessuna conferenza ho mai ricevuto critiche dal pubblico e mai, al momento delle domande, i sostenitori del paranormale (pur presenti) si sono alzati per cercare di mettermi in difficoltà o farmi domande "cattive"… Anzi, una volta a Portland una ragazza, fino a quel giorno convinta di avere delle facoltà paranormali, mi ha avvicinato, visibilmente scossa, per dirmi che prima di allora non aveva mai pensato ai "poteri paranormali" sotto l'ottica che avevo proposto nella mia conferenza. Da un lato vedevo che cercava di convincermi che realmente lei aveva delle facoltà paranormali, ma dal tono della voce e dall'espressione capivo che ormai anche lei cominciava ad avere qualche dubbio...
Ho poi avuto modo di confrontare l'esperienza del CICAP con quella dei tanti gruppi simili al nostro presenti nel mondo. Ne emerge un quadro curioso e inedito, che vede il nostro Paese all'avanguardia nel campo della divulgazione e dell'indagine seria e scientifica sul paranormale e le pseudoscienze. Se si esclude lo CSICOP, che opera da 25 anni e si poggia sul lavoro di una cinquantina di persone e sul sostegno economico di una casa editrice importante come la Prometheus Books, sembra - per ammissione dei vari responsabili nazionali - che non esistano altri gruppi altrettanto organizzati, affiatati e ricchi di risultati come il CICAP. Da un lato ciò rappresenta un bellissimo riconoscimento per tutti noi che da oltre dieci anni ci impegniamo nel tentativo di far arrivare al pubblico anche la voce dell'altra campana; dall'altro, però, significa che c'è ancora per tutti molta strada da fare.
Detto questo, il contatto con gli altri gruppi e gli scambi di idee, proposte e nuove collaborazioni, rappresenta sicuramente un'importante occasione per un ulteriore passo avanti nella nostra crescita. Ho già cominciato ad abbozzare nuovi progetti che, mi auguro, incontreranno l'interesse e l'approvazione di tutti coloro che ci seguono e condividono il nostro impegno. Avremo modo di parlarne presto...

 

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