Panorama della ricerca in parapsicologia

  • In Articoli
  • 03-08-2002
  • di Stanley Krippner

La psicologia è lo studio scientifico del comportamento; la parapsicologia studia le anomalie del comportamento e le esperienze insolite che sembrano restare al di fuori dei meccanismi di interpretazione attualmente conosciuti, che spiegano il flusso di informazione e di influenza organismo-ambiente ed organismo-organismo. Nel corso dello scorso secolo una considerevole quantità di ricerca è stata condotta nel tentativo di comprendere queste anomalie che vengono riportate e di determinare se valesse la pena di continuare ad osservarle e ad investigarle (Rao & Palmer, 1987).

QUESTIONARI, SONDAGGI E STUDI DI CASI PARTICOLARI

La Society for Psychical Research, fondata in Gran Bretagna nel 1882, è stata la prima organizzazione importante che ha cercato di valutare scientificamente i fenomeni parapsicologici, partendo da studi generali che si sarebbero più tardi evoluti in esperimenti controllati. Il "Rapporto sul censimento delle allucinazioni", organizzato dai soci di questa società analizzava e catalogava le 17 000 risposte alla domanda: "Avete mai avuto la vivida impressione di vedere qualcosa, o che vi si toccasse..., o di sentire una voce: senza che questa impressione fosse, per quanto abbiate potuto scoprire, prodotta da alcuna causa esterna!" Si ottennero risposte affermative da circa uno su dieci partecipanti, e vennero riferite più allucinazioni visive che non allucinazioni tattili o auditive (Sidgwick, Sidgwick & Johnson, 1894).

A volte si effettuano degli studi generali per via postale. Uno di questi, pubblicato nel 1979, produsse 354 questionari compilati da residenti nell'area di Charlottesville in Virginia e 268 compilati da studenti della University of Virginia. Una delle domande era: "avete mai avuto, da svegli, l'impressione vivida di vedere o udire qualcosa, o che vi si toccasse, e quest'impressione, per quanto abbiate potuto scoprire. non era dovuta ad alcuna causa esterna fisica o 'naturale'!" Questa era praticamente la stessa domanda posta dalla società britannica un secolo prima. Fu risposto affermativamente dal 17% dei residenti dell'area e degli studenti, un risultato molto vicino al 13% che aveva risposto affermativamente nel sondaggio precedente. Tuttavia, la maggior parte delle allucinazioni nel gruppo britannico era stato visivo, mentre i resoconti del gruppo americano erano soprattutto auditivi o tattili (Palmer, 1979).

Lo studio di casi singoli ha permesso di ottenere descrizioni più dettagliate di questi eventi rispetto a quelle raccolte con i questionari. La più nota di queste raccolte di casi è quella di L. E. Rhine (1977). Nel 1973 la raccolta di presunti fenomeni paranormali spontanei di questa ricercatrice ne contava già 12.837. L'obiettivo degli studi della Rhine era lo studio del processo alla base degli effetti paranormali (PS I). Ella, per esempio, identificò le forme fondamentali nelle quali gli effetti PSI vengono espressi: nelle allucinazioni, nelle intuizioni, nei sogni realistici, nei sogni non realistici (caratterizzati da simbolismo e irrazionalità). Questi resoconti aneddotici hanno indotto Ullman e Krippner (Ullman e Krippner, con Vaughan. 1989) ad investigare sogni anomali in condizioni di laboratorio. Abbiamo ottenuto dei risultati che suggeriscono che alcuni partecipanti all'esperimento potevano incorporare delle immagini fisicamente lontane (scelte in modo casuale dopo che i partecipanti erano andati a letto) nei loro sogni, ad un livello superiore a quello dovuto al caso. Stevenson (1970) ha pubblicato un accurato studio di 35 casi di "impressioni telepatiche", concludendone che mostravano le stesse caratteristiche di quelle analizzate nei decenni precedenti. Per esempio: "c'è bisogno di una relazione, non soltanto di una persona, perché tali esperienze si verifichino."

Fra chi fa ricerca parapsicologica oggi c'è accordo sul fatto che le risposte ai sondaggi, le risposte ai questionari, e gli studi di casi singoli sono soggetti a variabili invalidanti quali coincidenze, deduzioni inconsce, piccoli indizi sensoriali, esagerazioni dopo il fatto, falsificazioni della memoria, e vere e proprie bugie. Eppure sono stati fatti parecchi usi intelligenti dei dati disponibili. Irwin (1979) sottopose a studenti di college sia un questionario che indagava sulle supposte esperienze PSI. sia il questionano Paivio's Individual Difference, che cerca di valutare in che misura una persona si affida all'elaborazione linguistica o all'elaborazione visiva nella vita normale. Usando tecniche statistiche, Irwin trovò un rapporto significativo tra il fatto che lo stile abituale di elaborazione fosse visivo o verbale e se le presupposte esperienze PSI riferite riguardassero immagini o intuito.

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Resoconti PSI concernenti la visualizzazione tendevano a verificarsi tra le persone che erano abituate ad affidarsi per lo più all'elaborazione visiva.

Wilson e Barber (1982) hanno studiato 26 persone con una vivida immaginazione visiva. Confrontati col gruppo di controllo di 25 partecipanti, queste persone "eidetiche" non solo erano più facili da ipnotizzare ed eranostate più disposte a fantasticare sia nell'infanzia che in età adulta, ma dichiaravano di aver avuto più esperienze di chiaroveggenza, di precognizione e di telepatia. Inoltre, riferivano più spesso esperienze "fuori dal corpo", sogni lucidi, percezioni di apparizioni, di vedere le "aure" e di avere visioni mistiche.

Persinger(1974) ha consigliato di usare i fenomeni PSI riportati in modi nuovi ed intelligenti, osservando che: indipendentemente dalla cultura cui appartenevano e lungo tutta la storia, gli esseri umani hanno riferito esperien:e paranormali. Cerchiamo di determinare cosa dicono... E osservando le somiglianze del comportamento verbale che possiamo trovare sufficienti corrispondenze per comprendere ifattori responsabilidelle esperienze riportate. (p. 13)

Persinger (Schaut e Persinger, 1985 ) ha esaminato diverse raccolte di casi spontanei, compresi i 35 raccolti da Stevenson (1970) e ha riferito che sembrano succedere più frequentemente quando l'attività geomagnetica è minore che nei giorni prima o dopo l'esperienza ed è più bassa dell'attività media del mese. Questo approccio può venire applicato ad ogni raccolta di casi (per esempio, Persinger e Krippner, 1989) in cui la data dell'esperienza riportata sia stata registrata: se ripetibili, questi effetti possono aiutare ad ottenere una comprensione del meccanismo che sottende ai fenomeni PSI.

OSSERVAZIONI IN CONDIZIONI CONTROLLATE E STUDI SPERIMENTALI

Per quanto utili possano essere questi approcci, non affrontano però la natura potenzialmente anomala dei fenomeni PSI.

Per questo compito chi fa ricerca in parapsicologia da tempo si rivolge ad osservazioni in condizioni controllate e alla ricerca sperimentale. Per esempio Honorton (1974) ha osservato un'infermiera in grado di fare eseguire, a distanza, movimenti di una piccola bottiglia in casa sua. In laboratorio produceva anche delle deflessioni dell'ago di una bussola, ma non riusciva a ripetere il suo influsso sulla bottiglia. Honorton osservò che queste dimostrazioni erano molto indicative di paranormalità, ma non arrivavano al punto in cui le condizioni dell'esperimento potevano essere considerate controllate in modo adeguato. Il proposto effetto con la bussola indusse osservazioni controllate sulla stessa persona presso un diverso laboratorio.

Watkins e Watkins (1974) montarono una bussola magnetica all'interno del sensibile solenoide di un cercametalli elettronico con delle confezioni sigillate di pellicola fotografica poste al di sotto e a distanze fino a 3 metri dal cercametalli. Con la persona sotto osservazione seduta vicino a questo apparato, l'ago della bussola lentamente girò di 15 gradi e si fermò, mentre il segnale proveniente dal solenoide del cercametalli cambiava nel modo che normalmente avrebbe indicato la presenza di vari chili di metallo. Quindi la persona studiata si spostò in un angolo lontano della stanza, ma la deflessione dell'ago della bussola non cambiò, né era influenzata da una calamita che veniva avvicinata. Allontanato alla distanza di 1 metro e 20 centimetri, l'ago lentamente riassunse il suo comportamento normale. Quando era riportato alla sua posizione precedente l'ago veniva nuovamente de-flesso di 15 gradi e diventava insensibile alla calamita. Dopo circa 25 minuti la bussola tornò gradualmente al funzionamento normale.

Nella formulazione dei controlli per questi tipi d'osservazione nella ricerca bisogna premunirsi contro le possibilità di effetti illusori prodotti dalla strumentazione, da irregolarità di funzionamento degli strumenti, effetti ottici, inganni nelle interpretazioni sensoriali, manipolazioni truffaldine. Watkins e Watkins non si avvalsero di un prestigiatore: questa omissione può essere interpretata come una mancanza in procedure peraltro ben controllate. Effettivamente al convegno del 1983 della Parapsychological Association, un'organizzazione internazionale di trecento componenti che fanno ricerca nel campo dei fenomeni parapsicologici, il consiglio direttivo dell'organizzazione emanò una risoluzione che in una sua parte affermava che l'associazione "accoglie con favore la collaborazione di persone esperte in illusionismo che indipendentemente dalle loro opinioni sull'esistenza dei fenomeni PSI, siano disposte a fare da consulenti (per chi conduce esperimenti PSI) al fine di stabilire adeguati controlli contro la frode."

Precedentemente, sempre nel 1983, era stato scoperto che due giovani, diventati ben noti per le loro supposte imprese di "piegatori di metallo", erano in realtà dei prestigiatori.

Anche se il lavoro di questi supposti "piegatori di metallo" non era diffusamente riconosciuto nella disciplina, nessuna fra le persone che si occupano di parapsicologia o che aveva condotto esperimenti con questi

due soggetti aveva preso la precauzione di avere a disposizione qualche illusionista.

Qualche anno prima di questo incidente, Pamplin e Collins (1985) avevano riferito di aver esaminato le supposte capacità di "piegatura dei metalli" nell'infanzia. Dei sei casi esaminati, cinque erano stati osservati mentre usavano manipolazione fraudolenta; nel sesto caso non c'era stato nessun metallo piegato.

Indipendentemente da quale procedura sperimentale si usa per investigare i fenomeni PSI bisogna che il procedimento rispetti vari requisiti fondamentali del metodo scientifico:

(1) Le procedure devono essere rese pubbliche. Le procedure e i risultati devono essere comunicati professionalmente su riviste che si avvalgono di referee.

I resoconti devono contenere una descrizione di quello che è stato fatto e di come è stato fatto, in modo che un altra persona possa, almeno in linea di principio, ripetere la procedura.

(2) Le definizioni devono essere precise. Anche considerando la massa di dati empirici che si sta accumulando ogni variabile deve essere ben definita e le tecniche con le quali è stata misurata devono essere specificate.

(3) La raccolta dei dati deve essere la più oggettiva possibile. Una volta che la ricerca è cominciata chi la conduce deve rispettare e seguire la strada indicata dai dati che va raccogliendo, anche se sono in contrasto con un'ipotesi favorita.

(4) / risultati devono essere riproducibili, almeno in una certa misura. Altre persone nel ramo possono voler mettere alla prova i risultati riproducendo lo studio. Se i dati erano stati raccolti in maniera scorretta, se le variabili erano state misurate in maniera non adatta, o se le procedure erano state male influenzate dalle tendenze di chi ha condotto l'esperimento, i risultati ovviamente mancheranno di ripetersi. Le conclusioni che si traggono devono essere influenzate dalla replicabilità dei dati che si sono accumulati su un certo problema.

(5) L'approccio deve essere cumulativo e sistematico. Chi opera nella scienza mira con determinazione ad unificare intere aree della conoscenza attraverso l'uso di teorie e costruendo progressivamente un sistema organizzato di proposizioni.

Chi fa ricerca in questo campo deve tenere ben presenti tutte queste regole fondamentali, quando indaga i fenomeni PSI. L'imprevedibilità e la variabilità associata ad esseri viventi rende la ricerca nelle scienze biologiche un compito particolarmente difficile. Quando si tratta di ricerca parapsicologica la difficoltà si moltiplica perché i problemi affrontati sono complessi e difficili da inquadrare. Il risultato è che la mancanza di un esperimento completamente replicabile, anche se ciò può essere comprensibile, ha permesso a voci critiche come Neher (1990) di etichettare la parapsicologia come una "scienza senza successo". Comunque un gruppo di esperimenti che soddisfa la maggior parte delle regole fondamentali della scienza è l'opera di Schmidt (per esempio, 1981) che ha sviluppato un generatore casuale di eventi (REG: random event generator) nel quale il flusso di elettroni emessi dal decadimento radioattivo di stronzio-90 pilota un interruttore a due posizioni. Accurati esperimenti preliminari mostrarono che in condizioni controllate i risultati delle due posizioni erano casuali. La persona che si sottoponeva all'esperimento veniva istruita affinché cercasse di far sì che il valore d'emissione d'elettroni del contatore segnasse un'emissione più veloce (oppure più lenta) di elettroni; il registratore automatico mostrava il punteggio. Dopo aver ottenuto risultati signficativi che interpretò come provanti la sua ipotesi, Schmidt rese l'apparato disponibile ad altre persone, alcune delle quali ottennero anch'essi risultati significativi (per esempio Houtkooper, 1977). Neher (1990), nella sua valutazione critica, trova i risultati delle replicazioni REO sufficientemente "incoraggianti da fornire una fra le più convincenti prove a favore della parapsicologia".

Gli esperimenti REO di Schmidt hanno prodotto dei risultati fra i più citati della parapsicologia e fra i suoi dati sperimentali più solidi. È stata condotta una meta-analisi su 835 studi REO pubblicati o presentati dal 1959 al 1987, compresi 235 studi "di controllo" nei quali i risultati del REO venivano registrati ma senza che nessuna intenzione conscia di agire vi fosse da parte dei soggetti. La misura dell'effetto medio negli studi sperimentali fu più alta in maniera significativa della misura dell'effetto medio negli studi di controllo (Radin e Nelson, 1989).

Un'altra linea di ricerca che fornisce prove per almeno qualche misura di replicabilità è l'uso del "ganzfeld" per sollecitare l'immaginazione visiva di figure che vengono poi confrontate col bersaglio nascosto. Un critico ed un parapsicologo (Hyman e Honorton, 1986) hanno esaminato 36 studi che avevano usato questo approccio; sebbene divergessero a proposito della qualità delle ricerche in questione, concordarono che "c'è un effetto

complessivo significativo in questa struttura di dati che non può venir ragionevolmente giustificato da selezione dei dati riportati o dall'analisi multipla." I due autori hanno raccomandato delle regole di riferimento per gli studi futuri che comprendono i controlli contro ogni genere di indizi sensoriali non previsti, la messa alla prova e documentazione dei metodi di scelta casuale, la registrazione completa dei protocolli per la valutazione e per le possibili informazioni sulla correttezza dei risultati mentre l'esperimento èancora in corso, il controllo delle analisi statistiche multiple, la determinazione anticipata del numero delle prove e dei tipi di esperimenti. Furono quindi condotte undici serie di esperimenti che si attenevano a questi suggerimenti. Per esempio, la scelta di un bersaglio (da un gruppo di quattro possibili bersagli) venne effettuata con un calcolatore. In tutto c'erano 241 "riceventi" e 355 prove: ci furono 122 prove completamente riuscite, dunque una percentuale di successi del 34%. Secondo il calcolo statistico delle probabilità ci si sarebbe potuti aspettare un risultato del 25%.

I risultati statistici erano altamente significativi (Honorton, Berger,

Vargolis, Quant, Derr, Schechter e Ferrari, 1990). Utts (1991) riportò un certo numero di ulteriori meta-analisi di ricerche parapsicologiche, sulla rivista Statistica! Science; la ricercatrice concluse che "nel complesso le prove a favore indicano che c'è un effetto anomalo che esige una spiegazione". In risposta a quest'articolo, tuttavia, Diaconis (1991) ha insistito che "persone scettiche sono andate ad assistere alle prove ed hanno trovato errori, sia poco evidenti sia anche ovvi." Può la frode essere completamente eliminata nella ricerca parapsicologica? Hyman (1981) afferma che "non esiste alcun esperimento immune dalla frode". Però ci sono alcune precauzioni che devono essere prese da chi conduce esperimenti in parapsicologia:

(1) isolare la persona studiata dal bersaglio parapsicologico in modo da eliminare tracce sensoriali o attività muscolare;

(2) prendere precauzioni per assicurarsi che la persona che registra le risposte non possa conoscere la natura o l'identità del materiale che costituisce i bersagli;

(3) usare un sistema casuale per selezionare il materiale che costituisce i bersagli;

  1. decidere prima che un esperimento inizi quante prove verranno tentate;

(5) esaminare persone che ottengono risultati cospicui (o ripetere esperimenti promettenti) in laboratori diversi per cercare di replicare i risultati;

(6) imporre misure di sicurezza appropriate che prevengano l'alterazione dei dati sperimentali;

(7) scrivere anticipatamente un'adeguata descrizione della procedura sperimentale, atta ad essere distribuita alle persone interessate sia all'interno sia all'esterno della comunità della parapsicologia. Questa descrizione dovrà stabilire lo scopo dell'esperimento e, ove possibile, proporre un'ipotesi che sia chiaramente falsificabile. La gran parte della ricerca in parapsicologia riesce a conformarsi a questi importanti criteri di riferimento? Un comitato del National Research Council degli Stati Uniti ha concluso che non c'è "nessuna giustificazione che emerga dalla ricerca condotta durante un periodo di 130 anni, per l'esistenza di fenomeni parapsicologici" (Druckman e Swets). Seppure questo rapporto estendeva la storia della ricerca parapsicologica di parecchi decenni, e sebbene il suo contenuto fosse caratterizzato da parecchi errori di fatto (Palmer, Honorton e Utts, 1989), le sue conclusioni rimangono gravi.

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PARAPSICOLOGIA COME SCIENZA

La Parapsychological Association (1985) ha sottolineato che "un impegno nello studio dei fenomeni parapsicologici non richiede di accettare la

realtà di fattori o di processi 'non-normali'." Nonostante questa importante cauta affermazione di principio, alcune voci critiche si sono riferite alla parapsicologia, come "pseudoscienza" (Stanovich, 1985), "scienza deviante" (BenéYehuda. 1985) e scienza "spirituale"(Alcock, 1985). Per comprendere questa critica, bisogna ricordare che la scienza nacque dalla filosofia e iniziò proclamandosi ricerca della comprensione della natura. Man mano che questa ricerca diventava più disciplinata, maggiori esigenze venivano poste alle imprese scientifiche. Oggi alcune voci critiche esigono che la parapsicologia produca esperimenti "replicabili" e risultati "a prova di bomba" prima che possa venir considerata una scienza. Ad un livello di indagine, esistono già "replicazioni" e risultati "a prova di bomba", specificamente la scoperta che circa il 50% di un gruppo non selezionato riferirà di aver avuto un"esperienza parapsicologica". Questa percentuale può variare da una cultura, un gruppo d'età, un livello d'educazione all'altro, ma èstata verificata, studio dopo studio, nel corso di parecchie decine d'anni, fino ad arrivare al presente. E poi, queste esperienze sono state ignorate o ridicolizzate da troppe persone che si occupano di scienza del comportamento e del sociale, anche se risultati recenti indicano che questo tipo di esperienza "non solo è potenzialmente significativa per le nostre vite, ma che per di più adempie importanti funzioni nella nostra società considerata nel suo complesso" (Neher, 1990). Le esperienze parapsicologiche soggettive sono connesse alle sensibilità acuite, alla visualizzazione creativa, all'autoregolazione dei processi corporei, al miglioramento della memoria, e consentono alla scienza una visione più totale delle capacità umane. Quindi l'argomento a favore della parapsicologia è semplicemente che una comprensione di queste esperienze che vengono descritte merita un significativo sforzo di ricerca. La parapsicologia ha aperto per prima dei territori di ricerca in parecchi aspetti del comportamento e dell'esperienza umana che ora sono parte della psicologia del tutto accettata, come l'ipnosi, le personalità multiple, le guarigioni anomale. Altri argomenti indagati dalle prime società per la ricerca psichica (per esempio i sogni lucidi: le esperienze pre-morte o NDE, near death experiences; le esperienze fuori dal corpo o OBE, out-of-the-body-experiences) stanno cominciando ad entrare a far parte della psicologia del tutto accettata ed i meccanismi dietro a questi lenomeni hanno cominciato ad essere compresi. Forse questo percorso è quello che un giorno seguiranno anche la telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione e la psicocinesi. Il prefisso "para" non esclude dei meccanismi di spiegazione ordinari per i fenomeni parapsicologici. Neher (1990) osserva che "parapsicologia" vuol dire semplicemente "a fianco" della parte più completamente accertata della psicologia.

Dopo aver considerato attentamente i due settori, Collins e Pinch (1982) concludono che "non c'è nulla in psicologia che renda non scientifica la parapsicologia". Affermano anche che "non è stato definitivamente dimostrato che ci siano specifici principi fisici che contraddicono la parapsicologia". Truzzi (1980) ritiene giusto considerare la parapsicologia una "attività scientifica a tutti gli effetti" indipendentemente dal fatto che gli effetti PSI esistano realmente o no, visto che i parapsicologi impiegano metodi scientifici quali la scelta rigorosamente casuale del bersaglio, la valutazione doppiamente alla cieca ("doppio cieco"), i gruppi di controllo, i controlli statistici. Per Leahy e Leahy (1983), "dal punto di vista metodologico la parapsicologia è una scienza; dal punto di vista della sua sostanza, il verdetto è ancora incerto."

Questa situazione si rispecchia nelle osservazioni di Foucault (1980) per il quale il potere permea ogni aspetto dei tentativi della scienza per ottenere conoscenza; la legittimità scientifica è, cioè, inerentemente politica, e questa legittimità scientifica politicizzata finisce col determinare definizioni, categorie e classificazioni che costruiscono "la realtà". Parte della conoscenza viene ad essere considerata "legittima" in specifici tempi e luoghi storici (Lather, 1990) mentre parte ne resta esclusa. L'aforisma "la conoscenza è potere" può essere facilmente invertito: il potere (per esempio politico, economico, ideologico, religioso) determina cosa è considerato "conoscenza" (e conseguente-mente "realtà") in ogni data locazione temporale o spaziale. Mi sembra si possa applicare l'intuizione di Foucault alla ricerca parapsicologica; la conoscenza accumulata dalla ricerca parapsicologica su eventi paranormali manca di ogni tipo di base di potere; dunque non arriva ad essere "legittimata" e a giocare un ruolo nel dibattito scientifico principale.

La Parapsychological Association (1989) ha affermato chiaramente che "etichettare un evento come paranormale non costituisce una spiegazione per l'evento, ma indica soltanto un evento per cui occorre trovare una spiegazione scientifica". Inoltre "indipendentemente da quale forma possa alla fine prendere la spiegazione..., lo studio di questi fenomeni ha buone probabilità di accrescere la nostra comprensione dei processi cui ci si riferisce spesso come 'coscienza' e 'mente' e della natura dell'indagine metodica e disciplinata..." In base a questi presupposti, Hoveimane Krippner (1986) hanno proposto 11 raccomandazioni per il futuro della parapsicologia:

(1) Fintanto che chi fa ricerca parapsicologica usa i metodi della scienza ufficiale, i suoi risultati sono, per definizione, non rivoluzionari, anche se forniscono dati che richiedono la revisione di paradigmi; quindi chi opera nella ricerca in parapsicologia dovrebbe astenersi dal fare affermazioni estreme.

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(2) I dati sulla vita oltre la morte sono anche più ambigui e inaffidabili di quelli ottenuti da ricerche in laboratorio; quindi le persone attive in parapsicologia non dovrebbero esprimersi con certezza su questo argomento.

(3) Chi si occupa della ricerca parapsicologica non dovrebbe basare affermazioni assolute su prove ottenute da casi spontanei perché questo materiale è soggetto a diverse carenze e ad interpretazioni non del tutto giustificate.

(4) Chi fa ricerca parapsicologica non dovrebbe dare per scontato di essere in grado di spiegare i fenomeni parapsicologici con la terminologia attuale (per esempio percezione "extrasensoriale"); questi termini sono semplicemente descrittivi e cambieranno, probabilmente, coll'emergere di una terminologia comunemente approvata e originata empiricamente.

(5) Considerata la natura non uniforme dei risultati sperimentali della parapsicologia, chi opera in questo ramo non dovrebbe fare ricorso all'affermazione che dette inconsistenze sono costituenti necessari dei fenomeni parapsicologici.

(6) Chi lavora in parapsicologia dovrebbe considerare con cura gli argomenti delle persone che sono critiche della disciplina e collaborare con quelle fra loro che hanno un atteggiamento scientifico ogni volta che sia possibile: forse arriverà il giorno in cui la distinzione fra chi sostiene e chi critica i fenomeni parapsicologici svanirà coll'unione dei due gruppi in una comune impresa scientifica.

(7) Le persone attive in parapsicologia dovrebbero distinguersi da chi propone cognizioni che non possono venir messe alla prova, non falsificabili, permeate di metafisica.

(8) Chi conduce ricerche parapsicologiche dovrebbe fornire dati esaustivi quando pubblica un esperimento; questa procedura incoraggerà altre persone a tentare la replicazione e aiuterà a prevenire qualche rappresentante del punto di vista critico dall'effettuare accuse ingiustificate.

(9) Le persone impegnate nella ricerca in parapsicologia dovrebbero dedicare una parte maggiore dei loro sforzi alla replicazione reciproca dei lavori.

(10) Chi lavora in parapsicologia dovrebbe impegnarsi in una programmazione più a lunga scadenza e in maggiori comunicazioni fra laboratori diversi.

(11) Chi si occupa di parapsicologia dovrebbe studiare l'intera gamma dei presupposti fenomeni parapsicologici, indipendentemente da quale spiegazione risulta essere la più utile: i fenomeni parapsicologici possono rivelarsi effetti di aspettative interpersonali finora malinterpretate, creazioni erronee dell'elaborazione statistica per ora non individuate, o interazioni fra campi non rivelate.

Dunque le pietre di paragone essenziali per il lavoro di ricerca parapsicologica comprendono la necessità di mettere in rilievo la natura speculativa del campo d'indagine, di saper ammettere la sua condizione ancora controversa, e di non spingersi oltre quanto è effettivamente avallato dalle prove. Però questa modestia dovrebbe essere associata con una devozione alle procedure scientifiche e con un impegno alla ricerca di scoperte e spiegazioni. Come ha concluso la Parapsychological Association (1985), "La parapsicologia ha una tradizione già secolare nel portare inventiva scientifica e rigore allo studio di fenomeni convenzionalmente ignorati da altri settori della ricerca scientifica. Qualunque il risultato finale di questa ricerca potrà essere, non potrà che aumentare la quantità di conoscenza sull'umanità e sulla condizione umana."

Stanley Krippner

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