Geologia

La geologia è una scienza giovane. Non ha che poche centinaia di anni, ma solo da poco più di un secolo i geologi hanno iniziato a emergere attraverso una coltre di appassionati, spesso competentissimi collezionisti di fossili e minerali. E' una scienza in evoluzione, che richiede strumenti e metodi di lavoro rigorosi, spesso strettamente legata all'industria (pensiamo ai combustibili fossili e alle risorse minerarie). Alla sua base esiste un substrato naturalistico, descrittivo, che ha le sue radici nella propensione settecentesca alla contemplazione disinteressata della natura. Oggi la geologia, il cui scopo è lo studio della costituzione, struttura ed evoluzione della crosta terrestre, diviene sempre più tecnica e legata a filo stretto all'ingegneria civile e mineraria, e all'ecologia applicata.
E' una scienza giovane, ma da subito se l'è dovuta vedere contro nemici giurati e avversari agguerriti. Esiste chi, infatti, persino poco dopo il nostro ingresso nel terzo millennio, vorrebbe interpretare la natura del nostro pianeta in modo del tutto personale, privato, cercando di ignorare le tante scoperte e persino alcune solide certezze su cui si fondano le scienze della Terra. Tralasciamo qui, per mancanza di spazio, i tanti attacchi subiti dalla teoria dell'evoluzione biologica - quella di Darwin e Wallace per intenderci - negli Stati Uniti, dove il creazionismo ha ancora milioni di seguaci (in alcune scuole è addirittura vietato l'insegnamento dell'evoluzionismo). Molto più diffusa in Europa è invece la credenza che alcuni individui abbiano la capacità di individuare, attraverso la divinazione, la presenza di acqua e risorse minerarie nel sottosuolo. I rabdomanti, e le nostre campagne ne ospitano sempre qualcuno, affermano di poter trovare l'acqua utilizzando una bacchetta di legno (e non solo) che "si torcerebbe" tra le loro mani, spontaneamente, quando ci si trovi al di sopra di una falda acquifera. Naturalmente non dovrebbe occorrere una laurea in geologia per riconoscere la totale mancanza di fondamento di questi fenomeni; bisogna riconoscere, tuttavia, che attraverso una profonda conoscenza del terreno, è possibile arguire la presenza dell'acqua per via di determinati indizi, ben noti ai geologi. Si tratterebbe quindi di un sistema empirico e poco preciso che non ha niente a che fare con la magia.
Il campo magnetico terrestre è ben noto, anche se la dinamica della sua origine è ancora motivo di studio per i geofisici. Una cosa però la sappiamo già, e cioè che il campo magnetico terrestre riveste il pianeta come farebbero le linee di forza di un dipolo. Sicuramente, le linee di forza non fuoriescono dal terreno e non si perdono nel nulla. Eppure è proprio questo uno degli assunti della "bioarchitettura", che avverte gli ignari inquilini di nefaste abitazioni dei pericoli legati a una non meglio precisata struttura del campo magnetico, fondata sui famigerati nodi di Hartmann: questi sarebbero il risultato di una bizzarra rete geomagnetica completamente slegata da quelle che sono le nostre attuali conoscenze del campo magnetico terrestre.
Era inevitabile finire col parlare, in conclusione, delle varie teorie che vorrebbero schiaffeggiare le nostre attuali conoscenze geologiche, quali comparse e repentini sprofondamenti di interi continenti (vedi Atlantide), o addirittura l'esistenza di un enorme orifizio laddove noi sappiamo trovasi il polo Nord (o quello sud), come proposto per la prima volta, si dice, dall'americano John Cleves Symmes nel 1818: un foro di gigantesche proporzioni che, secondo Symmes, portava direttamente, in barba a ogni evidenza e teoria geologica, nell'interno cavo del nostro pianeta (e dove si troverebbero paesi e territori popolati, e, proprio al centro, un piccolo sole in miniatura).

Per saperne di piu:

  • Accordi Bruno. Storia della geologia. Zanichelli. 1984
  • Hallam A. Le grandi dispute della geologia. Zanichelli. 1987
  • Greco Pietro. "Creazionisti contro Darwin". Scienza & Paranormale 32, 2000
  • Vanzetto Roberto. "Nodi di Hartmann e geopatie". Scienza & Paranormale 29, 2000
  • Sui nodi di Hartmann
  • Sulla rabdomanzia
accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',