Parapsicologia: confronti senza scontri

Piero Cassoli commenta la "valutazione critica" della parapsicologia realizzata da Massimo Polidoro su S&P 30

  • In Articoli
  • 23-12-2000
  • di Piero Cassoli
Durante la preparazione del numero 30 di S&P, dedicato alla ricerca scientifica in parapsicologia, Massimo Polidoro aveva chiesto al Dr. Piero Cassoli, decano della parapsicologia italiana, se desiderava intervenire nel dibattito. Quella che segue è l'interessante risposta di Cassoli:

Caro Massimo, rispondo alla tua lettera di due mesi fa. Non meravigliarti del ritardo. Me la sono portata in montagna e l'ho tenuta presente per un mese sul mio tavolo. Poi l'ho riletta qui a Bologna. Ho controllato alcune cose: Crookes non ha mai ricevuto il Nobel e le informazioni sul joint communiqué (Hyman-Honorton) sono troppo - intenzionalmente? inconsciamente? - scarne. Comunque ti ringrazio della richiesta di un mio intervento. Vorrei tanto mantenere quel clima di rispetto che finora abbiamo instaurato. E per farlo credo che la via giusta sia quella seguita fin qui: quando avremo qualche fenomeno o soggetto interessante, ti/vi chiameremo per accordarci su un incontro. Quando tu/voi allestite un programma, un protocollo, come sta succedendo con uno studioso di Padova, sarà utile consultarci. Entrare in polemica su un articolo come il tuo costerebbe tanto tempo e dovrebbe essere un intervento molto lungo. Mi interessa toccare due soli argomenti. Uno, sul quale fortunatamente concordiamo pienamente, tocca le due ultime pagine. Mi piace la proposta fatta agli psicologi, e a cui noi certamente potremmo aderire, di interessarci della "psicologia dell'insolito". Per me è un'idea-bomba. Vedi se la puoi coltivare e ti autorizzo anche a riportare su S&P il mio parere favorevole in linea di massima. Lo stile e lo spirito con cui potrà venire svolta è naturalmente oggetto di riserva. Il secondo argomento, e su questo dissento, è che la Storia della PP (parapsicologia: da Para-Psychology, N.d.R.) manca di "carattere cumulativo". La PP ha sempre proceduto su due indirizzi fondamentali: lo studio dei fenomeni spontanei (raccolta, classificazione, ricerca di variabili e di costanti) e la valutazione con metodi statistici di esperimenti controllati di laboratorio. E non credo che tutto quello che è stato fatto dal 1930 in poi (almeno) sia stato inutile, non abbia fatto sentire i suoi effetti nelle decadi successive e non ci abbia portato, errore dopo errore, passettino dopo passettino, al momento attuale, in cui uno scettico come te, quasi inconsciamente, smette di sorridere ironicamente su tutto e propone di studiare la "psicologia dell'insolito". Quel "passettino dopo passettino" penso sia merito anche degli scettici: forse sarò molto solo a pensarla così, ma è una vita che sono "solo". Infine, a proposito di "inconsciamente", ho l'impressione dal tuo testo che, quando usi la parola "paranormale" tu dia una estensione a questa parola (da cambiare assolutamente) che non è nelle nostre intenzioni. Quando io dico paranormale o psi intendo che potrebbe darsi che ci siano vie di comunicazione di informazioni fra i viventi che sono ancora da scoprire: e basta. E sono pressoché sicuro che stiamo dimostrando ad abundantiam che i fatti che postulano tale interazione esistono e ne abbiamo dimostrato l'esistenza con risultati che per ogni altra scienza sarebbero più che sufficienti, che per un giudice sarebbero sufficienti per mandare all'ergastolo una persona, ma che non sono sufficienti a chi inconsciamente, pensa che dietro, sopra, sotto - come vuoi! - a questi fatti, ci sia lo zampino dell'anima, della immortalità, dell'immateriale, delle capacità sopra, para, meta - come vuoi! Senza contare che chi teme queste cose pensa anche che se dovessero essere dimostrati questi fenomeni si scardinerebbe, si scompaginerebbe la Scienza che noi conosciamo o di cui siamo rispettosi "operatori": ma quando mai, dico io? Il nuovo paradigma, ma sarebbe poi tale?, si aggiungerebbe, come carattere cumulativo, ai vecchi: non credi? Ora che sono giunto al fondo e ho risolto a mala peggio una incertezza nel risponderti che è durata "una intera estate", posso anche dirti che queste mie idee puoi esprimerle su S&P (dalla prima riga all'ultima, però), con un certo dispiacere di non potere adeguatamente - sarebbe troppo ridondante e soporifero - confutare molti passi - non quelli storici si intende - del tuo articolo. Comunque spero che la mia risposta sia un riconoscimento della tua ormai acquisita competenza anche se dissento totalmente dai metodi polemici e dissacranti usati da molti vostri associati. Con stima e amicizia tuo Piero

P.S. (aggiunto a penna) Mi si dice che Crookes ha ricevuto il Nobel nel 1907. Ma in due enciclopedie non è scritto. In dubbio!...


Risponde Massimo Polidoro:

Caro Piero, sono contento di poterti ospitare sulle pagine di S&P, come in passato tu hai fatto con me sui tuoi Quaderni di parapsicologia. Come sai, al CICAP c'è sempre spazio per il dibattito e per il confronto civile tra chi la pensa diversamente. Tra l'altro, mi fa piacere sottolineare qui il fatto che, seppure ci si trovi su posizioni diverse relativamente al paranormale, i rapporti personali tra di noi sono sempre stati molto cordiali e amichevoli. Come del resto lo sono con molte altre persone che si occupano di parapsicologia. Lo dico perché, purtroppo, ci sono alcuni nel mondo della parapsicologia con cui risulta impossibile dialogare e che ritengono che, con il CICAP, ci si debba solo scontrare. Fortunatamente, la maggioranza dei parapsicologi la pensa diversamente. Oltre a te e a Brunilde, infatti, sono decine i parapsicologi nel mondo con cui, in questi anni, abbiamo potuto collaborare grazie al rispetto e alla stima reciproci che legano tutte le persone di buon senso. Sono i vari Alvarado, Beloff, Blackmore, Broughton, Coleman, Evans, lo stesso Honorton prematuramente scomparso, Krippner, Morris, Radin, Truzzi, Wiseman... e naturalmente gli italiani, Biondi, Cozzi, Ferraro, Garzia, Ravaldini, Rinaldi, Severi... Detto questo, sono lieto che la proposta di "psicologia dell'insolito" ti trovi favorevole: tornerò sull'argomento in futuro. La penso invece diversamente sul carattere cumulativo della parapsicologia. Certo, sono d'accordo con te che dal 1930 la parapsicologia ha avuto il merito di aver sollevato in tutto il mondo l'interesse scientifico per argomenti e fenomeni che sembrano stare ai confini della scienza. Il mio discorso però riguardava il progresso della parapsicologia come scienza: che cosa si può dire che si sappia di più oggi, rispetto al 1930, sui fenomeni oggetto di studio della parapsicologia? Sappiamo forse con certezza che la telepatia esiste? E se così è si tratta solo di una convizione personale o è possibile descrivere le condizioni in cui chiunque, in qualunque laboratorio, può realizzare un esperimento capace di dimostrarlo? Perché è solo in questo secondo caso che si può parlare di scienza. Chissà, forse le repliche degli esperimenti di Honorton da parte di Morris e altri ci regaleranno questa benedetta "prova"; fino ad allora, però, credo che i dubbi siano giustificati. Due parole poi sull'idea che alcuni nutrono secondo cui gli scienziati sarebbero terrorizzati di scoprire che i fenomeni paranormali esistono, perché ciò li costringerebbe a riscrivere le "regole" sul funzionamento del mondo. Chi pensa queste cose non ha mai fatto ricerca scientifica, altrimenti saprebbe che ogni giorno gli scienziati sono alla ricerca di fatti e fenomeni che possano smentire quanto finora scoperto. Non è continuando a ripetere le cose che si sanno già, infatti, che si può sperare di fare dei progressi nella conoscenza. Le grandi svolte scientifiche arrivano quando si riesce a scardinare qualche certezza acquisita; e, naturalmente, per farlo occorre che le prove a favore del nuovo paradigma siano estremamente convincenti. Cosa che, purtroppo - per quanto sarebbe bello anche per me, ti assicuro - non si può ancora dire relativamente alla parapsicologia. A proposito di Crookes, nonostante l'Enciclopedia Zanichelli, a cui mi ero affidato, indichi che lo scienziato avrebbe ricevuto il Nobel nel 1907, effettivamente il suo nome non compare nell'elenco di coloro che hanno ricevuto il premio per la fisica.

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