Questo titolo, quando non lo guardate, cambia

  • In Articoli
  • 03-08-2002
  • di Antonio Vincenzi
Il modo per evitare errori, o almeno ridurre la possibilità di commetterne, è di essere scettici.

Carl Sagan (Contaci, 1985)


I fenomeni ineffabili...


Una delle strategie difensive poste in atto dai sostenitori della parapsicologia ruota attorno alla tesi secondo la quale i fenomeni paranormali, essendo inizialmente dei fenomeni mentali, sono fortemente influenzati dalla condizione emotiva di coloro i quali si dicono in grado di realizzarli. Da questo segue che controlli molto accurati, imprigionano il soggetto parapsicologico in un ambiente saturo di scetticismo, lo sottopongono anche ad uno stress emotivo (che può essere) tanto forte da impedirgli di porre in atto le sue potenziali capacità.

Spingendo alle estreme conseguenze questo ordine di idee si potrebbe allora concludere che i fenomeni genuinamente paranormali sono quelli che possono manifestarsi solo in assenza di controlli.

L'assunto che i fenomeni di questo tipo, che potremmo chiamare ineffabili esistano e addirittura coincidano con i fenomeni paranormali potrebbe tornare molto utile ai sostenitori della parapsicologia, per varie ragioni:

- in primo luogo esso potrebbe sovvertire la relazione inversa che lega fenomeni paranormali alla presenza dei controlli in un argomento a favore della parapsicologia. Il fatto che a controlli 100 corrispondano fenomeni O diventerebbe così una sorta di garanzia di genuinità.

- se a contorno di queste idee si aggiungesse qualche imprecisa allusione ai rapporti che, nell'ambito della Meccanica Quantistica, legano l'osservatore all'oggetto osservato e si usasse come spezie qualche ermetica affermazione alchemica (ce ne sarà senz'altro qualcuna adatta allo scopo), il piatto così cucinato potrebbe anche vantare uno stuzzicante sapore di antica novità.

- infine l'ineffabilità dei fenomeni paranormali risulterebbe anche un qualcosa di singolarmente democratico: coloro che ritengono la realtà troppo complessa per poter essere creduloni, continuerebbero infatti a non trovare nulla, gli altri tutto, con ecumenica soddisfazione[1].

... e la loro intrinseca contraddittorietà


Tuttavia la natura di questo tipo di fenomeno ricorda troppo da vicino tanto l'enunciato autoreferenziale con cui abbiamo intitolato queste pagine [2], che il seguente Paradosso di Allen [3]

È conoscibile la conoscenza? Se non lo è, come facciamo a saperlo?

per non indurre (in coloro che ritengono

la realtà troppo complessa) il dubbio della loro intrinseca contraddittorietà.

E siccome le contraddizioni epistemologiche sono scientificamente tutt'altro che trascurabili [4]è il caso di esaminare più da vicino la questione.

La nostra tesi è che l'esistenza di fenomeni ineffabili sia, in ipotesi molto generali, una nozione epistemologicamente contraddittoria. Mostreremo infatti che se tali fenomeni esistessero sarebbe allora possibile individuare un procedimento di controllo in grado di rivelarli sperimentalmente, per cui ogni fenomeno ineffabile, diventerebbe, contraddittoriamente, effabile.

Vediamo, prima di tutto, di precisare le ipotesi del ragionamento che porta a tale conclusione. Ammettiamo che:

1 - fisicità. I fenomeni trattati, benché eventualmente di origine paranormale, danno origine a delle conseguenze fisicamente verificabili (i cucchiai si piegano davvero, gli oggetti si spostano davvero, e le informazioni vengono davvero trasmesse).

2 - causalità. E possibile stabilire le condizioni fisiche e parafìsiche in cui i fenomeni in questione possono realizzarsi.

3 - verificabilità. È possibile individuare (almeno) una procedura di controllo aggettivo, che ci consenta di stabilire se un dato fenomeno si è o no verificato nelle condizioni date.

In queste ipotesi, un fenomeno è ineffabile quando le condizioni che permettono la sua realizzazione non possono contenere l'esistenza di alcuna procedura di controllo. Per cui, in generale, non è detto che l'assenza di controlli scientifici determinino il verificarsi di un fenomeno ineffabile, mentre, viceversa è certo che la presenza di controlli scientifici non gli permette di verificarsi. Ammettiamo infine che:

4 - non-onniscenza. Chi è in grado di realizzare fenomeni paranormali non è onniscente, per cui, in particolare, è possibile apprestare degli apparati di controllo a sua insaputa.

Se una persona fosse incessantemente dotata di fenomeni ESP, essa sarebbe libera da ogni vincolo: infatti usando sistematicamente la preveggenza, sarebbe in grado di evitare ogni discussione che potrebbe metterla in difficoltà, ogni circostanza che potrebbe metterla in ridicolo e così via... mentre, usando la telepatia, sarebbe in grado di evitare tutte quelle persone che non fossero più che ben disposte nei suoi confronti [5]. E d'altra parte se le capacità parapsicologiche fossero sempre e comunque presenti, non ci potrebbero essere fenomeni ineffabili (e i fenomeni parapsicologici sarebbero stati da tempo incontrovertibilmente provati). Possiamo quindi immaginare che neppure i parapsicologi più forsennati sostengano che non si possa tenere i loro beniamini all'oscuro di qualcosa.[6]

Assumendo le ipotesi (1)-(4) vediamo, quindi, di provare la nostra tesi". Per farlo utilizzeremo un esperimento ideale.[7]

In esso le conseguenze fisiche del fenomeno F (di origine paranormale) interagiscono con un interruttore che si chiude quando esse si manifestano e si apre quando esse non si manifestano più. A sua volta l'interruttore aziona o disinserisce un apparato di controllo (puntato su F) che, quando è disinserito, risulta nascosto a chi si trova all'interno della camera isolata.

Per verificare sperimentalmente l'ineffabilità di F, possiamo allora agire nella maniera seguente: introduciamo il soggetto paranormale nella camera isolata, in modo tale (ipotesi(4)) che esso non possa accorgersi (in maniera normale o paranormale) della presenza dell'apparato di controllo, che inizialmente è spento.

In questo modo ci si viene a trovare nelle condizioni in cui F può verificarsi (ipotesi(2)).

Ma, nel momento in cui F si verifica, le condizioni cambiano, (per l'ipotesi(l)) il meccanismo di verifica si attiva (ipotesi(3)) ed F, essendo ineffabile, cessa di manifestarsi. Ma allora il meccanismo di verifica si disinserisce ed F può manifestarsi nuovamente.

Ma nel momento in cui si verifica il meccanismo di controllo, si attiva... In questo modo un fenomeno ineffabile non si manifesta mai (e dunque non esiste) o da origine ad una rapida successione di attivazioni e disattivazioni fisicamente rilevabili, dell'interruttore e dell'apparato di controllo, che possono essere usate per caratterizzare sperimentalmente l'ineffabilità di F. (Misurando il tempo che occorre ad F per disattivarsi o riattivarsi, il nostro apparecchio permetterebbe di verificare anche se i fenomeni paranormali sono o meno superluminali: possono cioè essere trasmessi con velocità superiori a quelle della luce).

Per questa via abbiamo dunque stabilito che, nell'ambito delle ipotesi (1)-(4), ogni fenomeno ineffabile (se esistesse) cesserebbe di essere tale: per cui possiamo concludere che l'ineffabilità (nella maniera da noi formulata) è una nozione operativamente contraddittoria.

Anche nella ricerca di un intermundio in cui vivere indisturbata, la parapsicologia non fa, quindi, che trovare il nulla.

Antonio Vincenzi

Note


1) Tentativi di questo genere non sono rari nella storia della pseudoscienza. Uno tra i tanti è quello di Philip Henry Gasse che nel suo volume Omphalos (Londra, 1857) tentò di sciogliere i contrasti tra creazionisti e paleontologi ipotizzando che Dio avesse creato (circa 6000 anni fa) un mondo provvisto di fossili (v. .Jeorge Louis Borghes. Altre Inquisizioni (1952) e Martin Gardner, Fads & Fallacies (1952)).
2) Sostanzialmente dovuta a D. R. Hofstadter, in Temi Matematici, Le Scienze, 152 (1981).
3) Woody Allen, New Yorker (1970).
4) Einstein sosteneva che "L'epistemologia senza contatti con la scienza diventa uno schema vuoto. La scienza senza epistemologia - se pure è concepibile - è primitiva e informe". (Citato, purtroppo senza ulteriori indicazioni bibliografìche, in Gerald Holton. Gli scienziati hanno bisogno di una filosofia? Il Mulino (1993)).
5) Un'idea di questo tipo è drammatizzata nel racconto Bugiardo! (1941) di Isaac Asimov, che narra appunto di un robot che ha sviluppato capacità telepatiche e per non dare dolore alle persone a cui parla, dice loro quello che vorrebbero sentire.
6) In realtà si potrebbe indebolire la condizione di casualità e studiare una versione probabilistica della costruzione che stiamo realizzando. Ma, a questo stadio di sviluppo della questione, tale raffinamento è inessenziale.
7) Concettualmente imparentata con l'apparato di controllo con cui Hall, Kim, Mc Elory e Shymony hanno verificato sperimentalmente l'ipotesi secondo cui la riduzione di un pacchetto d'onde potesse essere dovuto all'influenza della psiche dell'osservatore (crf. J.Hall, C. Kim, B. Me Elory, A. Shymony. Foundation Phys., 1 (1977), p. 759. Come osserva F. Selleri nel suo Paradossi e realtà (1987), p. 156, "il risultato negativo di questo esperimento suggerisce che non esiste alcuna azione fisica della psiche sulla materia".



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