Quale futuro per il CICAP?; Teoria della normalità  ristretta;

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Quale futuro per il CICAP?

Nel numero scorso, constatando i successi conseguiti dall'americano Csicop nella costituzione di una sede per i loro uffici, ci chiedevamo quali possibilità ci potessero essere anche da noi di stabilire un ufficio in cui potesse lavorare una persona a tempo pieno.

L'argomento ha evidentemente suscitato l'interesse dei nostri lettori perché ci sono giunte numerose lettere; ne pubblichiamo alcune in attesa che anche altri facciano conoscere la propria opinione.

Colgo l'occasione per dire la mia sulla proposta di raccogliere una somma di denaro tale da consentire al Cicap di avere una sede autonoma con personale ad hoc; sono senz'altro favorevole: era ora! Penso che, dopo tanti anni di attività, sia necessario/are un salto di qualità: non è più possibile andare avanti con improvvisazione, affidandosi solo ali' encomiabile impegno di alcuni volontari: all'elevato livello culturale e scientifico raggiunto dal Cicap deve corrispondere un altrettanto elevato livello organizzativo. Per ottenere questo è necessario che tutti i soci facciano dei sacrifici economici, seguendo l'esempio americano, per dotare il Comitato di attrezzature e personale all'altezza dell'arduo compito che si propone. Non sono più tollerabili l'incertezza su sedi e date dei congressi, che devono avere una cadenza rigorosamente annuale, i ritardi nell'uscita del bollettino e tanti altri piccoli e grandi disguidi. Sarebbe opportuno pubblicare una serie di libri su temi monografici (l'ottimo Viaggio tra gli spiriti di Massimo Polidoro non deve restare isolato) ed intensificare le "indagini sul campo", con rapida pubblicazione dei risultati, ogni volta che un presunto fenomeno paranormale assume rilevanza sugli organi di stampa. Accolgo quindi con entusiasmo l'idea della sottoscrizione, e sono pronto a contribuire per quanto mi è possibile.

Luigi Galati, Bari

Non ho dubbi che una sede fissa per il CICAP possa portare enormi vantaggi. E un passo che, secondo me, necessariamente dobbiamo fare per permettere al CICAP di radicarsi in modo consistente. L'avere un migliaio di soci, infatti, non è molto. Sono convinto che gli scettici o le persone che vedono nella, scienza un punto di riferimento solido vanno al di là di un rate 1:64.000. lo sono convinto che la proposta vada appoggiata! Forse non sarà sufficiente il contributo da parte degli abbonati o eventuali donazioni di qualche ente, ma se agiamo su "tutti i fronti" io credo che si riuscirà a partire. Penso che una della prime iniziative che il CICAP "nuova maniera" dovrebbe. affrontare sia l'estensione del numero degli abbonati. Anche un "giro di mailing", mirato, potrebbe servire allo scopo. Nel dire questo penso ad associazioni quali il WWF che (al di là delle dimensioni ciclopiche se lo paragoniamo al CICAP) utilizzano massicciamente le campagne postali per la raccolta di adesioni. Un'altra questione che andrebbe toccata è l'organizzazione pratica delle varie attività. Penso soprattutto ai gruppi locali.

-Marino Franzosi, Adria (RO)

Ho letto sull'ultimo numero di S&P della proposta di aprire un centro Cicap con una persona stipendiata, a tempo pieno. Mi sembra un ottima proposta e me ne faccio sicuramente sostenitore. Proporrei anche di stabilire un fondo cassa con cui affrontare eventuali spese legali nel caso di querele da parte di qualche mago.

Stefano Grossi, Roma.

 

Dato che l'organizzazione è tutto, con un'organizzazione appropriata si può raggiungere qualsiasi cosa - e se si vuole raggiungere qualsiasi cosa bisogna riuscire a costruire una organizzazione adatta Senza organizzazione non si raggiunge niente.

Inoltre, credo che l'organizzazione, per essere davvero tale, dovrebbe essere costruita a due vie (dal centro alla periferia e dalla periferia al centro) in modo da permettere ai suoi membri di poter partecipare all'attività dell'organizzazione, di poter comunicare fra di loro e di non essere, invece, condannati all'isolamento.

Dott. Alfredo Bonelli, Milano

 

Sostengo con entusiasmo la proposta di aprire un ufficio per il Cicap che lavori a tempo pieno: sono convinta che sia l'unico modo per contribuire in maniera sempre più attiva al perseguimento degli obbiettivi del Comitato indicati nella terza di copertina di Scienza & Paranormale. Sono anche certa che, avendo un punto di riferimento con cui poter comunicare direttamente (via telefono, fax, internet...), anche i soci che abitano più lontano potranno collaborare in maniera più efficace e sentirsi più partecipi alla vita del Cicap di quanto non possa avvenire ora. Resto in attesa di sapere quando inizierà la raccolta fondi per dare il mio contributo. A questo proposito, suggerisco che i soci siano invitati ad effettuare versamenti anche dilazionati nel tempo; che so: cinquantamila lire al mese per qualche mese di seguito. Così, anche chi non ha molti mezzi, potrebbe alla fine scoprire che il suo contributo, anziché una sedia, ha permesso magari di acquistare un archivio.

Dott.ssa Sarà Virgili, Roma

 

 

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