Eventi luminosi transienti ripresi dallo Shuttle

  • In Articoli
  • 28-07-2003
  • di Roberto Labanti

Cape Canaveral. A partire dai primi anni novanta del XX secolo gli scienziati hanno iniziato a investigare una serie di eventi luminosi transienti (Transient Luminous Events, TLEs), che sono stati osservati, attraverso videocamere operanti con bassa luminosità, nell'alta atmosfera, sopra le nubi temporalesche cui sono associati.

Tali eventi, di alcuni dei quali esistono in letteratura scientifica testimonianze visuali a partire quantomeno dal 1886, sono stati suddivisi dai ricercatori in almeno tre categorie: gli sprites (i più comuni), i blue jets (di difficile osservazione dal suolo) e infine gli elves. Osservazioni recenti hanno tuttavia suggerito l'esistenza di ulteriori analoghi fenomeni.

Negli scorsi anni, videocamere monocromatiche imbarcate sulle missioni Shuttle in orbita intorno al globo terrestre avevano ripreso per caso manifestazioni di TLE nell'atmosfera terrestre. Tali strumentazioni tuttavia non erano state progettate per osservazioni scientifiche.

Sebbene non fosse il suo obiettivo principale, la videocamera multispettro del Mediterranean Israeli Dust Experiment (MEIDEX), imbarcata sullo Space Shuttle Columbia nella missione STS-107 in orbita fra il 16 gennaio e il 1 febbraio 2003, è stata quindi utilizzata anche per riprendere immagini di questo genere di fenomeni. Il 19 gennaio l'astronauta statunitense Dave Brown ha effettuato alcune riprese di un temporale sul Pacifico meridionale: le immagini trasmesse sulla Terra hanno mostrato, ai ricercatori che le hanno analizzate, alcuni fenomeni elettrici, non visibili a occhio nudo per la loro brevissima durata, classificabili nelle categorie suddette. Lo stesso è avvenuto il giorno successivo. In una ripresa del 21 gennaio appare invece, sul continente africano, quello che potrebbe essere il primo fenomeno osservato di una nuova classe di eventi luminosi transienti: uno stretto arco assai luminoso, di colore rosso, parallelo alla curvatura terrestre e lungo diverse centinaia di chilometri.

Il materiale prodotto, insieme ai dati di contorno e alle rilevazioni effettuate da terra, potrà contribuire a comprendere meglio questa serie di interessanti fenomeni naturali e a fornire utili informazioni sull'alta atmosfera.

 

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