Chi ha paura del 2000

L'anno 2001 segna l'unico inizio di un millennio che voi ed io vivremo; è solo il terzo che la nostra specie abbia mai avuto, secondo il calendario cristiano. (Quando il 2001 si aprirà, la comunità ebraica starà pregustando il suo anno 5762, che inizierà nel mese cristiano di settembre; loro hanno già provato cinque millenni. Per i musulmani, correrà l'anno 1421). Secondo la definizione teologica cristiana, il Millennio è quel periodo durante il quale Gesù Cristo regnerà sulla terra, dopo il caos dell'Armageddon e l'incatenamento di Satana, tuttavia abbiamo deciso di attribuire all'arrivo di ciascun ordinario periodo di mille anni un qualche significato misterioso e metafisico.

Abbiamo già avuto modo di provare altre date importanti, che potrebbero sembrare assai più gravi e portentose. Per esempio, il Numero della Bestia era contenuto nell'anno 1666, dando agli abitanti di Londra buone ragioni per sospettare che la Peste Nera, che li aveva decimati l'anno precedente, e il Grande Incendio, che la seguì nel 1666, davvero segnassero l'avvento della battaglia di Armageddon.

Cos'è questo "Armageddon"?

Sebbene usato comunemente come una metafora per la fine del mondo, questo nome in realtà appartiene ad una località geografica realmente esistente in Israele presso il Monte Carmelo, a circa otto chilometri dall'attuale città costiera di Haifa. Diverse importanti battaglie della storia antica si svolsero in questo sito.

Secondo le predizioni di S. Giovanni nell'Apocalisse, vi avrà luogo, in un qualche futuro indeterminato, una battaglia tra il bene e il male, che causerà un fiume di sangue umano che arriverà "fino all'altezza delle briglie di un cavallo" per una lunghezza di trecento chilometri. Assumendo (a) che tutto il sangue venga drenato dal corpo di ciascuna vittima nello stesso momento, (b) che il "fiume" sia largo solo 3 metri e non scorra affatto e (c) che il cavallo sia piuttosto piccolo, ciò significherebbe che circa trecentosessanta milioni di persone dovrebbero essere ammazzate in questa battaglia, tutte simultaneamente. Poiché l'intera zona non può contenere un tale numero di persone che stiano in piedi spalla a spalla, sembra che l'immagine di S. Giovanni non sia molto azzeccata. Ma forse questa è una delle proprietà di un miracolo.

Perché tanto interesse?

Io penso che il significato di questo terzo millennio sia essenzialmente un fenomeno della nostra immaginazione collettiva - in parte una concezione romantica, in parte il risultato del nostro sistema di contare e della forma di calendario che, molto tempo fa, fu decisa per noi. Inoltre, c'è una certa incomprensione riguardo all'idea generale di numero. Il nostro sistema di numerazione, in base dieci, ci presenta un triplo zero particolarmente affascinante quando tocca il numero 2000. Con una qualsiasi altra base, l'inizio del nostro terzo "millennio" si sarebbe collocato in un altro punto dello spazio-tempo: usando una base di dodici anziché dieci lo si piazzerebbe in quello che i nostri discendenti conosceranno come anno 3457, mentre il secondo millennio sarebbe iniziato nel 1729. anno in cui non è accaduto nulla di particolare eccetto la fondazione di Baltimora e la stesura della "Passione secondo S. Matteo" da parte di J. S. Bach. A mia stima, eventi assai poco apocalittici. Importanti, forse, per gli abitanti ili Baltimora e per altre popolazioni passionali, ma non in generale.

Nel lontano anno 525, un monaco altrimenti sconosciuto di nome Dionysus decise per noi che il calendario avrebbe dovuto iniziare con la nascita di Gesù Cristo. Egli scelse di non avere un anno 0, così l'anno 1 a.C. è seguito immediatamente dall' 1 d.C. (egli sbagliò anche a piazzare la data di nascita, così che effettivamente Cristo nacque nell'anno 4 a.C. seconde il suo sistema, ma questa è una faccenda di minor conto). Siccome anche il vecchio Dionysus contava in base dieci, diventò significativo per i catastrofisti, che non mancano mai, segnalare l'anno 1000 come un anno cruciale. Questa sembrò un'ottima idea a tutti in Europa, dove la vita in quel periodo era più o meno come il peggio che si possa vedere al giorno d'oggi nel Terzo Mondo.

C'era poco da ridere

All'inizio dell'undicesimo secolo (queste faccende numeriche sono confuse, comunque cercate di seguirmi), l'aspettativa di vita era di circa 30 anni; chiunque vivesse per vedere i 50 era un'eccezione da celebrare. Gli eserciti erano fatti di soldati adolescenti guidati da ufficiali che erano loro stessi a malapena ventenni. Pochi anni dopo, Papa Giovanni XI venne elevato alla sua augusta posizione all'età di 21 anni. C'era una netta scarsità di lavoratori per le fattorie e, per incoraggiare una copiosa produzione di servi, i giovani venivano severamente multati se non si sposavano appena raggiunta l'età. La popolazione mondiale era solo 1/20 di quella attuale - appena 275 miseri milioni - ma l'ampia frazione che viveva in Europa era così miserabile da poter addirittura desiderare con impazienza un disastro millenario.

Superstizione e pensiero magico

Silvestro II, che fu papa nell'anno 1000, era un uomo di cultura, un innovatore ed un inventore; fu accusato di aver ottenuto le sue conoscenze dai maghi spagnoli e dal diavolo: questi erano gli standard dell'epoca. L'idea base della natura dei numeri, su cui si equivoca ampiamente ancor oggi, era squisitamente mistica anche per i sapienti tra gli antichi, che seguivano le nozioni dei Pitagorici con estrema devozione. Il numero 1000 era dunque irresistibile per loro, e sembra che il numero 2000 sia altrettanto attraente per la nostra generazione.

Preparandoci ad entrare nel terzo millennio...

Cinquanta generazioni sono passate, e noi stiamo per entrare nel terzo millennio. Faremmo bene ad esaminare l'atteggiamento mentale di questa generazione, sia qui (negli USA per l'autore, N.d.T.) che all'estero, per scoprire cosa la gente si aspetti dai prossimi mille anni. Ciò è interessante sia dal punto di vista apocalittico che da quello più realistico. Dopo tutto, la nostra specie non solo è sopravvissuta ad ogni genere di catastrofe organica, filosofica e naturale, ma è anche riuscita a diventare la specie dominante sul pianeta. O almeno, così ci piace pensare; giudicando dal nostro potenziale di distruggere tutta la baracca, questa posizione sembra evidente.

Il Millennium Watch Institute (Istituto per l'Osservazione del Millennio, N.d.T.) di Philadelphia è stato istituito alcuni anni fa da uno studioso di tradizioni popolari per registrare lo sviluppo della febbre del Millennio in questi ultimi anni del vecchio millennio. L'istituto segue circa 600 gruppi che stanno aspettando ansiosamente La Fine nell'anno 2000 - o nel 2001, a seconda della loro matematica. L'invasione degli UFO, la Seconda Venuta di Cristo, l'adempimento della profezia di Nostradamus (in una di tre quartine in cui diede tre differenti date, giusto per non correre rischi) e una varietà di altri eventi sono predicati da questi gruppi. Quelli della New Age, sempre ansiosi di abbracciare un nuovo cataclisma, mettono in guardia contro i virus creati dall'uomo, l'olocausto nucleare e le calamità dell'ingegneria genetica - seguite puntualmente dal loro Nuovo Eden. Possono anticipare che due terzi della popolazione mondiale morirà.

Non solo i matti sono preoccupati

Anche gli scienziati legittimi sono preoccupati riguardo a disastri globali, tuttavia non con quelli inestricabilmente connessi con l'avvento dell'anno 2000. Considerazioni ambientali, possibili (e di fatto inevitabili) collisioni con comete o asteroidi e varie altre, più sottili, influenze vengono controllate con attenzione. Ci capiterà di vedere altri impatti meteoritici come quello che spianò una porzione della Siberia il 30 giugno 1908. II cratere dell'Arizona è l'impronta di un oggetto cosmico relativamente piccolo caduto sulla Terra.

Tutti i tipi di vita terrestre esistono entro stretti limiti di tolleranza. Come amministratori dell'ambiente, abbiamo dimostrato di essere poco coscienziosi. Stringiamo nelle nostre mani il potere di ridurre questo pianeta in una palla di fango rovente e senza vita. Penso che siamo abbastanza furbi da non fare una cosa del genere e sono incoraggiato dagli sforzi di chi combatte, contro incredibili resistenze, tutti i tentativi di pervertire il buon senso e l'etica verso l'avarizia e la stupidità. Non c'è alcun motivo di temere l'arrivo del 2001, non più di quanto ve ne fosse stato di temere il 1001 o qualsiasi altro nuovo secolo.

Precedenti visioni del destino finale

Il pittore olandese Hieronymous Bosch (1460-1515) fece la satira del modo in cui la sua generazione vedeva il Paradiso e l'Inferno, e il mistico/artista/poeta inglese William Blake si specializzò in visioni apocalittiche ispirate alle Rivelazioni. Anche un Doré o due si cimentarono con il temibile concetto.

Il primo di febbraio 1524 registrò una delle più diffuse attese di Fine del Mondo via Diluvio mai registrate. Nel giugno 1523, gli astrologi di Londra predissero che la fine sarebbe iniziata a Londra con un diluvio. Circa 20.000 persone lasciarono le loro case e il priore di S. Bartolomeo costruì una fortezza in cui ammassò abbastanza cibo ed acqua da poter aspettare per due mesi. Quando il giorno tanto temuto non diede luogo neppure ad una pioggerellina, in una città in cui le precipitazioni sono molto probabili, gli astrologi rifecero i calcoli per scoprire che avevano sbagliato di appena un centinaio d'anni. (Lo stesso giorno del 1624, gli astrologi furono nuovamente contrariati nello scoprire che erano ancora vivi e all'asciutto).

L'anno 1524 fu davvero pieno di previsioni disastrose. La credulità in questa data era molto diffusa in Europa. Un astrologo, il cui impressionante nome era Nicolaus Peranzonus de Monte Sanctae Mariae aveva scoperto che una congiunzione dei pianeti maggiori si sarebbe verificata quell'anno nei Pesci (un segno d'acqua) e questo rafforzò l'aspettativa generale di un diluvio universale finale.

George Tannstetter, un altro astrologo/matematico dell'Università di Vienna, fu uno dei pochi, a quel tempo, a negare che La Fine si sarebbe verificata come predetto. Lui tracciò il proprio oroscopo personale, trovando che sarebbe vissuto oltre il 1524 e di conseguenza affermò che gli altri calcoli erano sbagliati. Ma

George fu considerato un bastian contrario e fu ignorato.

Una "gigantesca alluvione" fu prevista per il 20 febbraio (alcuni dicono il 2) del 1524 dall'astrologo Johannes Stoeffler, che impiegò le sue abilità per stabilire questa data già dal 1499. Talmente si credeva alla sua abilità che più di un centinaio di pamphlet sulla sua predizione vennero scritti e pubblicati.

I pianeti coinvolti in questa terribile congiunzione erano Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, assieme al sole. Nettuno, allora sconosciuto, era anche lui nel segno dei Pesci. Altre influenze maggiori, Urano e la luna, non lo erano. E neppure Plutone, allora sconosciuto. Ma la data di questa congiunzione era il 23 febbraio (vecchio calendario), non il 20. Bisogna stare attenti in queste faccende, anche se sono insignificanti.

In risposta alla profezia del 1524, in Germania la gente si mise a costruire barche. Un tale conte von Iggleheim, ovviamente un ardente credente nelle abilità di Stoeffler, costruì addirittura un'arca a tre ponti. Anche a Tolosa, il presidente francese Aurial si costruì un'enorme arca. In parecchie città portuali europee, la popolazione si rifugiò sulle navi ancorate in porto. Dove il conte von Iggleheim aveva la sua arca, nel giorno predetto, piovve solo leggermente. La folla che attendeva il diluvio fu presa da pazzia sanguinaria e, non trovando di meglio da fare, uccise il conte a sassate. A centinaia furono uccisi nel tumulto risultante. Stoeffler, che era riuscito a sopravvivere alla folla inferocita, riesaminò i suoi dati e se ne uscì con una nuova data nel 1528. Stavolta non ci fu alcuna reazione alla sua dichiarazione. Ogni tanto, la gente diventa davvero più furba.

Incidentalmente, l'Enciclopedia Britannica del 1878 descriveva il 1524 come "un anno che si distinse per la siccità".

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Ancora fiasco

Un'altra data ad alta tensione apocalittica fu il 3 aprile 1843. William Miller, fondatore della chiesa Millerese, passò 15 anni nell'attento studio delle scritture e scoprì che il mondo sarebbe finito in un qualche momento del 1843. Egli annunciò la sua scoperta di ciò che chiamò "il pianto di mezzanotte" nel 1831. Quando ci fu una spettacolare pioggia di meteoriti nel 1833, sembrò ai suoi seguaci che la sua predizione fosse sul punto di avverarsi e celebrarono la loro imminente scomparsa. Poi, quando la data da lui prevista non fornì l'Armageddon, Miller la spostò di un pochino. Nominò il 7 luglio 1843 e il 21 marzo e il 22 ottobre 1844 come "giorni della pioggia". I fedeli continuarono a riunirsi a migliaia, per tutta l'America, sulla cima delle colline ogni volta che una delle nuove date si affacciava. Infine, il 22 ottobre 1844, nell'ultima data che Miller aveva calcolato per La Fine, i Milleresi erano diventati assai meno ardenti. Cinque anni più tardi, Miller morì, ancora riverito e per nulla toccato dal fallimento delle sue profezie.

Il movimento poi cambiò nome e si divise in un certo numero di chiese contemporanee, tra cui la Chiesa Avventista del Settimo Giorno, che al giorno d'oggi ha oltre tre milioni di membri.

Andando avanti...

John Wroe, che è descritto dallo storico più gentile che si riesca a trovare come "sboccato, pesante, sporco e viscido", ereditò la leadership della setta Southcottian dopo che non si era verificata una profezia Fine-del-Mondo del leader precedente John Turner. Imparando dall'esempio, Wroe non si prese rischi. Fece una sicura profezia sull'Armageddon venturo nel 1977. Un libro del 1971, Profeti senza onore, dice di Wroe: "In tempi in cui le potenze termonucleari si fronteggiano attraverso le cortine di ferro e di bambù, bisogna ricordare che - per quanto si può giudicare dagli scarsi documenti - John Wroe era un vero profeta!"

Qualche consiglio

Piuttosto che temere il futuro, pensiamo a celebrare la nostra specie, il nostro pianeta, il nostro futuro e il fatto che, finora, ce la siamo cavata e abbiamo un'infinità di millenni e di anni davanti a noi. Siamo dei grandi campioni, noi umani, e quest'anno 2000 è solo un altro angolo da girare, forse con un cambio di passo per continuare la gara. E la gara continuerà. Lo predico io.

Francamente, mi piacerebbe accettare un qualche genere di origine divina per la vita, proprio per semplificare la mia vita. Ma lo scienziato brontolone che è in me continua a ripetere che potenti realtà fisiche e matematiche sono passate, volenti o nolenti, attraverso i quasi infiniti esperimenti che, tra vari risultati, hanno dato origine alla vita. Questo esperimento riuscito ha dato origine a noi e, letteralmente, ai milioni di altre specie che noi attualmente riconosciamo sul pianeta. Ma siamo tutti, indipendentemente dalle dimensioni, dall'intelligenza e dal dominio, non molto più che briciole di polvere altamente organizzata, infestazioni e irregolarità nel caos normale della materia distribuita a caso. Siamo eccezioni al normale disordine delle cose, piuttosto che esempi speciali di un progetto glorioso diretti da un'intelligenza esterna e, sembra, capricciosa.

Ciò detto, io ammetto umilmente di deliziarmi oltre ogni dire nella astuta complessità della ragnatela di un ragno, nella struttura di un fiocco di neve, nella scena di un lontano tramonto. lo so, quando mi curo di riconoscerlo, che il ragno ha costruito la sua ragnatela attraverso una antica programmazione a lui strutturale che ha permesso alla specie di sopravvivere e prosperare per infiniti millenni. Il fiocco di neve, lo so, diventa come è a seguito di attrazioni naturali e di movimenti obbligati delle sue molecole sottoposte agli effetti di una perdita di energia termica. So bene che un vasto numero di particelle e vapori, influenzate dal moto del mio pianeta rotante rispetto alla sua stella, assieme all'indice di rifrazione variabile dell'atmosfera terrestre, hanno forgiato il tramonto in un'immagine che la mia mente interpreta - attraverso la mia programmazione e le mie, individuali, associazioni della memoria con eventi simili e attraverso un processo elettrochimico in quell'eccezionale computer che si trova appena dietro e sopra ai miei occhi - come un oggetto di grande bellezza. Lo splendore di questi fenomeni esiste solo attraverso la mia percezione di essi. Ah, ma quale splendore...!

L'anno 2000, inesorabilmente, verrà. Sarà qui nella fuggevole frazione di un microsecondo, un piccolo istante nel procedere della vasta, ribollente e roteante nebula in cui sono contenuti il nostro sole, il nostro pianeta e i nostri singoli corpi, un istante non differente dai davvero infiniti che lo precedono e lo seguono. Tuttavia, noi ne terremo conto tra botti di champagne e sorrisi e questo processo, per noi, sarà importante. Perché noi siamo ciò che siamo, e vale la pena di festeggiare.

James Randi,

indagatore del paranormale,
illusionista, scrittore.

L'articolo di Randi solleva, soprattutto nell'ultima parte, alcune questioni relative alla fede religiosa; ciò rappresenta una buona occasione per ribadire la posizione del Cicap nei confronti di queste tematiche. Come già chiaramente indicato nel primo numero di Scienza & Paranormale (nuova serie), lo scopo del Cicap è quello di esaminare affermazioni che possano portare prove empiriche a loro sostegno, che siano cioè concretamente esaminabili. Non siamo interessati all'esame di affermazioni di tipo metafisico, soprannaturale o religioso perché per definizione si tratta di tematiche cha non possono essere sottoposte a nessun tipo di esame scientifico. Ciò non significa che il Cicap non possa prendere in considerazione eventi connessi ad una fede religiosa (come è stato, per esempio, il caso delle statue della Madonna che lacrimavano o delle statuine del dio indiano Ganesh che bevevano latte), ma ciò avviene sempre e solo quando esiste qualcosa di materialmente esaminabile. Detto questo, ogni autore è libero di esprimere nei propri articoli le proprie convinzioni personali purché sia chiaro che esse rappresentano un'opinione personale e non rispecchiano la posizione del Cicap se non specificamente indicato. Visto l'interesse da più parti manifestato verso la questione, dedicheremo prossimamente un articolo alla posizione del Cicap nei confronti della fede e delle religioni.

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