Salviamo la ricerca scientifica in Italia

Scienza & Paranormale ha deciso di dare spazio a un appello dei dottori e dottorandi di ricerca italiani che pubblichiamo, in forma riassunta, nel box qui a lato. L'appello ha ora raccolto più di tremila firme.

 

Nell'indifferenza di gran parte dei media (con le poche lodevoli eccezioni di riviste come Le Scienze o Avvenimenti), sta per aver luogo una rivoluzione tranquilla. I dottori e dottorandi di ricerca, persone che hanno contribuito attivamente a mantenere alto il livello della ricerca nel nostro paese, chiedono che siano loro offerte anche in Italia quelle possibilità che sono scontate nel resto del mondo. In quasi ogni paese i dottori di ricerca (noti come PhD) costituiscono la classe dirigente con competenze e capacità che sono spendibili sia nell'ambito della ricerca accademica, sia in quello dell'impresa. Le stesse competenze e capacità sono presenti anche nei dottori di ricerca italiani, ma finora molte delle imprese nostrane non se ne sono accorte.

 

Il movimento dei dottori e dottorandi di ricerca, nato da un'ampia consultazione su Internet, ha incominciato la sua attività segnalando la penosa situazione in cui versa il dottorato italiano, con regole tanto barocche da suscitare l'ilarità di studiosi e ricercatori stranieri. Un esempio per tutti:

in Olanda, Germania e nei paesi scandinavi è possibile scrivere la tesi in una lingua diversa dalla propria (generalmente l'inglese per i dottorandi di area scientifica).

 

In Italia questa possibilità, che renderebbe le tesi di dottorato italiane comprensibili ai ricercatori di tutto il pianeta, è invece negata.

 

Oggi i dottori e dottorandi di ricerca sono controparte attiva di Governo e Parlamento e sta per essere preparata una piattaforma di richieste che, se recepite, porterebbero il dottorato di ricerca in Italia a livelli competitivi con quello dei paesi del resto del mondo. Degli sviluppi successivi daremo conto su queste colonne.

 

Enrico Scalas

 

Dottorato in pericolo

 

Ci appelliamo pubblicamente al Parlamento ed al Governo per una rapida riqualificazione del dottorato di ricerca, nell'ambito di una più vasta politica di attenzione verso l'istruzione e la ricerca, che a lungo termine sono i principali motori dello sviluppo economico. Chiediamo che:

 

  1. La legge finanziaria aggiorni la borsa di studio dei dottorandi, ferma a 13 milioni annui dal 1989 (costo 80 miliardi), per non costringere i migliori neolaureati, se non abbienti, ad abbandonare l'università.

     

  2. Sia approvata in tempi brevi una nuova legge che trasformi il dottorato in un titolo di studio rilasciato dalle università anziché dal Ministero, dia al titolo valore giuridico oltre che accademico e ne renda obbligatoria la valutazione nei concorsi pubblici, riconosca ai dottorandi il diritto a trattamenti previdenziali, sostituisca la borsa di studio con un contratto di lavoro a termine e recepisca altre riforme da noi già proposte. Ricordiamo soprattutto che il malfunzionamento dell'assurda macchina centralistica voluta dalle norme attuali allunga di due anni la durata nominale degli studi, aggiungendovi un anno di attesa prima dell'inizio ed un anno per la certificazione del titolo.

     

  3. Il Ministro Berlìnguer garantisca personalmente riforme amministrative immediate, come la possibilità di scrivere la tesi in inglese per consentirne la diffusione internazionale.

     

    Oltre 3000 firme di sono state raccolte su Internet ed elencate in http://distart.ing.unibo.it/dott/, dove si trovano anche una spiegazione dettagliata delle richieste ed un modulo per ulteriori adesioni, aperte a chiunque.

     

    Il movimento dei dottori e dottorandi italiani

 

 

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