Pseudoscienza: giu' la maschera

1. Un luogo comune duro a morire

Il principale luogo comune in difesa del paranormale afferma: "La scienza non accetta l'esistenza dei fenomeni che non riesce a spiegare". A forza di sentirla ripetere in continuazione da radio, stampa e TV, e anche da persone di cultura, questa stupida menzogna è ormai entrata nel sapere comune e viene accettata senza critica dalla maggioranza delle persone. La verità è però completamente diversa: "La scienza non riesce a trovare alcun vero fenomeno paranormale da spiegare".

Le discipline scientifiche infatti non solo accettano, ma addirittura cercano continuamente l'esistenza di nuovi fenomeni, i quali ovviamente, essendo nuovi, non possono essere già spiegati. Se così non fosse, non ci sarebbe stato alcun progresso scientifico, e il sapere umano sarebbe rimasto sempre fermo ai secoli e ai millenni passati, proprio come è accaduto per l'astrologia o per la lettura della mano che non hanno mai cercato nulla di nuovo per migliorare le proprie conoscenze e si sono fossilizzate nella visione del mondo che gli uomini avevano migliaia di anni fa. Utilizzando esattamente gli stessi criteri dei cultori dell'astrologia (cioè evitando qualsiasi autocritica alle proprie convinzioni e qualsiasi indagine che porti il sapere umano a evolvere), ci sono al giorno d'oggi delle persone che hanno fondato la "Società Internazionale della Terra Piatta", che conta in tutto cento iscritti. Costoro si propongono di sostituire tutti i mappamondi presenti nelle scuole. Le basi sperimentali o teoriche dell'astrologia hanno lo stesso fondamento di quelle di questa associazione. Per coerenza, chi crede nell'astrologia dovrebbe anche cambiare il suo mappamondo.

Tornando al luogo comune sulla scienza, è bene precisare che non ha assolutamente alcun senso spiegare un fenomeno che non è ancora stato osservato: sarebbe come cercare di spiegare come diavolo facciano le vacche a volare senza avere le ali. La conoscenza di un fatto nuovo precede per forza la sua eventuale spiegazione: prima si osserva un fenomeno e poi, se ne cerca (e non è detto che si trovi) la spiegazione. Non si dovrebbe, come fa spesso la parapsicologia, invertire quest'ordine. Insomma: prima di costruire una teoria per spiegare come le vacche possano volare senza avere le ali, sarebbe ragionevole osservarne almeno una che voli davvero. Eppure, per quanto semplice possa sembrare, questo concetto non è ancora entrato a far parte del bagaglio culturale della persona media. Così si continua a pensare che la scienza respinga a priori dei fatti veri solo perché non sarebbero spiegabili con le attuali conoscenze. È invece sempre stata l'osservazione di "fatti veri non spiegati" a far evolvere le teorie scientifiche (si pensi ad esempio alle osservazioni che hanno portato alla formulazione della Meccanica Quantistica). Dopo più di cent'anni di osservazioni nel campo della parapsicologia, invece, quello che manca ai fenomeni paranormali non è una spiegazione, ma una prova della loro esistenza. La telepatia, la psicocinesi, o la chiaroveggenza non sono "inspiegabili", sono molto più banalmente non-accaduti. Tali fenomeni non si sono mai verificati in condizioni di controllo, cioè sotto gli occhi di prestigiatori e scienziati esperti.

    Esempi dal mondo della scienza:

 

  1. I fulmini sono un fenomeno osservato da sempre. La spiegazione di come essi si originino è relativamente recente (anni '50): forse per questo la scienza ne ha negato in passato l'esistenza?

     

  2. La radioattività è stata prima scoperta e poi spiegata. Il fenomeno 'radioattività', quando è stato osservato, non era ovviamente ancora spiegato. Questo non ha impedito però ai fisici di accettarlo, tutt'altro. Più un fatto è nuovo più attira l'attenzione e gli studi.

     

    Esempi dal mondo della parapsicologia:

     

  1. La psicocinesi non è mai stata osservata in condizioni controllate. Esistono soltanto persone che si autoattribuiscono capacità psicocinetiche: queste persone, però, in presenza di prestigiatori, per esempio, perdono misteriosamente i loro poteri. La psicocinesi dunque non è mai stata osservata davvero, cioè sotto controllo. Il problema è dunque vederla, altro che spiegarla.

     

  2. La telepatia, come la psicocinesi, è tuttora un mito. Nessuno è mai stato in grado di dimostrare al di là di ogni dubbio le sue capacità di telepate.

    2. Come distinguere tra scienza e pseudoscienza

    Le varie pseudoscienze crescono di numero ogni giorno e si diffondono sempre più vistosamente sfruttando i mezzi di comunicazione (a torto ritenuti autorevoli in questo campo) come i quotidiani, le riviste e le trasmissioni d'intrattenimento e informazione televisive. Di fronte a un tale proliferare di sciocchezze, sempre presentate come l'avanguardia della ricerca scientifica, è facile cadere nella confusione fra scienza e pseudoscienza se non si ha uno strumento concettuale che permetta di distinguerle con sicurezza. Esteriormente infatti la distinzione è sempre più difficile poiché la pseudoscienza ama circondarsi di un alone di alta tecnologia e professionalità, e ripropone le vecchie superstizioni medievali mascherandole con l'uso di camici bianchi, computer e lauree varie. Però lo strumento concettuale per discernere le teorie o le affermazioni pseudoscientifiche da quelle che invece sono scientifiche esiste e non è nemmeno complicato da usare: in questo articolo si tenterà di fornire questo strumento attraverso un elenco in sette punti, in cui vengono discusse alcune fra le differenze più importanti che permettono di togliere la maschera di veridicità alle pseudoscienze e di rivelarle per quello che sono: sciocche superstizioni prive di fondamenti, di riscontri oggettivi e di qualsiasi utilità.

  1. Il metodo scientifico è sperimentale: adotta il concetto di causa-effetto (prova e controprova).

    Esempio: Si supponga l'esistenza di un popolo che abbia la seguente teoria (gli Aztechi credevano in qualcosa di simile): il sole è un guerriero che lotta tutto il giorno contro le tenebre per dare la luce al mondo. Alla sera è stanco e viene ferito. Sanguina, e infatti è rosso. Ha bisogno di un sacrificio umano per riprendersi e rialzarsi il giorno dopo per illuminare ancora il mondo. Così questo ipotetico popolo, al calar della sera, sacrifica una giovane vergine per guarire il dio-sole. A dimostrazione che questa teoria è vera sta il FATTO incontrovertibile che il giorno successivo il sole sorge effettivamente. Dunque come si può non credere a questa idea? È basata sui fatti, no?

    Questo è un tipico esempio di come si possano adattare i fatti alle teorie e non le teorie ai fatti (cosa che Sherlock Holmes aborriva). Tutte le pseudoscienze paranormali hanno in comune questo funzionamento di base. Mancano completamente del concetto, per esse troppo sottile, di controprova (concetto che serve a stabilire se due fatti sono correlati da causa-effetto oppure no). Per esempio una semplice controprova è in grado di dimostrare che non esiste alcuna relazione fra la posizione dei pianeti alla nascita di una persona e il destino e il carattere di essa. Proprio come non esiste alcuna correlazione fra un sacrificio umano e il susseguente sorgere del sole. Eppure l'astrologia è ancora seguita da circa un terzo degli italiani, ed è la pseudoscienza più popolare e redditizia. Perché questo? Semplicemente perché, complici soprattutto la TV e la maggior parte delle riviste, un terzo degli italiani non è in grado di utilizzare il moderno concetto di causa-effetto (nato nel seicento).

    Alcuni esempi di controprove che potrebbero essere suggerite per saggiare la ipotetica teoria sul sole descritta prima: a) Sacrificare due vergini e vedere se il giorno successivo ci saranno 24 ore di luce. b) Sacrificare una non-vergine e vedere se il suo sacrificio viene accettato lo stesso dal guerriero sole. c) Sacrificare un maschio e vedere se il sole ci fa caso. d) Non sacrificare nessuno e vedere se il sole sorge lo stesso.

    2. Le scienze sono esplicative e predittive

    Una delle caratteristiche delle scienze è la loro capacità, dato un processo, di modellarne i meccanismi sottostanti e di prevederne i comportamenti futuri sulla base di deduzioni teoriche. L'astronomia, per esempio, può prevedere con precisione l'arrivo di una cometa grazie al calcolo dell'orbita, oppure può prevedere sia il posto sia l'istante in cui è osservabile un'eclissi solare. L'astrologia, di contro, non prevede nulla di preciso e fa affermazioni ambivalenti o generiche, che sono equivalenti a dire: "Una cometa verrà. Prima o poi. Forse. E passerà di qui, oppure di là. Ma non è detto che si veda. In ogni caso la prossima estate sarà caldo e i nati sotto il segno del leone saranno generosi. Ma in luglio i pesci cambieranno idea riguardo a qualcosa". Si può considerare predittiva una cosa del genere?

    3. L'onere della prova spetta a chi fa le affermazioni

    Nelle scienze (e nel vivere civile) spetta a chi fa le affermazioni provare quello che dice. Nelle pseudoscienze invece si accetta una teoria non dimostrata finché qualcuno non riesca a provare che è falsa; anzi la si accetta anche dopo che qualcuno è riuscito a dimostrarla falsa!

    È emblematico il caso delle cosiddette foto Kirlian usate come dimostrazione dell'aura o del fluido emanato dai pranoterapeuti. Da decenni si è scoperto che l'aura in questione dipende dalla particolare e complessa tecnica fotografica detta appunto Kirlian, e infatti la manifestano anche cacciaviti e chiavi inglesi. Nonostante ciò ancora oggi i pranoterapeuti mostrano con orgoglio, incorniciate e appese al muro, le foto Kirlian delle loro mani quale prova indubitabile dell'emissione magica di terapeutiche "onde positive".

    Si considerino i seguenti esempi sul tipico comportamento di chi inverte l'onere (cioè il dovere) di portare le prove di quello che dice:

  1. Il signor K afferma d'aver inventato un motore che funziona con l'acqua al posto della benzina. Gli si chiede di mostrarlo. Il signor K porta 10 testimoni che giurano d'aver visto un'automobile andare con quel motore. I testimoni, uno dopo l'altro, dicono "anch'io prima ero scettico, ma ora...". Si insiste a voler vedere la favolosa automobile. K allora, visibilmente offeso, fa notare come i suoi testimoni siano brave persone, degne di fede. Si chiede di nuovo a K di provare concretamente le sue affermazioni. A questo punto K si arrabbia e lancia la sfida: "Dimostrate voi che non è vero che io ho inventato un'automobile che funziona con l'acqua. Se non ci riuscirete allora dovrete accettare che l'auto ad acqua esiste!"

     

  2. Supponiamo che qualcuno (un sensitivo, un medium, un guru, è lo stesso) dica che "alcune vacche sono capaci di volare" e suffraghi questa teoria con la solita serie di testimoni. Egli, anziché presentare una vacca capace di volare (la prova a suo onere), sfiderà gli zoologi a dimostrare che la sua teoria è falsa, ovvero che tutte le vacche non volano. E dirà: "Finché non sarà dimostrato che tutte le vacche non sono capaci di volare io avrò il diritto di dire che alcune volano". Ma come si può dimostrare una cosa del genere? Gettando centinaia e centinaia di vacche da una rupe? E poi? Andare avanti fino all'estinzione della specie? Gettata l'ultima vacca dalla rupe il sensitivo potrebbe sempre dire che le vacche non hanno voluto volare pur essendone capaci, solo per fare un dispetto alle indagini sperimentali. Può sembrare esagerato, ma non è così: i sensitivi si sono perfino inventati l'esistenza del "Campo Scettico" per spiegare perché i loro poteri scomparissero non appena si trovavano di fronte ad un prestigiatore. Essi fanno continuamente affermazioni strampalate o fantastiche senza addurre mai alcuna prova, e se qualcuno gli si mette contro lo sfidano a dimostrare che loro sbagliano. Questo è il meccanismo di rovesciare l'onere della prova. Questo meccanismo è una truffa, un segno di mancanza di civiltà. Cosa succederebbe se venisse usato dalla magistratura per attuare il diritto? Si finirebbe per condannare senza processi (ricordate le presunte streghe del medioevo?) sulla base di accuse non dimostrate. Se qualcuno vi condannasse per aver causato un terremoto in un dato luogo e vi dicesse: "Dimostra che non sei tu la causa della sciagura, altrimenti sarai impiccato", voi cosa rispondereste? Questo modo di ragionare, purtroppo, non è scomparso col medioevo.

    4. Nella scienza non vale il principio d'autorità

    Il principio d'autorità consiste nel far accettare, senza possibilità di critica, il pensiero di una data persona (l'autorità) sulla base del fatto che questa deve essere considerata superiore. Un tipico uso popolare di questo principio è: "Siccome lo ha detto Tizio, che sa tutto, allora deve essere sicuramente vero. Caio, che non è nessuno, non ha alcun diritto di criticare".

    Il principio d'autorità, in genere, è una convenzione sociale, tuttora diffusa in molte attività umane. Il valore di un'opera d'arte, per esempio, è stabilito dal pensiero dei maggiori critici contemporanei, considerati vere e proprie autorità. Il principio d'autorità è fondamentale nell'interpretazione ortodossa dei libri religiosi.

    Il moderno pensiero scientifico, nato col metodo di Galileo Galilei che gli permise le sue fondamentali scoperte, dovette scontrarsi con il principio d'autorità invocato dagli aristotelici. Costoro, convinti che Aristotele conoscesse in modo perfetto tutti i fenomeni naturali e la loro spiegazione, si rifiutarono di accettare i fatti nuovi che Galileo andava scoprendo. Per esempio, il 10 gennaio del 1610, a Padova, Galileo scoprì quattro satelliti di Giove con il suo cannocchiale. Alle osservazioni di Galileo gli aristotelici del tempo opposero il principio d'autorità: "Siccome Aristotele, che sapeva tutto, non ha mai nominato i satelliti di Giove, allora essi non possono esistere. Tu, Galileo Galilei, che non sei nessuno, non hai il diritto di criticare Aristotele".

    Nella scienza, a differenza che in altre attività umane, non si può accettare alcun principio di autorità. Ogni divergenza di opinione va risolta non in base alla fama dei contendenti, ma in base ai risultati di esperimenti naturali. In altre parole è la natura l'unico arbitro adatto a rispondere alle questioni scientifiche. Anche nella scienza ci sono delle persone e delle istituzioni considerate più autorevoli di altre grazie ai loro meriti acquisiti in passato. In questo caso le affermazioni fatte avranno inizialmente un peso maggiore, ma non verranno accettate supinamente dal resto della comunità scientifica: anzi saranno più velocemente criticate qualora risultassero errate. Anche i più grandi geni dell'umanità possono sbagliare: non è la loro parola che conta, ma le loro prove e i loro ragionamenti che devono essere riproducibili in altri esperimenti. Insomma. si crede alla forza di gravità non perché "l'ha detto il grande scienziato Newton", ma perché la sua teoria è continuamente confermata da esperimenti che può fare chiunque. Einstein, per fare un altro esempio, ha sempre avversato la Meccanica Quantistica (allora nascente). La sua parola però nulla ha potuto contro i nuovi fatti sperimentali che andavano via via accumulandosi nei laboratori del mondo.

    Le pseudoscienze, a differenza delle scienze, usano intensivamente il principio di autorità. I libri che propongono le teorie pseudoscientifiche citano sempre, anziché dei fatti sperimentali accertabili da qualunque laboratorio abbastanza attrezzato, una serie di sedicenti esperti (le autorità appunto), che vantano titoli del tipo: "Chevalier dell'Accademia Internazionale John Fitzgerald Kennedy", "Diploma Honoris Causa al Merito del Lavoro", "Veggente d'Italia", "Gran Maestro degli Occultisti d'Italia", "Divino Celebrante di Magia Bianca", "Unico Messaggero del Pianeta Venere e Arconte del Terzo Raggio", "Psicanalista Cifrante del Secondo Rinascimento", "Fratello Cosmico del Geroglifico di Horus", eccetera. I nomi vengono sventolati in faccia ai lettori con lo scopo di impressionarli e intimidirli. Questi altisonanti titoli, però, non hanno alcuna validità: i diretti interessati se li autoattribuiscono, abbandonando qualsiasi barlume di modestia e dando sfogo al loro irrisolto delirio di onnipotenza.

    5. L'evoluzione delle scienze è determinata da una continua ridiscussione critica

    Le scienze evolvono. Se per esempio la medicina non evolvesse, ci sarebbe ancora il salasso come terapia per ogni diagnosi. L'astrologia e la pranoterapia sono invece ferme da millenni (la pranoterapia ha solo cambiato nome). E vantano questo fatto come garanzia della loro qualità. Come dire che più una teoria è vecchia e rigida più la sua qualità è alta. La cromoterapia, insegnano i cromoterapeuti, era usata dai Faraoni. Sempre secondo i cromoterapeuti, per guarire da ogni male e vivere in eterno basta curarsi con la luce colorata. La garanzia di qualità starebbe proprio nel fatto che la usavano gli antichi Egizi. Ora ci si chiede: come mai non si vede più nessun Faraone in giro? Non saranno mica tutti morti?

    Un'altra cosa importante da notare è la seguente: l'evoluzione delle scienze è determinata da un continuo affinamento di modelli. Non è vero che le teorie nuove cancellano quelle vecchie: ad esempio la meccanica Newtoniana è stata estesa (non sostituita) dalla teoria della relatività di Einstein. Per comprendere i fenomeni che si manifestano a velocità vicine a quella della luce o per densità di materia molto elevate è neccessaria la formulazione di Einstein, ma per piccole velocità o densità la formulazione di Einstein coincide esattamente con quella di Newton e Galileo. Per mandare una sonda nel Sistema Solare la meccanica che a tutt'oggi si usa è quella Newtoniana.

    6. Una teoria non è scientifica se non è falsificabile

    Questo importante concetto della moderna filosofia della scienza è dovuto a Popper: un'affermazione che può essere smentita da fatti nuovi è un'affermazione falsificabile (da non confondere con falsa!); un'affermazione che è impossibile, in linea di principio, da smentire qualsiasi siano i risultati di un dato esperimento, è un'affermazione dogmatica.

    Questo è un punto molto importante, che non deve essere frainteso. Esso sta a significare che le affermazioni per cui non si può neppure immaginare un fatto o prova sperimentale nuovi che le contraddicano, sono affermazioni dogmatiche e perciò non-scientifiche. Attenzione però, essere falsificabile non significa essere falso o qualche volta falso, significa "vero fino a prova contraria", cioè soggetto a verifiche sperimentali che a priori devono anche poter smentire oltre che confermare. Se qualsiasi sia il risultato di un esperimento, una data affermazione rimane comunque sempre vera, allora tale affermazione non è scientifica, ma dogmatica. In altre parole. se la "prova contraria" non è nemmeno ipotizzabile concettualmente, allora l'affermazione deve essere accettata sulla parola e non sulla base degli esperimenti. Facciamo un esempio: la legge di gravità è una legge vera, nel senso che è sempre stata verificata, da ogni esperimento. Non è però una legge non falsificabile, cioè dogmatica: esiste infatti un esperimento semplicissimo che potrebbe falsificarla. Se, lasciando cadere un sasso sotto la sola influenza del suo peso, questo cominciasse a salire invece che a scendere, ecco che la legge di gravità verrebbe falsificata. Questo però non è mai successo, per cui la legge di gravità è falsificabile, ma non (fino ad oggi) falsificata. Ci sono affermazioni invece che per la loro stessa formulazione risultano impossibili da contraddire, anche in linea di principio, qualsiasi risultato sperimentale venga ipotizzato. Queste affermazioni sono diffusissime in alcune pseudoscienze.

    Di fronte a un'affermazione fatta da qualcuno, per capire se è falsificabile (in linea di principio) o dogmatica, bisogna chiedergli: "Qual è il fatto nuovo che, se accadesse, ti farebbe cambiare opinione?" Se non esiste alcun fatto immaginabile capace di far cambiare opinione, vuol dire che quella affermazione sta al di fuori della scienza.

    Alcuni esempi di affermazioni non falsificabili, e quindi dogmatiche (e non-scientifiche):

  1. "L'universo, prima del Big Bang, era tutto rosa e a pallini verdi". Questa affermazione è non falsificabile perché l'universo, prima del Big Bang, è un oggetto non osservabile. Quindi, fare ipotesi su come poteva essere, significa fare ipotesi non-scientifiche, cioè non verificabili con nessun mezzo. Ogni ipotesi scientifica deve poter prestare il fianco alla conferma o alla smentita sperimentale.

     

  2. "Sto parlando con la voce di un uomo vissuto 400.000 anni fa". Anche questa affermazione può solo essere creduta o no sulla parola di chi la pronuncia. Quale esperimento (al di là del buon senso) potrebbe smentirla?

     

  3. "Gli alieni sono fra noi, ma sono indistinguibili dagli esseri umani". Questa è un classico. Se gli alieni sono indistinguibili dagli umani, allora, per definizione, non esiste modo di sapere se sono alieni o umani, cioè non esiste esperimento che, a seconda del risultato ottenuto, possa verificare o contraddire l'ipotesi. L'affermazione è dunque dogmatica.

     

  4. "Sei milioni di anni fa esistevano degli alberi capaci di volare. Purtroppo sono precipitati nell'oceano e si sono estinti". Di nuovo, anche questa affermazione è impossibile da contraddire sulla base di qualsiasi risultato osservativo.

     

  5. "Gli antichi erano capaci di levitare".

     

  6. "lo riesco a scomparire, ma solo per un milionesimo di miliardesimo di secondo: poi riappaio nello stesso identico posto".

     

  7. "Ieri notte, nel mio campo, si è posata un'enorme astronave aliena. Ha lasciato dei solchi identici a quelli del mio aratro".

    Attenzione: esistono anche pseudoscienze che fanno affermazioni non-dogmatiche e quindi falsificabili. Esse sono però, proprio per questo, state migliaia di volte falsificate, cioè sono risultate palesemente false. Ad esempio, le affermazioni fatte dalla teoria della lettura della mano riguardo alla dipendenza del numero di figli dal numero di certe righe nel palmo sinistro, sono affermazioni che possono essere facilmente contraddette da un semplice esperimento. Basta guardare il numero di righe sulle mani delle donne che hanno almeno sessant'anni (e che quindi probabilmente non avranno altri figli) e poi contare il numero effettivo dei figli che queste hanno avuto nella loro vita. Cosa si scopre? Che la teoria della lettura della mano è un frottola madornale. Idem come sopra per l'astrologia: le influenze dei pianeti sul destino e sul carattere delle persone, quando non sono vaghe e valide per tutti (tipo: "per te l'amicizia è importante, perché il tuo segno...") possono venire facilmente verificate, col risultato che tirare a indovinare dà le stesse capacità di previsione di studiare le posizioni dei pianeti. Ricordate il concetto di causa-effetto? Forse nei disastri aerei e nelle guerre muoiono le persone a seconda del loro segno zodiacale o del loro oroscopo? La posizione di Marte e Giove può forse determinare la media in matematica di uno studente? Eppure I 'astrologia sopravvive da millenni. Complice l'ingenuità umana: anch'essa sopravvive da millenni.

    7. Le discipline scientifiche si integrano fra loro e tendono a una visione coerente

    Le varie discipline scientifiche si integrano fra loro in modo coerente: ad esempio fra la fisica e la chimica c'è la chimica-fisica, fra la biologia e la fisica c'è la biofisica ecc., quando due campi si trovano ad avere delle sovrapposizioni nell'oggetto di studio, i risultati vengono confrontati e discussi e si tende a unificare i modelli e le teorie. Le discipline pseudoscientifiche, invece, pur occupandosi spesso delle stesse cose, propongono ognuna una visione completamente differente dalle altre, e si fondano su principi ed idee che sono spesso in contraddizione uno con l'altro. Ad esempio il destino e il carattere di una persona dipendono dal segno zodiacale o dalle linee della mano? L'oroscopo che vale è quello Cinese o quello nostrano? Perché Plutone influenza la nostra vita e Ganimede, oppure Cerere, che sono più grandi e più vicini non contano niente? Non c'è comunque da meravigliarsi per queste contraddizioni: quando le cose sono inventate con la fantasia non ci si deve aspettare per forza un risultato coerente o non contraddittorio, anzi!

    Un esercizio

    Se avete seguito con attenzione questi sette punti, provate ora per esercizio (utilizzando tutta la vostra fantasia) a inventarvi una pseudoscienza. Leggendo i giornali specializzati (Astra, Giornale dei Misteri, Misteri, ecc.) scoprirete con disappunto che qualcuno ci ha già pensato prima. Non è strano?

    Roberto Vanzetto

    fisico, Università di Padova

     

     

    1. Alcuni luoghi comuni sul paranormale

      Di Roberto Vanzetto

       

       

      1. Se tanta gente ci crede ci dev'essere qualcosa di vero

    1. Con questa affermazione si decide che una cosa è vera, o ha qualcosa di vero, quando abbastanza gente ci crede. È un modo di ragionare a dir poco pigro, che fa venire in mente l'effetto-pecora più che il pensiero cosciente. Partendo dal presupposto che "se tanta gente pensa così allora ci deve essere un buon motivo", si possono sviluppare credenze di qualsiasi tipo, totalmente prive di fondamento o riscontri oggettivi, che si autoalimentano per passaparola e suggestione. Con questo meccanismo, ad esempio, si è intrapresa la caccia alle streghe e si sono giustificate le leggi razziali. La verità invece è che ci può benissimo essere tanta (e anche tantissima) gente che crede a qualcosa di assolutamente falso. L'astrologia è solo l'esempio più facile, ma i casi sono migliaia.

       

      2. La verità sta in mezzo

       

      Questo discorso serve a presentarsi come sagge persone che non si schierano fra due ipotesi contrapposte, perché la verità sta filosoficamente un po' qui e un po' là. Un bel controesempio di Piero Angela mostra come questo luogo comune sia fallace. Di fronte a due affermazioni contrapposte: a) la Terra è piatta, b) la Terra è tonda; utilizzando il luogo comune sopra citato si concluderebbe: "La Terra è un po' piatta e un po' tonda, come un melone tagliato a metà".

       

      3. È vero, ci sono tanti imbroglioni, ma il dieci percento...

       

      Questo discorso può anche essere espresso dal proverbio "Non far di tutta l'erba un fascio". Come tutti i proverbi, se applicato alla lettera, diventa uno stupido luogo comune. In base a questo ragionamento moltissime persone (di qualsiasi livello culturale) affermano: "Sì, il mondo del paranormale è pieno di imbroglioni, ed è bene smascherarli, ma non si può dire che sono tutte bugie: il dieci percento saranno veri...". In base a quale ragionamento logico si fissa la percentuale di casi veri quando dopo più di cent'anni di ricerca non s'è trovato uno solo caso vero? Se il dieci percento, o anche l'un per mille, delle persone che dicono di saper levitare ne fossero veramente in grado, ci sarebbero comunque centinaia e centinaia di uomini svolazzanti per aria. Invece, ripeto, non ce n'è uno che sia uno. Quindi, per correttezza, si deve concludere che fino a ora gli imbroglioni o gli illusi sono esattamente il cento percento. Domani si vedrà. Gr

     

     

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