Henri Broch: una vita contro i ciarlatani

In contro con il fisico, direttore del laboratorio di Zetetica di Nizza

Il 29 aprile scorso, presso la libreria FNAC di Genova, è stato presentato il libro Lo stregone è nudo. Ciarlatani. Istruzioni per l'uso di Georges Charpak ed Henri Broch, edizioni Ponte alle Grazie, Milano (la recensione comparirà sul prossimo numero di S&P). Alla presentazione era presente uno dei due autori: il francese Henri Broch.

Professore di fisica, Broch dirige il Laboratorio di Zetetica (nello scetticismo greco, il termine "zetetica" significa: ricerca incessante del vero pur con la consapevolezza che non lo si può mai attingere pienamente, NdR) presso l'università di Nizza-Sophia Antipolis (www.unice.fr/zetetique/) ed è ben noto tra gli scettici di tutto il mondo per l'impegno con cui si dedica da tempo allo smascheramento di presunti fenomeni paranormali. Durante la presentazione Broch ha fatto una breve ma brillante relazione in cui ha sinteticamente affrontato i principali temi trattati nel libro. Senza voler imporre in modo dogmatico alcun punto di vista, Broch in tutta la sua opera vuole semplicemente stimolare il dubbio, lo scetticismo e la curiosità. Contrariamente a quello di cui vengono spesso accusati, gli scettici non vogliono infatti distruggere nessuna fantasia, ma come lo stesso Broch ha efficacemente affermato: "il diritto al sogno ha per riscontro il dovere alla vigilanza".

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Henri Broch

In occasione della sua presenza genovese, abbiamo rivolto a Broch alcune domande alle quali ha gentilmente risposto.

Come è nato il Suo interesse per il paranormale?

Credo di essermi interessato da sempre a tutte le cose un po' misteriose e un po' fuori della norma. Questo da quando ero bambino. Inoltre io ho fatto il mio primo spettacolo di illusionismo, davanti a un pubblico non molto numeroso, all'età di nove anni e credo che ciò influì molto sul seguito.

È sempre stato scettico o all'inizio credeva in qualche fenomeno?

All'inizio del mio interesse per il paranormale, pensavo che certe cose potessero essere possibili (anche se non erano certe; una briciola di scetticismo c'era già…) poiché ciò era scritto nero su bianco sui libri scritti da gente seria. In seguito, dopo che i miei studi mi hanno consentito di verificare diverse cose, mi sono reso conto che molti di questi scrittori erano in realtà persone che scrivevano soprattutto per vendere copie dei loro libri e che gli imbroglioni non erano affatto rari in questo campo. In seguito i miei studi di fisica mi hanno naturalmente portato a verificare la validità delle affermazioni dei vari "scienziati" che sostenevano che i poteri paranormali esistono ed erano stati confermati in laboratorio…

Il Laboratorio di Zetetica da Lei diretto gode di finanziamenti pubblici?

Il Laboratorio di zetetica appartiene alla Facoltà di Scienze di Nizza e le sue attività si svolgono sotto l'egida del Dipartimento di Fisica di questa facoltà. Esso è effettivamente finanziato da fondi pubblici. Riceve due (deboli) sovvenzioni annuali: una da parte dell'Università di Nizza - Sophia Antipolis e l'altra da parte della facoltà di Scienze di Nizza.

Il laboratorio riceve anche un aiuto finanziario da parte del nostro collega belga Jacques Theodor, scienziato attualmente in pensione (ha lavorato nel campo dell'immunologia presso il CNRS) e mecenate che ha deciso da diversi anni di offrire un aiuto finanziario per permettere la sopravvivenza di questo laboratorio di zetetica.

Come è riuscito a interessare le istituzioni a queste tematiche?

Diversi parametri hanno giocato a nostro favore, come il servizio Minitel di cui parlerò dopo, ma io credo che il punto essenziale è stata la creazione e soprattutto lo sviluppo dell'insegnamento della zetetica.

Questi corsi specifici all'Università di Nizza che io ho creato nel 1993 (molti anni dopo l'introduzione dei corsi di metodologia scientifica nei miei corsi di fisica) hanno conosciuto un reale successo e il fatto che più di 300 studenti si siano iscritti a questo insegnamento ha certamente pesato nella decisione di accettare da parte delle istituzioni universitarie la mia domanda per la creazione di un laboratorio di zetetica nel 1998.

Lei creò un sito scettico quando ancora Internet non esisteva. Come ci riuscì?

È vero, nel 1986 ho effettivamente creato un "sito scettico virtuale" (Internet non esisteva ancora per il grande pubblico, ma all'interno dei ricercatori scientifici noi avevamo già una rete mondiale di scambio di informazioni; in Europa la rete EARN era la più utilizzata) destinato a fornire un'informazione scientifica rigorosa al pubblico che poneva domande su diversi temi del paranormale. Questo fu possibile perché la Francia possedeva allora un vantaggio tecnologico importante grazie alla sua rete telematica Minitel.

Questo sito telematico era un sito ufficiale dell'Università di Nizza che aveva depositato esplicitamente il logo ZET (abbreviazione di zetetica) per questo servizio Minitel "36.15 ZET" intitolato Dossier scientifico sul paranormale e sull'occulto.

La preparazione durò più di un anno e rappresentò un lavoro veramente enorme poiché questo sito conteneva migliaia di schermate d'informazioni rigorose a disposizione del pubblico. Il servizio aprì le sue porte nel 1986 e chiuse alla fine del 1998, dopo 12 anni di attività , quando la rete Internet ha veramente soppiantato la Telematica in Francia (in sostituzione il sito web del Laboratorio di zetetica aprirà poco dopo).

È stato essenzialmente questo sito Minitel e il suo contenuto che mi hanno consentito di ricevere il Distinguished Skeptic Award dello CSICOP nel 1990.

La motivazione di questo premio fu la seguente: "in riconoscimento del suo innovativo uso della tecnologia in difesa della scienza e del pensiero critico".

In una delle sue ricerche, ha ipotizzato che il sangue di S. Gennaro sia una miscela che fonde a bassa temperatura. Cosa ne pensa dell'ipotesi tissotropica proposta dal CICAP?

Ho trattato dettagliatamente il miracolo della liquefazione del sangue di S. Gennaro nel mio libro Le paranormal, edizioni Seuil 1985, e spiego perché la spiegazione che ipotizza una transizione di fase dovuta al calore sia la più probabile.

Avevo anche fornito qualche ulteriore informazione su questa liquefazione nel mio grosso libro Au CÅ“ur de l'Extra-ordinaire (opera che fa una panoramica davvero completa sugli argomenti paranormali) apparso nella collezione zetetica delle edizioni Horizon Chimérique nel 1991.

L'ipotesi tissotropica formulata dai colleghi italiani alla fine del 1991 non mi sembra la più probabile poiché vi sono numerosi casi di circostanze di liquefazione che non possono corrispondere a questa ipotesi mentre possono corrispondere all'ipotesi termica.

Io avevo inoltre affrontato il tema nella mia relazione al Convegno CICAP del 1992 a St. Vincent, in Valle d'Aosta, e segnalato che l'ipotesi tissotropica non era affatto nuova. Per maggiori dettagli rimando al mio libro Au CÅ“ur de l'Extra-Ordinaire.

Lei ricostruì anche una replica della pila di Baghdad. Cosa ci può dire in merito?

Sulla "pila di Baghdad" (un vaso di argilla ovoidale di meno di una ventina di centimetri di altezza ricoperta internamente da bitume naturale e contenente un cilindro di rame circondante, senza toccarla, una barretta di ferro mantenuto da un tappo d'asfalto sul fondo del cilindro; risalente al periodo Parto di circa 220-250 anni a.C.) non ci sono molte cose nuove da dire.

Se la probabilità che si tratti di una pila è abbastanza alta, non possiamo tuttavia averne la certezza perché l'elettrolita (ammesso che ci fosse) è evaporato.

Dopo la loro scoperta nel 1930, molte persone di differenti paesi hanno fatto delle ricostruzioni e hanno provato a trarre conclusioni.

Alcuni esperimenti hanno mostrato che queste pile generano una debole tensione, dell'ordine di mezzo volt (un ricercatore belga ha ottenuto una corrente di 30ma cortocircuitando gli elementi di una riproduzione della pila conforme a quella di Baghdad e usando acido acetico come elettrolita). Da parte mia, con il modello della pila mesopotamica che ho costruito, ho effettivamente ottenuto, tra gli altri risultati dell'esperimento, una tensione di 0,5 volt usando acqua di mare come elettrolita, ma soprattutto la mia pila di Baghdad con questo elettrolita ha mantenuto la carica (senza produrla naturalmente) per più di 40.000 ore!

La tensione di mezzo volt, benché debole, è sufficiente per fare depositare dell'argento sul rame (quello che poteva essere lo scopo concreto di questo utensile) ma non permette certamente le grandiose applicazioni di cui hanno fatto eco molti fanta-archeologi.

Queste pile possono essere esempi di scoperte ante litteram, di idee isolate che non hanno però sviluppato le loro potenzialità poiché le condizioni economiche, sociali, politiche o altro non erano ancora adeguate. In poche parole, queste scoperte non provano affatto l'esistenza di conoscenze scientifiche e tecnologiche avanzate nell'antichità .

Esse provano, per contro, che non bisogna affatto affrontare lo studio del passato e dei reperti archeologici che noi possiamo scoprire con pregiudizi e chiusura mentale.

Quali sono secondo Lei le cause che portano tanta gente a credere nelle cose più assurde?

È difficile rispondere con precisione a questa domanda poiché non ci sono studi veramente esaustivi su questo argomento e la credenza copre essa stessa una moltitudine di domini.

La credenza è d'altronde spesso semplicemente la conseguenza di un processo di "socializzazione" (evidenza largamente dimenticata: la grande maggioranza delle persone hanno accettato automaticamente le credenze dei loro genitori). Qualche ragione tuttavia emerge e io mi limito a citarne qualcuna:

1) Le credenze possono dare un senso alla vita. La finalità dell'universo non è affatto una proprietà intrinseca di questo universo, ma semplicemente una creazione del nostro spirito; la persona che ignora deliberatamente questo fatto avrà infine, grazie alle proprie credenze, una "spiegazione" del mondo.

2) Una consolazione. Di fronte ai problemi incontrati nella vita, alle crisi familiari, ai comportamenti criminali di alcuni, le credenze offrono una consolazione e un conforto.

3) Un tampone e supporto sociale. L'appartenenza a una struttura di credenze permette di trovare un aiuto concreto per affrontare in gruppo i problemi della vita.

4) Uno status. L'integrazione in una comunità di credenze presenta il vantaggio d'offrire uno status, se non un prestigio. L'iniziato si sente anche superiore al resto della comunità globale

5) Una giustificazione. Le credenze possono ugualmente fornire una giustificazione, un alibi, ai comportamenti autoritari di certe persone.

Riassumendo, come ho già avuto modo di dire in diverse occasioni, la "stampella psicologica" costituita dalle credenze sembra apportare all'individuo più "benefici" che "costi" e io non sono affatto sicuro che l'ateismo e lo scetticismo possano fare altrettanto.

È proprio per questo che la nostra battaglia è particolarmente lunga e difficile!

Da un'analisi statistica da Lei citata risulta che il livello di credenza nel paranormale aumenta all'aumentare del grado di istruzione. Lei come interpreta questo dato apparentemente paradossale?

Il livello di credenza nel paranormale aumenta effettivamente con il grado di istruzione e questo sembra essere un paradosso. Dico "sembra" perché c'è un presupposto non esplicitato ma non necessariamente giusto. In effetti, bisogna far bene attenzione al fatto che… "istruito" non significa necessariamente "intelligente"!

Ciò che il livello di istruzione misura è solo il livello di acquisizione di conoscenze grezze e non la maniera corretta con cui queste sono state "digerite", sono state integrate, sono state comprese (nel senso di "intelligo", cioè "capisco"). L'insegnamento - compreso l'insegnamento scientifico - è qui chiamato in causa poiché numerose materie sono insegnate e diffuse nel contesto di una disciplina specifica e questo incoraggia il discente a compartimentare questa materia in un insieme di tecniche grezze valide unicamente nel dominio specifico piuttosto ristretto.

L'acquisizione di una cultura scientifica necessita d'altronde della comprensione di ciò che è una mentalità scientifica. Con tutte le sfaccettature, discussioni, rimessa in discussione che rendono la scienza un processo auto-correttivo di scoperta, al contrario di tutti i dogmi e di tutte le pseudoscienze.

Un'altra ragione che permette ugualmente di comprendere perché le persone aventi un grado di studi elevato hanno un livello di credenza nel paranormale superiore alla media è il seguente. Queste persone sono giustamente quelli che subiscono il flusso massimo di informazioni. E si trova che, sfortunatamente, i media diffondono più frequentemente un'informazione largamente deleteria sui fenomeni paranormali piuttosto che un'informazione rigorosa e scettica. Difficile, se non impossibile, per queste persone fare allora una selezione in questa valanga di informazioni che esse non possono che subire.

Il problema di base è dunque ugualmente un problema dei mass media e di comportamento deontologico da parte della classe giornalistica e non semplicemente un problema di grado di istruzione legato al contenuto o al metodo dell'insegnamento.

Secondo Lei l'opera degli scettici riuscirà mai a eliminare la credulità?

Mi rifaccio qui a quello che ho detto poco fa a proposito del ruolo di "stampella psicologica" che le credenze svolgono per alcuni.

Contrariamente alle idee fortemente pubblicizzate al giorno d'oggi, la fede religiosa o le credenze in senso lato e la mentalità scientifica sono realmente inconciliabili; solo l'approccio scientifico - non banale e che richiede necessariamente un lungo apprendistato - può fornirci conoscenze obiettive.

Ma chi potrà arrogarsi il diritto di eliminare questa stampella se non può offrire una valida alternativa all'individuo in questione?

Vivere senza i "benefici" associati alle credenze necessità di una personalità forte e indipendente.

Non bisogna sognare un mondo utopico dove la credulità sarà sradicata. Quello che noi possiamo e dobbiamo fare è dunque semplicemente diffondere un'informazione che troppo frequentemente è carente relativamente agli argomenti "paranormali", sorgenti di molte credenze.

Spetta poi all'individuo scegliere liberamente, ma questa volta dopo aver raccolto tutte le informazioni sull'argomento.

E lasciamo tempo al tempo per aver un'idea della nostra efficacia…

 

Silvano Fuso

Chimico fisico, docente di chimica.
Segretario CICAP Liguria
[email protected]

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