L'arte dell'onesto inganno

Perché la prestigiazione ci inganna e perché, almeno in questo caso, è bello abbandonarsi all'illusione...

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  • 03-12-2003
  • di Vincent H. Gaddis

Il celebre prestigiatore americano John Mulholland stava mostrando la propria affascinante destrezza manuale a una platea di studenti e professori, presso un college. Raccolse una moneta con la mano sinistra, la mise nella destra chiusa, quindi riaprì la mano lentamente. La moneta era sparita. All'improvviso un libro volò nell'aria, mancando di poco la testa dell'artista. Un imbarazzato docente si alzò in piedi e si scusò.

Una simile esperienza è descritta da Milbourne Christopher, grande prestigiatore e storico della magia. Si stava esibendo a un convegno a Philadelphia, quando chiese a una signora distinta e riservata di assisterlo nel gioco scegliendo una carta. "Cambiai la carta che teneva in mano dal re di cuori al tre di picche senza toccarla", racconta Christopher. "Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata. Poi mi diede una terribile spinta, scaraventandomi contro un tavolino e quindi sul pavimento. In seguito mi porse le sue sentite scuse".

La reazione istintiva e violenta all'essere ingannati si è verificata perché gli spettatori non capivano, e quindi non potevano apprezzare, i principi dell'arte dell'onesto inganno. Poiché ogni inganno impiega gli stessi metodi di base, io ritengo che essi dovrebbero essere conosciuti da tutti. Lo spettatore osserverà così con maggiore piacere le esibizioni magiche, ma sarà anche messo in guardia contro i tentativi disonesti di truffa.

È il cervello che ci inganna

Analizziamo cosa è successo quando il professore è rimasto sconcertato. Con un movimento perfettamente naturale, il prestigiatore apparentemente aveva raccolto la moneta con la mano destra. In realtà, la moneta era rimasta nella mano sinistra, cadendo nel palmo dalle dita distese. I suoi occhi e l'attenzione generale seguivano il movimento, la chiusura della mano destra, mentre la sua mano sinistra, non osservata, infilava la moneta nella tasca del suo soprabito.

Quindi, quando il prestigiatore ha aperto la mano destra, la moneta era apparentemente scomparsa, e anche la mano sinistra risultava vuota.

La moneta non è scomparsa perché la mano è più veloce dell'occhio. La mano è più abile, non più veloce, della visione degli spettatori. La prestidigitazione ha successo perché si basa al 90 percento sulla semplice distrazione o, come la chiamano i prestigiatori, misdirection. L'attenzione del pubblico viene magistralmente pilotata. È il cervello stesso che inganna lo spettatore.

Non si osserva soltanto con gli occhi, ma anche col cervello e con la mente, che mette ordine nella confusione di contorni e colori, e dà loro forma in immagini definite e interpretabili. Poiché la mente è investita da moltissime informazioni che riguardano ciò che si osserva, l'inganno diventa possibile.

La mente è un censore. Se si guardano due uomini, uno lontano dieci metri e uno distante venti, gli occhi dicono, falsamente, che un uomo è alto la metà dell'altro. L'intelletto, comunque, corregge questa erronea impressione. La mente, d'altra parte, è abituata a ricostruire oggetti familiari e individui sulla base di un'occhiata fugace o di una vaga impressione.

Se capita di incrociare un amico, ad esempio, attraversando l'ingresso di una stanza, si osserva effettivamente solo un cappello familiare, o un orecchio o una spalla noti. Ma la mente completa l'immagine incompiuta, e si può affermare: "Quello è il signor Rossi!" Solitamente si ha ragione, ma a volte ci si può sbagliare.

Il risultato di questa abitudine mentale è che non si osservano i dettagli. La maggior parte delle persone non sa dire se i numeri sui loro orologi siano arabi o romani, se siano presenti tutti e dodici o se sia visibile il nome del costruttore. Informazioni non importanti, sebbene siano chiaramente osservabili, non sono registrate a livello conscio.

Vediamo ciò che ci aspettiamo di vedere, ed è difficile riconoscere quello che non siamo preparati ad incontrare. Se ci imbattessimo in un orso polare in un prato nei pressi di Milano, probabilmente lo vedremmo come un grosso masso bianco, a meno che non si muovesse o noi non ci avvicinassimo. Ma se sapessimo che un orso è scappato dal circo e lo stessimo cercando, potremmo a prima vista scambiare un masso per un orso.

Un prestigiatore lancia in aria un'arancia. Per tre volte l'arancia si alza e cade, ogni lancio viene eseguito con gli stessi movimenti del corpo e delle mani dell'artista. La quarta volta si vede l'arancia salire e sparire. In realtà, l'arancia non ha mai lasciato la mano destra per la quarta volta, ma la ripetizione dei precedenti movimenti inganna lo spettatore. Il quale osserva quello che si aspettava di vedere, e viene indotto in errore.

False idee sulla magia

La maggior parte delle idee sui trucchi usati dai prestigiatori è falsa.

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John Mullholland

Quando un prestigiatore afferma di non avere niente nella manica oltre alle proprie braccia, generalmente dice la verità. Le maniche sono raramente utilizzate per ottenere un'illusione. Lo stesso è vero per quanto riguarda l'uso di specchi, e le botole nel pavimento del palco sono scomparse assieme alle lampade a gas.

Più intelligente è il pubblico, più è facile ingannarlo; è più difficile confondere un bambino che un adulto. Infine, più si è vicini al prestigiatore e più attentamente si seguono i suoi movimenti, più è probabile essere stupiti quando l'esibizione è completa.

La credenza sull'uso delle maniche è nata agli albori degli spettacoli teatrali, quando i prestigiatori solitamente indossavano ampie tuniche a maniche larghe. A quei tempi gli artisti dell'"ora lo vedi, ora non più" potevano nascondere diversi conigli o una boccia coi pesci rossi attorno alle braccia. Ma l'evoluzione del vestiario produsse lo sviluppo delle tecniche magiche. Un illusionista moderno può esibirsi in costume da bagno.

In passato, anche gli specchi erano impiegati, ma gli spettacoli di strada, che comportavano un costante pericolo di rottura degli specchi, causarono lo sviluppo di metodi migliori per creare illusioni sul palco.

È difficile ingannare i bambini e gli ignoranti, perché la loro cultura generale è limitata e la loro attenzione non può essere distratta o pilotata dalla suggestione di fattori che non possono comprendere. Non ci si deve vergognare di essere ingannati; l'inganno è la prova della propria intelligenza.

Supponiamo che il prestigiatore stia facendo levitare una palla a mezz'aria. Fa riferimento al potere del magnetismo e all'energia cosmica e suggerisce che le radiazioni mentali possano essere la risposta. Gli adulti presenti tra il pubblico hanno sentito dire che queste forze possono esistere. Forse non crederanno ai suoi suggerimenti, ma la loro attenzione è stata allontanata da ciò che è ovvio e naturale, ed essi ricercano una soluzione complessa. I bambini, invece, non prestano attenzione alle affermazioni del prestigiatore. Cercano il filo che sostiene la palla e, se il prestigiatore non è abbastanza cauto, alla fine lo vedono.

Le persone intelligenti cercano di spiegare quello che vedono nei termini della loro ampia conoscenza di cause ed effetti, e ciò che il prestigiatore suggerisce aiuta a confonderle. I bambini invece, mancando della conoscenza degli adulti, si affidano all'osservazione diretta. Quando l'artista punta il dito verso qualcosa dall'altra parte del palco, gli adulti guardano nella direzione indicata, mentre i bambini guardano prima il suo dito. Più una persona è intelligente, più usa la propria mente al posto degli occhi. In questo modo si inganna da solo.

È per questa stessa ragione fondamentale che avvicinarsi al prestigiatore aiuta a essere confusi. Quando gli si è vicini, egli può facilmente distogliere l'attenzione degli spettatori semplicemente guardandoli negli occhi, oppure richiamando attenzione sulla propria mano sinistra mentre la destra è occupata a rendere possibile l'apparente miracolo. Gli angoli di vista sono molto più ampi dalla distanza. Più lontani ci si pone dal prestigiatore, più è facile osservare entrambe le sue mani.

Il potere della suggestione

Ma la vista non è l'unico pericolo da cui un prestigiatore deve guardarsi.

Fred Keating, che dalla propria famiglia fu messo sotto osservazione psichiatrica quando da bambino iniziò a dedicarsi alle arti magiche, si stava esibendo a una festa in onore di un celebre violinista, Fritz Kreisler. I musicisti sono sempre affascinati dalla destrezza manuale, e il rinomato Kreisler non faceva eccezione. Chiese a Keating di ripetere una certa sparizione, e sorridendo disse: "So come lo fai. La moneta rimbalza nella tua mano destra!"

Keating rimase senza parole. Sapeva che era impossibile che il violinista avesse osservato il volo della moneta, poiché la rapida azione era nascosta alla vista. "Come lo sai?", chiese.

"L'ho sentito" fu la risposta.

L'orecchio del musicista, allenato a rilevare il suono più debole, aveva avuto successo dove l'occhio aveva fallito.

La distrazione è possibile grazie al potere della suggestione. È un fatto psicologico che il primo impulso della gente sia quello di credere. Dubitare è di solito secondario. Il potere della suggestione ha una tremenda influenza sulle nostre vite e opinioni.

Un attore che sfrutti la suggestione può imbrogliare anche prestigiatori esperti. Alcuni anni fa un gruppo di dodici prestigiatori professionisti di Chicago si recò a vedere Frederick Tiden nella parte di Cagliostro, nella rappresentazione Il Ciarlatano. Durante la performance Tiden estrasse fiori e stoffe da alcune scatole vuote. I prestigiatori sapevano che nessun principio o segreto a loro noto veniva impiegato dall'attore. Dopo lo spettacolo invitarono Tiden a cena con loro.

Tiden fu sorpreso di apprendere che i suoi trucchi avevano ingannato i prestigiatori. Spiegò che il personaggio che sembrava essere il più innocente nell'aiutarlo (il villano, uno scettico che si oppone a Cagliostro), aveva segretamente introdotto gli oggetti nelle scatole mentre fingeva di accertarsi che fossero vuote.

Il fatto che Cagliostro e lo scettico fossero acerrimi nemici era stato così ben sottolineato durante lo spettacolo che i prestigiatori non sospettarono mai che il villano potesse essere l'aiutante di Tiden, e questo rese possibile il miracolo.

Quando la suggestione riesce a pilotare l'attenzione della platea, l'artista è nella posizione di sostituire questo o quell'oggetto. Un'azione può servire per distrarre da un'altra azione contemporanea.

Per esempio, quando un prestigiatore raccoglie o deposita la sua bacchetta, potrebbe prendere o lasciare anche un altro piccolo oggetto, nascosto nella mano. La bacchetta agisce come una maschera che nasconde la vera ragione per la quale il prestigiatore si avvicina al tavolo.

"Dammi la piena attenzione di un uomo" era solito dire Harry Kellar, il famoso illusionista dell'800, "e un branco di elefanti preceduto da una banda di ottoni può marciare dietro di me, senza che lui se ne accorga". La maestria di Keller è ancora una leggenda tra i prestigiatori, ciò nonostante egli una volta fu ingannato, in maniera molto astuta.

Una mattina furono distribuiti volantini in tutti i negozi di magia di New York, per annunciare che un nuovo e sconosciuto prestigiatore avrebbe eseguito il numero della levitazione di una donna alla mezzanotte di quella sera, tra Broadway e la Quarantaduesima strada. Apparentemente si trattava del richiamo pubblicitario di un novizio, e Kellar andò su tutte le furie. L'illusione della levitazione di una donna era il punto forte del suo spettacolo, e aveva speso ben 50.000 dollari per perfezionarla. Esibirla in strada significava rivelarne il segreto, e lui considerava quella illusione come una proprietà personale.

Poco prima di mezzanotte un grande numero di prestigiatori, tra i quali Kellar, si riunì nell'angolo indicato in attesa dello show. La mezzanotte venne, e passò. Il misterioso prestigiatore non fece la sua comparsa. Finalmente un'idea si affacciò alla mente di uno dei presenti.

"Che giorno è oggi?" chiese a Kellar.

"Il trentuno di marzo" Kellar rispose.

"Ma è passata la mezzanotte. Quindi è il primo aprile. Qualcuno ci ha fatto un bel pesce d'aprile".

Il burlone non fu mai identificato nel gruppo dei convenuti.

Sette effetti di base

Tutti i trucchi dei prestigiatori possono essere ridotti a sette effetti basilari. Questi includono la sparizione, l'apparizione e lo spostamento di un oggetto, la modificazione fisica di un oggetto, un'apparente violazione delle leggi naturali, una sorgente invisibile di movimento e i fenomeni mentali. Nella produzione di tali effetti il progresso della prestidigitazione si è tenuto al passo con la scienza. Molti trucchi moderni usano controlli radio, elettronica e meccanismi a induzione magnetica.

In aggiunta alla distrazione, il prestigiatore usa altri due metodi fondamentali per produrre i suoi finti miracoli. In alcuni spettacoli che coinvolgono un ampio palco l'occhio è ingannato da un'illusione ottica, ma non nel modo che solitamente sospetta lo spettatore. Ci sono, infatti, oltre trenta modi di camuffare il palco, alcuni dei quali piuttosto complessi. Questi segreti sono attentamente vigilati dalla professione, poiché rappresentano investimenti di molte migliaia di dollari.

L'ultimo principio è semplicemente l'uso di leggi scientifiche poco note. Sono trucchi che funzionano da soli. Quando l'artista trasforma l'acqua in vino e il vino in latte con l'aiuto di certe sostanze chimiche sfrutta questo principio.

Per quanto riguarda le piccole informazioni poco note, Sir Arthur Conan Doyle, il famoso fautore dello spiritismo, una volta ingannò un'assemblea di prestigiatori di New York con i suoi metodi. Presentò senza commenti un notevole e realistico film che ritraeva dinosauri preistorici e che, apparentemente, poteva essere stato ripreso soltanto con mezzi paranormali. La collezione di foto psichiche di Conan Doyle era famosa e gli stupefatti prestigiatori si chiesero se quella non fosse il suo ultimo acquisto.

Tempo dopo la spiegazione venne alla luce, quando il film Il mondo perduto, tratto dall'omonimo romanzo di Conan Doyle, fece la sua comparsa nei cinema. Sir Arthur aveva ottenuto una parte del film in anticipo, per stupire i professionisti della bacchetta magica.

Conclusioni

Siamo dunque ingannati da questi principi. Ricordiamocelo, la prossima volta che incontreremo un prestigiatore: egli sta giocando il nostro cervello, e non i nostri occhi. Più cerchiamo di risolvere il suo mistero utilizzando l'intelligenza, più facilmente potrà beffarci.

Quando l'inganno è onesto, è divertente essere ingannati. Così accade che, qualche volta, per quanto sia difficile a dirsi, veniamo beffati perché vogliamo esserlo. E questo è il principio più grande e importante.

 

Vincent H. Gaddis

(1913-1997)
Giornalista e scrittore

Traduzione a cura di Simona Righini

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