L'effetto Pigmalione

Cos'e' e come funziona la profezia che si autoavvera

  • In Articoli
  • 03-03-2004
  • di Romolo G. Capuano
La vita quotidiana è costruita su affermazioni, credenze, aspettative, definizioni della realtà che per il semplice fatto di essere state pronunciate o pensate hanno, per noi, effetti reali.

Questi effetti possono essere trascurabili o importanti, tragici o comici, ma sono, comunque, reali e hanno la tendenza ad autorealizzarsi se le circostanze lo permettono.

Ad esempio, se crediamo di essere odiati dalle persone che ci circondano, possiamo mettere in essere una serie di comportamenti che possono innescare negli altri reazioni di odio, le quali, a loro volta, possono confermare la nostra credenza originaria. In altre parole, il semplice fatto di credere di essere odiati può causare odio reale. E questo odio reale può avere sulla nostra esistenza effetti devastanti.

Se crediamo che, per il solo fatto di appartenere a un segno zodiacale, la nostra vita sia nata sotto una certa stella e non potrà che avere un certo percorso, questa credenza condizionerà pesantemente il nostro futuro, precludendoci alcune strade e, forse, aprendone altre. Il tutto a conferma dell'oracolo iniziale, incarnato nel segno zodiacale di appartenenza.

Questo meccanismo, già sufficientemente noto alla letteratura psicologica e sociologica specializzata, assume diversi nomi: profezia che si autoavvera, effetto placebo/nocebo, effetto Rosenthal, effetto Pigmalione, ecc.

Spesso i diversi nomi hanno a che vedere con aree diverse dell'esistenza. Così si parlerà di effetto placebo in medicina e di effetto Rosenthal nella ricerca scientifica. Ma tutti si riferiscono allo stesso fenomeno: l'importanza delle aspettative nella vita sociale.

La profezia che si autoavvera


Per Profezia che si autoavvera (o SfP, da Self-fulfilling Prophecy) si intende "una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l'avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità"[1].
Il concetto fu introdotto per la prima volta nelle scienze sociali nel 1948 dal sociologo Robert K. Merton in un saggio intitolato appunto The Self-fulfilling Prophecy [2]. Questo testo rappresenta la prima formulazione disponibile sull'argomento in maniera sistematica e costituisce la pietra angolare su cui si sono rette le discussioni sul tema.

Merton, però, non ha la paternità concettuale del termine. Egli stesso riconosce che, prima di lui, pensatori molto noti avevano proposto riflessioni illuminanti, ancorché non articolate, sul tema e tra questi cita Bossuet, Mandeville, Marx, Freud e Sumner.

L'inizio di una riflessione non occasionale sul concetto di profezia che si autoavvera va attribuita a W.I. Thomas, uno dei decani della sociologia americana.

All'inizio del 900, Thomas espose il suo famoso teorema, che recita: "Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze" [3].

Questo significa che "gli uomini non rispondono solo agli elementi oggettivi di una situazione, ma anche, e a volte in primo luogo, al significato che questa situazione ha per loro. E una volta che essi hanno attribuito un qualunque significato a una situazione, questo significato è la causa determinante del loro comportamento e di alcune conseguenze di esso" [4].

In altre parole, gli esseri umani tengono in gran conto il significato che essi attribuiscono alle cose e si muovono nei confronti delle cose sulla base di questi significati. I significati sono creati e ricreati nel corso del tempo e forniscono la molla propulsiva che orienta l'agire umano. È solo in seguito a una determinata attribuzione sociale di significato che, ad esempio, alcune donne che occupavano determinati ruoli sociali, che attendevano a determinate occupazioni, che pronunciavano determinate frasi sono state arse vive sul rogo in quanto ritenute "streghe" nei secoli passati.

I significati, inoltre, tendono a organizzarsi circolarmente cosicché la verità o efficacia di un qualunque oggetto, persona, situazione dipende dall'interpretazione che ne diamo. Questa, a sua volta, provoca comportamenti che ricadono sul significato originario, confermandone la bontà. Questa circolarità è riassumibile nello schema qui sopra.

In tale schema è evidente che la SfP segue una logica diversa dalla tradizionale. La logica tradizionale è, infatti, imperniata su una sequenzialità lineare per cui A causa B e B segue A e non può avere effetti su A. Nella SfP, invece, A e B interagiscono scambievolmente e B può anche avere effetti su A. Questo significa che il futuro (cioè l'attesa dell'evento) può avere effetti sul presente secondo un modello di azione e retroazione tipicamente complesso.

Nello schema è ben espressa anche la tendenza della SfP a produrre effetti paradossali.

Per dirla con Merton: "La profezia che si autoavvera è, all'inizio, una definizione falsa della situazione che determina un nuovo comportamento che rende vera quella che originariamente era una concezione falsa" [5].

La profezia che si autoavvera, cioè, si fonda su un meccanismo perverso per cui la falsità di un'affermazione non porta a conseguenze altrettanto false, ma a un avveramento del contrario o, comunque, dell'altro dal vero, con effetti spesso singolari. Si tratta, in pratica, di un rapporto eterogeneo tra causa ed effetto.

Ad esempio, se un uomo crede di essere stupido tenderà a scovare dei modi che permettano alla sua credenza di avverarsi. Anche se riesce a dominare tale credenza e ottenere qualche successo, inclinerà verso autosvalutazioni, impoverimenti del sé, autosabotaggi che, in ultima analisi, gli proveranno la fondatezza della sua convinzione. L'uomo non sarà realmente stupido, ma si comporterà e sarà percepito come se fosse stupido con tutte le conseguenze del caso.

Una delle leggi fondamentali della psicologia sociale è che non vi è differenza tra essere ed essere percepito. Le persone, come detto, reagiscono alla definizione della situazione che essi stessi applicano. Un individuo definito come ladro dal proprio gruppo sociale patirà la conseguente punizione imprigionamento eccettera, al di là del fatto che abbia effettivamente commesso un reato.

In sintesi, la profezia che si autoavvera si compone di tre elementi:

1) una convinzione o credenza consapevole o non consapevole; 2) un'aspettativa legata a questa convinzione o credenza; 3) un comportamento che discende da questa convinzione o credenza e che finisce con il confermarla o con l'avere conseguenze reali.

La profezia che si autoavvera in azione


La vita quotidiana ci offre abbondanti esempi di profezie che si autoavverano. Lo stesso Merton ne propone alcuni interessanti. Il seguente è tra i più famosi.

Un mercoledì mattina del 1932, Cartwright Millingville va a lavorare. Il suo posto è alla Last National Bank e il suo ufficio è quello del presidente. Egli osserva che gli sportelli delle casse sono particolarmente affollati per essere un mercoledì; tutte quelle persone che fanno depositi sono inconsuete in un giorno della settimana che è lontano da quello in cui si riceve lo stipendio. Millingville spera in cuor suo che tutta quella gente non sia stata licenziata e incomincia il suo compito quotidiano di presidente.

La Last National Bank è un istituto solido e garantito. Tutti lo sanno, dal presidente della banca agli azionisti, a noi. Ma quelle persone che fanno la coda davanti agli sportelli delle casse non lo sanno; anzi, credono che la banca stia fallendo, e che se essi non ritirano al più presto i loro depositi, non rimarrà loro più nulla; e così fanno la fila, aspettando di ritirare i loro risparmi. Fintanto che l'hanno solo creduto e che hanno agito in conseguenza, hanno avuto torto, ma dal momento che vi hanno creduto e hanno agito in conseguenza, hanno conosciuto una verità ignota a Cartwright Millingville, agli azionisti, a noi. Essi conoscono quella realtà perché l'hanno provocata. La loro aspettativa, la loro profezia si è avverata; la banca è fallita [6].

La profezia che si autoavvera può produrre situazioni bizzarre o inconsuete che, al momento della ricostruzione, appaiono del tutto evitabili, ma che al profeta sembrano logiche e plausibili. Lo psicologo Paul Watzlawick ci offre un esempio di come un convincimento profondo, seppure infondato, possa produrre conseguenze paradossali: "Un uomo vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, ma non ha il martello. Il vicino ne ha uno, così decide di andare da lui e di farselo prestare. A questo punto gli sorge un dubbio: e se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era soltanto un pretesto ed egli ce l'ha con me. E perché? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa. Se qualcuno mi chiedesse un utensile, io glielo darei subito. E perché lui no? Come si può rifiutare al prossimo un così semplice piacere? Gente così rovina l'esistenza agli altri. E per giunta si immagina che io abbia bisogno di lui, solo perché possiede un martello. Adesso basta! E così si precipita di là, suona, il vicino apre e prima ancora che questo abbia il tempo di dire "Buongiorno", gli grida: "Si tenga pure il suo martello, villano!" [7].

Le relazioni sentimentali rappresentano una campo elettivo di azione per la profezia che si autoavvera. La profondità dei legami coinvolti, la conflittualità sempre potenziale, la facilità di confronto sono tutti elementi facilitatori del meccanismo descritto da Merton.

Nel seguente esempio, uno scambio di parole apparentemente banale tra due coniugi produce una tipica situazione di autoavveramento:

Mr: "Ciao cara". Ms: "Ciao caro, che cos'hai?" Mr: "Niente". Ms: "Non ci credo". Mr: "Perché?" Ms: "Come perché? Sai bene caro che sei un libro aperto per me. Tu sei nero come il carbone, che cosa ti è successo?" Mr: "Ma ti dico niente, sono solo un po' stanco, ho molto lavoro in questo periodo". Ms: "Su su, caro, siediti qui e raccontami tutto, hai bisticciato ancora col direttore o col tuo collega Bianchi?" Mr: "Ma ti dico che non è successo niente!" Ms: "D'accordo, non vuoi dirmelo ma cerca di capire che è solo parlando che ti può passare, su caro non stare arrabbiato..."

Alla fine il marito ha uno scatto di nervi contro la moglie, così questa trionfante può dire: "Lo vedi che avevo ragione, sei proprio arrabbiato" [8].

La scienza e le profezie autoavverantesi


Nemmeno la scienza è immune agli effetti delle profezie che si autoavverano. Anzi, in questo campo, si parla di un particolare meccanismo noto come effetto Rosenthal.

Rosenthal, nei suoi esperimenti, mostrò come, dando a uno sperimentatore i topolini selezionati casualmente e informandolo che sono dotati di scarsa capacità, questi risultino tali ai test sperimentali. Le stesse cavie, presentate successivamente allo sperimentatore come molto intelligenti, producono risultati eccellenti.

La riprova di ciò è che topolini che precedentemente hanno ottenuto punteggi alti ai test, presentati successivamente allo sperimentatore come scarsamente capaci, producono risultati di scarso livello [9]. Altrettanto interessante è il fatto che gli sperimentatori ai quali sono assegnati topolini intelligenti si percepiscono come più dotati.

La psicologa Gertrude Raffel Schmeidler distingue, in ambito sperimentale, tra pecore e capre, cioè tra persone che sono già inclini a credere in fenomeni paranormali e persone che non credono a fenomeni paranormali. Alcuni esperimenti condotti a partire da questa distinzione hanno dimostrato che le pecore, i credenti, tendono a ottenere più facilmente risultati positivi delle capre, gli scettici, e che le pecore sono testimoni significativamente meno attendibili delle capre, a riprova dell'importanza delle aspettative di partenza [10].

Anche la psicologa Cynthia Fuchs Epstein, in Deceptive Distinctions, ha mostrato come la scelta di strumenti di ricerca per la misura degli stereotipi sessuali abbia spesso l'effetto di evidenziare e di sopravvalutare sistematicamente questi ultimi, cosicché la ricerca crea quegli atteggiamenti che, inizialmente, intendeva solo porre in rilievo [11].

Secondo lo psicologo Bruner, questa tendenza della ricerca scientifica è così evidente che si può ben dire che sono le procedure sperimentali a creare la realtà che intendono misurare. Non esiste una scienza neutra: la ricerca produce dati che rispecchiano sempre le tecniche adoperate e la teoria di riferimento [12].

Può essere un brutto colpo per quanti sostengono una visione pura e asettica della scienza, ma dovrebbe oggi esser chiaro a ogni scienziato che convinzioni, credenze e aspettative possono condurre al verificarsi di effetti profetici che, in ultima analisi, potrebbero essere responsabili del raggiungimento di determinati esiti scientifici piuttosto che altri.

Profezie e persuasione


Gli esperti della persuasione sono ben consapevoli del meccanismo della profezia che si autoavvera e lo utilizzano con maestria. Una delle strategie più utilizzate è quella della "riprova sociale", secondo cui gli esseri umani sono spinti a compiere dei comportamenti se questi comportamenti sono condivisi da altre persone. È il caso delle risate preregistrate in televisione che, proposte sistematicamente nel corso di un programma, creano l'umorismo invitando a ridere con gli altri, anche se gli altri sono artificiali. L'uso di risate preregistrate induce gli spettatori a ridere più spesso e più a lungo, migliorando l'attrattiva del programma. In termini di profezia che si autoavvera, definire una situazione divertente produce la conseguenza che la situazione appare effettivamente divertente. Lo stesso principio è adoperato nella vendita dei più svariati prodotti. Sapere che tante persone hanno acquistato una data merce inviterà tanti altri a seguirne l'esempio, al di là della verità dell'affermazione iniziale. In altre parole, non è necessario che il prodotto sia stato effettivamente acquistato da folle di uomini e donne, purché ciò sia creduto vero.

Come ha efficacemente dimostrato lo psicologo Leon Festinger [13], gli individui sono tanto più sicuri delle opinioni che possiedono quanto più si rendono conto che anche gli altri membri del gruppo la pensano allo stesso modo. In questo caso, agisce un meccanismo noto come "rinforzo comune" secondo il quale un'affermazione diviene una forte credenza se continuamente ripetuta dai membri di una comunità.

Sondaggi elettorali


È indubbio che il fascino dei sondaggi consiste nel loro carattere oracolare rifinito con una patina di attendibilità scientifico-matematica. Ciò che conta non è il numero in sé, ma la capacità che questo ha di condizionare decisioni, plasmare orientamenti e rassicurare gli indecisi. I sondaggi hanno conosciuto un epoca d'oro a partire dagli anni Ottanta, quando si sono affermate le proiezioni elettorali: grazie a tecniche sempre più raffinate, un paio d ore dopo l'apertura delle urne, gli specialisti erano in grado di anticipare con uno scarto trascurabile i risultati definitivi. La comunicazione poteva sancire uno stato di cose già noto; oppure, poteva sorprendere tutti trasmettendo informazioni totalmente impreviste. Ciò che interessa dal nostro punto di vista, non è la capacità descrittiva dei sondaggi, ma la loro capacità profetica di produrre conseguenze più o meno importanti. Questa capacità è una delle circostanze maggiormente temute dagli uomini di potere. Infatti, è diffusa la convinzione che i sondaggi siano potenzialmente in grado di dislocare un certo numero di elettori da un partito all'altro e di modificare così i risultati finali del voto. Non a caso molti paesi si sono posti la questione del divieto della pubblicazione dei sondaggi nelle fasi preelettorali. Ogni paese ha affrontato il problema in maniera specifica, in sintonia con i propri principi giuridici e la propria cultura politica. Alcuni come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno rifiutato ogni forma di restrizione; altri hanno, invece, vietato la pubblicazione dei risultati dei sondaggi preelettorali durante la settimana (come in Francia) o le due settimane (in Italia) prima del voto, o addirittura per tutta la campagna (in Portogallo) [14].

Insomma, sembra davvero che i sondaggi costituiscano i veri oracoli dei nostri tempi, temuti e al tempo stesso appetiti per gli effetti profetici che sono in grado di suscitare. Questi effetti sono ben noti e possono riassumersi nella formula dell'effetto carrozzone o bandwagon effect. Si parla di effetto carrozzone quando gli elettori tendono a votare per quel partito che i sondaggi danno per vincente. Qui la profezia funziona in questo modo: il partito A è in testa, gli elettori votano per il partito A, il partito A vince. Un esempio è dato dall'effetto vincente impresso a Forza Italia dalle elezioni politiche del marzo 1994 (primo partito italiano con il 21% dei voti) che in occasione delle elezioni europee del maggio successivo ottenne quasi il 30% dei suffragi. In questo modo, una porzione rappresentativa dell'elettorato indeciso può essere indotta ad aggregarsi al partito che, in una data congiuntura politica, sembra riscuotere il maggior successo [15] Incidentalmente, l'effetto carrozzone si ha anche quando la comunicazione dei dati relativi all'ascolto televisivo induce il pubblico a guardare il programma più seguito e, in genere, ogni volta che un gruppo di persone decide di seguire una data linea di azione perché lo fanno tutti. Naturalmente, consapevoli di questi effetti, i media possono presentare dei dati artificiosamente elaborati perché si realizzi la previsione che meglio li aggrada. In questo caso, agisce il meccanismo noto come triangolo delle opinioni: i media suggeriscono una determinata tendenza e poi la diffondono in maniera sistematica. Il candidato A è indicato perdente nelle elezioni a causa delle sfavorevoli attestazioni dei sondaggi, ma i rilevamenti negativi sono dovuti al fatto che i media continuano a suggerire che perderà le elezioni. Non vi è scampo alla logica viziosa dell'effetto carrozzone.

A proposito di soprannaturale


Il campo del soprannaturale è un territorio inestimabile di verifica dell'efficacia delle profezie che si autoavverano. Infatti, spesso, gli incantesimi dei maghi, le profezie degli indovini, le rivelazioni dei medium o la lettura degli oroscopi si avverano proprio perché sono creduti. In altre parole, non sono veri in sé, ma in quanto qualcuno ha fiducia in ciò che dicono e nutre forti aspettative a loro riguardo.

Lo psicologo Paul Watzlawick, nello stile ironico che lo contraddistingue, riporta una caso che evidenzia il ruolo della profezia che si autoavvera nel funzionamento degli oroscopi: "[Un uomo] iniziò a prestare attenzione agli oroscopi pubblicati dai quotidiani. Delle previsioni positive e gradevoli sapeva che potevano avverarsi o meno. Il loro non avverarsi era certo una delusione, ma non rappresentava un particolare pericolo. Gli ammonimenti, invece, per qualche strano motivo, risultavano molto più attendibili. Così una mattina, durante la prima colazione, lesse che quel giorno era il caso di essere particolarmente prudenti, dato che per i nati sotto il suo segno zodiacale (grosso modo 350 milioni di persone) era previsto un incidente. Lo spavento fu tale che il nostro uomo rovesciò il caffè. Poiché questa a suo parere non era una sciagura sufficientemente grave da riequilibrare le sorti del mondo, decise che quel giorno non si sarebbe recato al lavoro in autobus, bensì a piedi. Non vi è dubbio che andare a piedi è più sicuro che andare in macchina, e tuttavia è risaputo che ogni tredicesimo passo può essere pericoloso, per non parlare del tredicesimo gradino di una scala. Quando nel sottopassaggio pedonale raggiunse quel gradino e cercò di saltarlo, inciampò e si sbucciò un ginocchio. L'oroscopo aveva quindi avuto ragione" [16].

Lo stesso meccanismo in azione è rinvenibile nei dati raccolti dall'antropologia. Il grande studioso scozzese James Gorge Frazer ha dedicato un'intera opera al ruolo della superstizione nella società [17]. Nelle sue pagine affiora spesso l'importanza che le credenze nei poteri magici di un re, di un costume o di un oggetto hanno nel garantire solidità a istituzioni quali il governo e la proprietà privata.

A proposito del sacro rispetto tributato al loro capo dai Maori, ad esempio, Frazer fa notare l'esistenza di casi di indigeni morti di paura dopo aver appreso di essersi inconsapevolmente nutriti dei resti del pranzo di un capo o di aver toccato un oggetto di proprietà del capo. Un caso notevole è quello di una donna che morì dopo aver saputo di aver tratto da un canestro delle pesche provenienti da un luogo tabù: subito dopo aver appreso la notizia la donna gridò disperata che l' atua o divinità del capo, che era stata profanata, l'avrebbe uccisa. E infatti il giorno successivo morì [18].

Testimonianze altrettanto tragiche provengono dalle Indie occidentali dove è diffusa la credenza nel potere dell'uomo-obeah, una sorta di stregone locale. Se un ladro apprende di essere vittima del maleficio di un uomo-obeah, si convince a tal punto che comincia a deperire immediatamente, a perdere il sonno, l'appetito, il buon umore e la forza, a nutrirsi male e a contrarre malattie psicosomatiche che lo conducono presto alla morte [19].

Fenomeni oracolari simili, anche perché spesso collegati a eventi tragici come la morte di un amico o di un parente, accadono nella psicofonia, l'arte di comunicare con l'aldilà registrando voci di defunti. In questi casi, il dolore per la scomparsa della persona amata, la tendenza a selezionare abilmente i suoni raccolti e la scarsa competenza in materia di onde radio portano spesso a riconoscere in suoni neutri voci amiche o comunicazioni da un altro mondo. In realtà, è la forte credenza nella possibilità di tali fenomeni a renderli possibili, anche a dispetto di evidenti smentite [20].

Appare evidente che sono gli stessi uomini, con le loro convinzioni, a sancire il successo delle divinazioni. Del resto, parafrasando un noto detto, si potrebbe dire: "Credi, che gli astri ti aiutano a credere!".

Conclusioni


In conclusione, l'astrologia e le altre forme di conoscenza soprannaturale rappresentano un interessante terreno di confronto per chi si occupa di profezie che si autoavverano. Gli esempi sono davvero numerosi e occorrerebbero centinaia di pagine per descrivere adeguatamente l'efficacia dei processi psicologici nel settore delle arti magiche . È evidente che, spesso, la magia non potrebbe funzionare se non si innestasse su precise credenze. Del resto, il movimento New Age, oggi tanto in voga, ne è ben consapevole se uno dei suoi slogan preferiti è: "Ciò che credi è vero". Credere di essere in contatto con l'aldilà è già essere in contatto con l'aldilà. Ritenere di avere poteri soprannaturali è già averli21. Sembra quasi che la capacità autorealizzatrice delle parole sia un perno centrale delle odierne credenze magico-religiose.

Le profezie che si autoavverano sono fenomeni che minano dalle fondamenta la nostra concezione della realtà e possono mettere in discussione la visione del mondo della scienza. l'elemento centrale è il potere della credenza che le cose stiano in un certo modo, fatto che può condurre alla creazione di una realtà. La fiducia in una proposizione, teoria o asserto può essere tanto una superstizione quanto una teoria rigorosamente scientifica e derivante da un'osservazione oggettiva. Mentre, però, fino a poco tempo fa era ancora possibile respingere le profezie che si autoavverano come poco scientifiche o imputarle allo scarso adattamento alla realtà di menti disordinate, oggi questa facile soluzione non è più possibile. Come afferma Watzlawick: "La scoperta che noi stessi creiamo la nostra realtà, equivale a una cacciata dal paradiso della presunta oggettività del reale; un oggettività che può farci soffrire, ma della quale possiamo sentirci responsabili solo in misura limitata. Ora dobbiamo confrontarci con la possibilità di essere totalmente responsabili non solo di noi stessi ma anche dell'invenzione e della produzione di realtà per altre persone"22.

E questo rappresenta una delle più decise affermazioni di fiducia nell'uomo e nelle sue capacità di affrontare responsabilmente la realtà.

Note


1) Watzlawick P. "Le profezie che si Autodeterminano" in AA.VV. 1988. La realtà inventata, Milano: Feltrinelli, p. 87; Merton R.K. "La profezia che si autoavvera" in Idem; 1970. Teoria e Struttura Sociale, II. Bologna: Il Mulino, pp. 765-789; Vedi nota metodologica in Thomas W.I. e Znaniecki F. 1968. Il contadino polacco in Europa e in America, Milano: Comunità.
2) Merton R.K., La profezia, cit., p.766.
3) Ivi, p. 768.
4) Rosenthal R.e Jacobson L. 1970. Pigmalione in classe. Milano: Angeli, p. 21.
5) Watzlawick P. 1984. Istruzioni per rendersi infelici. Milano: Feltrinelli, p. 29.
6) Gulotta G. 1976. Commedie e drammi del matrimonio. Mlano: Feltrinelli, pp. 104-5
7) Rosenthal R.e Jacobson L. 1970. Pigmalione, cit. pp. 41-52.
8) Polidoro M. 1997. Dizionario del paranormale. Varese: Esedra, p. 133.
9) Fuchs Epstein C. 1988. Deceptive distinctions. Sex, gender and the social order. New Haven: Yale University Press.
10) Bruner J. 1999. La ricerca del significato. Torino: Boringhieri, p. 103.
11) Festinger L. A theory of social comparison processes in Human Relations, XL, 1954, pp. 427-448
12) Barisione M.e Mannheimer R. 1999. I sondaggi. Bologna: Il Mulino, p. 105.
13) Ivi, pp. 104-105.
14) Watzlawick P. 1986. Di bene in peggio. Milano: Feltrinelli, pp. 15-16
15) Frazer J.G. 1996. L'avvocato del diavolo. Roma: Donzelli.
16) Ivi, p. 13.
17) Ivi, pp. 51-52.
18) Si veda Morocutti M. 2001. Voci dell'aldilà. Roma: Avverbi.
19) Gatto Trocchi C. 2001. Storia Esoterica d'Italia. Casale Monferrato (AL): Piemme, pp. 209-210.
20) Watzlawick P., Le profezie, cit. p. 100.


Romolo G. Capuano
Sociologo e criminologo

accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',