Scuola: ma dov'e' finito Darwin?

Roma. È stato recentemente pubblicato (in S.O. n. 31 alla Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2004, n. 51) il Decreto Legislativo del 19 febbraio 2004, n. 59 riguardante la "Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53". Allegate al decreto si trovano le "Indicazioni nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nella Scuola dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado" (il testo completo del decreto e degli allegati è, ad esempio, disponibile al sito www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dlvo059_04.htm ). Si tratta in pratica dei nuovi programmi redatti all'interno della riforma Moratti per le vecchie scuole materne, elementari e medie inferiori.

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Se si leggono attentamente i programmi di Scienze non si trova alcuna traccia di Darwin e della teoria dell'evoluzione. Il fatto desta non poca preoccupazione (vedi anche i risultati raggiunti da un appello scientifico a p. 73).

Nel febbraio del 2003 Alleanza Studentesca e alcuni esponenti di Alleanza Nazionale avevano indetto a Milano una Settimana antievoluzionista, che prevedeva incontri con i presidenti delle Commissioni Cultura del Comune e della Regione, volantinaggi davanti al Museo delle Scienze Naturali e un convegno dal titolo "Evoluzionismo: una favola per le scuole".

Uno dei promotori dell'iniziativa, l'onorevole Pietro Cerullo di Alleanza Nazionale, aveva pubblicamente dichiarato le motivazioni, ben poco scientifiche e molto politiche, che erano all'origine della manifestazione: "La teoria di Darwin è funzionale all'egemonia della sinistra. È nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo che è l'anticamera del marxismo".

Ora il fatto che l'attuale maggioranza politica alla quale appartiene lo stesso onorevole Cerullo abbia redatto programmi scolastici in cui non si fa menzione dell'evoluzionismo non può che destare serie preoccupazioni. Sembra strano che si tratti di una semplice, sia pur grave, dimenticanza. Tanto più che nei precedenti programmi ministeriali (attualmente in vigore e contenuti nel Decreto Ministeriale del 9 febbraio 1979 Programmi, orari di insegnamento e prove di esame per la scuola media statale) si faceva espresso riferimento all'evoluzione dei viventi.

Fino a oggi per fortuna le correnti antievoluzionistiche in Italia sono state minoritarie e prive di appoggi politici. Purtroppo in altri paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti (si veda "Venti oscurantisti negli USA", S&P 54), le cose stanno andando diversamente. Sarebbe davvero disastroso se in Italia si sviluppasse anche in tale settore lo scellerato vizio (purtroppo già piuttosto diffuso in altri campi) di intraprendere battaglie antiscientifiche per motivazioni esclusivamente ideologiche. Già la formazione e la ricerca in Italia soffrono di una cronica carenza di fondi e di mancanza di attenzione da parte politica. Se addirittura a livello politico si cominciano a intraprendere azioni di boicottaggio ideologico, le conseguenze sicuramente catastrofiche non tarderanno ad arrivare.

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