Una balia di 160 anni

Cosi' P.T. Barnum iniziò la sua carriera di re delle bufale

  • In Articoli
  • 29-07-2004
  • di Sergi De Santis
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Un disegno d'epoca raffigurante Joice Heth esposta nel circo Barnum

Nel 1835 su un giornale di New York appare l'annuncio dell'apertura di una mostra all'aria aperta nel Niblo's Garden per presentare al pubblico la balia di George Washington: Joice Heth, una schiava nera di 161 anni, nata nel Madagascar nel 1674, acquistata in Virginia dal padre del futuro primo presente degli Stati Uniti per 33 sterline, battezzata nel Potomac e incaricata di badare alla prima infanzia del più famoso eroe nell'epopea dell'indipendenza americana.

Autore dell'annuncio Phineas Taylor Barnum, fondatore del famoso circo omonimo, a quel tempo soltanto venticinquenne, ma già dotato di quell'eccezionale vocazione pubblicitaria che faranno di lui una delle figure principali dello show-business ottocentesco.

Nel testo Barnum afferma che l'incredibile età di Joice Heth è stata confermata dai "più eminenti dottori di Cincinnati, Philadelphia, Boston e molte altre città"; e che la sua identità è comprovata da una documentazione "originale, autentica e indiscutibile" a disposizione dei dubbiosi.

Ai numerosi visitatori della mostra viene offerta una vecchia cieca, grinzosa e scheletrica, ma ancora in grado di fumare la pipa e di raccontare aneddoti sull'infanzia del più famoso eroe nell'epopea dell'indipendenza americana

Nei giorni successivi accorre a Nible's Garden una folla di oltre diecimila curiosi (a 25 cents per cranio) che consente al giovane ma intraprendente showman di intascare 1.500 dollari a settimana. Dopo un paio di mesi, però, l'affluenza comincia a diminuire e l'avveduto Barnum decide di far partire Joice Heth per un giro in numerose altre città della costa atlantica.

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Ritratto di P.T. Barnum

A Boston una lettera anonima mette in dubbio l'autenticità del personaggio: ma la fantasiosa ipotesi avanzata (cioè che si tratti di un automa con un scheletro di stecche di balena rivestito di caucciù e animato grazie a molle metalliche) lungi dallo scoraggiare i visitatori non fa altro che accrescere la folla dei curiosi disposti a sborsare i loro 25 cents per vedere da vicino lo straordinario spettacolo.

Nel 1836 Joice Heth muore e il suo corpo viene sottoposto ad autopsia da parte del Dr. David Rogers alla presenza dello stesso Barnum e di un giornalista del New York Sun. L'indomani il giornale rivela che l'autopsia del cadavere ha rivelato un'età non superiore ai 75-80 anni: ma la denuncia della frode è subito messa in ombra da un nuovo clamoroso scoop pubblicato dal New York Herald di Gordon Bennett, capofila della stampa scandalistica americana.

Secondo la testimonianza di Levi Lyman, assistente dello stesso Barnum, infatti, il corpo sottoposto ad autopsia sarebbe stato quello di un'altra vecchia, (nota come Aunt Nelly negli ambienti di Harlem), mentre l'immarcescibile balia di George Washington avrebbe continuato invece a essere esposta viva e vegeta (si fa per dire) nel Connecticut.

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Una locandina in cui si annuncia l'arrivo di Joice Heth neklla città di Bridgeport

La verità è che Joice Heth è morta davvero; il cadavere esaminato è proprio il suo; e i 161 anni d'età sono una bufala: ma intanto le bugie di Levi Lyman sono servite a intorbidare le acque e a provocare una nuova ondata di interesse per il caso della sedicente balia di Washington.

Gordon Bennett è furibondo per l'imbroglio in cui si è lasciato coinvolgere: ma Levi Lyman tenta di rabbonirlo con la promessa di pubblicare in esclusiva sul suo giornale la storia finalmente vera di Joice Heth. Il che puntualmente avviene nel mese di settembre con una serie di ben sei articoli, in cui Lyman rivela che Barnum ha scoperto Joice in una piantagione del Kentucky; le ha fatto estrarre tutti i denti per farla sembrare più vecchia; le ha fatto imparare a memoria alcuni gustosi aneddoti (naturalmente inventati di sana pianta) sull'infanzia di Washington; e ha cominciato a mostrarla in varie città aumentandole di volta in volta l'età da 110 anni in Louisville, a 121 in Cincinnati e 141 in Pittsburgh - prima di giungere ai 161 del suo trionfale arrivo nella Grande Mela.

Peccato che l'impenitente Lyman avesse nuovamente preso per il naso Gordon Bennet propinandogli di un'altra serie di bugie e spudorate invenzioni: come più tardi rivelerà lo stesso Barnum nella sua autobiografia (senza però procedere a puntualizzazioni circa i veri sviluppi della vicenda).

Così il caso di Joice Heth resta avvolto nella nebbia, con il record di essere riuscito ad accumulare ben quattro hoaxes attorno allo stesso personaggio: l'invenzione della balia quasi bicentenaria di Washington, la lettera anonima (quasi certamente opera dello stesso Barnum) circa l'automa di caucciù e stecche di balena; la bufala dell'autopsia praticata su un altro cadavere mentre Joice avrebbe continuato a essere mostrata altrove; e la sfilza di bugie snocciolate da Lyman sul New York Herald.

Non male come esordio per il master showman Phineas T: Barnum, più tardi al centro anche di altri episodi destinati a entrare a pieno diritto nell'Olimpo degli hoaxes storici: come quello già riferito del gigante di Cardiff e quello della Sirena Feejee di cui parleremo un'altra volta.

 

Sergio De Santis
Giornalista e direttore della collana "StoricaMente" per la casa editrice Avverbi.

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