Dalle stelle alle stalle

Le confessioni di un "astrologo pentito", ovvero: «ecco come l'astrologia rischiò di cambiarmi la vita»

  • In Articoli
  • 29-07-2004
  • di Francesco Consiglio

Siete in cerca di lavoro? Se maneggiate con sufficiente disinvoltura la lingua italiana (non è d'uso, perciò aiuta...), potreste ritagliarvi un posticino nelle riviste di astrologia. Per me, che non ho letto il Tetrabiblios di Tolomeo e fatico a distinguere un'ascendente da un discendente, scrivere di fauna stellare e accreditarmi come moderno Barbanera è stato facile quanto bere un bicchiere d'acqua.

Ciò che sto per raccontarvi comincia in una malinconica, ventosa notte del marzo 1999. A trentaquattro anni, dopo un'esistenza fatta di lavori stagionali e illusorie vocazioni, la mia principale occupazione consisteva nell'interrogarmi su come sbarcare il lunario. Dopo aver passato ore insonni a rinfacciarmi i fallimenti, decisi che l'occulto poteva essere il solo campo d'attività in grado di garantirmi un buon reddito. E se non possedevo quella faccia tosta necessaria a diventare mago, cartomante o astrologo, potevo tranquillamente affidarmi alla penna, proponendomi come servo scrittore di una disciplina che avevo sempre guardato con sospetto.

In una di quelle bancarelle che a Roma offrono buone scelte di libri a basso prezzo, acquistai un manuale di astrologia e, dopo una rapida lettura, fui in grado di scrivere un paio di cartelle che blateravano sulla possibilità d'investire in borsa confidando sull'aiuto di Giove, Saturno e compagnia volante.

Erano giorni in cui le quotazioni sembravano aver preso la via del cielo: i telegiornali non parlavano d'altro, mentre giovani promotori assurgevano al ruolo d'infallibili guru, e poveri cristi inseguivano il sogno di un nuovo "Eldorado", finendo per giocarsi i risparmi di una vita (com'è andata a finire, lo sappiamo tutti).

Confidando sugli ammonimenti dell'economista e premio Nobel Franco Modigliani, che non perdeva occasione d'invitare i risparmiatori alla prudenza, m'inventai astruse configurazioni astrali che ipotizzavano la rovina dei troppi temerari.

Ricordo d'avere spedito il pezzo a centinaia di riviste e siti web. Molti l'ignorarono, altri risposero ironicamente, qualcuno abboccò. In due pomeriggi, uno dedicato alla lettura, uno alla scrittura, mi ero laureato astrologo.

Tutto accadde così in fretta da travolgermi. Un mese dopo l'uscita del mio primo intervento, un importante giornalista finanziario mi contattò per conoscere storia e segreti dell'astrofinanza: come vi sareste comportati? Sareste stati sinceri, confessando la messa in scena oppure ne avreste approfittato per fornire nutrimento al vostro ego?

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Incredibile, l'abito del veggente sembrava calzarmi a pennello. Il lunedì mattina mi alzavo alle sei, e dopo essermi sciroppato un paio di quotidiani e l'immancabile Sole 24ore, mandavo in rete l'astroborsa settimanale, ricevendone in cambio plausi e richieste: nuovi articoli, dichiarazioni a un'agenzia di stampa, interviste alla radio.

Eppure, in tre anni di lavoro, nessun redattore ha mai sentito il bisogno di sottoporre a verifica le mie previsioni. D'altro canto, perché stupirsi? All'astrologia nessuno chiede la verità di una prova compiuta. Da almeno cinque anni i vaticinanti pronosticano l'avvento di un nuovo Papa. Continueranno a farlo fino al giorno in cui sarà possibile vederli esultare per la compiutezza del loro cattivo auspicio. Simili visioni (o perversioni?) mi fanno pensare a quell'orologio guasto che lascia passare il tempo fino a segnare l'ora giusta.

I problemi nascevano piuttosto quando, provocatoriamente, proponevo articoli che usavano l'astrologia come spunto per leggere il presente o, perfidamente, si facevano beffe di alcuni miti della letteratura paranormale (un pezzo dissacrante su Harry Potter provocò la fine della collaborazione con un noto mensile).

Ho imparato che l'astrologo scrittore deve innanzitutto soddisfare il lettore e piegarsi ad assecondare quel gusto vagamente nazional-popolare proprio di chi ingrassa le tasche di maghi e fattucchiere. La prudenza domina incontrastata. Se sfogliate i settimanali di gossip vi accorgerete di trovarvi molto più coraggio di quanto ve ne sia nei periodici astrologici.

Forse qualcuno di voi lettori si è chiesto perché le riviste di settore diano così ampio spazio alle inserzioni dei sedicenti operatori dell'occulto, ignorando di promuovere l'idea che l'oroscopia non sia una superstizione pura e semplice.

Questione di business? A pensar male spesso s'indovina. La conferma è nelle parole di Peter Small, ingegnere ed esperto di marketing finanziario, che scrive: "Tutti i messaggi pubblicitari devono essere indirizzati alle persone che potrebbero beneficiare del prodotto o del servizio che si sta promuovendo. Attirare qualcuno al di fuori di questo target non solo è una perdita di tempo, ma può anche rivelarsi deleterio".

I caporedattori premono affinché il livello degli articoli non superi il grado di comprensione di chi crede nella magia: circa dieci milioni di persone che alimentano il mercato dell'occulto. Provate a fingervi astrologi e a chiedere il costo di una pagina pubblicitaria. Moltiplicate la cifra per le inserzioni che appaiono sulle riviste e poi ditemi: cos'è che muove il mondo dell'editoria astrologica? I soldi o i contenuti?

Pur rivolgendosi a un pubblico mediamente più colto, anche sul web i diffusori del verbo tolemaico dimostrano scarso rispetto per la dottrina. La loro strategia è quella di catturare un target indifferenziato di persone, risultato ottenibile con l'offerta di un'ampia scelta di oroscopi. Ce n'è per tutti i gusti: durante la mia collaborazione con un sito tra i più "cliccati", mi è capitato di dover redigere l'oroscopo del business, quello sexy, uno destinato ai single, un altro agli studenti e infine, ciliegina sulla torta, l'astro-schedina. Oggi che non scrivo più per loro, quei signori continuano a propinare le mie previsioni, mischiando i vari responsi con un abile gioco combinatorio che si sforza di nascondere il riciclaggio.

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Per il vostro diletto, e per smascherare l'improvvisazione di questi servizi, v'invito a fare un piccolo esperimento, confrontando i vari oroscopi che si trovano su un qualsiasi sito astrologico: scoprirete che alcuni, pur vaticinando sul medesimo lasso di tempo, risultano in evidente contraddizione tra loro, per il semplice fatto d'essere compilati da persone diverse.

Continuando nel racconto, dirò che i miei insperati successi mi avevano infine portato a collaborare con una società che forniva materiale editoriale a vari siti Internet e persino a un operatore di telefonia cellulare. Ero costretto a redigere quotidianamente una mole impressionante di oroscopi: in un giorno sono arrivato a scriverne ventisei. Credo di non essermi fermato neanche per mangiare, e alla fine mi sentivo talmente nauseato e in lotta col firmamento intero, che all'ultimo dei segni, Nettuno mi perdoni, ho perfidamente vaticinato una caterva di disgrazie.

Per alcuni mesi, una mia fonte di spasso consistette nell'intervenire nei newsgroup con deliranti messaggi tesi a difendere l'astrologia. Volete un esempio? Eccolo:

"Coming out astrologico.

Astrologia? Al rogo, al rogo! Non bastavano le tirate inquisitorie dei professionisti dello scetticismo, è arrivata la condanna della Santa Madre Chiesa Romana. Dio non legge gli oroscopi, e dunque: crepi l'astrologo, l'eretico per eccellenza, il mago, il sovversivo. Valga per lui la sentenza che condannò Giordano Bruno: "Sia punito con la massima indulgenza e senza effusione di sangue". Che, incredibile a dirsi, nel linguaggio del Sant'Uffizio equivaleva a dire: arso vivo. Da astrologo, ritengo che la misura è colma. È opportuno arginare questa pericolosa deriva d'intolleranza che infligge una ferita profonda ai valori della libertà, dell'eguaglianza e della stessa laicità dello Stato. Se fare coming out significa letteralmente dire qualche cosa, tirarla fuori senza paura delle conseguenze che ce ne possono derivare, oggi è tempo d'armarsi di coraggio e dire: "ammetto di credere nell'astrologia e negli oroscopi".

Lo so, forse è meno pericoloso dichiararsi pedofili, stupratori di fanciulle in fiore, politici corrotti, commercianti d'organi o crematori d'innocenti. Ciò che vi chiedo ha il suo prezzo. Chi è disposto a pagarlo?

P.S.Vi aspetto tutti sul rogo. Io sarò quello che grida più forte. Terzo palo a destra"

Alcune di queste burle sono ancora sparse per la rete, e il lettore più attento potrà farsi facilmente un'idea del vespaio provocato. Qui mi preme sottolineare che anche le menti scettiche, a scapito del dichiarato illuminismo, finiscono spesso preda di un cieco furore che gli fa dimenticare l'ambigua valenza del web, un mezzo mediatico dove ognuno può esprimersi liberamente, ma anche fingersi qualcun altro e difendere a spada tratta tesi che assolutamente non condivide. Quest'attività, nel gergo della rete, è detta trolling, una tecnica di pesca sportiva in cui un amo nascosto dall'esca e trascinato attraverso l'acqua serve ad attrarre e catturare un ignaro pesce. Il trolling si esplica postando un articolo in un newsgroup con la sola intenzione di provocare gli animi più infiammabili e scatenare una rissa verbale.

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Quanto vi ho detto finora dovrebbe avervi scoraggiato a prendere sul serio gli astrologi, ma se invece ho stimolato in voi il desiderio di cambiare mestiere e indossare il cappello di Merlino (sapete, a volte le stelle ci mettono la coda...), di certo vi starete chiedendo come si fa a scrivere di astrologia senza capirci nulla. Credete sia difficile? Nient'affatto. Basta elaborare previsioni assolutamente generiche.

Ecco un passo dalle mie profezie per il 2002: "Tra il 4 e l'8 maggio, una congiunzione Marte in Gemelli-Saturno in Gemelli ci parla di un anziano guerriero che usa la lingua al posto della spada. Egli disorienta con le parole e, grazie all'opposizione che i due pianeti formano con Plutone retrogrado in Sagittario, riesce a convincere le masse dell'esistenza di un'attività vessatoria indirizzata in quell'ambito religioso che rientra nella sfera del Sagittario, un segno che ha nel credo mistico uno degli archetipi più resistenti, e nel fariseismo la sua ombra negativa".

In poche righe, l'abile maître ch'ero diventato miscelava odori e sapori del tempo: chiunque avesse seguito un paio di telegiornali poteva scorgervi richiami a Bin Laden, al fanatismo religioso, alle masse arabe, alla guerra. Il tutto condito da quel finto sapere che consiste nel farsi credere più colti di quel che si è (il richiamo al fariseismo è un abile mossa per guadagnare credito agli occhi dell'incauto lettore). Ciò di cui vaticinavo era in qualche modo già accaduto, rappresentando così una formidabile predizione sul passato.

Per non scontentare i miei datori di lavoro, l'articolo chiudeva con una rassicurante virata sull'ottimismo, promettendo: "Dal 20 luglio, annotate la data, con la congiunzione Sole in Cancro-Giove in Cancro, tornerà la pace". Quel giorno, ora posso confessarlo, litigai con mia moglie.

Molte persone pensano che scrivere oroscopi sia un'attività frustrante e riservata agli scrittori d'insuccesso. Vi aspettate che dica il contrario? Sbagliate. In effetti, se mi sono messo a sproloquiare sui pianeti è perché molte altre aspirazioni mi sono state negate. L'astrologia mi è apparsa da subito una vecchia prostituta che non rifiuta alcun avventore: si concede volentieri e non chiede che un cedevole abbandono all'irragionevolezza.

Secondo il punto di vista di Guido Ceronetti: "Nell'astrologia, da sempre, quel che più conta non è l'astro, ma l'astrologo. Cerchiamo una voce, una mano che scriva qualcosa, un "ti capisco" da parte di chi può anche non capire, però "ti capisco" è capace di dirlo".

Quando il mio nome, assai ingloriosamente, finì per essere citato nell'annuale relazione del CICAP sulle previsioni sbagliate dell'anno 2002, la mia casella di posta elettronica fu invasa da centinaia d'accorate mail che mi chiedevano lumi su amore, denaro, soldi e salute.

Allora decisi che ero grande abbastanza per smetterla con queste birichinate.

Francesco Consiglio
Ex-astrologo

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