Il 17mo sogno della 17ma notte

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  • 17-11-2004
  • di Roberto Revelli
Diciassette ore prima del mio 17° compleanno mi apparve in sogno il mio bis-bis-17 volte bis-avolo Robertus Cyranus de Revegnac (eroe della battaglia di Prevesa del 1538) che mi disse: "Dieci e non più dieci ma sette e non più sette cicli e ori su la rota de lo color falcato l'arcano lascia". Come interpretare le parole dell'augusto avo? Iniziai a giocare, il riferimento alla ruota di Firenze era chiaro, ma quanto giocare e per quante volte e soprattutto su quale numero? Ho azzardato un'ipotesi: giocare 17 euro sul 17 per 17 volte e poi vedere cosa succede? Detto fatto, ma alla fine nulla, nemmeno un misero 17, che abbia sbagliato qualcosa? I cicli! saranno forse 17 anni, ma è un tempo lungo, come fare, ma se lo dice lui! E come paziente formichina ho iniziato il mio pellegrinaggio di speranza... e miracolo! gli "ori" sono letteralmente caduti dal cielo, per ben 59 volte ho giubilato al miracolo, evviva il bis-bis-avolo, evviva il gioco, evviva la fortuna, evviva il gestore della ricevitoria che ogni volta fraternamente gioisce con me. 10931.62 € ho vinto, avessi giocato di più, ora sarei ricco sfondato, ora... ma, per la miseria! 17 anni fanno 1043 giocate, vuoi vedere che... ho speso complessivamente 17731 €! Quindi, quindi ecco 10931.62 meno 17731 fa, mumble, mumble -6799.38 e il segno davanti non lascia dubbi, ho vinto, ho vinto molto ma non ho guadagnato, anzi, accidenti a lui, accidenti al gioco... alla fine il sogno mi ha mangiato il 38% dei miei sudati risparmi, tecnicamente un rendimento del 62%!

Stavo a disperarmi e a piangere lacrime cocentissime, sì che i passanti erano inteneriti a vedermi e sentirmi, quando passò un amico mio e volle sapere dei miei guai. Tosto che glielo raccontai si mise a ridere e a sganasciarsi, sì che ora i passanti erano incuriositi a vedere la scena. "Tonto e babbeo che sei!" mi disse, "non lo sai che non si gioca così, non lo sai che il lotto è un gioco scientifico, che materia di altissimo valore matematico e statistico è l'azzardo. Ci vuole una strategia logica, razionale e il risultato è assicurato". E a questo punto giù a imbottirmi di statistica, matematica, legge del caso, ritardi e conseguenze, legge del terzo e ciclometria, martingala e programmi e computer e software e ancora statistica e simulazioni e Internet, al punto che dopo più di un'ora la testa mi doleva e vedevo migliaia di numeri e le mie tasche già colme di euro, ma che dico migliaia, milioni e milioni, finalmente la vita da nababbo tanto sognata, o almeno il modo di pagare le bollette... e di farla pagare al mio bis-bis.

E di nuovo come devoto pellegrino a singolar tenzone con la sorte mi disposi, questa volta confortato dalla tecnica, dalla matematica e dalla statistica, dalle migliaia di numeri sortiti e analizzati, triturati, frullati e frollati in centinaia di software. 17 metodi diversi per 17 anni: "fioccano" letteralmente gli "ori" e anche i "denari". Qualsiasi metodo io usi si vince e si vince anche molto... ma, e qui il cuor mi balza nuovamente in petto e mi tremano le vene e i polsi, quando ogni volta riprovo a farmi i conti in tasca. Possibile! Non ho guadagnato nulla, anzi alla lunga ho sempre perso! quanto ho perso! oh se ho perso... e la mia calcolatrice fuma e ridacchia tra i tasti: la perdita è sempre intorno al 38%, tecnicamente il rendimento delle mie sventure è sempre del 62%. O numi e numeri ricorrenti, possibile che siano sempre gli stessi i risultati? Che mi affidi ai sogni o che giochi in modo razionale e scientifico il risultato sia sempre il medesimo? Che siano in realtà il 38 e il 62 i veri numeri da giocare?

E gli esperti che dicono? Il mio amico che con grande sicumera mi prospettava vincite sicure, dov'è? Riflettendo sulle sue parole ora capisco certe frasi oscure; d'altronde perché vendermi un programma quando poteva usarlo lui con molto più profitto?

Le lacrime ricominciano a scendere più copiose e i lamenti ad alzarsi per la triste sciagura e dopo molto piangere si ferma un passante, un buffo omino che mi si siede accanto e inizia a raccontare la storia della sua vita, di come abbia girato il mondo in lungo e in largo e giammai abbia visto alcuno arricchirsi col gioco d'azzardo... se non il padrone del gioco. Mi ha invitato a fare un conto semplicissimo: quante volte il 18 sta nell'11.232? O bella, riecco spuntare il 62%! Mi spiega allora che quello è il rendimento del gioco, che alla lunga qualsiasi strategia mi porterà a questo risultato, il gioco è matematicamente svantaggioso e non lo si può rendere vantaggioso in alcun modo se non sperare che la dea bendata si addormenti o volga un occhio di favore distraendo per un attimo le dolci e spietate Ipazia e Melpomene

Ma allora il gioco è truccato? No - mi risponde sconsolato - il gioco non è truccato, semplicemente chi gioca non conosce le regole! Matematici e statistici sopraffini hanno concepito tale gioco e ben sanno che alla fine il padrone del gioco si intascherà comunque il 38%. È come se ci fossero 100 giocatori che giocano 1 euro a testa, il cassiere ne incassa 38 e ridistribuisce le restanti tra 5 persone a caso. Ma non basta devi ancor tenere a mente la regola primaria: identificare e intervistare solamente quelli che hanno vinto chiedendo di descrivere in modo corto ma breve la loro strategia. E gli altri 95? Zitti e muti ad ascoltare, invidiare e a sperare di essere loro la prossima volta. Solo chi perde si dispera in silenzio!

Ma allora la cabala, i sogni o la lottologia scientifica? Nulla da fare! La matematica è ferrea. Il dilemma è semplice: o si crede alla matematica o si finirà inevitabilmente per affidarsi a leggi... "che ne la mente umana né la matematica han potuto sinora rintracciare" e a cercare codici e regole altrove, al di fuori della scienza e della ragione.

Peccato, rien ne va plus, 17 volte 17 cicli buttati a correre dietro ai sogni, a sperare. Ma che male c'è a sperare in un po' di felicità? Ma questa è tutta un'altra storia: alea jacta est.

Epilogo: che senso ha parlare di lottologia ed in genere di gioco d'azzardo in rapporto ai fenomeni paranormali ed alle pseudoscienze? Per iniziare a rispondere si possono proporre alcune considerazioni:

1. metà dei giocatori appartiene alla religione che ha come fondamenti la cabala, la numerologia, l'interpretazione dei sogni (si pensi alla conosciutissima smorfia) ed in genere il consulto di personaggi esperti di "occulto". È sufficiente sintonizzarsi su una qualsiasi rete privata nelle ore della tarda mattinata o della tardissima serata per trovare maghi e cartomanti che vendono i numeri del lotto. Di fatto sono milioni i giocatori che si affidano a tali pratiche di cui però nessuno è mai stato in grado di dimostrare la veridicità.

2. l'altra metà si rivolge alla cosiddetta lottologia "scientifica" che fonda le sue radici in un connubio tra la precedente e l'uso delle moderne tecnologie informatiche che consentono di analizzare migliaia di numeri in pochissimi secondi. Ad uno sguardo attento, però, anche chi si professa assoluto seguace della matematica e della statistica è costretto ad affermazioni pseudoscientifiche che non trovano riscontro nella pratica. La moderna lottologia sta godendo di un particolare successo grazie alla spaventosa potenza diffusiva di Internet ed alla facilità con cui oramai si può accedere ad un minimo di conoscenze informatiche: centinaia sono i programmi disponibili in rete ma molto spesso non si è in grado di risalire a quale teoria si appoggiano. Come nel caso precedente nessuna delle teorie finora portate a sostegno della lottologia scientifica si è dimostrata efficace alla prova dei fatti. Tutte le dimostrazioni sbandierate coinvolgono sempre numeri già usciti!

3. entrambe trovano terreno fertile su quella parte di sostanziale ignoranza matematica e statistica che inconsapevolmente o meno tutti abbiamo: non esistono solo l'ignoranza chimica e fisica, veicoli di fatto della diffusione di pratiche quali la medicina omeopatica o l'astrologia. Da circa trecento anni la matematica ufficiale ha dimostrato l'inconsistenza di qualsiasi strategia per la vincita nei giochi d'azzardo a dispetto del puro caso e di come se un gioco è svantaggioso lo rimanga tale indipendentemente dalle scelte fatte. Ne è un chiaro esempio la diffusissima pratica di giocare sui cosiddetti numeri "ritardatari": contrariamente a quanto si potrebbe pensare tale pratica equivale ad attribuire alle sfere nell'urna una capacità pensante e senziente in grado di operare delle scelte!

4. il gioco d'azzardo è una risorsa finanziaria necessaria per qualsiasi stato moderno: le economie nazionali non possono fare a meno di questa fonte d'introiti. È sufficiente dare un'occhiata alle percentuali di giocatori e al giro di denaro legato al gioco d'azzardo per rendersene conto. Di conseguenza il gioco d'azzardo gode pesantemente del favore del "padrone del gioco" che mette a disposizione tutti gli strumenti possibili di pubblicizzazione rendendosi veicolo di idee false, altamente irrazionali ed illogiche e, oserei dire, moralmente discutibili.

Ognuno dei punti precedenti richiederebbe, ovviamente, doverosi approfondimenti che porterebbero il discorso lontano e sul quale del resto fiumi di inchiostro sono già stati scritti. La speranza nascosta tra le righe è che possano germogliare quella insoddisfazione e curiosità necessari per un coraggioso approfondimento della materia. Per ora ci si ferma lasciando un mesto interrogativo: "fu la lottologia vera scienza? Ai posteri l'ardua sentenza"... e se mai qualcuno accettar la sfida vorrà, nulla di meglio si chiede.

Roberto Revelli Coordinamento CICAP Cuneo

Nota dell'Autore
Per semplicità il racconto ha preso in considerazione solo il rendimento dell'estratto semplice per il gioco del Lotto. Discorso analogo varrebbe nondimeno per tutti i giochi d'azzardo il cui rendimento può essere calcolato. Purtroppo il gioco d'azzardo è sempre svantaggioso (alla lunga si è vinto meno di quanto si è speso) e fino ad oggi tutte le teorie di gioco prodotte (scientifiche o meno) non sono state in grado di violare le impietose leggi della matematica. Tratto da La Voce Scettica, marzo 2004; Bollettino regionale CICAP Piemonte

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