La Burla di Berners Street

Dal Duca di York all'Arciescovo di Canterbury: tutti a casa della vecchina.

  • In Articoli
  • 06-12-2004
  • di Sergio De Santis

L'hoax più famoso di tutto l'Ottocento inglese è senza ombra di dubbio la cosiddetta "Burla di Berners Street". Le fonti discordano su alcuni dettagli, ma l'episodio merita di essere ricordato per la sua insuperata grandiosità. Protagonista dell'episodio è Theodore Edward Hook, eminente mattacchione londinese, giunto alla ribalta (è proprio il caso di dirlo) per essere riuscito a interrompere uno spettacolo teatrale facendo recapitare al protagonista - sul più bello della sua interpretazione - una lettera che gli annunciava una colossale eredità.

L'anno non è del tutto sicuro (il 1809 o il 1810) ma assolutamente certo è invece il luogo della beffa: Berners Street, una traversa a poche centinaia di metri da Oxford Circus nel pieno centro di Londra. L'idea nasce dalla scommessa con un amico: fare in modo che una casa qualsiasi di quella strada piccolo borghese diventi il luogo più famoso di Londra. Posta: una ghinea oppure 1.000 sterline a seconda delle fonti.

Casa prescelta: l'abitazione di un'anziana vedova di nome Mrs Tottingham al numero civico 54 di Berners Street.

Per condurre in porto la burla Hook si era assicurato sei mesi di tempo, durante i quali si era sobbarcato l'improba fatica di scrivere e far recapitare molte centinaia di lettere alle più svariate persone e ditte della capitale britannica.

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Traffico ottocentesco in una via di Londra

L'hoax comincia alle ore nove di una fredda mattina novembrina con l'arrivo al numero 54 di Berners Street di un drappello di spazzacamini, seguiti da un carro che trasporta una tonnellata di carbone, un trasporto funebre completo di bara, sei facchini con un gigantesco organo sulle spalle e una serie di altre vetture piene di mobili, patate e barilotti di birra. La confusione della buona signora Tottingham, colta di sorpresa da quelle consegne di cui non aveva il minimo sentore, giunge allo sbalordimento quando alla porta della sua casa si aggiunge un corteo di professionisti ugualmente convocati da Hook: due medici, un dentista e una levatrice, più un macellaio, un fornaio, un ottico, un gioiellere, un coiffeur di grido e un fabbricante di parrucche carichi delle rispettive mercanzie e attrezzi di lavoro. Tutti con le loro carrozze che creano nella strada un ingorgo di proporzioni colossali. E non è che l'inizio.

La burla entra infatti nella sua fase principale solo con l'arrivo dei visitatori più illustri: il governatore della Bank of England, l'arcivescovo di Canterbury e il Lord Chief Justice, massimo magistrato del sistema giudiziario inglese. Buoni ultimi, ma più maestosi di tutti, il duca di York, comandante in capo dell'esercito e il Lord Mayor, cioè il sindaco di Londra: il primo convocato al capezzale di un supposto compagno d'armi in fin di vita, e il secondo pronto a ricevere la confessione in extremis di un altro inesistente moribondo deciso a rivelare segreti della massima importanza politica.

Il caos è ormai giunto a un punto tale che neanche l'intervento della polizia riesce a riportare un po' d'ordine nella strada dove sono cominciati a scoppiare tafferugli e gli stessi ospiti più illustri finiscono spintonati e insolentiti da una folla infurentita.

Ma a quel punto Hook - che aveva assistito allo spettacolo con l'amico dalla finestra di una camera di fronte appositamente affitata per la bisogna - ha ormai abbandonato Berners Street dopo aver incassato la posta della scommessa; e abbandonerà poco dopo anche l'Inghilterra, visti i sospetti che hanno cominciato ad accumularsi sul suo capo di "master hoaxer" e la solenne promessa da parte del Lord Mayor di fargliela pagare assai cara. Nessuna prova concreta emerge però a suo carico (così come non si riuscirà a stabilire quanto fosse stata esattamente la posta e se fosse risultata sufficente o no per coprire le ingenti spese necessarie per la preparazione della beffa); e Hook potrà far ritorno in patria senza dover finire dinnanzi al giudice per la sua prodezza.

Anzi, di lì ad alcuni anni il governo spingerà addirittura la sua indulgenza sino a nominarlo tesoriere dell'amministrazione coloniale dell'Isola Mauritius nell'Oceano Indiano. Ma male gliene incoglierà perchè la sua abilità di ragioniere non si rivelerà all'altezza di quella dimostrata come burlone; e Hook sarà costretto a tornare a Londra con la coda fra le gambe per trascorrere gli ultimi anni della sua vita carico di debiti e pesantemente colpito - come avrebbe scritto lui stesso - "nella borsa, nella mente e nel corpo".

Sergio De Santis
Giornalista e direttore della collana "StoricaMente" per la casa editrice Avverbi.

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