Ipnosi da palcoscenico

Sono un laico laureato in Sacra Teologia nel 1973 presso la pontificia Università Lateranense, dopo aver concluso gli studi filosofici presso la Pontificia Università Angelicum, sempre a Roma.

Ho avuto la "fortuna" di studiare e approfondire i Teologi della Liberazione, i teologi della morte di Dio, di quel dio, definito da loro Tappabuchi, usato per tamponare le falle della nostra conoscenza. Mi sono saziato di quella Teologia che ha dato tanto impulso al Vaticano II e che qualcuno ha accuratamente seppellito.

Sono un credente studioso di esegesi biblica, ritenuto ateo da chi assiste alle mie conferenze su " il miracolismo".

Solamente da pochissimo ho potuto incontrarvi tramite internet, ma la mia stima per il Cicap è datata.

Ho avuto modo di seguire le vostre ricerche e leggere articoli chiari e molto utili, ma mi sono imbattuto in: I metodi di un ipnotizzatore da palcoscenico di Luigi Garlaschelli che presta il fianco ad alcune critiche fondamentali, fornendo così pane e acqua a chi si pone a salvaguardia del paranormale a tutti i costi.

Afferma Garlaschelli : "sapevo bene che l'ipnosi non può assolutamente giungere a tanto."

Asserzione soggettiva e acritica basata, a quanto si evince dall'articolo, su un' esperienza personale e su una conoscenza parziale dell'ipnotismo, unico "fenomeno" conosciuto e verificabile scientificamente che non rientra affatto nel paranormale.

L'ordine post-ipnotico, senza dubbio strano e a volte disorientante, è un fatto verificato, verificabile e riproducibile in "laboratorio" da un ipnotista su una innumerevole serie di persone.

Accenna inoltre Garlaschelli agli spilloni che trafiggono il braccio di una donna senza procurare dolore, presupponendo l'uso preventivo di un anestetico. Non entro nel caso specifico che potrebbe anche essere tale, ma la possibilità di produrre sotto ipnosi effetti anestetici sorprendenti è verificata, verificabile, empiricamente riproducibile.

Ho esercitato per oltre venti anni, fra le altre cose, la tecnica dell'Ipnosi, spinto fin da ragazzo dalla voglia di smascherare l'imbroglio.

L'Ipnosi non è un inganno e non lo sono "fenomeni" ad esso connessi, come il potenziamento della memoria nella regressione dell'età (sino all'infanzia), lo stato di catalessi e la guarigione "prodigiosa" di un numero considerevole di malattie psicosomatiche etc. etc....

Semmai mendaci sono alcuni spettacoli di ipnotismo nei quali per motivi di audience e di presa sul pubblico, in ultima analisi per questioni di profitto, viene propinato un cokctail di trucchi e inganni dei sensi, condito da un pizzico di ipnotismo da baraccone.

Mario Nieddu
Alghero
[email protected]


Risponde Matteo Rampin, medico psichiatra:

Il tema affrontato nella lettera è alquanto complesso. Neanche il razionalista più scettico nega che esista il fenomeno della suggestione, ossia l'accettazione di informazioni da parte della nostra mente senza il vaglio della critica razionale o di una valutazione cosciente della loro plausibilità. La suggestionabilità (disposizione a essere suggestionati) può essere potenziata da vari fattori, come la confusione, la stanchezza, la sorpresa o la monotonia. Questi fattori vengono abitualmente utilizzati da chi intende aumentare la suggestionabilità dell'interlocutore, com'è il caso degli ipnotisti. In effetti gli strumenti cognitivi di analisi razionale dei dati (le cosiddette censure logico-critiche) possono essere inibiti da alcuni stratagemmi linguistici, il che equivale a dire che ingannando i sistemi logico-razionali è più facile suggestionare. Orbene, la suggestione è elemento centrale di tutta una serie di fenomeni che sono ascritti a quel "vasto mare" che è l'ipnosi.

Oggi l'ipnosi medica viene studiata sperimentalmente da scienziati e istituzioni di ricerca la cui credibilità non è in discussione, tanto che più d'uno la considera una disciplina controversa più che una pseudoscienza.

L'ipnosi da palcoscenico, invece, non è altro che una forma di spettacolo. Essa viene abitualmente realizzata ricorrendo a compari che fingono di cadere in trance e di obbedire ai comandi dell'ipnotizzatore: fenomeni simili non hanno riscontro nella pratica clinica dell'ipnosi moderna.

Purtroppo, però, le cose non sono così semplici: infatti, a volte, quelli che salgono sul palcoscenico a fare da "cavie" per gli "esperimenti" dell'artista non sono solamente i suoi complici, ma spettatori veri. Questi possono accettare di calcare la scena per molti motivi: per prendersi gioco dell'ipnotizzatore, per esibizionismo, per problemi psicologici che li spingono alla ricerca di un pubblico, per disturbi psichiatrici veri e propri, o, infine, perché si tratta di persone estremamente suggestionabili, che obbediscono ai comandi dell'ipnotizzatore. A proposito di quest'ultimo punto, ci si può chiedere come possano gli ipnotizzatori da palcoscenico indurre reazioni come quelle che si vedono in questo genere di spettacoli, senza essere professionisti dell'ipnosi medica e senza ricorrere all'uso di compari. La risposta è semplice: se intendiamo con il termine "ipnosi" una comunicazione molto suggestiva e molto persuasiva, in grado di modificare il comportamento del destinatario, si deve ammettere che un po' di ipnosi fa parte della nostra vita di tutti i giorni: infatti nella struttura della nostra comunicazione è insita una componente in grado di indurre risposte comportamentali appartenenti allo spettro (mal definibile) delle reazioni ipnotiche. Ebbene, gli ipnotizzatori da palcoscenico sono molto abili nell'uso di tali strutture comunicative (verbali e non verbali) in grado di influenzare il comportamento altrui.

Per quanto riguarda l'inibizione dei sistemi di analisi logico-razionali (presupposto, come visto prima, dell'aumento della suggestionabilità), la situazione del palcoscenico è già in sé stessa molto ricca di elementi che agiscono in tal senso. Anzitutto vi sono fattori che inducono confusione: quest'ultima innesca la ricerca di un significato in quanto accade, e tale significato viene attribuito dal soggetto alla prima cosa sensata che fa capolino in un mare di informazioni confuse; ne consegue che il soggetto si aggrappa emotivamente alla figura dell'ipnotista appena questi gli fornisce l'àncora di salvezza nel mare agitato che egli stesso ha creato. I fattori confusivi sono la luce dei proiettori di scena, la presenza del pubblico e l'esposizione allo sguardo di moltissime persone che stanno "lì" nel buio, l'anomala comunicazione dell'ipnotizzatore (parole desuete, tono insistente, ripetitività, frasi noiose o senza senso, suoni gutturali o strani, ritmo incalzante o molto lento, eccetera). Un altro fattore importante è l'induzione di reazioni di allarme: questo deriva dalla confusione e da altri elementi ansiogeni, come il fatto che l'ipnotizzatore vìola lo spazio personale del soggetto, ne tocca il corpo, ne fissa con lo sguardo gli occhi. Per sfuggire a questa condizione sgradevole molte persone scelgono, istintivamente, di entrare nel "ruolo", codificato culturalmente, della trance, e di fatto sviluppano involontariamente una risposta emotiva e comportamentale le cui manifestazioni esteriori sono simili a quelle dello stato di trance. Ciò non significa, peraltro, che su questi soggetti l'artista possa condurre i suoi "esperimenti": essi sono, di solito, riservati ai compari.

Infine, a proposito degli esperimenti citati dal Lettore, è necessario precisare che esiste molta confusione, persino nella letteratura scientifica. Alcuni "numeri" classici dell'ipnosi da palcoscenico sono fenomeni del tutto fisiologici, ed è solo il contorno con il quale vengono rivestiti che li rende apparentemente fuori dalla norma: è il caso del ponte catalettico, della pietra rotta sopra il corpo, e dei vari "prodigi" fachiristici, i quali possono essere replicati da chiunque abbia una motivazione sufficiente (il denaro lo è quasi sempre).

Su altre esperienze che si verificherebbero in stato di trance nell'ipnosi "seria" è bene essere cauti, perché la vulgata tende sempre a semplificare e a presentare in modo sensazionale alcuni fenomeni la cui valutazione è molto delicata. Molti fenomeni apparentemente misteriosi possono essere spiegati dalla fisiologia: è il caso dell'anestesia (se la tazzina che state reggendo è bollente ma è molto preziosa, resisterete fino a quando l'avrete messa al sicuro; l'anestesia dei soldati in battaglia è una costante dell'aneddotica di guerra; si possono dare punti di sutura a un bambino senza anestesia, se si è abili a distrarlo, eccetera), delle dispercezioni indotte dalle modificazioni della reattività nervosa tipiche dello stato ipnotico, o delle reazioni "psicosomatiche" (una reazione allergica può essere scatenata dalla vista della sostanza pericolosa, addirittura in fotografia; pensare al cibo quando si ha fame non solo fa venire l'acquolina in bocca, ma fa anche contrarre la muscolatura del tratto digerente, con conseguenti "brontolii"; l'immaginazione è in grado di fare affluire il sangue al volto... e fermiamoci qui!). Altri fenomeni, invece, sono messi in dubbio da molti studiosi: per quanto riguarda la regressione (recupero di ricordi lontani) oggi i più concordano sul fatto che le "memorie" recuperate non siano ricordi fedeli, ma combinazioni di ricordi, elaborazioni successive, sogni, fantasie; si capisce quanto pericoloso sia "evocare" i fantasmi dal passato in questo modo. Analogamente, per quanto riguarda i comandi post-ipnotici è bene ricordare che generalmente il loro effetto è di assai breve durata, e molto spesso decade dopo poche decine di minuti.

Probabilmente, in tema di ipnosi, la cosa più sicura è che non vi è nulla di sicuro: si tratta di un settore che merita studi rigorosi (che oggi vengono effettivamente condotti), ma che contiene ancora molti elementi di disturbo, dovuti alla variabilità individuale degli esseri umani usati negli esperimenti, alle premesse culturali entro le quali si muovono gli sperimentatori (ogni epoca ha dato una sua peculiare interpretazione dei fenomeni che oggi chiamiamo ipnotici), ma anche al fattore confusivo rappresentato da comportamenti ambigui e al confine tra l'autosuggestione e l'inganno, come quelli che si rintracciano nella gran parte dell'ipnosi da palcoscenico.

(A un argomento tanto controverso come l'ipnosi Scienza & Paranormale dedicherà la copertina e una serie di articoli nel numero 53, NdR).

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