Un amico dalla parte della Ragione

Dall'impegno in difesa dei consumatori alla nascita del Gruppo Lazio del CICAP e poi della casa editrice Avverbi: vi racconto la mia amicizia con Riccardo Mancini

Riccardo Mancini, grande amico del CICAP, fondatore del CICAP Lazio e della casa editrice Avverbi, è mancato lo scorso dicembre. Per ricordarlo abbiamo deciso di dedicargli alcuni articoli. Ma prima ecco il messaggio con cui sua moglie Rosalba e i suoi due figli lo vogliono salutare dalle pagine di S&P:
Ci sei stato
strappato
da uomo VIVO
Così resterai
nei nostri cuori
PER SEMPRE

Rosalba, Marcello, Manuele

image
Non ci casco!, il primo libro su temi legati al CICAP nato da un'idea di Riccardo Mancini.
Conobbi Riccardo all'alba dell'avventura del CICAP. Arrivò a Padova nella primavera del 1991 come inviato dell'Unità per seguire il primo Convegno del Comitato. Ricordo che tra una sessione e l'altra mi cercò per un'intervista e, dopo poco, l'intervista si trasformò in una chiacchierata molto piacevole.
Era molto incuriosito dalla nostra iniziativa e ne condivideva gli scopi. Lui stesso collaborava con Il Salvagente, allora supplemento de l'Unità e poi settimanale autonomo, sempre impegnato nella difesa dei consumatori. Significativo il titolo da lui scelto per curare una rubrica in cui metteva in guardia da truffatori di vario tipo: "Gatta Cikova". Titolo nel quale era riuscito a infilare anche un'altra sua grande passione, quella per i gatti.
Nacque una simpatia e rimanemmo in contatto. Da Roma, dove viveva, Riccardo mi telefonava ogni tanto per chiedere informazioni o pareri su qualche ciarlatano o qualche notizia un po' ambigua. E da parte mia gli segnalavo in anticipo le iniziative del CICAP che pensavo meritassero l'attenzione di qualche giornalista amico.
Dopo qualche tempo, visto che il CICAP cercava di organizzarsi nelle varie regioni d'Italia costituendo i primi gruppi locali, nacque l'idea di farne partire anche uno a Roma. Riccardo, insieme all'amico Fabio Cilia, socio CICAP della prima ora, abbracciò la causa e si diede subito da fare per riunire i tanti soci sparsi per la Capitale che desideravano darsi un'organizzazione.
Era il 1996 e il gruppo partì subito alla grande, organizzando un convegno all'Università di Roma e mettendo in cantiere altre iniziative. Tra queste, ce n'era una che da tempo frullava in mente a Riccardo: realizzare una sorta di Guida per difendersi da imbonitori, medium, maghi e ciarlatani vari.
A quell'epoca esistevano solo due libri in italiano dichiaratamente scettici nei confronti del paranormale e dell'occulto, il classico di Piero Angela Viaggio nel mondo del paranormale, del 1978, e il mio Viaggio tra gli spiriti, uscito nel 1995. C'era sicuramente spazio anche per altro.
Riccardo ne parlò con Marcello Baraghini, direttore di Stampa Alternativa e inventore dei libri a mille lire, che allora andavano per la maggiore. L'idea si trasformò in un'agile cofanetto contenente sei piccoli libretti su carta riciclata, nel tipico stile di Stampa Alternativa. Il cofanetto si intitolò Non ci casco! e ciascuno dei piccoli volumi fu affidato a un cicappino doc, ognuno presentato da un personaggio autorevole, come Margherita Hack, Piero Angela o Silvio Garattini. In linea con il progetto di Baraghini il tutto costava solo 10.000 lire (e alcune copie sono rimaste ancora nel magazzino del CICAP, per gli interessati, NdA).
Fu un successo. Se ne vendettero tanti e l'iniziativa contribuì a far conoscere meglio il CICAP. Soprattutto, insinuò in Riccardo un'idea cui forse già pensava da tempo. Visto che c'è un pubblico discreto di gente che è interessata a leggere di argomenti misteriosi, ma che non vuole farsi prendere per il naso, perché non creare una casa editrice che pubblichi proprio questo tipo di libri?
Allora si faticava davvero molto a proporre agli editori libri di misteri ma con un taglio critico. Io stesso avevo impiegato anni per trovare qualcuno interessato a pubblicare il mio Viaggio tra gli spiriti. Altri amici, del CICAP e non, che avrebbero avuto cose interessanti da raccontare nemmeno ci si mettevano a scrivere, perché sapevano che nessuno li avrebbe pubblicati. L'arrivo di Riccardo fu provvidenziale. Quando fu pronto per parlarmene, lui e sua moglie Rosalba mi invitarono a Roma.
Era sempre un gran piacere passare del tempo insieme a loro. Atmosfera rilassata, cucina prelibata, grandi progetti sul futuro e grandi risate. Alla fine della serata mi raccontarono l'idea. Era tutto pronto, la casa editrice sarebbe potuta nascere di lì a poco. Si sarebbe chiamata Avverbi, perché ogni collana avrebbe avuto un nome che era anche un avverbio: ApertaMente, StoricaMente, ScientificaMente. Ma, soprattutto, la sua ragione sociale sarebbe stata inequivocabile: "Avverbi è una casa editrice che ha come scopo la promozione e la diffusione della cultura scientifica e razionale". E il suo motto sarebbe stato semplice ed efficace: "Dalla parte della Ragione".
Mi sembrava un'idea meravigliosa e quando Riccardo mi disse che sarebbe stato importante poter contare sull'aiuto del CICAP, risposi che senza dubbio il Comitato si sarebbe impegnato in ogni modo possibile. Divenni così direttore editoriale della collana ApertaMente (Sergio De Santis dirigeva StoricaMente e Pietro Greco ScientificaMente) e pubblicai i miei successivi quattro libri con Avverbi. Ma tutti nel CICAP ci impegnammo per sostenere la casa editrice e per diffonderne i libri.

image
Una bella immagine di Ricardo Mancini.
Oggi, non esito a dire che è proprio grazie ad Avverbi se è stato possibile dimostrare al mondo dell'editoria che un pubblico di persone interessate a capire, piuttosto che a credere ciecamente a qualunque assurdità, esisteva e non era nemmeno trascurabile dal punto di vista numerico. Quel pubblico con il tempo è cresciuto e ha convinto altri editori a puntare su questo tipo di libri. Ma il primo è stato proprio Riccardo, ed è poi rimasto comunque l'unico a pubblicare "solo" libri che seguissero con rigore il filo della Ragione.
Sono particolarmente riconoscente a Riccardo per avere portato due libri di Randi in Italia, Fandonie! e La maschera di Nostrdamus: nessuno prima aveva mai pensato di tradurli. Quando ci ritrovammo con Randi a Padova in occasione del Convegno del decennale del CICAP fu una vera festa.
L'ultima volta che ci siamo sentiti al telefono è stato in occasione della ricorrenza dei dieci anni di Avverbi. Riccardo, che nel frattempo era diventato papà, mi ha raccontato di come riusciva, tra le sue tante attività, a ritagliarsi il tempo per dedicarsi con amore al suo nuovo ruolo che lo appassionava tantissimo. Abbiamo ricordato insieme i dieci anni ‘avventurosi' della casa editrice e, con lo sguardo rivolto più al futuro che al passato, Riccardo mi ha raccontato i suoi progetti in cantiere.
Ora purtroppo Riccardo non è più con noi, ma Rosalba vuole portare avanti l'avventura di Avverbi. Riccardo e le sue idee continueranno così a vivere nel nostro ricordo e nella nostra riconoscenza.
Grazie Riccardo.

Massimo Polidoro
Segretario nazionale del CICAP

Un sentito ringraziamento a tutte le persone che mi sono state vicine in questi drammatici giorni, mostrando la solidarietà e l'affetto su cui, insieme con Riccardo, ho sempre ritenuto valga la pena fondare la propria esistenza.

Rosalba Capozzi


image
Un ricordo di James Randi

Ricordo Riccardo Mancini con grande affetto. Grazie a lui i miei libri sono stati pubblicati in italiano e gli sono molto riconoscente per questa gentilezza. Quando ci eravamo incontrati a Padova, a un Convegno del CICAP, mi era sembrata subito una persona molto simpatica, generosa e disponibile. Mi mancherà la possibilità di vederlo nuovamente durante il mio prossimo viaggio in Italia.

James Randi


Ti potrebbero interessare anche

accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',