Le icone del Rorschach

La capacità del nostro cervello di riconoscere volti e immagini note anche di fronte a stimoli indefiniti e ambigui può aiutare a spiegare il proliferare di misteriose immagini sacre che appaiono sui muri, sulle facciate delle chiese e persino tra le fette di un pomodoro

Le persone arrivano in gran numero per vederle: immagini sacre che appaiono – alcuni credono miracolosamente – nei posti più inverosimili. Esse includono la figura della Vergine Maria formata da una macchia sul pavimento del bagno di un negozio, il volto di Gesù in una gigantesca forchettata di spaghetti illustrata su un cartellone pubblicitario, e la somiglianza tra Madre Teresa e una ciambella alla cannella servita in un bar (Nickell 1997, 1998).
Di tali immagini viene riferito di frequente. Se le descrizioni riguardano figure religiose, esse sono spesso chiamate "apparizioni" o "visioni religiose". Sono comunque completamente differenti dalle visioni interiorizzate dei "visionari", tipicamente invisibili alla gente normale. Piuttosto, sono più o meno visibili a tutti, poiché rappresentano semplicemente l'effetto macchia di inchiostro o l'effetto figura tra le nuvole: dipendono cioè dalla tendenza della mente a "riconoscere" delle immagini in mezzo a disegni casuali. Questa tendenza è conosciuta come pareidolia, un fenomeno neurologico/fisico tramite il quale il cervello interpreta immagini vaghe come se fossero specifiche. Queste ultime sono note con il nome di simulacri (DeAngelis 1999; Novella 2001).
Spesso, l'immagine ravvisata è un volto poiché – come ha spiegato Carl Sagan (1995, p. 47), «appena il neonato riesce a vedere, riconosce i volti, e oggi sappiamo che questa abilità è programmata nei nostri cervelli». Ancora un'osservazione di Sagan (1995, p. 46): «L'immagine più comune è l'Uomo della Luna. Naturalmente, non è davvero l'aspetto di un uomo. Le sue caratteristiche sono asimmetriche, deformate, flosce. C'è una bistecca o qualcosa di simile sopra l'occhio sinistro. E che cosa esprime la bocca ? Un "o" di sorpresa? Una nota di tristezza, un lamento addirittura? Dolente riconoscimento delle caratteristiche della vita sulla Terra? Certo, il volto è troppo rotondo. Le orecchie mancano. Penso che la testa sia calva sulla cima. Tuttavia, ogni volta che lo guardo, vedo un volto umano».
Altri simulacri laici includono il "volto su Marte" (Morrison 1988), come pure le forme più svariate – un cammello, una farfalla, e un ritratto del comico Bob Hope – nella collezione di patatine fritte posseduta da una signora (Nickell 1998, p. 137). Una famosa formazione di granito, il profilo del Vecchio della Montagna nel New Hampshire, era un simulacro da 700 tonnellate alto 400 metri, fino a quando non è crollata in macerie (Laughlin 2003).
Naturalmente, i simulacri possono essere falsi. Ad esempio, immagini sospette, artisticamente molto grezze, apparse ripetutamente sul pavimento della casa colonica di una donna a Belmez de la Moraleda, in Spagna, nel 1972 (Nickell 1998, p. 39). Oppure un grande ritratto di Cristo, che sembra aerografato da un dilettante, completo di un nitido alone ovale a forma di anello, che si ritiene si sia formato "miracolosamente" nel 2000 sulla parete della Chiesa presbiteriana di Palma Sola a Bradenton, Florida. È apparso dopo che degli operai avevano impiegato getti d'acqua pressurizzata per pulire i mattoni. Sembra comunque raro che tali immagini vengano create per imbrogliare.

Pia immaginazione


Non sorprende, dunque, che molti dei simulacri di cui si ha notizia siano religiosi. Per esempio, stando a quel che si dice, una ragazza musulmana che viveva in Inghilterra trovò un messaggio in arabo "C'è un solo Dio" nel disegno composto dai semi di un pomodoro tagliato a fette (Messaggio 1997).
I simulacri di tipo religioso sono forse più spesso associati alla tradizione cattolica e ortodossa, in cui vi è una particolare attenzione alle icone e ad altre immagini sacre. Storicamente, quel che veniva percepito come eccesso di venerazione dell'immagine era considerato idolatria, una violazione al comandamento contro gli idoli. Tali avversioni portarono alla crisi iconoclasta nell'impero bizantino (724-843 d.C.) e furono tra i temi della Riforma protestante (Eliade 1995; Nickell 1997).
Oggi, teologi e religiosi di solito sono rapidi nel liquidare tali immagini, e un sacerdote saggiamente le attribuiva alla "pia immaginazione" (Nickell 1998, p. 34). Tuttavia, esse rimangono intensamente popolari tra i fedeli superstiziosi, e un altro prete, pur mettendo in guardia contro il culto dell'immagine, dice più fiduciosamente che le immagini create dalla natura «possono costituire uno specchio nella trascendenza di qualcosa più grande di noi stessi» (Cox 2001).
Le immagini della Vergine Maria sono prevalenti, e sono apparse ad esempio in una macchia di funghi arboricoli a Los Angeles, su un pilastro di un recinto a Sydney in Australia, su un ceppo di albero e sulla porta di un frigorifero nel New Jersey, in una macchia color ruggine in Arizona, sul muro di una camera da letto in Nuova Scozia, la corteccia di un olmo in Texas, e così via, come dimostrato dai ritagli contenuti nel mio archivio, nella ben rigonfia cartellina "simulacri". Uno dei miei preferiti è la forma della Vergine di Guadalupe in un gelato versato (Stack 2000).
Anche le immagini di Gesù sono percepite spesso, ad esempio, nel fogliame di un albero ricoperto di rampicanti in West Virginia, nelle macchie di ruggine su di un serbatoio di olio di soia alto 12 metri in Ohio, su una finestra sudicia in un paese italiano, e nella decolorazione di un soffitto di un soggiorno a San Antonio, tra i numerosi esempi di questo tipo. Nel 1995, alcuni telespettatori videro il volto di Gesù in una foto presa dal telescopio spaziale Hubble che mostrava la nascita di stelle in una nube di gas, avvenuta circa sei miliardi di anni fa (Nickell 1997, p. 5). Il Sacro Cuore di Gesù (così come un Coniglio di Pasqua) è delineato nella grana del legno della porta del mio ufficio.

San Bartolomeo


I simulacri religiosi sono stati avvistati almeno a partire dal III secolo d.C. (Rogo 1982, p. 113). Nel 1932, uno "apparve improvvisamente" su un muro all'interno della chiesa di S. Bartolomeo a Manhattan (Hauck 1996).
In realtà, era stato improvvisamente scorto. Il rettore della chiesa episcopale, il reverendo dottor Robert Norwood, aveva appena concluso una predica di Quaresima, dal titolo "il mistero dell'Incarnazione". Questi affermò: «Mi capitò di lanciare un'occhiata verso il muro del santuario e fui stupito nel vedere questa bella figura di Cristo nel marmo. Non l'avevo mai notata prima. Poiché mi parve essere una vera e propria espressione marmorea di ciò che stavo predicando, "il suo corpo glorioso", ritengo sia uno strano e bell'accadimento» (Calkins 1982).
La figura è stata descritta come alta circa 45 cm, delineata nelle screziature del marmo color seppia direttamente sopra la porta del santuario. Muniti della descrizione del reverendo Norwood, io e il collega Austin Dacey abbiamo visitato la chiesa di San Bartolomeo in cerca dell'immagine. Pochi ne avevano sentito parlare, tranne Becca Earley, che istruisce le guide turistiche che accompagnano i visitatori nella chiesa. Lei non ne conosceva l'esatta posizione, ma nel corso degli anni aveva scoperto diverse facce e figure sacre nei marmi del santuario. Lo definì «una enorme lastra di Rorschach».
Utilizzando la descrizione pubblicata, abbiamo rapidamente trovato l'immagine che, per la fantasia, potrebbe sembrare quella di una figura drappeggiata di bianco emergente da una tomba. Apparentemente inconsapevole del fenomeno dei simulacri, il reverendo Norwood aveva dichiarato al New York Times (24 febbraio 1932): «Come questa figura simile a Cristo sia venuta a trovarsi lì, ovviamente, non lo so. È un'illusione che cresce prima della visione. Ha il pensiero il potere di dare vita? La gente può riderne, ma la figura è lì».

Sacra tortilla


Un classico del genere "simulacri" è stato riferito nel 1978 a Lake Arthur, Nuovo Messico. Mentre la signora Maria Rubio stava per fare i burritos, notò il disegno che le bruciature della casseruola avevano impresso nella tortilla. «È Gesù Cristo!» esclamò la pia donna, e gli altri membri della famiglia concordarono. Dopo che un riluttante sacerdote ebbe benedetto la tortilla, venne costruito per essa un santuario, e a migliaia accorrevano da tutti gli Stati Uniti per testimoniare il presunto miracolo e pregare per la divina assistenza nella cura delle malattie (Nickell 1998, p. 37).
Nel 1993 partecipai, con la figlia della signora Rubio (tra gli altri), a una puntata dell'Oprah Winfrey Show (popolarissimo talk show statunitense in onda da quasi venticinque anni. Oprah Winfrey è ritenuta la donna più ricca nel mondo dello spettacolo, N.d.R.), che aveva come argomento i miracoli. Il pubblico non sembrò prendere sul serio la giovane donna, che più tardi se ne stava seduta nella green room (saletta utilizzata in uno studio tv o in un teatro per accogliere gli artisti e gli ospiti in attesa della chiamata in scena, N.d.R.) con un'aria, mi parve, alquanto demoralizzata. Si illuminò quando mostrai interesse per le sue foto e mi invitò a visitare il santuario di sua madre.
Un decennio più tardi, ci andai con il collega Vaughn Rees. Il presunto oggetto sacro viene esposto in una piccola dependance nel cortile posteriore della casa della signora Rubio ed è, nel migliore dei casi, un ex-miracolo, poiché l'immagine non è più riconoscibile.

La Vergine di Clearwater


Tra i simulacri che hanno ottenuto diffusa e ripetuta attenzione dai media c'è quello apparso alla fine del 1996 sulla facciata di vetro di un palazzo finanziario a Clearwater, in Florida. L'immagine era composta da linee fluide che suggerivano il capo velato e le spalle di una donna senza volto, e i fedeli credettero che rappresentasse la Vergine Maria. Era singolarmente iridescente, con i suoi "colori arcobaleno" che si aggiungevano all'effetto generale (Cox 2001).
Anche se non fu mai approvata dalla diocesi locale, l'immagine ha attirato circa un milione di visitatori nel corso degli anni successivi. L'edificio è stato acquistato dai Pastori dei Ministri di Cristo – un gruppo di revivalismo cattolico con sede in Ohio – ed è stato soprannominato Virgin Mary Building (Cox 2001). Il 1° marzo 2004, i tre riquadri in alto della finestra sono stati spezzati da un vandalo . Poco dopo (il 20 marzo), mentre ero in zona per tenere una conferenza, ebbi modo di visitare il sito con il dott. Gary Posner. Egli aveva studiato e monitorato le affermazioni sul "miracolo" di Clearwater e scritto su di esso un articolo definitivo (Posner 1997). Charles Roberts, un chimico locale, aveva esaminato la finestra e tratto profitto dai propri quarant'anni di esperienza nell'analizzare il vetro. Egli spiegò che la macchia iridescente era stata prodotta da depositi di acqua combinati con agenti atmosferici, che avevano innescato una reazione chimica analoga a quella che spesso si vede sulle vecchie bottiglie. «Il colpevole sembra essere l'impianto antincendio automatico», concluse Roberts (Norton 1996; Posner 1997).
In verità, camminando intorno al palazzo rivestito di vetro assieme al dott. Posner e a un altro scettico locale, il professore di astronomia Jack H. Robinson, potemmo vedere che vi erano altri disegni iridescenti sulle finestre, ciascuno in corrispondenza di uno spruzzatore antincendio. Uno di essi, sulla parete ovest, era stato soprannominato il "Buddha" (Posner 1997).

La Madonna di Milton


Nel giugno 2003, migliaia di pellegrini e turisti furono attratti verso un ospedale di Milton, Massachusetts, in cui, su una finestra del secondo piano, era apparsa un'immagine. La maggior parte delle persone la interpretavano come Maria che culla il bambino Gesù, ma secondo alcuni era in piedi tra le nuvole, mentre altri la vedevano a cavallo di una sfera o in cima a una montagna.
Commentai brevemente il fenomeno sulla CNN il 13 luglio. Prima di apparire su una televisione di Boston, e più tardi a BBC Radio (insieme con un portavoce ecclesiale), mi recai a Milton per condurre un'inchiesta in loco. Intervistai un addetto dell'ufficio informazioni dell'ospedale, scattai delle fotografie, e parlai con vari pellegrini. Avevo pensato che non ci fosse alcun bisogno di nascondere la mia identità, e infatti fui presto riconosciuto da uno dei cattolici evangelici con i quali avevo discusso il fenomeno.
Molte delle affermazioni e delle voci circa la "Madonna di Milton" non erano vere. Lo scoloramento non era apparso all'improvviso, ma era iniziato cinque anni prima, quando si era rotto il sigillo del doppio vetro, fenomeno che aveva permesso all'umidità della muratura di mescolarsi con un sigillante che doveva assorbire l'umidità (la finestra è posta dietro un divisorio fisso in muratura e quindi non poteva essere raggiunta dall'interno). Questa non era l'unica finestra scolorita dell'edificio; un vetro all'estremità della costruzione, che recava una forma nebulosa in cui alcuni vedevano un "feto", era già stato sostituito. La voce che affermava che il vetro della finestra sostitutiva si era spaccato come per divina protesta era falsa. Così come falsa era la notizia – diffusa da fanatici antiabortisti – che l'immagine della Madonna era apparsa al fine di avvertire l'ospedale di non praticare aborti; l'impianto effettivamente non possiede neanche una unità di ostetricia (Heuer 2003).
Tuttavia, dopo che all'incirca 25 mila persone avevano visitato il sito nel corso del primo week-end, i dirigenti dell'ospedale rilasciarono una dichiarazione che affermava: «è emerso un notevole problema di sicurezza che mette a repentaglio la capacità dell'ospedale di espletare la sua opera di carità, di trattare malati e infermi» (Milton 2003). Quando i devoti rifiutarono di ascoltare la richiesta dell'ospedale di limitare le visite tra le 17.30 e le 20.30, i funzionari risposero coprendo la finestra con un telo e rimuovendolo solo durante tale orario (Redd 2003). Successivamente, una "croce" fu scoperta sulla canna fumaria dell'ospedale, e furono individuate altre immagini nel fogliame di alberi circostanti.
Presto, però, la frequentazione andò diminuendo, e un portavoce dell'Arcidiocesi di Boston, il reverendo Christopher Coyne, concluse che il fenomeno non era stato né un mistero, né un miracolo (Heuer 2003). E in effetti, questo è vero per tutti i simulacri.

Pubblicato su Skeptical Inquirer, n. 28, novembre/dicembre 2004, pp. 15-17.
Si ringrazia l'editore per aver concesso la riproduzione.

Traduzione di Mirko Elia e Fara Di Maio

Bibliografia


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