L’importanza di imparare a ragionare

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©Ddluong
Nella calura di fine estate, il 31 agosto 2011, il quotidiano la Repubblica ha pubblicato un interessante articolo dal titolo “Basta con la scuola del cuore, ricominciamo a far pensare”. Autore dell’intervento è stato Marco Lodoli, scrittore, giornalista, ma soprattutto insegnante di lettere in un istituto professionale della periferia di Roma.

In occasione dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, Lodoli, pur condividendo le diffuse lamentele per la vergognosa incuria con cui la nostra classe politica gestisce le istituzioni scolastiche, richiama l’attenzione su un altro aspetto, troppo spesso trascurato. Dice Lodoli:

«Ho una convinzione, forse può apparire un po' antipatica ma non importa, credo di aver analizzato bene in questi anni i nostri adolescenti e di aver individuato il punto dolente. Tutto è cominciato a precipitare nel momento in cui qualcuno ha stabilito che l'emotività è l'unico campo in cui si realizza il giovane. Sappiamo bene l'importanza delle ragione del cuore di Pascal, del pensiero emotivo, della forza creativa che vive nei sentimenti e certo non vogliamo che i nostri ragazzi a scuola divengano dei robot: però ho l'impressione che sia stata una debolezza micidiale la rinuncia alla logica, alla razionalità, all'analisi e alla sintesi, all'intelligenza che sa muovere i pezzi sulla scacchiera e le parole nel discorso e i numeri nei quaderni a quadretti».

Chi, come noi del CICAP, è da anni impegnato nella difesa della razionalità, non può che rimanere contento di simili affermazioni, soprattutto se vengono pronunciate da un insegnante e cultore di materie letterarie (la razionalità infatti non deve affatto essere considerata prerogativa delle sole discipline scientifiche). Continua Lodoli:

«Tutta la pubblicità si muove nella direzione dei sentimenti più fasulli e ridicoli: la scuola deve andare nella direzione opposta, verso la ratio e il logos e l'arte dei nessi e delle consonanze. Il pensiero piccolo divide, il pensiero grande unisce, dice Lao-Tze. Intendiamoci: dare corso ai desideri fu un pensiero “rivoluzionario”, 40 anni fa. Ma oggi, quando tutto si è ridotto a slogan suggestivo e vuoto, la vera rivoluzione è riappropriarsi della sostanza».

L’autore non si limita a denunciare una situazione esistente, ma suggerisce anche possibili soluzioni:

«E allora, come ridare forza al pensiero, oggi calpestato dall'orda trionfante e barbara delle sensazioni spicciole, dall'impressionismo e dalla destrutturazione? La lettura è fondamentale perché tuffa lo studente nello scorrere progressivo del tempo, nell'evoluzione dei caratteri, nella riflessione sulle piccole esistenze individuali e sulla vita grande che le contiene. Il prima e il poi segnano una strada. Ovviamente la matematica è la base del pensiero logico: i nostri ragazzi faticano moltissimo anche per risolvere una semplice equazione, spesso respingono l'universo dei numeri proprio perché li obbliga a pensare, a mettere in fila i passaggi, a trovare la soluzione esatta. Più letture, più matematica, dunque, ma anche più filosofia e più traduzioni dalle lingue straniere. Sarebbe bellissimo, poi, se tutti i ragazzi studiassero la musica capirebbero come nelle note si sposano la precisione e la sensibilità».

Le preoccupazioni di Lodoli trovano numerose conferme. L’esame dei risultati delle rilevazioni OCSE-PISA svolte negli ultimi anni hanno evidenziato forti carenza da parte degli studenti quindicenni italiani soprattutto nelle capacità logico-argomentative.

In particolare in Matematica gli studenti italiani mostrano di privilegiare un approccio meramente procedurale e nozionistico nella risoluzione dei problemi, capace solo di esecuzioni meccaniche di istruzioni standardizzate. Proprio in Matematica, lo studente italiano va in crisi quando deve formulare assunzioni in autonomia e svilupparle con un ragionamento accettabile.

La valutazione in merito a una carenza trasversale sull’argomentazione razionale è corroborata dal collegamento fra gli esiti in Matematica, Scienze e quelli in Lettura. Spesso, infatti, le difficoltà nella risoluzione di un problema di Matematica o di Scienze deriva da una errata o incompleta comprensione del testo.

Dai dati OCSE-PISA è inoltre emerso che negli studenti italiani è particolarmente carente la competenza inferenziale. Quest’ultima è una parte della competenza logica che risulta indispensabile per rispondere adeguatamente ai quesiti aperti con risposta articolata che contrassegnano i livelli medio e alto di rendimento OCSE-PISA in Matematica, in Scienze e in Lettura. Al di là dei dati OCSE-PISA inoltre le carenza logiche e argomentative degli studenti appaiono evidenti agli insegnanti di scuola superiore di ogni disciplina e nei test di ammissione ai corsi di laurea universitari.

Tra le molte carenze che affliggono la nostra scuola, vi è quindi sicuramente la scarsa attenzione per l’insegnamento della logica. Tutt’al più essa compare, come piccola parte del programma, nei corsi di matematica. Non ci si rende però conto che le competenze logiche sono ampiamente trasversali e dovrebbero avere un ruolo di rilievo nell’insegnamento di tutte le discipline. A tale proposito va ricordato che ci sono state raccomandazioni provenienti da diverse parti che sono però rimaste ampiamente inascoltate.

Ad esempio, nella Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a Competenze chiave per l’Apprendimento Permanente vengono delineate otto competenze chiave. Fra queste, “comunicazione nella madrelingua” e “competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia”.

L’esame più dettagliato di tali competenze fa comprendere come esse presuppongano evidentemente capacità logiche e argomentative, anche se non sono esplicitamente nominate.

Al di là delle dichiarazioni programmatiche e di intenti, tuttavia, nella scuola italiana va fatto ancora molto per migliorare l’apprendimento della logica e, ancora una volta, le proposte non possono che nascere dai singoli docenti. Mi permetto di segnalare a questo proposito un’iniziativa nata in Liguria e alla quale ho avuto anch’io il piacere di partecipare.

L’ANSAS-Liguria (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica ex IRRE) ha da diversi anni attivato un Progetto Educazione alla Razionalità, all’Argomentazione, alla Logica. Si tratta di una iniziativa che coinvolge attivamente i docenti di scuola secondaria inferiore e superiore e che, attraverso la Logica, intende costruire e successivamente offrire strumenti per un’analisi del modello di razionalità trasmesso e per la definizione di una didattica del ragionamento.

La ricerca e la formazione sono intesi in prospettiva multidisciplinare, quindi coinvolgenti tutte le discipline e rivolte a docenti di tutte le materie, sia scientifiche che umanistiche.

Parecchio materiale relativo al progetto è disponibile sul sito: http://www.irre.liguria.it/progetti/educazione_alla_razionalita/index.htm .
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