Il placebo e il mal d'amore

  • In Articoli
  • 02-08-2017
  • di Sofia Lincos
Può uno spray nasale alleviare il dolore per la fine di una relazione? A quanto pare sì, almeno nella misura in cui è efficace un placebo.

In un articolo pubblicato a marzo sul Journal of Neuroscience[1], un team guidato da Leonie Koban, dell'University of Colorado Boulder, ha cercato infatti di capire se la forza dell’effetto placebo potesse estendersi anche al dolore emotivo, oltre che a quello fisico. Il loro esperimento ha coinvolto 40 volontari, tutti con alle spalle la fine di un rapporto che ancora li faceva soffrire, sottoposti a risonanza magnetica (fMRI) mentre guardavano fotografie dei loro ex e mentre si concentravano sulle emozioni provocate dalla recente rottura (per maggior controllo, veniva mostrata loro anche la fotografia di un amico e venivano sottoposti a un dolore fisico).

Poi, il tutto veniva ripetuto dopo la somministrazione dello spray nasale (in realtà, una semplice soluzione salina): ma a metà dei volontari veniva detto che si trattava di un potente analgesico in grado di ridurre il dolore emotivo, mentre all'altra metà veniva rivelata la vera natura dello spray.

I risultati hanno confermato l’efficacia dell'effetto placebo anche nella sfera sentimentale: il fatto di credere di star assumendo una medicina efficace ha fatto sì che la sofferenza fosse minore. Un risultato non scontato, visto che le regioni cerebrali coinvolte nel dolore fisico e in quello emotivo sono diverse, anche se le aree interessate hanno alcune similitudini.

L’effetto è risultato visibile anche dai risultati delle risonanze magnetiche: nel gruppo convinto di star assumendo una medicina efficace, l’attività cerebrale nelle zone correlate alla regolazione delle emozioni e alla modulazione aumentava, mentre diminuiva in quelle legate alla sensazione di rifiuto.

A quanto pare, le aspettative positive influenzano l’attività della corteccia prefrontale, che a sua volta spinge il mesencefalo a produrre sostanze oppioidi (in pratica, nostri “analgesici”) e neurotrasmettitori come la dopamina (fortemente legata all’umore e al senso di ricompensa).

Lo studio è interessante perché, oltre a capire meglio l'azione della sofferenza emotiva a livello cerebrale, suggerisce anche come utilizzare il potere delle aspettative a proprio vantaggio. Come spiega Leonie Koban[2]: «Fare qualcosa che credi possa aiutarti a sentirti meglio probabilmente ti aiuterà a sentirti meglio». Uomini e donne con il cuore spezzato, prendetene nota.

Note

1) Koban, L. et al. 2017. Frontal-Brainstem Pathways Mediating Placebo Effects on Social Rejection. Journal of Neuroscience 37(13), 3621-3631; doi: 10.1523/JNEUROSCI.2658-16.2017
2) Marshall, L. 2017. When love hurts, a placebo can help. CU Boulder Today, 24 aprile 2017, disponibile all’url https://tinyurl.com/yc93ol6k
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