Dietro Le quinte del convegno (1997)

Enrico Scalas intervista Marino Franzosi


Organizzare un congresso con così tanti partecipanti non è mai cosa semplice. In questa intervista con Marino Franzosi, che ha coordinato il lavoro di preparazione, S&P offre ai suoi lettori uno spaccato di quanto è successo, dietro le quinte, nei mesi precedenti e nei due giorni del congresso. Senza questa testimonianza, il successo di un'iniziativa condotta totalmente da un gruppo di volontari, avrebbe potuto apparire un vero e proprio... fenomeno paranormale.

 

Enrico Scalas intervista Marino Franzosi per S&P:

Cominciamo con un po' di numeri, quante persone ti hanno aiutato nell'organizzazione del congresso?

In pratica tutti i soci attivi del gruppo veneto e quindi una decina di persone. Durante la manifestazione però altri ragazzi dei vari gruppi locali hanno dato un contributo rilevante.

Come avete impostato il gruppo di lavoro che si è occupato di organizzare il congresso?

Innanzi tutto ci siamo fatti raccontare in dettaglio l'esperienza di chi, prima di noi, ha dovuto affrontare l'organizzazione dei congressi Cicap. In particolare, l'aiuto di Massimo Polidoro è stato determinante.

Anche la nostra personale esperienza maturata nell'organizzazione di conferenze in questi tre anni di vita del gruppo veneto ci è stata utile.

Durante tutto il periodo organizzativo i contatti col direttivo nazionale sono stati intensissimi, con continui scambi di informazioni, suggerimenti e consigli.

Abbiamo quindi cercato di capire quali fossero le varie fasi organizzative da affrontare che abbiamo individuato in: scelta delle date, delle aule, ricerca di sponsor.

Il direttivo Cicap, si è occupato in larga misura della stesura del programma ed è stato provvidenziale avere in mano l'elenco dei relatori e dei temi trattati fin dal mese di aprile. Senza il programma, infatti, non si poteva procedere di un passo.

Stabilito, seppur approssimativamente, il periodo, con i ragazzi del gruppo veneto abbiamo cercato di fare un elenco delle possibili aule e dei possibili sponsor.

La difficolta' che abbiamo subito incontrato, è stata che le aule migliori risultavano occupate nei giorni da noi previsti. Potevamo cambiare le date ed avere così accesso a queste sale ma perdevamo alcuni relatori che già si erano dichiarati impegnati per certi periodi. E poi: le aule universitarie più prestigiose erano a pagamento e senza uno sponsor non potevamo permetterci di investire troppi soldi solo nei locali considerando che tutte le spese successive risultavano una incognita preoccupante.

D'altro canto dovevamo ancora decidere a quali aziende chiedere un contributo (o meglio, identificarne gli indirizzi e i referenti) ed eravamo consapevoli che, anche attivandosi subito, non potevamo avere una risposta in tempi brevi. Questa è stata, a mio avviso, la situazione più difficile da gestire.

Abbiamo tutti pensato, ovviamente, all'Aula Magna del Palazzo del Bo' ma subito ci è stato segnalato che non si poteva ottenere. Infatti, il sabato pomeriggio e la domenica è chiusa, così come tutto il complesso del Palazzo del Bo'.

Ci siamo allora informati allora per altri luoghi. I problemi, anziché diminuire però sono aumentati: le aule oltre i 300 posti, a Padova, si contano sulle dita di una mano. Per alcune non c'era la disponibilità, per altre non c'era il personale, per altre ancora il limite era rappresentato dai giorni festivi e prefestivi. Negli stessi giorni abbiamo anche cercato i teatri dove poter tenere la "Serata paranormale" o come ultima spiaggia, l'intero congresso: Il teatro comunale di Padova risultava chiuso per restauri, altri teatri venivano convertiti in cinema proprio di sabato e domenica, l'unico disponibile era divenuto sede di appoggio del Comunale e della Fenice di Venezia.

Insomma un disastro.

Poi, piano piano le cose hanno iniziato a girare nel verso giusto. Il Rettore dell'Università di Padova - l'unico che poteva decidere se concedere o meno l'uso dell'aula Magna del Bo' - ha scritto sulla nostra richiesta "da concedere per tutto il giorno e gratuitamente", cosa che ha stupito non poco anche gli impiegati del rettorato. Forti di questa sede prestigiosa, abbiamo allora contattato il Comune di Padova, facendo ovviamente notare la cosa e poco dopo l'assessore alla cultura ci ha concesso l'uso gratuito dell'auditorium Modigliani per sabato sera e la domenica.

I vari patrocini, invece, sono arrivati senza eccessivi problemi, se non le innumerevoli telefonate e i ripetuti invii alle rispettive sedi, di documentazione varia sul Cicap e sul congresso. Per alcuni di questi, a onor del vero, si è resa necessaria l'iscrizione nell'albo delle libere associazioni riconosciute, che tradotto significa compilare una serie cospicua di moduli e prestampati. Non sono mai arrivati, invece, i contributi che pure avevamo richiesto a Comune, Provincia e Regione. Per il patrocinio dell'Università invece è stata necessaria un'apposita domanda e, come vuole la prassi, il parere favorevole di un Preside di Facoltà. Per noi è stato il Preside della Facoltà di Scienze.

Altre domande si sono rese necessarie per poter usare il logo dell'Università dovendo poi far visionare tutti i manifesti e depliant in cui tale logo appariva.

E con gli sponsor come è andata?

Le richieste di sponsor invece hanno dato esiti davvero sconfortanti. Almeno trenta sono state le aziende che abbiamo contattato tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Numerosissime poi le telefonate per capirne le sorti. Una sola impresa si è dimostrata davvero interessata ma non ha potuto concedere nulla poiché i contributi relativi all'anno 1997 erano stati già tutti fissati l'anno prima. Di questa prassi aziendale, e cioè il decidere con un anno di anticipo i contributi da elargire, dovremo tener conto per i congressi futuri.

Vorrei ancora ricordare che sono stati stampati e spediti 4500 inviti. Enorme lavoro, fatto ai primi di agosto da quei pochi valorosi che sono rimasti a dare una mano - insieme ad alcuni loro amici e parenti.

Abbiamo cercato, inoltre, di individuare e distribuire tra noi tutte le varie mansioni necessarie nei giorni del congresso, dal trasporto del materiale per i tavolini, al cambio delle targhe con i nomi dei relatori, alla distribuzione dei cartellini di riconoscimento per l'ingresso.

Quali sono state altre difficoltà importanti che avete incontrato nei mesi precedenti il congresso?

I "cambi di programma". Alcuni relatori, come avrete notato, non erano presenti e questo ha comportato un po' di disagio nell'assestare il resto delle relazioni. Fortunatamente siamo riusciti, in poco tempo, a sistemare il tutto.

Altri inconvenienti sono stati relativi alla stampa degli striscioni che, per una serie interminabile di problemi tecnici, che non sto a raccontare, sembrava non riuscissimo mai a ottenere (in effetti li ho ritirati venerdì 24 ottobre, dieci minuti dopo l'orario di chiusura del negozio!). L'organizzazione della conferenza stampa, indetta per venerdì 24 ottobre nella sala Rossini del Caffè Pedrocchi (concesso, sempre gratuitamente, dal Comune di Padova) ci ha dato abbastanza lavoro. Abbiamo contattato via lettera prima, poi via fax e telefono decine di giornalisti e testate.

All'ultimo momento capitano sempre un sacco di imprevisti. Questa volta cosa è successo? Avevo sentito che la riuscitissima Serata Paranormale con la partecipazione di Piero Angela è stata in forse fino all'ultimo ...

E' stato davvero terribile. Venerdì 24 ottobre Piero Angela era febbricitante nonché convalescente da un'operazione ad un ginocchio. Per la serata avevamo già il "tutto esaurito" e non volevo immaginare cosa sarebbe successo senza Angela.

Solo sabato mattina abbiamo avuto la conferma definitiva. Alla fine, grazie alla grande disponiblità di Angela, è andato tutto bene!

Hai idea di quali siano stati i "picchi d'ascolto", cioè i momenti in cui erano presenti più persone?

Difficile dirlo. Fin dalle prime ore del congresso quasi tutti coloro che si erano iscritti erano già presenti. L'unico dato che può essere evidenziato riguarda la conferenza di Luigi Garlaschelli sulla Sindone che doveva tenersi la domenica mattina. Per vari motivi questa è slittata a domenica pomeriggio e mi immaginavo che molte persone se ne sarebbero andate, visto il forte ritardo. Invece in molti si sono fermati per poterla seguire.

Come sono andati i tavolini allestiti dai gruppi locali? A uno ho visto in vendita una sostanza tissotropica che replica il comportamento del sangue di San Gennaro prodotta secondo la ricetta di Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala.

Benissimo, molto il materiale Cicap venduto e molte le nuove adesioni. Credo che anche i vari gruppi regionali siano riusciti nel loro intento. Le boccette con la sostanza tissotropica sono state un grande successo.

La domenica mattina molti giornali parlavano del congresso. Quali aspetti hanno attirato di più l'attenzione dei cronisti?

L'eco del congresso sui giornali è stata, a mio avviso, di tutto rispetto. Ovviamente i nomi dei personaggi più illustri, da Angela a Garattini, sono stati i motivi di maggior richiamo. Gli articoli sono stati abbastanza equilibrati anche se non sono mancati i titoli sensazionalistici e la sottolineatura più degli aspetti spettacolari che di quelli scientifici.

Comunque c'è da ritenersi soddisfatti.

Quindi ti ritieni soddisfatto del lavoro svolto? Quale pensi sia stato il punto debole dell'organizzazione?

Sì, io sono soddisfatto. Siamo stati sicuramente fortunati poiché molti potevano essere gli imprevisti ma alla fine tutto è filato per il verso giusto.

Il principale punto debole dell'organizzazione è stata la mancanza di esperienza che ci ha fatto perdere del tempo e trascurare, maldestramente, alcuni aspetti tecnici come le riprese video, fatte ancora con apparecchiature amatoriali - seppur da bravissimi "cameramen" - e l'attrezzatura audio delle sale che non era stata preventivamente controllata (al Modigliani mancava un radio-microfono e quindi il pubblico ha dovuto "urlare" le domande).

Organizzeresti ancora un congresso del CICAP?

Questa ha l'aria di una domanda trabocchetto... Se potessi contare di nuovo sull'aiuto di bravissimi e infaticabili ragazzi quali sono stati quelli del gruppo Veneto, sì, credo che accetterei.


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