Strane luci e oggetti misteriosi nei cieli dell’Antico Egitto?

Un papiro ritrovato nel 1934 da Alberto Tulli, direttore del Pontificio Museo Egizio Vaticano, sembrava essere una delle più antiche testimonianze di avvistamenti ufologici mai ritrovate.

La storia del papiro, alquanto controversa, è già stata raccontata nel numero 53 di Scienza & Paranormale: la riassumiamo qui brevemente, rimandando all'altro articolo per gli approfondimenti. Alberto Tulli non poté acquistare il papiro, che aveva trovato su una bancarella del Cairo, perché era troppo caro; si limitò quindi a ricopiarlo. Il papiro raccontava di avvenimenti dell'epoca del regno di Thuthmosis III (circa 1504-1450 a.C.).
Già nel testo originale presentava molte cancellazioni, ma si poteva facilmente intuire il racconto di avvistamenti di "un cerchio di fuoco" e di altri oggetti che «divennero sempre più numerosi nei cieli d'Egitto. Il loro splendore superava quello del sole ed essi andavano e venivano liberamente per i quattro angoli del cielo».

Una recente traduzione del papiro è stata eseguita da Franco Brussino, un appassionato dell'Antico Egitto iscritto alla community internet di Egittologia.net. Brussino ha avuto la sensazione di avere già visto alcune delle frasi del papiro e, dopo alcune ricerche, ha avuto conferma di ciò che pensava: il papiro di Tulli è in realtà un abile montaggio di frasi tratte dagli esercizi della Egyptian Grammar di Gardiner, una delle grammatiche più usate da chi impara la lingua geroglifica.

Siamo quindi di fronte a una burla, così ben architettata da aver ingannato anche un esperto come Tulli, che pure era a conoscenza del fatto che attorno ai siti archeologici più famosi circolano molti venditori di falsi archeologici.
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