L’evoluzione del mystero: dalla magia alla cospirazione globale

Una cronaca dell’XI Convegno nazionale del CICAP di Abano Terme, per chi non c’era e per chi vuole rivivere una bella pagina di storia del Comitato

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Da sinistra: Sergio Della Sala, Peter Kramer, Luciano Arcuri. ©CV

I lavori del Convegno sono stati ufficialmente aperti da Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP, da Piero Angela, e da Steno Ferluga, astrofisico dell'Università di Trieste e presidente del CICAP. Polidoro, dando il benvenuto ai presenti, ha ricordato i venti anni di esistenza del CICAP, sottolineando la sua evoluzione dai primordi a oggi e ricordando gli amici che non sono più tra noi, due per tutti: Riccardo Mancini e Franco Ramaccini. Angela ricorda il suo programma televisivo sulla parapsicologia del 1978 che determinò i suoi primi contatti con Paul Kurtz, presidente del Comitato CSICOP statunitense, oggi CSI, e con James Randi. Sottolineando l'importanza del servizio sociale svolto dal CICAP, richiama la necessità di aumentare le adesioni al CICAP. A tale proposito lancia un'idea: invitare ogni socio a regalare, per le festività natalizie, un'iscrizione al CICAP. Ferluga, dopo i ringraziamenti agli enti che hanno contribuito alla realizzazione del convegno (Università degli studi di Padova, Provincia di Padova, Regione Veneto), nella sua relazione dal titolo "Il CICAP ha vent'anni: che cosa è cambiato", sottolinea la ricchezza del programma del convegno di quest'anno e illustra le motivazioni che hanno portato alla scelta del titolo del convegno. In 20 anni il panorama del paranormale è molto cambiato, anche a causa dei movimenti scettici: dalle classiche ESP, PK e astrologia si è passati alle correnti New Age, alle leggende urbane, alle teorie complottistiche, alle varie discipline pseudoscientifiche. La scienza ha sostanzialmente vinto la battaglia contro il paranormale classico e così il pensiero alternativo ha cercato nuove vie, spostandosi dal terreno puramente scientifico a quello sociale. Ferluga ha mostrato interessanti dati statistici che dimostrano questi cambiamenti. Cambiamenti che rendono sempre più attuale la necessità di cambiare la "P" di CICAP da "Paranormale" a "Pseudoscienza". Prende quindi la parola Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano. Nella sua relazione dal titolo "Il bisogno di razionalità in un mondo spesso irrazionale", Garattini sottolinea come alcuni importanti concetti, come quello di probabilità, variabilità e causalità, non sono entrati nell'uso comune. Gran parte della responsabilità ricade sui nostri sistemi formativi: scuola e università. In campo medico, ma non solo, si assiste continuamente a un errato uso del rapporto di causa ed effetto che porta a conclusioni del tutto erronee. La proliferazione delle medicine complementari (non più chiamate alternative) va ricercata nella scarsa razionalità con cui questi argomenti vengono spesso affrontati, nel diffuso mito del naturale, nell'ambiguo comportamento degli ordini dei medici e delle istituzioni (è recente l'istituzione di un master in Naturopatia alla Sapienza di Roma, vedi p. 6 di questo numero) e nelle gravi carenze legislative. Tutto questo determina un mix che può portare a conseguenze tragiche, come la morte della povera bambina affetta da fibrosi cistica che veniva curata con la medicina ayurvedica.

Sessione I: inganni e illusioni della mente

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Armando De Vincentiis. ©CV

Dopo il coffee break inizia la prima sessione congressuale, moderata da Sergio Della Sala, professore di Neuroscienze all'Università di Edimburgo e socio effettivo CICAP. Nella sua relazione dal titolo "Le illusioni della mente", Della Sala evidenzia, con numerosi esempi, l'ingannevolezza della mente umana. Cita in particolare alcuni fenomeni di pareidolia che hanno portato alcuni a riconoscere il volto di John Travolta su un toast o quello di madre Teresa su un croissant, fino all'immagine capovolta di un Berlusconi mostruoso (ma apparentemente normale). Della Sala mostra così come la nostra mente percepisca ed elabori la realtà in modo tutt'altro che affidabile. Parlando poi dei rapimenti alieni, dispensa un utilissimo consiglio: il modo migliore per non essere rapiti è non credere agli alieni! La parola passa quindi a Luciano Arcuri, professore di Psicologia delle comunicazioni di massa all'Università di Padova e presidente del CICAP-Veneto che tiene una relazione dal titolo "Le armi della persuasione". Arcuri mostra come il contesto sociale possa fortemente influenzare il comportamento individuale. Significativi esperimenti mostrano, ad esempio, come anche compiti semplici, quale la valutazione comparativa della lunghezza di un segmento, possano essere pesantemente influenzati dal giudizio altrui a causa di una nostra radicata tendenza al conformismo. Al conformismo contribuisce anche una regola della reciprocità secondo la quale tendiamo ad aiutare chi ci ha aiutato e altri particolari meccanismi mentali, quali il "ripiegamento dopo un rifiuto", la "regola dell'impegno", il "principio di coerenza". Meccanismi illustrati nei dettagli nel celebre libro di Robert Cialdini, Le armi della persuasione. È quindi la volta della relazione di Peter Kramer, psicologo dell'Università di Padova, dal titolo "Il legame tra attenzione verso cose inaspettate e credenze". Kramer illustra come recenti studi abbiano evidenziato il ruolo evolutivo delle credenze senza prova (comprese quelle religiose). La tendenza umana ad attribuire senso a coincidenze puramente casuali è una sorta di sottoprodotto dell'evoluzione della mente. Dalla cattura dell'attenzione nasce la creazione di schemi e da questi nascono le credenze. Le credenze sono quindi sottoprodotti degli schemi mentali. Interessanti esperimenti mostrano che chi ha un'elevata tendenza a credere ha tempi di risposta nella cattura dell'attenzione nei confronti di eventi inaspettati più brevi. Inoltre è radicata nell'uomo la tendenza a rimanere fedele alle proprie credenze: cambiare gli schemi richiede infatti fatica e aumenta i tempi di risposta.

Sessione II: in cerca di misteri tra fantasia e realtà

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Matteo Borrini. ©CV

Il Convegno prosegue con la seconda sessione moderata da Stefano Bagnasco, fisico dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare di Torino, sperimentazioni CICAP. Il primo intervento è quello di Armando De Vincentiis, psicologo e segretario del CICAP-Puglia, dal titolo "Il licantropo spensierato: un caso di delirio zoo antropico". Viene esaminato l'interessante caso di un giovane contadino che, durante la notte, è talvolta convinto di trasformarsi in lupo. Il contadino ha la sensazione di avere un forte legame con i lupi che un tempo popolavano le montagne della zona ed è convinto che spesso visitino casa sua. De Vincentiis illustra il ruolo delle credenze diffuse nell'ambiente sociale in cui si vive sullo sviluppo della malattia mentale: la madre del giovane, che crede nella licantropia, è ad esempio orgogliosa della condizione particolare del figlio che considera una sorta di privilegio. La seconda relazione è quella di Matteo Borrini, archeologo e antropologo forense, dal titolo "Da Dracula alla donna vampiro: autopsia di un non-morto e nascita di una leggenda". Borrini esamina le varie tipologie di vampiri: dai pipistrelli, ai vampiri letterari, da quelli cinematografici a quelli originati dal folklore. L'idea dei morti che ritornano caratterizza l'idea di vampiro in varie culture. La conservazione casuale di cadaveri in buono stato ha alimentato il mito dei non-morti che venivano spesso identificati come la causa di gravi epidemie. Le scarse conoscenze tanatologiche del passato e l'ignoranza delle vere cause delle epidemie hanno alimentato e propagato il mito dei vampiri, sopravvissuto fino ai giorni nostri. Giuseppe Lippi, direttore di Urania, presenta un intervento dal titolo "Questa è fantascienza, non pseudoscienza". Lippi sottolinea come la fantascienza non sia in conflitto con la realtà e con la scienza.
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Da sinistra: Giuseppe Lippi e Fabio Pagan. ©CV
Essa si limita infatti a mostrare "le meraviglie del possibile". Molti scienziati (Isaac Asimov e Arthur Clark sono gli esempi più celebri) si sono dedicati alla fantascienza. Ovviamente la fantascienza deve essere guidata dalla razionalità e deve evitare a tutti costi di cadere nel fideismo, rischio particolarmente elevato per le tematiche ufologiche. All'intervento di Lippi fa seguito quello di Steno Ferluga, che presenta una relazione dal titolo "Biofotoni a Trieste". Ferluga illustra l'incredibile vicenda dell'installazione, presso la Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) di Trieste, di una targa, realizzata dalla ditta BEFEC, che garantirebbe "protezione contro le radiazioni cosmiche e telluriche", costata ben 70 mila euro. Dopo la prima lettera di protesta inviata al Piccolo e scritta da otto fisici dell'ICTP (International Centre for Theoretical Physics), della questione si è occupato il blog di Beppe Grillo. Successivamente, dopo la pubblicazione di un articolo del CICAP scritto da Ferluga e Fulvio Crisciani sul giornale locale, il Piccolo, anche il programma televisivo Striscia la notizia, ha trasmesso un servizio sulla vicenda, intervistando l'astrofisica Margherita Hack. La ditta BEFEC ha allora deciso di querelare Ferluga, Crisciani e la Hack. Il giudice ha però riconosciuto il "diritto di critica" e ha archiviato il caso. Nel luglio 2009 la CCIAA ha pensato bene di nascondere al pubblico la targa per evitare ulteriori polemiche.

Sessione III: indagare i misteri per capire la scienza

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Andrea Ferrero. ©Alberto Villa

La sessione mattutina di sabato 10 ottobre è moderata da Adalberto Piazzoli, fisico dell'Università di Pavia e vicepresidente del CICAP. La prima relazione è quella di Andrea Ferrero, ingegnere della Thales Alenia Space di Torino, formazione CICAP, dal titolo "Panico satanico: leggende di ieri e oggi sul culto del diavolo". Ferrero fornisce una esauriente panoramica dei miti e delle leggende legate al satanismo che spesso vengono invece presentate dai media come fatti di cronaca. L'origine di tali leggende è riconducibile al libro Michelle remembers in cui la protagonista ricorda, sotto ipnosi regressiva praticata dallo psichiatra canadese Lawrence Pazder, ciò che dovette subire da bambina da parte dei genitori satanisti. Il libro stesso è però zeppo di contraddizioni ed è ben poco attendibile. Le false credenze sul satanismo furono inoltre favorite, oltre che dal successo del libro, dall'atteggiamento ostile verso le nuove forme di religiosità, viste come una minaccia per i valori tradizionali. Per il satanismo, in definitiva, sono quanto mai attuali le parole di Robert Lynd: "Nulla ci fa sentire tanto buoni quanto l'idea che qualcun altro sia malvagio". La seconda relazione è quella di Luca Antonelli, matematico e informatico del CICAP-Cuneo, dal titolo "Il rabdomante di Sanfront".
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Francesco Grassi intervistato da Pif. ©AV
Antonelli illustra l'indagine condotta dal gruppo CICAP-Piemonte su un sedicente rabdomante in grado di captare i segnali emessi dall'acqua e da "corpi cavi" nascosti. Con una procedura in cieco il rabdomante avrebbe dovuto individuare la posizione di 24 scatole contenenti sfere di gomma da lui stesso preventivamente "caricate". Per dimostrare i suoi poteri il rabdomante avrebbe dovuto indovinare almeno 18 scatole. Nella prova condotta ne ha indovinate solamente 11. Il successivo intervento è quello di Marco Morocutti, progettista elettronico, sperimentazioni CICAP, dal titolo "A scuola dallo stregone. Che cosa ho imparato esaminando sensitivi". Riprendendo il titolo del celebre libro di Carlos Castaneda, Morocutti ripercorre anni di indagini su presunti misteri: dagli UFO, che molto spesso risultano IFO (Identified Flying Objects), ai guaritori filippini, dalle indagini condotte per la trasmissione televisiva Voyager fino alla psicofonia. Dall'avvincente rassegna emerge chiaramente la fallibilità della mente umana, la scarsa attendibilità delle testimonianze, l'importanza del ruolo dei prestigiatori: fattori che devono essere tenuti ben presenti in qualsiasi seria indagini su presunti sensitivi ed eventi apparentemente misteriosi.

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Luigi Garlaschelli presenta la sua ricerca sulla Sindone. ©CV
A Morocutti segue Francesco Grassi, ingegnere, sperimentazioni CICAP, con un intervento dal titolo "Geni, memi, UFO e cerchi nel grano". Attraverso un'originale relazione, Grassi ripercorre le tappe principali dell'ufologia e del fenomeno "cerchi nel grano" in particolare. Prendendo a prestito il controverso concetto di "meme", introdotto da Richard Dawkins, Grassi ipotizza che il meme "creare i cerchi" viva in simbiosi con un altro meme: "credere nella comunità dei credenti". La relazione, in occasione dell'anno darwiniano, si conclude con un omaggio a Charles Darwin che ha "ricondotto l'uomo con i piedi per terra". Il successivo intervento è quello congiunto di Beatrice Mautino, biotecnologa, divulgatrice e socia effettiva CICAP, e di Stefano Bagnasco, fisico dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare di Torino, sperimentazioni CICAP, dal titolo "Invito alla scienza con mystero". Mautino e Bagnasco sottolineano la funzione didattica dei misteri. Attraverso numerosi esempi, i relatori mostrano come ogni mistero possa infatti essere "una fava" che può consentire di prendere ben "tre piccioni": 1) svelare lo stesso mistero, 2) insegnare un concetto scientifico e 3) raccontare come funziona la scienza. Il terzo intervento è quello di Luigi Garlaschelli, chimico dell'Università di Pavia e responsabile sperimentazioni CICAP, dal titolo "Nuove indagini sul paranormale religioso".
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Luigi Garlaschelli e i fotografi. ©CV
Garlaschelli illustra gli interessantissimi risultati della sua ultima indagine sperimentale: il tentativo di riprodurre l'immagine della Sindone di Torino. Attraverso una dettagliata descrizione delle tecniche utilizzate, Garlaschelli mostra al pubblico del teatro di Abano il risultato delle sue fatiche. Un telo di lino di metri 4,40 per 1,10, fatto appositamente tessere da un laboratorio specializzato, mostra un'immagine sindonica visivamente identica all'originale. Oltre la somiglianza visiva, l'immagine riproduce le stesse caratteristiche dell'originale: presenta un negativo sorprendentemente realistico, è superficiale (limitata cioè alle fibre più esterne del telo), non contiene pigmenti, ed è dovuta a un ingiallimento delle fibre del tessuto. Inoltre, l'immagine non mostra fluorescenza alla luce UV e contiene, se elaborata col computer, sorprendenti informazioni tridimensionali impossibili da ottenere da un normale negativo fotografico. Garlaschelli ci tiene a sottolineare che la sua riproduzione non vuole affermare che l'originale è stata prodotta nello stesso modo, ma vuole semplicemente dimostrare che un falsario del 1300 avrebbe potuto benissimo, con semplici mezzi, realizzare la Sindone: contrariamente a quanto è sempre stato sostenuto dai sindonologi.

Sessione IV: le grandi teorie del complotto del XX secolo

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Da sinistra:Glauco Cartocci, Diego Verdegiglio, Lorenzo Montali, Simone Angioini, Paolo Attivissimo. ©CV
Nel pomeriggio, parallelamente a una riunione organizzativa dei gruppi locali CICAP, inizia la IV sessione congressuale dal titolo "Le grandi teorie del complotto del XX secolo", moderata da Lorenzo Montali, ricercatore all'Università di Milano-Bicocca e direttore di Scienza & Paranormale. La prima relazione è proprio quella di Montali, dal titolo "Il fascino della cospirazione". Partendo dalle ipotesi complottistiche relative all'attentato dell'11 settembre 2001, Montali analizza i processi che determinano la nascita e la diffusione delle teorie complottistiche. Un'altra teoria significativa è quella che afferma che il virus dell'AIDS sia stato creato in laboratorio per uccidere determinati gruppi di minoranze etniche e che esisterebbe una cura che viene però tenuta nascosta ai poveri. Significativi sono pure i risultati di una ricerca che ha analizzato, a dieci anni di distanza, i ricordi relativi alla cura Di Bella: anche in questo caso abbondano le ipotesi complottistische che accusano medici, case farmaceutiche e uomini politici di aver manipolato i risultati della sperimentazione. Montali illustra infine le varie ipotesi che la psicologia sociale ha elaborato per interpretare il fenomeno della "retorica del complotto" e alcune indicazioni metodologiche necessarie per affrontarne in modo razionale lo studio.
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Paolo Attivissimo. ©AV
L'intervento successivo è quello di Diego Verdegiglio, scrittore e ricercatore, dal titolo "L'omicidio di Kennedy e il proiettile magico". Verdegiglio chiarisce subito che non vi è alcun dubbio che la versione ufficiale dell'assassinio di Kennedy corrisponda alla realtà dei fatti: Lee Harvey Oswald ha ucciso il presidente e il poliziotto Tippit e Jack Ruby, due giorni dopo, ha ucciso Oswald. Questo è stato ampiamente dimostrato dalla Commissione Warren prima e, successivamente dalla United States House Select Committee on Assassinations. Ciò nonostante le teorie complottistiche sull'assassinio di Kennedy sono popolarissime. Esse non forniscono risposte e tantomeno prove: si limitano a disseminare dubbi e vere e proprie bufale. La fantasia non ha limiti e fino a oggi sono stati ipotizzati una cinquantina di possibili mandanti dell'attentato di Dallas: tra questi persino gli alieni che avrebbero punito Kennedy per aver iniziato la conquista dello spazio. Non mancano le ipotesi che sostengono che Kennedy sarebbe sopravvissuto all'attentato. Sempre in tema di teorie complottistiche è la volta di Glauco Cartocci, pubblicitario, musicista e scrittore, che presenta una relazione dal titolo "Complotti musicali: il caso del doppio Beatle". Rifacendosi al suo libro Il caso del doppio Beatle. Il più completo dossier sulla "morte" di Paul Mc Cartney, Cartocci ricostruisce la storia della bufala secondo la quale Mc Cartney sarebbe in realtà morto e quello in circolazione sarebbe un suo sosia. L'origine della bufala è riconducibile a un DJ americano e numerosi sono gli indizi che la alimentano (grafici, sonori, eccetera) che compaiono negli stessi dischi del complesso di Liverpool. La quantità di tali indizi secondo Cartocci non può essere casuale. Secondo la sua ipotesi la bufala potrebbe essere stata alimentata dagli stessi Beatles come una sorta di grande gioco intellettuale anche se non esiste una prova definitiva in tal senso

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Simone Angioini. ©AV
L'intervento successivo è quello di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale, con una relazione dal titolo "Complotti lunari: siamo mai andati sulla Luna?". Ci siamo andati eccome: complessivamente 6 volte e ben 12 uomini hanno messo piede sul nostro satellite tra il 1969 e il 1972. Ed esiste una documentazione enorme (scaricabile anche dal sito della NASA, per esempio quindi accessibile a tutti) e numerosissime prove schiaccianti che lo confermano.
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Umberto Guidoni e Fabio Pagan. ©AV
Attivissimo illustra nei dettagli alcune di queste inconfutabili prove che in nessuna maniera potrebbero essere state falsificate. Del tutto infondate appaiono al contrario le "prove" di coloro che sostengono che in realtà gli allunaggi siano stati una montatura e che le riprese e le immagini diffuse siano state ottenute in un set cinematografico. Ipotesi balzane e inconsistenti che trovano però molti sostenitori. Conclude la sessione l'intervento di Simone Angioni, chimico dell'Università di Pavia, che si intitola "Tracce nel cielo: il complotto delle scie chimiche". Partendo da un filmato delirante trasmesso dalla trasmissione Voyager, Angioni smonta una per una le affermazioni degli "sciachimisti". Quello che preoccupa, al di là delle farneticazioni che si possono trovare in Internet, è che l'ipotesi delle scie chimiche è stata più volte presa sul serio da alcuni parlamentari che hanno presentato in proposito interpellanze e interrogazioni parlamentari.

Nel pomeriggio, il grande Silvan incontra il pubblico del teatro, intervistato da Massimo Polidoro, raccontando aneddoti della sua carriera che dimostrano il suo impegno contro l'irrazionalità e le false credenze. Un racconto affascinante ed entusiasmante, arricchito da preziosi e rari filmati, che si conclude con la consegna a Silvan del premio "In difesa della ragione 2009", premio che il CICAP assegna periodicamente a chi si è particolarmente distinto nella battaglia a favore della razionalità.

Sessione V: il gioco tra razionalità, logica e magia

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Arnaldo Bibo Cecchini. ©AV
Reduci dall'interessantissima serata speciale dedicata al 40esimo anniversario della conquista della Luna con Piero Angela, Umberto Guidoni, Steno Ferluga e Paolo Attivissimo e, per chi ha voluto fare le ore piccole, dal "Fuori orario dei mysteri" condotto da Fabio Pagan, i congressisti si ritrovano domenica mattina per iniziare la terza giornata di convegno. La prima sessione, "Il gioco tra razionalità, logica e magia", è moderata da Arnaldo Bibo Cecchini, docente di Tecniche Urbanistiche all'università di Alghero ed esperto di giochi. Nella sua relazione di apertura, Cecchini approfondisce il concetto di gioco facendone un'accurata analisi teorica. I giochi, costretti tra libertà e necessità, possono essere costituiti da quattro atomi: agon, alea, mimicry e illinx. Dalla combinazione dei quattro atomi derivano poi i giochi molecolari. Tutti i giochi sono parenti stretti dell'inganno e, citando infine Machiavelli, Cecchini conclude affermando che "colui che inganna troverà sempre chi si lascia ingannare".
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Mariano Tomatis. ©AV
La relazione successiva è quella di Mauro Gaffo, giornalista, direttore di Brain Trainer e vicedirettore di Focus, dal titolo "Da «Non capite niente» a «Siete il massimo». Come funziona il rapporto lettore-giornale, in un giornale scientifico come Focus e in un giornale di enigmistica come Brain Trainer". Analizzando le lettere dei lettori inviate alle redazioni delle due testate, Gaffo cerca di comprendere l'atteggiamento dei lettori nei confronti dei giornali. Gaffo si sofferma poi sulla profezia della presunta fine del mondo del 2012 ed esamina i rapporti tra scienza e magia che si attuano in vari ambiti, quale ad esempio il gioco d'azzardo. A proposito di gioco, è importante che l'aspetto ludico sia presente nell'esercizio sia del fisico che della mente: l'esempio tipico è rappresentato dal sudoku. È quindi la volta di Mariano Tomatis, ricercatore e scrittore, con la sua relazione dal titolo "Matematica e paranormale: da Gödel a Dylan Dog". Attraverso una brillante esposizione, Tomatis illustra, con divertenti esempi, che spaziano dalla psicocinesi alla telepatia, dalla chiaroveggenza alla numerologia e ai dischi volanti, come la matematica possa essere utilizzata per creare apparenti effetti magici. Gli esempi mostrano inoltre chiaramente l'importanza del protocollo seguito nelle indagini sul paranormale. I giochi magici che sfruttano proprietà matematiche sono molto antichi e si ritrovano, ad esempio, in un manoscritto di fine Quattrocento di Luca Pacioli. Un libro più recente che ne tratta ampiamente è L'incredibile dott. Matrix di Martin Gardner.
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Gianni Sarcone e Marie-Jo Waeber. ©AV
La relazione successiva è quella di Gianni Sarcone e Marie-Jo Waeber, giocologi di Archimedes lab Genova, dal titolo "Sembra impossibile! Condizionamenti, blocchi e trappole mentali nei giochi di ingegno". Sarcone e Waeber divertono il pubblico con i loro rompicapi geometrici, logici e matematici che mostrano chiaramente come la nostra mente sia vittima di condizionamenti: certi compiti appaiono impossibili semplicemente perché non riusciamo a uscire da veri e propri blocchi mentali in cui noi stessi ci intrappoliamo.

La mattinata prosegue con l'assegnazione dei premi per i migliori poster presentati al convegno, per il concorso letterario di racconti paranormali e per quello dei migliori falsi paranormali. Alla premiazione fa seguito la proiezione del documentario Il mistero di Lovecraft che analizza una presunta visita dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft in Polesine. Alla presenza di uno dei registi, Federico Greco, viene infine svelato il mistero che caratterizza il documentario: Lavecraft ha realmente visitato il nostro paese? Si tratta in definitiva di un'opera di pura fantasia e di un significativo esempio di marketing virale che dimostra chiaramente il fascino e il potere del mito e delle leggende popolari.

Sessione VI: scienza ed educazione

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Roberto Cubelli. ©AV
Il convegno si avvia alla conclusione con l'ultima sessione "Scienza ed educazione", moderata da Sergio Della Sala, mentre in contemporanea si svolge il Workshop di magia "Un laboratorio magico a porte chiuse" con la partecipazione di Massimo Polidoro, Walter Rolfo, Edoardo Pecar, Alex Rusconi, Nicolas D'Amore, Mariano Tomatis e Luigi Garlaschelli. Della Sala introduce la sessione mostrando un breve filmato in cui il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini sbaglia l'accento di una parola e si sofferma sui falsi miti neurologici e sui concetti pseudoscientifici che troppo spesso influenzano la didattica e le pratiche educative. Il primo intervento è quello di Roberto Cubelli, docente di Psicologia Generale, Università di Urbino, e si intitola "I maestri, il moscone e la penna rossa". Cubelli, attraverso esempi tratti dall'attualità, si sofferma sul problema di distinguere informazioni corrette e informazioni fasulle. La scuola dovrebbe insegnare l'autonomia critica. Vengono poi smentiti numerosi luoghi comuni che riguardano gli studenti. La scuola ha bisogno di nuovi modelli: non è più il tempo del libro Cuore o della riforma Gentile. Lo stesso ruolo dei docenti è in fase di cambiamento. Il secondo intervento è quello di Domenico Parisi, psicologo, Istituto di Scienze Cognitive CNR, Roma, dal titolo "La scuola e la nuova ecologia della mente". Parisi sottolinea l'importanza dell'ambiente sullo sviluppo mentale (ecologia della mente). Le nuove tecnologie informatiche hanno profondamente cambiato l'ambiente in cui le giovani menti si sviluppano. La scuola e l'università, al contrario, non sono cambiate. I sistemi educativi devono quindi rinnovarsi e aggiornarsi di fronte alle nuove tecnologie per tenere conto della necessità di imparare "vedendo e facendo" e non solo "ascoltando e leggendo". Il contributo successivo è quello di Lorenzo Calligaris, pedagogista, Milano, dal titolo "La scuola tra strutture procedurali e pensiero strategico: quale didattica?" Non sempre la scuola è un ambiente di apprendimento, molto spesso è solo un ambiente di insegnamento e le due cose talvolta non vanno d'accordo. Con espliciti esempi tratti dalla normale pratica didattica nelle scuole primarie, e coinvolgendo direttamente il pubblico nella soluzione di test e problemi, Calligaris evidenzia alcuni errori metodologici che possono seriamente danneggiare l'apprendimento da parte dei discenti. L'ultimo intervento è quello di Silvano Fuso, docente di chimica e responsabile scuola del CICAP, Genova, dal titolo "Scuola, scienza e società". Fuso evidenza le strette interazioni esistenti tra scuola, scienza e società. Purtroppo nel nostro paese l'atteggiamento della società nei confronti della scienza non è dei migliori e da più parti emergono atteggiamenti antiscientifici. La scuola, dal canto suo, dedica poca attenzione all'insegnamento delle scienze sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. La scuola influenzerà l'atteggiamento dei futuri cittadini nei confronti della scienza innescando in tal modo un pericoloso circolo vizioso. Fuso fornisce infine alcuni suggerimenti per tutti coloro che operano nella ricerca, nella divulgazione e nell'insegnamento per cercare di trasformare il circolo vizioso in circolo virtuoso.

Chiusura del convegno

Alle ore 17 il convegno viene ufficialmente chiuso. Piero Angela sottolinea la serietà e l'interesse che caratterizzano i convegni del CICAP: relatori e pubblico partecipano attivamente a tutte le attività congressuali, contrariamente a ciò che avviene in molti altri convegni. Prende quindi la parola Steno Ferluga che rivolge i ringraziamenti suoi e di tutti i partecipanti a tutti coloro che hanno contribuito all'ottima realizzazione del convegno: gli enti istituzionali, i relatori e il pubblico, lo stesso Piero Angela che, nonostante i suoi impegni, è stato presente per tutti e tre i giorni del convegno e, un nome tra tutti, Marino Franzosi, instancabile coordinatore di tutto lo staff organizzativo. Preannunciando il prossimo convegno nazionale che si terrà tra due anni, Ferluga dichiara chiuso il convegno dei vent'anni. Viene quindi invitato sul palco il tenore venezuelano Miguel Sanchez Moreno che, come sigla di chiusura del convegno, interpreta il "Nessun dorma" dalla Turandot di Giacomo Puccini, accompagnato al pianoforte dal maestro Davide Squarcina. Una splendida esecuzione che conclude degnamente uno straordinario convegno che rimarrà a lungo della memoria di tutti coloro che vi hanno partecipato.

Silvano Fuso
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