Le critiche del National Research Council alla PNL

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© Giorgio Micheletti
Come abbiamo visto nel pezzo introduttivo a questa copertina sulla Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), il mito del dieci percento deve la sua longevità alla pubblicità ricevuta dai vari eredi dell’auto-perfezionamento e del pensiero positivo che hanno imperversato in America a metà del XIX secolo. Gran parte di ciò che questi venditori hanno spacciato erano, al limite, utili perle di buonsenso che la vostra saggia nonna vi avrebbe elargito gratuitamente. Molti di questi personal trainer del miglioramento individuale, tuttavia, hanno cercato di aggiungere mordente ai loro proclami giustificando le loro ricette di salute, ricchezza e felicità rivolgendosi a tradizioni occulte e mistiche cercando sostegno nella magia, ma anche con distorsioni pseudo-scientifiche di valide ricerche sul cervello.

Il metodo di miglioramento personale chiamato Programmazione Neurolinguistica (PNL) è un caso tipico. Tutto ebbe inizio sulla base di alcune nozioni, oggi desuete, derivate dalla psicologia, la linguistica e le neuroscienze tradizionali, che anche i più esperti furono propensi ad accettare quando la PNL fece la sua comparsa, negli anni ’70. La cosa interessante della scienza vera, diversamente dalla pseudoscienza, è che la prima corregge i propri errori all’emergere di nuove scoperte. La PNL rimane ancorata al passato, o al mai esistito.

Le differenze tra l’emisfero destro e quello sinistro del cervello, credute possibili ma oggi confutate, fanno ancora bella mostra nell’elenco delle discutibili basi della PNL. Le relative tipologie mentali, nonché i rimedi alle carenze da esse derivate, non trovano riscontro in alcun testo di psicologia che si rispetti. Secondo i sostenitori della PNL ognuno di noi è dotato di un Sistema Rappresentazionale Primario (SRP), ovvero una tendenza, in contesti diversi, a pensare secondo modalità specifiche: visiva, uditiva, kinestesica, olfattiva o gustativa. Il SRP di una persona, quindi, risulterebbe evidente semplicemente osservando le parole e le metafore che il soggetto tende a utilizzare nelle conversazioni comuni (ad esempio “è chiaro” piuttosto che “ho afferrato”) in una data situazione.

Inoltre, le curiose idee della PNL sul significato della direzionalità del movimento oculare giocano un altro ruolo importante nell’identificazione di possibili problemi e nel modo di affrontarli. I terapeuti PNL sostengono di poter ottenere risultati migliori con i loro pazienti, e di poterli curare in maniera più efficace, se riescono ad indirizzarli verso il giusto SRP. Niente di tutto ciò è mai stato adeguatamente confermato dalla letteratura scientifica. Ciononostante la PNL vanta risultati che sanno di miracoloso, come la cura delle fobie o l’acquisizione, facile e meravigliosamente veloce, di nuove abilità. Sentite ad esempio cosa afferma Steve Boyley, un terapista PNL canadese che gode di una certa fama fra i sostenitori del metodo:

“Cambiare la qualità della vita è l’obiettivo della PNL. Potrai affrontare - potrai sconfiggere! - tutto ciò che ti trattiene dallo sfruttare la forza che può cambiarti immediatamente la vita. Potenzia te stesso, trova la chiave per un risultato straordinario. Scopri dentro di te la forza che può cambiare tutto.”

Molti critici volenterosi hanno cercato le prove dei millantati effetti della PNL, e le hanno trovate insufficienti (si vedano gli altri articoli di questa copertina).

La PNL, tra altre tecniche, diventò oggetto di esame quando, oltre vent’anni fa oramai, il Congresso degli Stati Uniti si rivolse al National Research Council (NRC) per un parere su quali metodi di miglioramento e perfezionamento personale fossero in linea con la pubblicità che i loro promotori utilizzavano per vendere questi prodotti alle forze armate e alle numerose agenzie governative. Il NRC mise insieme un gruppo di eminenti psicologi e neuroscienziati per esaminare questi “prodotti” fortemente reclamizzati, che andavano dalla PNL alle varie filosofie del “pensiero positivo”, dai corsi di “brainstorming”, fino alle apparecchiature per l’apprendimento nel sonno, il biofeedback, i nastri subliminali (che contenevano messaggi nascosti ma di presunta efficacia nell’auto-perfezionamento, impossibili da udire), i vari “potenzia-memoria” e perfino i corsi che promettevano di sviluppare poteri ESP (percezione extra-sensoriale) nei lavoratori.

Il gruppo del NRC inizialmente setacciò la letteratura scientifica alla ricerca di (a) prove che la logica alla base di ognuno di questi prodotti di auto-miglioramento fosse basata su solidi dati neurologici e psicologici e (b) prove che fossero derivate da test rigorosi a sostegno dell’acclamata efficacia di tali sistemi, peraltro costosi. Per non tralasciare nulla, il gruppo NRC invitò i promotori dei vari prodotti di miglioramento delle prestazioni a fornire delle prove valide che nel riesame della letteratura scientifica potevano essere sfuggite. Non ne arrivò praticamente nessuna. La squadra di ricercatori visitò addirittura gli uffici della maggior parte dei promotori per farsi un’idea del loro acume scientifico. Nessuno, inclusi i sostenitori della PNL, fu in grado di convincere gli ispettori del NRC che i loro prodotti per migliorare l’efficienza dei lavoratori o il loro benessere giustificasse la spesa.

Nel numero di maggio 2001 della rivista Training Journal, che esaminava gli esiti degli stravaganti programmi di formazione proposti alle aziende e al governo, Gary Platt mostrò in maniera dettagliata quanto fossero deboli le prove a sostegno della PNL. Nel suo articolo Platt cita Michael Heap, psychologo britannico della Shieffield Health Authority, che ha pubblicato ampie critiche alla PNL.

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© David Carroll
[Heap] non ha trovato alcuna prova sostanziale a sostegno dei proclami della PNL, e scrive:

“L’autore è soddisfatto nell’osservare che le affermazioni degli autori PNL relative al sistema rappresentazionale primario sono state indagate in maniera imparziale e oggettiva e sono state trovate carenti. Queste affermazioni sono state enunciate in forma inequivocabile dai fondatori della PNL e appare chiaro dai loro scritti che fenomeni come il sistema rappresentazionale, le preferenze nei predicati e lo schema di movimento degli occhi sono elevati al rango di potenti processi psicologici, facilmente, e credibilmente, dimostrabili nei corsi di addestramento da parte dei vari tutor seguendo semplici istruzioni e perfino nelle interazioni della vita quotidiana. Pertanto, in considerazione della mancanza di prove oggettive fornite dai sostenitori originari dell’ipotesi SRP, e del fallimento delle successive indagini empiriche a supporto, può essere opportuno concludere che non c’è, né mai c’è stato, alcun fondamento dell’idea che le persone rappresentino interiormente il loro mondo in un modo preferito, deducibile dalle parole utilizzate o dai loro movimenti oculari.”

La crescita personale è una cosa auspicabile e può essere raggiunta senza fare ricorso a complicate pratiche pseudoscientifiche. Un’ultima considerazione: quando si parla di auto-perfezionamento, l’unica via affidabile da percorrere sembra essere composta da addestramento specifico nelle abilità necessarie, duro lavoro, pratica costante e attenzione ai dettagli. Così parlò il NRC (vent’anni fa!).

Nota

Questo pezzo è tratto da un capitolo che l’autore scrisse insieme a Barry Beyerstein per il libro “Tall Tales about the Mind and Brain: Separating fact from fiction”, pubblicato da Oxford University Press.

Barry è purtroppo deceduto nel 2007. L’articolo è basato su una traduzione del capitolo originale di Leonardo Leonardi, cui va il nostro ringraziamento.
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