Sfaccettature e intersezioni del paranormale religioso

  • In Articoli
  • 08-06-2015
  • di Stefano Bigliardi
Query non si occupa della religione in quanto tale, tuttavia vi è un aspetto della religione che cade entro la sua sfera di competenza e indagine: il paranormale religioso.
"Paranormale" è una categoria generale, qui ci concentriamo su quelle variegate manifestazioni e narrazioni a cui si è soliti riferirsi come "miracoli".
Ma concettualmente come definiamo un miracolo?
Normalmente e istintivamente si associa la parola "miracolo" a "soprannaturale". I miracoli possono essere definiti come eventi soprannaturali dotati di un significato religioso (o che accadono in un contesto religioso).
"Miracolo" deriva dal latino "mirari", "meravigliarsi", e la meraviglia è un fenomeno psicologico individuale ma socialmente e storicamente determinato, quindi variabile nel tempo e da persona a persona: oggetti che fanno parte del nostro quotidiano avrebbero profondamente stupito, se non fatto scappare a gambe levate, gli umani di anche meno di un secolo fa, e tra i contemporanei non tutti si stupiscono per gli stessi avvenimenti o per gli stessi oggetti.
Il termine "soprannaturale", analogamente, richiede, per essere definito, una precisa definizione di che cosa è "natura" e quindi di che cosa si intenderebbe come "al di sopra di essa".
Simili considerazioni valgono, a ben vedere, per lo stesso termine "paranormale", che abbiamo impiegato all'inizio, o per "straordinario".
In tutti questi casi la risposta che cerchiamo ne richiede altre preliminari, che variano da cultura a cultura. Non a caso le definizioni di miracolo elaborate nella teologia ebraica, cristiana e musulmana sono diverse anche all'interno di una stessa tradizione religiosa o per uno stesso autore.
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Per esempio San Tommaso d'Aquino (1225-1274) distingueva tra miracoli "sopra" la natura, "contro" la natura, o "al di là" di essa. Un miracolo del primo tipo si ha quando l'azione divina causa qualcosa che la natura non può fare, come la risurrezione o la presenza di un corpo in due luoghi allo stesso tempo. Un miracolo del secondo tipo è un evento che potrebbe verificarsi secondo leggi naturali ma non nell'ordine con cui si è specificamente verificato, come la cessazione di una cecità congenita senza che siano intervenute operazioni. Un miracolo del terzo tipo è un effetto che potrebbe trovarsi in natura ma che Dio produce senza ricorrere alle sue cause naturali, per cui si manifesta con una rapidità innaturale, come nel caso di una guarigione istantanea.
Sempre per limitarci ai tre grandi monoteismi, a complicare le cose si aggiunge il fatto che nell'ambito del lessico di ciascuna sacra scrittura, Vecchio Testamento, Nuovo Testamento, e Corano, non esiste un unico termine per "miracolo"; per esempio nei Vangeli si trovano termini corrispondenti all'italiano "segno", "prodigio", "portento", "potenza", ciascuno con uno spettro di significati non completamente coincidente con gli altri. Nel Corano invece il termine prevalente è "ayaa", "segno", che però si trova impiegato anche in riferimento a fenomeni naturali, a eventi storici, e ai versetti stessi della rivelazione ricevuta dal Profeta Muhammad[1].
Quanto alla fenomenologia dei miracoli, è ricchissima. Esistono miracoli riportati nelle sacre scritture in riferimento a Gesù (o ai profeti), e miracoli narrati oralmente nell'ambito delle devozioni popolari e riferiti a santi o ad oggetti miracolosi. Ci sono miracoli di cui solo si racconta ed altri di cui si conservano le presunte testimonianze materiali. Oggigiorno ci sono miracoli i cui filmati circolano su YouTube.
E ancora, ci sono miracoli inquadrati in una procedura istituzionalizzata come la beatificazione o la santificazione per la Chiesa Cattolica. Se pensiamo agli effetti dei miracoli, ce ne sono di fisicamente e concretamente utili per chi li riceve, come le guarigioni, ma ci sono anche miracoli più spettacolari/simbolici come la pulsazione del sole che si dice manifestarsi a Medjugorje o le diffuse lacrimazioni di effigi di Maria, tutti casi in cui il beneficio per gli spettatori è più spirituale. (Soprattutto i più polemici potrebbero osservare che esistono anche i benefici di tipo economico, comuni ai vari tipi di prodigio, benefici che riguardano chi gestisce o possiede i luoghi e gli oggetti miracolosi stessi).
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Sia l'apertura dei concetti di "miracolo" e "soprannaturale", sia le diverse funzioni, sia le tipologie di miracolo (che spesso si sovrappongono) generano un numero considerevole di sfaccettature del paranormale religioso.
Di questo cerca di rendere conto questa copertina di Query nei quattro articoli pubblicati in questo numero, ciascuno dei quali copre uno o più punti del ricco spettro del paranormale religioso, esemplificando al tempo stesso differenti tipi di investigazione ed esposizione.
Il mio articolo sui Raeliani, integrato dall'intervista ad un ex membro di questo nuovo movimento religioso, e scritto in una prospettiva etnografico/filosofica, si concentra sulla reinterpretazione in chiave "scientifica" e "tecnologica" (ancorché extraterrestre) dei miracoli biblici, che nelle intenzioni del profeta Rael ne neutralizzerebbe la soprannaturalità e quindi la scarsa credibilità per una mente moderna e scientificamente aggiornata. Un'analisi approfondita del linguaggio e della logica di tale interpretazione rivela però la presenza di veri e propri trucchi semantici e retorici, che ne consentono l'adattamento progressivo a tempi e contesti diversi. Si comprende che la rivisitazione che Rael compie della Bibbia richiede una dose di fede analoga a quella necessaria per credere in quegli stessi miracoli interpretati come soprannaturali: si tratta di un interessante caso di paranormale spiegato attraverso altro paranormale.
L'articolo di Joe Nickell sui miracoli belgi si concentra su prodigi soprannaturali appartenenti a devozioni popolari cristiane: guarigioni miracolose, ma anche altri fenomeni più squisitamente spettacolari/simbolici come la liquefazione del presunto sangue di Cristo. Scritto con un taglio scettico e confutatorio com'è tipico di Nickell, l'articolo si appunta soprattutto sulle incongruenze, sui passi falsi e sui buchi delle narrazioni miracolose che analizza, proponendo anche delle ipotesi su come i medesimi fenomeni o effetti si potrebbero manifestare nell'ambito di quadri clinici anomali ma non soprannaturali, o ottenere con trucchi basati su processi chimici perfettamente normali.
Nickell osserva anche, criticamente, che la credenza nei miracoli sembra presentare una precisa dissimmetria: quando accade qualcosa di positivo legato in qualche modo ad un cimelio "miracoloso" (o comunque ad un oggetto religioso) ci si affretta ad ascrivere tale avvenimento all'oggetto in questione. Lo stesso oggetto però non viene mai "biasimato" quando invece si verifica qualcosa di negativo ad esso legato, o comunque non si dichiara che ha perso il suo potere quando certe aspettative sono disattese.
Analogamente l'articolo di Luigi Garlaschelli, un altro veterano dell'analisi scientifica dei miracoli, si appunta sulle presunte guarigioni di Lourdes, evidenziando falle metodologiche e concettuali, e proponendo spiegazioni mediche entro i limiti della naturalità. Il pezzo di Garlaschelli tocca diversi punti rilevanti per la critica dei miracoli. In primo luogo fa notare che, pur dandosi casi di remissione di una malattia senza cause apparenti, tali fenomeni si registrano anche in situazioni prive di connotazione religiosa (guarigione improvvisa di pazienti che non pregano, non sognano santi, etc.). In secondo luogo Garlaschelli rileva brevemente che per coerenza logica si impone di utilizzare tutt'al più la descrizione "inspiegato" per tali fenomeni, in quanto il termine apparentemente simile "inspiegabile" (di cui spesso i sostenitori dei miracoli fanno uso) costituisce una estrapolazione indebitamente estesa al futuro.
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In altre parole: l'indagine scientifica, e più specificamente quella medica, si aggiorna e si perfeziona e quel che non si comprende oggi potrebbe essere compreso domani. Garlaschelli osserva a questo proposito che storicamente, all'affinarsi delle tecniche di indagine medica delle guarigioni, corrisponde un calo vertiginoso di quelle riconosciute come miracolose.
Infine l'articolo che firmo insieme a David Byström (sue in particolare le fotografie che lo corredano) esplora, ancora una volta secondo una prospettiva etnografica, una delle numerosissime manifestazioni della devozione popolare messicana per la Santa Muerte, tuttora non istituzionalizzata, caratterizzata da un'ampia gamma di variazioni locali, e in rapida diffusione. Uno dei risultati più interessanti emersi da questa indagine sul campo e dall'analisi della letteratura accademica è che i miracoli attribuiti a questa santa non canonica (e anzi fortemente osteggiata dalla Chiesa Cattolica), pur comprendendo anche le classiche guarigioni, sono costituiti soprattutto da favori molto terreni, a basso o nullo tasso di soprannaturalità e privi o quasi di spettacolarità, come l'uscita dalla disoccupazione o dal carcere: un dato perfettamente coerente rispetto a quanto le indagini sociologiche riportano riguardo alle necessità delle fasce di popolazione messicana che in prevalenza si rivolgono alla Santa.
In altre parole, la figura di per sé è soprannaturale, ma il tipo di azioni che le vengono attribuite, guarigioni a parte, non lo è, pur essendo chiamate "miracoli". Un ulteriore elemento che distingue la devozione per la Santa Muerte da altre devozioni popolari, canoniche e non canoniche, è la totale assenza di un racconto comune e principale riferito a un passato remoto intorno a cui ruotano, o da cui derivano, tutti i successivi. In altre parole, la Santa Muerte non è apparsa una prima volta a nessuno in particolare e non ha compiuto un prodigio originario. Si ha piuttosto una perpetua "narrazione corale" in cui tutti i devoti si raccontano a vicenda, e raccontano ai ricercatori, i favori da lei ricevuti, tutti molto simili tra loro.
Nel complesso, la speranza degli autori e dei curatori di questo numero è che chi lo legge non solo si faccia un'idea specifica sui casi trattati, o sia indotto ad ulteriori approfondimenti degli stessi, ma anche e soprattutto che colga la complessità del paranormale religioso e dei metodi con cui lo si esamina e interpreta.
Buona lettura.

Note

1) Per un'introduzione accademica al tema in chiave teologico-filosofica e interreligiosa consiglio Twelftree, Graham H. (a cura di), The Cambridge Companion to Miracles, Cambridge University Press, 2011.
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