Miracoli Belgi

Membro dell'Unione Europea, il Belgio si trova fra l'Olanda, la Germania e la Francia. Il Paese deve il proprio nome ai primi abitanti storicamente attestati, gli antichi celti noti col nome di Belgae, e possiede una storia ricca, in quanto è stato provincia dell'Impero Romano, il cuore della dinastia carolingia e un famoso centro tessile medievale.
Oggi, tra le sue attrazioni principali vi sono città storiche come Bruxelles, Ghent e Bruges, oltre che i musei di arte fiamminga. Sebbene sia un Paese di grandi progressi scientifici (leader mondiale dei trapianti di cuore e polmoni, oltre che nelle terapie per l'infertilità [World 2000, 129]) è anche, secondo molti, un luogo di miracoli.
Ho effettuato il mio primo pellegrinaggio investigativo in Belgio nel 1998, (accompagnato dallo scettico del luogo Tim Trachet). Vi sono tornato nel 2006, in compagnia dello scrittore e traduttore Jan Willen Nienhuys durante un viaggio nei Paesi Bassi (Nickell 2007a). In entrambe le occasioni ho analizzato alcuni presunti prodigi come il santuario miracoloso noto come la Lourdes belga, un'antica statua miracolosa e un'ampolla contenente il Santo Sangue di Gesù.
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Basilica di Oostakker - ©Paul Hermans wikicommons

La Lourdes Belga


Ho visitato due volte il Santuario di Nostra Signora di Lourdes (così chiamata in onore della grotta dei Pirenei francesi contenente la fonte miracolosa) a Oostakker, in Belgio. Il miracolo più famoso del santuario è l'aver guarito un operaio di nome Pierre De Rudder, che si ruppe una gamba a causa della caduta di un albero nel 1867. Stando alle notizie, De Rudder rifiutò l'amputazione e soffrì di dolori lancinanti per otto anni, dovuti alla ferita aperta e in putrefazione. Poi, nell'aprile del 1875, visitò il santuario di Oostakker dove, presumibilmente, venne guarito istantaneamente e «camminò normalmente fino alla morte, avvenuta nel 1898», all'età di 76 anni (Neiman 1995, 100–101). Il 25 luglio 1908, la sede vescovile di Bruges dichiarò soprannaturale la guarigione.
Nel tempo fiorirono numerose leggende riguardo il caso, tra cui l'affermazione che Rudder fosse stato in cura presso il professor Thiriar, medico personale di re Leopoldo II (affermazione in seguito abbandonata dai miracolisti quando lo stesso Thiriar la smentì). È ancora più significativo che si sia sostenuto che prima del 1875 la gamba straziata di De Rudder si potesse piegare al punto di frattura fino a far ruotare il piede di 180 gradi (vale a dire, si poteva portare il tallone sul davanti). Poi, quando De Rudder guarì nel 1875, la guarigione fu "istantanea". Sfortunatamente, la maggior parte delle testimonianze importanti riguardo il caso rimasero non registrate per diciotto anni e ricordi così vecchi sono passibili di errore (Delcour 1987).
Per esempio, il Dr. Van Hoestenberghe sostenne di aver effettuato il movimento rotatorio sulla gamba di De Rudder, nonostante si trattasse di un falso ricordo. Una lettera da lui scritta il 12 maggio 1875 (perduta al tempo del processo canonico del 1893, ma riscoperta nel 1957) rivelò che egli non aveva effettuato il movimento rotatorio né lo aveva visto, ma aveva sentito altri parlarne.
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Basilica di Oostakker
©Paul Hermans wikicommons
Inoltre, pare che la rotazione non venne dimostrata al punto di frattura mostrando la gamba nuda. Invece, venne effettuata con la gamba vestita, per cui gli osservatori non potevano sapere se la rotazione fosse effettivamente avvenuta. Questo è un punto cruciale, perché alcune persone particolarmente flessibili sono in grado di ruotare il piede quasi completamente, come De Rudder, senza essere in questo aiutati da anomalie della mobilità[1]. Sebbene alcuni sostenessero che la gamba fosse scoperta quando videro De Rudder ruotarla, due uomini presenti «ben più di cento volte» alle dimostrazioni affermarono che in tali occasioni la gamba non venne mai scoperta (Delcour 1987). La volontà di mostrare tale effetto in ogni occasione utile suggerisce che non fosse un uomo sofferente, felice di soffrire ancora, ma qualcuno che si mettesse in mostra con uno scopo, che presto diverrà chiaro.
Riguardo la presunta natura istantanea della guarigione, quell'affermazione si regge sulla testimonianza dubbia di sole tre persone: una donna analfabeta le cui parole vennero riportate per sentito dire, padre e figlio che sembravano entusiasti di aiutare a certificare un miracolo (e la loro storia divenne anche migliore nel corso degli anni).
Per contro vi sono le prove che De Rudder avesse effettivamente visto "un certo miglioramento" circa quattordici mesi dopo l'incidente. Sappiamo che il Visconte presso cui De Rudder lavorava all'epoca dell'incidente concedeva una pensione al lavoratore invalido, descritta come un "bel salario". Nel villaggio girava voce che De Rudder simulasse per vivere una vita di agi.
Quando il Visconte morì, il 26 luglio 1874, il suo erede non rinnovò la pensione e la moglie e la figlia di De Rudder dovettero cominciare a lavorare. Circa otto mesi dopo, De Rudder potrebbe aver escogitato un piano scaltro per consentirgli di porre improvvisamente fine alla propria finta disabilità affinché potesse, se necessario, riprendere a lavorare: andò a Oostakker e sostenne di essere guarito miracolosamente. Tuttavia, tornò a casa con una cicatrice che, stando al Dr. Van Hoestenberghe, era «del tipo che si vede molto tempo dopo la guarigione» (citato in Delcour 1987).
Altre prove mediche sostengono similmente il quadro secondo cui la guarigione di De Rudder fosse men che miracolosa. Una gamba rotta come la sua può, immobilizzandola e curandone bene l'igiene, guarire senza bisogno di amputazione. Inoltre, le sue ossa (vedasi figura 1) crebbero obliquamente in un modo di cui un chirurgo non andrebbe fiero. Infine, ciò che sarebbe realmente andato contro natura, la ricostruzione del tendine morto di De Rudder, in realtà non avvenne (De Meester 1957, 106). Una presunta prova che la cura sia stata istantanea proviene dall'assenza di ispessimento del callo osseo nel sito della guarigione, ma questo ispessimento può essere riassorbito in molti mesi o in qualche anno (Encyclopedia Britannica 2009, voce "callus"). Adrien Delcour (1987) conclude che i medici che considerano miracoloso il caso di guarigione di De Rudder lo fanno quasi tutti sulla base che la guarigione fosse avvenuta istantaneamente e ciò, come abbiamo visto, si regge su testimonianze dubbie. Certamente, vi sono prove del contrario.
Il caso De Rudder ci concede una pausa riguardo altre affermazioni di guarigioni miracolose a Oostakker, a Lourdes e altrove. Tali certificazioni sono spesso vaghe e antiscientifiche. Quello di "miracolo" non è un concetto scientifico e le rivendicazioni di miracoli sono tipicamente quelle che si trovano "inspiegabili dal punto di vista medico". Così, chi li rivendica commette una fallacia logica chiamata argumentum ad ignorantiam, ovvero trarre una conclusione sulla base di una mancanza di conoscenza (Nickell 2007, 202–205). Il caso De Rudder è persino peggio, in quanto vi sono le prove che una ferita, guarita molto prima, sia stata spacciata come guarita istantaneamente: un miracolo che non c'è.

La Statua dei Miracoli


Si dice che la statuetta della Vergine presso il sito di pellegrinaggio più frequentato del Belgio sia miracolosa, nonostante si tratti di una replica.
Il sito di pellegrinaggio più frequentato del Belgio è Scherpenheuvel (che significa "collina aguzza" in olandese), nella parte centrosettentrionale del Paese. Lì, nel Medioevo, vi era una quercia grande e solitaria, visibile da tutto il territorio circostante. Quel punto era centro di pratiche superstiziose e riti pagani finché, nel quattordicesimo secolo, all'albero venne affissa una piccola figura lignea della Vergine Maria e l'altare improvvisato cominciò a guadagnare fama. Nel corso del tempo, alla statuetta cominciarono a essere attribuiti miracoli (vedasi figura 2).
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Figura 2
Il primo presunto miracolo avvenne nel 1514 quando, secondo una leggenda del posto, un pastore o pastorello scoprì la figurina adagiata per terra e volle portarla a casa. Tuttavia, la Vergine Maria lo trafisse miracolosamente, impedendogli di muoversi e rimuovere la statua. In seguito, la notorietà di questo altare si diffuse notevolmente.
Nel 1602 venne costruita una cappelletta in legno e l'anno seguente venne registrato un nuovo miracolo: la statua pianse lacrime di sangue; si disse come protesta per lo scisma religioso che, all'epoca, si stava verificando nei Paesi Bassi. Ancora un altro miracolo si dice si sia verificato nel 1604, quando le truppe dell'Arciduca Alberto (il governatore dei Paesi Bassi, di nomina spagnola) mise in rotta le forze protestanti e riprese Ostend. Alberto e sua moglie, l'Arciduchessa Isabella, decisero di rendere grazie a Dio commissionando l'erezione di una basilica barocca monumentale nel luogo, inaugurata nel 1627.
Alberto, nel frattempo, era morto, ma Isabella andò a piedi all'inaugurazione, dando origine a pellegrinaggi che da allora sono continuati senza sosta, con i penitenti che vanno in cerca di miracoli sotto forma di guarigioni e altre benedizioni (Scherpenheuvel n.d.; Scherpenheuvel-Zichem n.d.; "Scherpenheuvel-Zichem" 2009).
Cosa dobbiamo pensare dei presunti miracoli di Scherpenheuvel? Per prima cosa, occorre ricordare che il sito era considerato magico prima dell'avvento del Cattolicesimo, parte di un processo comune noto come sincretismo, nel quale una religione si innesta in un'altra (per esempio, i conquistadores cattolici in Messico eressero un altare alla Vergine Maria su un colle in cui gli aztechi avevano un tempio dedicato alla dea vergine Tonantzin [Mullen 1998, 6; Smith 1983, 20; Nickell 1993, 29–34; Nickell 2004, 51–55]). In breve, ci si potrebbe chiedere, i presunti miracoli di Scherpenheuvel sono attribuibili alla statua della Vergine e al potere della Vergine stessa o alle divinità pagane? O forse non c'è mai stato alcun miracolo?
La storia del pastorello trafitto è una di quelle vaghe storie popolari di devozione a sostegno delle quali non ci sono prove. Se siamo pronti a credere che un pastorello abbia pensato di portar via la statua, possiamo anche credere che abbia deciso di lasciarla lì a causa di un ripensamento di coscienza e che il resto della storia sia attribuibile a esagerazione.
Per quel che riguarda le lacrime di sangue della statua, quella figurina non era la stessa che aveva trafitto il pastorello. L'originale è stata rubata nel 1580, quando la regione venne razziata dagli iconoclasti protestanti olandesi (ostili alla venerazione delle immagini). In altre parole, la statua che, stando alla leggenda, si sarebbe salvata dalle grinfie del pastore, non fu in grado di difendersi dagli anti-idolatri che stavano depredando il luogo e questo suggerisce che, nel migliore dei casi, i suoi poteri fossero limitati.
Quindi, le lacrime di sangue si sono prodotte in una statua sostitutiva e, in ogni caso, il fenomeno (a giudicare dai numerosi esempi moderni) era probabilmente una frode a opera di un devoto. Nel 1985, per esempio, una statua della Vergine che pianse sangue in casa di un operatore ferroviario del Quebec, sottoposta a esame, rivelò l'applicazione di un misto di grasso animale e sangue. Quando la stanza si riscaldava a causa del calore corporeo dei pellegrini, la sostanza si liquefaceva e scorreva in maniera realistica. In un altro caso, verificatosi in Sardegna nel 1995, i test sul DNA del sangue rivelarono che apparteneva alla proprietaria della statua (Nickell 2007b, 227–228) (il suo avvocato spiegò che "la Madonna doveva prendere quel sangue da qualche parte").
La vittoria militare a Ostend, nel 1604, non pare poi molto miracolosa se si adotta la prospettiva dei protestanti e ci si può chiedere perché dovremmo considerare miracolose le statue quando succedono eventi desiderabili (si evita il furto della statua, si vince una battaglia), ma considerarle non miracolose quando se ne verifica uno non desiderabile (la statua viene rubata, dei soldati depredano il luogo).
Data l'immagine della Vergine Maria come guaritrice e protettrice (Mullen 1998, 10) non è sorprendente che i disperati continuino ad andare in cerca di miracoli a Scherpenheuvel, dove ho visto candele votive, preghiere ferventi su foglietti in cui si chiedeva aiuto sovrannaturale a "Moeder Maria". Tale aiuto pare che giunga a coloro che fanno unicamente affidamento alla buona fortuna; altrimenti considerano la fortuna cattiva o neutrale (triste a dirsi) colpa loro, perché non hanno pregato con sufficiente fervore.

Il Sacro Sangue


Giovanni Calvino (1543, 226) osservò criticamente che il presunto sangue di Gesù "è in mostra in più di cento luoghi", uno dei più celebrati dei quali è la basilica del Sacro Sangue di Bruges. L'ho visitata due volte e, durante la seconda visita (il 25 ottobre 2006), sono stato in grado di avere tra le mani il reliquiario che dovrebbe contenere il sangue dello stesso Cristo (figura 3). È stata definita "la reliquia più sacra d'Europa" (Coupe 2009, 132).
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Basilica del Sacro Sangue di Bruges
©Jim Linwood, wikicommons
Secondo la leggenda, la reliquia di Bruges fu ottenuta in Palestina a metà del dodicesimo secolo, durante la Seconda Crociata, da Thierry d'Alsazia. Questi l'avrebbe ricevuta da Baldovino II, re di Gerusalemme e suo parente, come ricompensa per un servigio meritorio. Tuttavia, le cronache delle Crociate non fanno riferimento alla presenza della reliquia a Gerusalemme (Aspeslag 1988, 10). Alcune fonti sostengono che Thierry, Conte delle Fiandre, portò la reliquia a Bruges nel 1150, mentre un'altra sostiene che vi arrivò nel 1204. In ogni caso, il documento più antico in cui è menzionata è datato 1270 (Catholic Encyclopedia 1913, voce "Bruges"; Aspeslag 1988, 9–11).
Il reliquiario, ospitato nella basilica trecentesca del Sacro Sangue, oggi viene esposto giornalmente alla venerazione dei fedeli. Sebbene erroneamente descritto da almeno una fonte come "un frammento di stoffa macchiato di ciò che si dice sia il sangue di Cristo" (McDonald 2009, 145), in realtà consiste di "sangue coagulato" contenuto in alcune ampolle in un cilindro in vetro, ognuna delle cui estremità è chiusa da coroncine d'oro decorate da angeli. Si è determinato che l'ampolla (fatta di quarzo, non di vetro) sia una bottiglia da profumo bizantina risalente all'undicesimo o dodicesimo secolo.
Nel 1310, Papa Clemente V emanò una bolla papale che conferiva l'indulgenza ai pellegrini che visitavano la cappella a Bruges e ne veneravano il sangue. A quel tempo, i credenti sostenevano che il sangue ritornasse miracolosamente al proprio stato liquido originario ogni giovedì a mezzogiorno. Ciò non solo pare un trucco di magia, ma evoca il simile "miracolo" del sangue di San Gennaro a Napoli, un fenomeno che io e l'analista forense John F. Fischer abbiamo replicato avvalendoci di un miscuglio di olio d'oliva, cera d'api fusa e di un pigmento rosso. Oltre a San Gennaro, una ventina di altri santi hanno portato in corpo del sangue che si liquefà come per magia. Il mio collega Luigi Garlaschelli ha esaminato esternamente una di queste nella sua ampolla sigillata e ha scoperto che il "sangue" si liquefaceva semplicemente con l'aumentare della temperatura (Nickell 2007c, 44–49, 169–170).
Sfortunatamente il Sacro Sangue di Bruges smise presto di liquefarsi, presumibilmente come esito di una qualche blasfemia avvenuta nel 1310. Da allora il miracolo è avvenuto solo un'altra volta, nel 1388 (Aspeslag 1988, 11).
Naturalmente volevo guardare bene da vicino il "sangue", quindi mi sono messo due volte in fila con i pellegrini, fingendo di voler pregare sul reliquiario (vedasi di nuovo la figura 3). Infatti, nonostante mi sia inchinato in segno di rispetto, mi sono avvalso delle due brevi occasioni per analizzare la sostanza. Ho osservato che aveva un aspetto ceroso e macchiato di "gocce coagulate" che sono stranamente rimaste rosse (Bruges 1998, 28), a differenza del sangue vero, che annerisce col passare del tempo (Kirk 1974, 194–195).
In breve, il Sacro Sangue di Bruges difetta di provenienza credibile, in quanto non è attestato per una dozzina di secoli dopo la morte di Gesù ed è contenuto in una bottiglia medievale. È comparso assieme a un gran numero di altre reliquie simili di dubbia provenienza, delle quali molte avevano la proprietà di liquefarsi e risolidificarsi, suggerendo un trucco di magia. Sia quel comportamento, sia il suo aspetto attuale sono incompatibili con quello del sangue antico autentico e, invece, indicano una pia frode.

Originariamente pubblicato su Skeptical Inquirer, Volume 34.1, January / February 2010. Si ringrazia l'Editore per aver concesso il diritto di riproduzione.

Note

1) Adrien Delcour (1987) afferma che: “Al prezzo di un leggero dislocamento dell’anca, alcune persone piuttosto flessibili (l’autore di queste righe, ad esempio) possono riuscire a rivoltare il piede senza forzo, con l’alluce che quasi tocca il retro del tallone. Questo esercizio doveva essere più facile per De Rudder, in quanto egli aveva perso il tendine estensore dell’alluce.”

Riferimenti bibliografici


  • Aspeslag, Pierre. 1988. Chapel of the Holy Blood, Bruges. Ostend, Belgio: s.v. Van Mieghem A.

  • Guida Turistica di Bruges. 1998. Bruxelles, Belgio: Editions THILL S.A.

  • Calvino, Giovanni. 1543. Sulle Reliquie, trad. inglese Conte Valerian Krasinski 1854; 2° ed. Edimburgo: John Stone, Hunter, e Col., 1870, 217–218. (Ristampata senza le note del traduttore, ma con introduzione di Joe Nickell, Amherst, NY: Prometheus Books, 2009.)

  • Catholic Encyclopedia. 1913. New York: Encyclopedia Press.

  • Coupe, Alison, a cura di, 2009. Michelin Belgium Luxembourg (guida turistica). Watford, Herts, England: Michelin Apa Publications.

  • Delcour, Adrien. 1987. A great 'Lourdes miracle': the cure of Pierre de Rudder or, what is the value of testimony? A paper by Delcour of Brussels, Belgium, tradotto da Jan Willem Nienhaus.

  • De Meester, Canon A. 1957. Report of the Holy See of Bruges; citato in Delcour 1987.

  • Kirk, Paul L. 1974. Crime Investigation, 2° ed. New York: John Wiley and Sons.

  • McDonald, George. 2009. Frommer's Belgium, Holland & Luxembourg, 11° ed. Hoboken, NJ: Wiley.

  • Mullen, Peter. 1998. Shrines of Our Lady. New York: St. Martin's Press.

  • Nieman, Carol. 1995. Miracles: The Extraordinary, the Impossible and the Divine. New York: Viking Studio Books.

  • Nickell, Joe. 1993. Looking for a Miracle. Amherst, NY: Prometheus Books.

  • 2004. The Mystery Chronicles: More Real-Life X-Files. Lexington, KY: University Press of Kentucky.

  • 2007a. The Netherlands: Visions and revisions. Skeptical Inquirer 31:6(Nov./Dec.), 16–19.

  • 2007b. Adventures in Paranormal Investigation. Lexington, KY: University Press of Kentucky.

  • 2007c. Relics of the Christ. Lexington, KY: University Press of Kentucky.

  • Notre Dame de Lourdes a Oostakker. 1975. Libriccino souvenir in francese ("Imprimature Gradae, 7–4–1975, O. Schelfhout, vic. Gen."), distribuito nel santuario.

  • Scherpenheuvel: Famous Shrine of Our Lady. N.d. Foglietto informativo per il pellegrino in inglese, fornito nella basilica.

  • Scherpenheuvel-Zichem. N.d. Grande foglio ripiegabile a colori, con testi in quattro lingue. Brabant, Belgio: Hageland.

  • Scherpenheuvel-Zichem. 2009. Disponibile online all'indirizzo http://en.wikipedia.org/wiki/Scherpenheuvel-Zichem (visitato il 4 agosto 2009).

  • Smith, Jody Brant. 1983. The Image of Guadalupe. Garden City, NY: Doubleday.

  • World Desk Reference, 3° ed. 2000. New York: Dorling Kindersley Publishing.
accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',