“…Eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità.” Sherlock Holmes
Le parole scritte da Arthur Conan Doyle nei romanzi e nei racconti che hanno come protagonista il più celebre dei detective sono tanto intramontabili quanto difficili da applicare: nel mondo di oggi, infestato di teorie del complotto, truffe ed inganni, “bufale” e tanta disinformazione che si diffonde attraverso internet, come riuscire a distinguere davvero ciò che è la verità e ciò che è impossibile? Lo spiegano i relatori del quattordicesimo Corso per Indagatori di Misteri del Cicap, a cura della sezione Cicap Emilia Romagna.
Rivolto a tutti coloro che per ragioni professionali, di studio o anche soltanto per interesse e passione, desiderano acquisire maggiori competenze di indagine critica, il corso insegna a riconoscere i trucchi che si nascondono dietro presunti fenomeni occulti, del passato e del presente, e a smascherare le manipolazioni mediatiche, per guardare con una diversa lente di ingrandimento mentale ciò che può sembrare inspiegabile, così da approfondire la conoscenza della natura umana e padroneggiare le tecniche base di ricerca e verifica. Tutto ciò seguendo le indicazioni e le testimoniane di esperti del Cicap, che intervengono una volta al mese in una location suggestiva come la Sala Tassinari di Palazzo D’Accursio, a Bologna.
Gli interventi didattici sono corredati da esercitazioni pratiche ed accese discussioni, cosicché ogni partecipante possa testare di persona i metodi appresi, come l’elaborazione del miglior sistema per verificare le capacità di un medium (con Stefano Bagnasco e Andrea Ferrero), o la simulazione di un dibattito con un complottista (interpretato da Paolo Attivissimo), o il riconoscimento di un falso storico (con Enrica Salvatori). Gli incontri si tengono il sabato dalle 14:00 alle 19:00 e dalle 21:00 alle 23:00 e la domenica dalle 10:00 alle 13.30. Il sabato sera è dedicato agli esperimenti o alle esperienze particolarmente curiose, come le performance di mentalismo e prestidigitazione di Matteo Borrini e Francesco Busani (perché tra i primi debunker della storia ci sono proprio gli illusionisti, a partire dal celebre Harry Houdini!).
Il primo incontro, tenuto da con Stefano Bagnasco e Andrea Ferrero, è stato dedicato alla presentazione del corso, degli scopi e i metodi del Cicap, insomma, “i ferri del mistero” per lo studio del paranormale e delle pseudoscienze. Durante il secondo incontro, in compagnia di Lorenzo Montali, Silvia Bencivelli e Paolo Attivissimo, è stato discusso il doloroso tema della disinformazione, a partire dalla diffusione delle teorie del complotto. Analizzare le prove e le testimonianze permette di discernere le notizie attendibili da quelle infondate o ingannevoli, soprattutto nell’ambito del giornalismo e del web. In opposizione a ciò, è stato descritto il metodo di lavoro di due importanti figure: l’autentico divulgatore scientifico e il debunker, ovvero colui che si occupa di mettere in dubbio e demistificare le leggende metropolitane.
Salvo di Grazia, Marta Annunziata e Simone Angioni si sono occupati dell’ambito chimico e medico, in alcuni casi quantomai delicato poiché ha a che fare con i sentimenti e gli affetti delle persone. Dall’omeopatia alle celeberrime scie nel cielo, i loro interventi hanno fatto emergere che mettere alla prova statisticamente l’efficacia di una cura è una questione di rigore d’indagine, come accade nel caso dell’analisi di ciò che sembra inspiegabile. Discernere tra scienza e pseudoscienza, tra cura reale e truffa, non è solo una questione di solo buon senso, logica, informazione e cultura: il confine che le separa è molto labile e l’unica arma a nostra disposizione è il metodo scientifico e la ricerca di prove.
Con Marco Ciardi, Matteo Borrini ed Enrica Salvatori è stato fatto un tuffo nella storia, a metà tra Indiana Jones e CSI, poiché il Cicap non indaga soltanto il presente: i tre relatori hanno illustrato il modo di operare degli storici e degli antropologi. L’interpretazione dei fatti storici può essere influenzata da una molteplicità di fattori, quali le credenze religiose, la politica, persino la letteratura fantascientifica! L’analisi di documenti, testimonianze e reperti, con la volontà di verificare la teoria di partenza (non avvalorarla piegando i dati a suo favore!) è uno degli strumenti necessari per individuare gli errori dei testi pseudoscientifici, siano essi riferiti al passato sia all’oggi. Dopo tutto, valutare una scena del crimine e ricostruire l’accaduto richiede un metodo d’indagine non diverso da quello usato dallo studioso di storia.
Il lavoro del Cicap è sicuramente divertente ed entusiasmante, soprattutto quando lo si guarda paragonandolo a quello di grandi personaggi letterari e cinematografici che si occupano di “mysteries”, ma non si tratta soltanto di questo. Infrangere le illusioni, valutare i fatti in modo razionale, capire e smascherare gli inganni richiede preparazione e, come spiega Massimo Polidoro, occhio allenato, “sapere dove guardare”: fenomeni come la pareidolia, di cui ha parlato Marco Morocutti, non derivano dalla mala fede, ma dalla nostra innata tendenza a dover spiegare ciò che ci troviamo di fronte. Dunque, interdisciplinarità e collaborazione tra diversi ambiti del sapere umano sono fondamentali, senza le barriere a cui siamo abituati dai tempi del liceo, tra materie letterarie e materie scientifiche, tra umanisti e matematici: tutti insieme concorrono alla ricostruzione della realtà.
La costante azione di debunking, tuttavia, non implica automaticamente che il Cicap sia arroccato sulle proprie posizioni, anzi, tutti i relatori del corso si sono raccomandati con i partecipanti affinché fossero sempre pronti a cambiare idea, tornare sui propri passi e, soprattutto, cercare nuove prove. L’apertura mentale, l’esplorazione, la curiosità verso l’ignoto sono alla base della ricerca scientifica.
L’altro punto fondamentale emerso da interventi e discussione riguarda l’atteggiamento da assumere nel momento in cui il debunker dà voce alle prove raccolte per mostrare l’invalidità di una teoria pseudoscientifica: è necessario richiamare il Mr. Spock che è in sé e, per quanto difficile possa sembrare, non bisogna cedere a sentimenti umani quali la rabbia o l’orgoglio, o porsi con il tono paternalistico del salvatore. Non si tratta di dimostrare di aver ragione e guadagnarsi la medaglia al valore per aver fatto cambiare idea a qualche “credente” (che, di norma, sono irremovibili), la vera sfida sta nel convincere gli indecisi, rivolgersi alla gente: semplicemente, fare divulgazione.