L’inatteso ritorno del cosiddetto “effetto Mozart”

Come un nome affascinante e alcuni studi poco accurati hanno contribuito alla persistenza di un mito della psicologia pop

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Statua di Mozart a Salisburgo. @ Dirk von Mallinckrodt/iStock
Di tanto in tanto, vale la pena di tornare a occuparsi di vecchie idee prive di fondamento che pensavamo morte e sepolte, perché, come gli zombie, a volte escono dalle loro tombe e avanzano barcollando verso il futuro. Così, quando mi sono imbattuto in una recente citazione di Mozart in uno studio psicologico, quello che ho scoperto non mi ha sorpreso del tutto.

I precedenti
Nel 1993, tre psicologi della University of California a Irvine pubblicarono su Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo, uno studio che dimostrava che gli studenti universitari che ascoltavano dieci minuti della Sonata in Re maggiore per due pianoforti K. 448 di Mozart ottenevano risultati significativamente migliori in un test di ragionamento spaziale rispetto a quelli che ascoltavano un nastro di rilassamento oppure il silenzio. Poiché il ragionamento spaziale &e[...]


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