Le credenze di Newton

Cio' che irrita nello spirito New Age e' il sincretismo: il credere in tutte le cose, anche quelle in contraddizione

Che cosa irrita nello spirito New Age? Non tanto che qualcuno creda all'influenza degli astri, perché ci hanno creduto in molti. Né che si ritenga Stonehenge un prodigio di magia astrale. È vero che, ai tempi in cui alcuni avevano già inventato la meridiana, non era poi così incredibile che altri orientassero le pietre secondo il sorgere e il tramontare del sole, ma fa sempre effetto scoprire che guardavano il sole meglio di noi. No, quello che irrita nello spirito New Age è il sincretismo. E il sincretismo (al suo stato brado) non consiste nel credere in una cosa, ma nel credere in tutte, anche se sono in contraddizione tra loro.

Il rischio del sincretismo è sempre in agguato, ed ecco che me lo ritrovo sul Corriere della sera del 23 febbraio scorso, in due articoli di Cesare Medail affiancati sulla stessa pagina. Si noti che, presi individualmente, i due articoli sono corretti. Uno parte da un libro di Michael White, Newton. L'ultimo mago, pubblicato da Rizzoli. Il libro concede molto al sensazionalismo, presenta come notizie inedite cose già note agli studiosi, sbaglia nel citare i titoli di libri celebri, fa credere che Cornelio Agrippa e Johannes Valentin Andreae scrivessero in inglese, prende per buona la leggenda che San Tommaso si occupasse di alchimia, ma racconta in modo avvincente che il padre della scienza moderna, Newton, non solo aveva forti interessi per l'alchimia e per le scienze misteriche, ma era arrivato alle sue grandi scoperte fisico-matematiche proprio perché credeva che il mondo fosse governato da forze occulte. Esatto. In un colonnino a lato Medail parla del rinato interesse per gli antichi libri di alchimia, e cita come esempio del ritorno di questi temi alcuni volumi delle Edizioni Mediterranee, che da anni pubblicano libri che soddisfano le attese di chi all'alchimia ci crede ancora oggi (prova ne sia che ci ripropongono quel vecchio matto di Fulcanelli). Pubblicano anche libri di studiosi seri, talvolta, ma il sincretismo funziona così: che, messi nel mucchio, anche i libri seri sembrano confermare quello che dicono quelli meno seri.

Quale è l'impressione di sincretismo che nasce dall'accostamento dei due articoli? Che siccome gli occultisti hanno ispirato la ricerca scientifica di Newton, dunque dicevano qualcosa che può interessare seriamente anche noi, oggi. E questo è un corto circuito che può sedurre il lettore ingenuo.

La scoperta dell'America è stata ispirata dalla convinzione che a navigare verso ponente si arrivasse alle Indie. Una scoperta buona fatta per ragioni sbagliate è un caso di "serendipità". Ma che Colombo sia arrivato in America non è la prova che si potesse facilmente "buscare" il levante per la via di ponente. Al contrario, la scoperta di Colombo insegna che, per arrivare alle Indie, si fa prima a passare dall'altra parte. L'esplorazione portoghese dell'Africa è stata mossa dall'idea che in Etiopia esistesse il favoloso regno del potentissimo Prete Gianni. Si è creduto di identificarlo con l'Abissinia, ma così facendo abbiamo appurato che il Prete Gianni non c'era (e che quello che si era trovato in Etiopia era così poco potente da farsi poi conquistare dal maresciallo Badoglio). E così dicasi per il mito della Terra Australe. Ha indotto a scoprire l'Australia, ma al tempo stesso a convincere che non esisteva una terra che avrebbe dovuto coprire tutta la calotta sud del pianeta.

Non sempre due cose possono essere vere allo stesso tempo. Grazie agli alchimisti, Newton ci ha proprio dimostrato che gli alchimisti non avevano ragione. Il che non esclude che continuino ad affascinare tanto me quanto Medail, e tanti altri.

 

Umberto Eco

Ordinario di semiotica
Università di Bologna

Da: "La bustina di Minerva" (l'Espresso) dell'8 marzo 2001.
Per gentile concessione dell'autore.

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