Il forcone spuntato. Origini culturali del moderno satanismo (recensione)

di Gianluca Gatta
Foschi Editore, 2009
pp. 225, € 14,00

  • In Articoli
  • 12-12-2009
  • di Paolo Cortesi
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Il satanismo attuale, come tutte le manifestazioni estreme dell’irrazionale, inquieta e respinge. Per questo, non mi sento di condannare chi rifiuta, istintivamente, un approccio metodologico al problema. Ma negare il problema non è certo un modo di comprenderlo.

Gianluca Gatta, forse per la prima volta in Italia, affronta il problema satanismo nel modo più corretto e più efficace, attraverso l’approccio storiografico. Traccia infatti in un libro agevole e completo la storia culturale di un fenomeno che non è apparso tra noi vomitato dal ventre dell’inferno, ma è – come tutte le manifestazioni umane – il prodotto di individui e di società ben definibili nello spazio e nel tempo.

Chiaramente disposta in sezioni, la materia del libro di Gatta abbonda di citazioni e riferimenti, per dare un quadro esauriente del problema. Si parte delle radici più remote, giustamente individuate nel pensiero gnostico, per arrivare fino al rock satanico d’oggi. Passando per i più diversi movimenti spiritualisti e filosofici i quali, nel loro segno rovesciato, hanno suggerito materiale per la creazione di quella che l’autore chiama “biblioteca satanista”.

E, nello scorrere delle pagine, si legge anche di fenomeni e autori estranei (Campanella, Cagliostro, la massoneria…) al satanismo, ma che vi sono indirettamente confluiti per dare linfa a quel mare magnum sulfureo che rappresenta, per così dire, l’antisistema nella sua totalità.

Il pregio maggiore del volume sta nella sua chiarezza, nella sua sintesi che non è mai approssimazione, così che l’autore conduce chi legge per un viaggio nella storia del pensiero umano “incomprensibile”.
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