Una nuova teoria per l'esplosione di Tunguska?

Caro Massimo,


ti segnalo i due articoli originali relativi a quanto accaduto a Tunguska nel 1908:
http://www.thunderbolts.info/tpod/2006/arch06/060202tunguska.htm
http://www.thunderbolts.info/tpod/2006/arch06/060203tunguska2.htm
e la traduzione italiana che ho curato:
http://www.disinformazione.info/tunguska.htm


Finalmente c'è una teoria che regge e che spiega ogni fatto problematico. In sostanza fino ad ora venivano considerate solo massa e velocità  del bolide, trascurando del tutto le interazioni elettriche, che, qualora inserite nel computo, permettono di giustificare l'enorme energia sviluppatasi e tutta una serie di fenomeni secondari altrimenti inesplicabili e su cui le teorie più strampalate si appoggiavano. Mi è doveroso avvertirti che la teoria dell'"universo elettrico"  non è ancora mainstream - ufficialmente accettata - da tutti gli astronomi, essenzialmente per ragioni storiche di curriculum di studi che sorvola (è il caso di dirlo) sulla parte della fisica del plasma. La teoria dei plasmi è peraltro una disciplina consolidata e ha tra  i suoi pionieri Hannes Halfven, premiato col Nobel negli anni '70. Purtroppo le sue teorie ed applicazioni del tutto consolidate a livello  ingegneristico sono viste non molto bene dagli astronomi. Su questo argomento il sito thunderbolts.info fornisce spiegazioni adeguate sullo scontro epistemologico in atto.


Con questo piccolo contributo, sono felice di "sdebitarmi" per le numerose volte in cui i vostri articoli hanno evidenziato i limiti di affascinanti teorie che mi parevano poter stare in piedi (e ho una laurea in fisica!)


Saluti


Stefano Pravato


 


Caro Stefano,


La ringraziamo per la segnalazione che abbiamo girato al Prof. Gianni Comoretto dell'Osservatorio Astrofisico di Arcetri. Di seguito il suo competente parere.


Ho guardato il sito. La cosa piu' "assurda" e' che il differenziale elettrico tra Terra e cometa sia in grado di produrre un'energia sufficiente a vaporizzare quest'ultima. Il potenziale elettrico della Terra e' sostanzialmente nullo fuori dalla ionosfera, per cui il corpo carico dovrebbe essere l'asteroide/cometa. Ma se mettiamo in un corpo del genere abbastanza carica elettrica da poterlo vaporizzare quando questa si scarica, il campo elettrico risulta maggiore dell'autogravita', e questi si "disfa" per autorepulsione coulombiana.


Sostenere che la fisica dei plasmi sia sottovalutata in astrofisica mi sembra arduo. Il corso di "plasmi astrofisici" e' quasi obbligatorio, il preside di facolta' ( e mio relatore di tesi) qui a Firenze e' uno dei massimi plasmisti italiani (e il suo corso, che ho seguito alla Scuola Normale, era davvero tosto), un'intera missione spaziale (Ulysses) era sostanzialmente dedicata allo studio dei plasmi nel sistema solare, e potrei continuare a lungo. Alfven ha scritto capitoli basilari dell'astrofisica moderna, ma ha anche scritto teorie che, come succede spesso, non trovano adeguati riscontri sperimentali e sono state accantonate (non necessariamente scartate).


In generale nelle pagine indicate dal lettore si trovano le solite cose di molti siti "eretici": teorie qualitative, insiemi di fenomeni che vengono spiegati "a braccio", senza neppure controllare se gli ordini di grandezza delle forze in gioco tornino. La fisica dei plasmi e' qualcosa di molto complesso, farsi i conti per bene e' lavoro duro, ma questo non giustifica il ricorrere ad argomenti qualitativi. Se e' possibile costruire un modello "elettromagnetico" dell'impatto di Tunguska, l'unica cosa da fare e' farsi i conti in modo quantitativo, accurato, con stime ragionevoli delle grandezze coinvolte, magari simulare il tutto in un programma di calcolo magnetoidrodinamico (ne esistono un sacco, gratuiti, e sono correntemente utilizzati dagli astrofisici), e presentare il tutto in una rivista astronomica.


Gianni Comoretto


Osservatorio Astrofisico di Arcetri

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