Quando le medicine alternative uccidono

  • In Articoli
  • 30-04-2011
  • di Sofia Lincos
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©BrooksElliott
In Italia, il 10% circa dei bambini viene curato con le medicine alternative: i genitori le considerano più sicure e prive di effetti collaterali rispetto a quelle tradizionali.

Ma le cose stanno davvero così? Nel dicembre 2010 è stato pubblicato uno studio australiano, che sfata questo pregiudizio.

Tra il 2001 e il 2003 l'Australian Paediatric Surveillance Unit ha monitorato gli “eventi avversi” collegabili all'uso delle cosiddette CAM (Complementary and Alternative Medicines, medicine alternative e complementari), in bambini compresi tra 0 e 16 anni. Sono emersi 39 episodi in cui le medicine alternative hanno in qualche modo danneggiato il paziente. E, fra questi, il 64% era costituito da casi gravi o gravissimi, mentre in 4 casi l'uso delle CAM è addirittura risultato fatale.

Lo studio non dice nulla sull'incidenza del fenomeno, ma serve a capire quali rischi corre un bambino curato con la medicina alternativa. Il primo dei quali è proprio quello dovuto agli effetti collaterali, spesso determinati da un sovradosaggio. Nello studio figurano pazienti finiti in ospedale per aver assunto quantità elevate di piante usate in naturopatia come valeriana, camomilla, ginkgo e ginseng; ma anche di sostanze come calcio, vitamine e argento colloidale, molto comuni nelle cure alternative. E all'ingestione volontaria si aggiunge anche quella accidentale, visto che alcuni genitori, ritenendo le CAM non pericolose, le lasciano in luoghi alla portata dei bambini.

Un altro fattore di rischio deriva dal fatto che i farmaci alternativi sono meno controllati di quelli tradizionali; spesso le confezioni non indicano gli ingredienti presenti, né la loro tossicità, e questi possono essere più facilmente contaminati o adulterati.

Nello studio viene riportato il caso di un paziente ricoverato per un eccesso di steroidi: indagando le cause si scoprì che erano stati assunti insieme a un preparato erboristico, evidentemente contaminato. Ma il pericolo maggiore è sicuramente l'abbandono della medicina tradizionale, in casi in cui il paziente avrebbe avuto bisogno di terapie più efficaci. In 17 dei 39 casi sopra citati i genitori hanno modificato o sospeso i farmaci che erano stati loro consigliati a favore delle CAM. Due dei quattro episodi più gravi sono riconducibili proprio a questa causa: si tratta di un paziente morto per embolo polmonare dopo aver iniziato a prendere dei “farmaci naturali” al posto degli anticoagulanti; e di un altro deceduto per arresto cardiaco durante un attacco epilettico, dopo aver iniziato una cura alternativa e sospeso gli anticonvulsivi. Ma l'elenco dei casi in cui le conseguenze avrebbero potuto essere altrettanto gravi è agghiacciante: bambini diabetici a cui sono state somministrate medicine naturali al posto dell'insulina, pazienti epilettici curati con omeopatia e chiropratica, ossigeno iperbarico per un bambino affetto da paralisi cerebrale...

Gli altri due episodi più gravi sono invece dovuti alla cura di eczemi o allergie con diete “terapeutiche” restrittive e sregolate, che hanno avuto come conseguenza malnutrizione, sepsi, ed infine la morte del paziente. Entrambi questi casi sono avvenuti in famiglie in cui si era sviluppata una grande diffidenza nei confronti della medicina tradizionale, e in cui il ricorso al pediatra è quindi avvenuto troppo tardi.

Nell'attesa che una ricerca simile venga fatta anche in Italia, possiamo concludere che la visione delle medicine alternative come “innocue e prive di effetti collaterali” non è affatto aderente alla realtà; e che un'adeguata informazione ai genitori sui potenziali rischi connessi alle CAM avrebbe potuto evitare molti di questi casi, e forse anche salvare qualche vita.

Bibliografia


Alissa Lim, Noel Cranswick e Michael South. Adverse events associated with the use of complementary and alternative medicine in children. Archive of Disease Childhood, 2010
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