I cerchi di Dugi Otok

  • In Articoli
  • 01-08-2014
  • di Paolo Ripamonti
Dugi Otok è, per superficie, la settima isola del mare Adriatico. Situata di fronte alla costa dalmata ad ovest di Zara, costellata di dolci baie e bianchissime spiagge, è un’oasi di pace e relax per molti turisti. Forse anche da altri mondi.
Nelle immagini satellitari disponibili attraverso Google Maps[1], infatti, sono stati individuati 28 misteriosi cerchi al largo dell'isola. La notizia sembra aver addirittura raggiunto i telegiornali croati, come mostrato in un video su YouTube, pubblicato in data 14 maggio[2].
Fuori dalla Croazia la notizia è stata riportata da molteplici siti, sia italiani che stranieri, come: Segni dal cielo[3], oppure Centro Meteo Italiano[4] (che però usa come immagine la foto del “crop circle” giapponese creato dai pesci palla, v. l'articolo di Sofia Lincos in questo stesso numero); ma anche Before it’s news[5] e Like Croatia[6].
I cerchi sono reali, come testimoniato anche dal biologo Mosor Prvan della Sunce Association, una società non profit che per prima si è accorta di questo curioso fenomeno e ha effettuato un’immersione in loco[7]. Si tratta di cerchi sabbiosi regolari, del diametro di circa 50 metri, privi di vegetazione marina, in zone altrimenti ricche di Posidonia oceanica.
In base a quanto riportato da Prvan, le prime tracce del fenomeno risalgono al 2013 e non sono limitate all’isola di Dugi Otok: la sua équipe, infatti, ha notato dei cerchi intorno alle isole di Unije, Susak e Srakane durante un lavoro di mappatura degli habitat.
Molte le spiegazioni avanzate: c’è chi li ha collegati ad avvistamenti notturni di strani oggetti volanti (avvistamenti avvenuti a maggio 2014, però, e quindi difficilmente collegabili ai cerchi). Altri sostengono che si tratti di fenomeni in qualche modo connessi a movimenti tettonici della placca africana. Ancora, potrebbe trattarsi della traccia lasciata da allevamenti di pesci. Molti di questi, infatti, usano gabbie circolari e le deiezioni dei pesci, in concentrazione elevata e ripetuta, potrebbero avere l’effetto di uccidere la Posidionia nelle zone sottostanti.

A gennaio 2014 un caso simile riscontrato in Danimarca (ma con cerchi più piccoli e meno regolari) fu spiegato con la presenza di alcune sostanze nocive che uccidevano la flora marina[8]. Le differenze però sono troppo marcate e Prvan stesso esclude questa spiegazione.

Di cosa si tratta allora? Villeggianti cosmici? Strani corollari del moto tettonico? Ci saranno forse rischi per le popolazioni dell’isola? Dell’intero Adriatico?

Ci viene in soccorso il Journal of the Marine Biological Association of the UK, con un articolo[9] pubblicato dal dottor Petar Kružić, del dipartimento di biologia dell’università di Zagabria, del cui abstract riportiamo una versione tradotta ed abbreviata:
Sebbene l'impatto antropogenico sulle praterie di Posidonia oceanica nel mar Mediterraneo sia stato largamente studiato durante gli ultimi decenni, i dati sullo stato di questa angiosperma sono molto più scarsi per quanto riguarda il mar Adriatico. Campioni di P. oceanica sono stati raccolti durante giugno e luglio del 2004 da subacquei presso 8 diversi siti nell’area dell’isola di Dugi Otok, tutti da una profondità di 10 metri. È stata misurata la densità di virgulti nella prateria e ne sono stati raccolti alcuni campioni per essere esaminati […] Differenze significative nella struttura della P. oceanica sono risultate evidenti tra i diversi siti, soprattutto per quanto riguarda quelli collocati in prossimità di allevamenti di pesce. […]

Sembrerebbe quindi un punto a favore dell’ipotesi di danno antropogenico causato dall’itticoltura. Tuttavia la redazione di Query ha contattato il professor Kružić chiedendo una sua opinione in merito e ha scoperto che lo stesso Kružić aveva assistito alla formazione di alcuni di questi cerchi. Ecco una traduzione della sua gentile risposta:
Questi cerchi nella Posidonia non sono collegati all’itticoltura. Sono dovuti alla pesca con la dinamite. Durante alcune immersioni presso il Kornati National Park abbiamo notato queste formazioni e sentito delle esplosioni. I pescatori gettano la dinamite (bombe a mano, residuati dell’ultima guerra in Croazia) ogni tot minuti (per questo i cerchi sono quasi equidistanti) e poi tornano a raccogliere i pesci morti. Un sistema di pesca estremamente primitivo e distruttivo. Lo fanno solitamente in inverno, quando non c’è in giro la polizia.
I giornali in Croazia hanno scritto un sacco di buffonate circa questi cerchi (UFO, marina militare...). La dinamite (granate) crea dei cerchi quasi perfetti nella Posidonia e le piante non ricrescono più in quelle zone. Per questo i cerchi possono anche essere vecchi di anni. Spero di esservi stato utile.

Decisamente, professor Kružić. Caso chiuso: i marziani preferiscono i mari lunari alle calde coste croate.

Note


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