Detto da noi: il gruppo indagini

Intervista a Andrea Berti

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Andrea Berti.
Detto da noi è la rubrica di interviste ai responsabili delle iniziative CICAP, nata per fare il punto sulle tante iniziative che portiamo avanti e che non sempre sono note a tutti, ma anche per far conoscere al pubblico tutti coloro che con il loro impegno quotidiano, quasi sempre a titolo volontario, portano avanti la nostra associazione.

Oggi parliamo con Andrea Berti, il coordinatore del Gruppo Indagini CICAP.
Laureato in Scienze Naturali presso l’Università di Pavia, dal 2004 Andrea Berti insegna matematica e scienze nella Scuola Secondaria della Valle d’Aosta. Nel biennio scolastico 2016-2018 ha ricoperto l'incarico di Responsabile del Science Centre, laboratorio scientifico di rete per la didattica sperimentale.
È tra i soci fondatori del Gruppo Locale CICAP Valle d’Aosta e dal 2016 è il coordinatore del Gruppo Indagini nazionale del Comitato. Tiene regolarmente conferenze pubbliche e incontri nelle scuole per la promozione del metodo scientifico e della razionalità.


Quando sei diventato coordinatore del gruppo indagini nazionale?

Ho cominciato a collaborare con il Gruppo Tematico nell’autunno del 2015; nella primavera successiva ho iniziato ufficialmente a coordinarne le attività. A tal proposito, ci tengo a ringraziare Massimo Polidoro e gli altri membri del gruppo per la fiducia accordatami per questo incarico.

Quante persone ne fanno parte e qual è il ritmo delle indagini che svolgete?

Attualmente il team è composto da 26 persone – tra le quali alcune colonne portanti del Comitato, come Massimo Polidoro, Luigi Garlaschelli e Marco Morocutti – che mettono a disposizione una vastissima gamma di conoscenze e competenze di chimica, fisica, biologia, informatica, storia, psicologia e molto altro ancora.
Ciò consente di affrontare in maniera seria e competente le tante richieste che arrivano al Gruppo Indagini nazionale. Nel 2018, per fare un esempio, abbiamo analizzato più di 180 casi.

Un gruppo indagini è esistito fin dalla nascita del CICAP. Da quello che ti hanno raccontato i tuoi predecessori, è cambiato qualcosa dalle prime indagini del CICAP a oggi? Se sì, cosa?

Pur non avendo seguito in prima persona le indagini storiche del Comitato, è affascinante ed estremamente coinvolgente immedesimarsi nelle varie situazioni tramite la lettura sia degli articoli comparsi su Scienza&Paranormale sia dei Quaderni del CICAP dedicati alle indagini sul campo. Attraverso queste letture e tramite le testimonianze di chi c’era, è possibile farsi un’idea più che realistica di cosa si è modificato nel tempo. Ad esempio, così come è successo in molti altri ambiti, il cambiamento più evidente è stato l’avvento di internet, che permette al Gruppo Indagini di svolgere ricerche veloci e analisi approfondite di presunti mysteri. Bastano pochi clic per ricevere tutto il materiale da esaminare; grazie a siti come GoogleMaps è possibile recarsi – anche se solo virtualmente – sul luogo del mystero, prendere visione della morfologia del territorio, misurare distanze e tanto altro.
Per quanto riguarda le tipologie di casi, direi che poco è cambiato: l’essere umano continua a voler credere in quei presunti fenomeni dal sapore antico, come le case infestate, i poltergeist, gli angeli, ecc. Le uniche novità riguardano il maggior interesse da parte dell’opinione pubblica nei confronti delle pseudoscienze. Riceviamo, infatti, tantissime richieste di un parere o di un chiarimento a proposito di tematiche che vanno dalle teorie del complotto alle cure alternative.
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Quali sono le richieste più frequenti che ricevete?

Senza dubbio ciò che riguarda le cosiddette “foto mysteriose”: se un tempo le fotografie venivano prodotte con parsimonia, per via dei costi, e filtrate poi dagli addetti ai lavori (i fotografi professionisti) al momento dello sviluppo della pellicola, con i moderni dispositivi elettronici a disposizione di tutti la quantità di fotografie scattate quotidianamente è in continua crescita. Paradossalmente, tale tendenza sembra essere inversamente proporzionale alle abilità tecniche e interpretative delle persone. Ed ecco spuntare fantasmi, UFO, mostri e varie “presenze” che lasciano sgomenti i più. La domanda tipica che ci viene posta è: “cosa ho fotografato?”. E noi, ovviamente, entriamo in azione per trovare una spiegazione razionale. Spesso si tratta di effetti ottici molto comuni quali orbs e lens flare, ma la grande protagonista della maggior parte dei presunti mysteri è la pareidolia, uno degli inganni della mente più potente (per approfondimenti si veda la rubrica “Il mystero viene per posta (elettronica)”, Query 31). Chi non conosce questi fenomeni ottici è facilmente portato a credere di essere stato testimone di un evento paranormale.

E ci vuoi raccontare invece qualcuna delle più insolite?

Come dicevo prima, il Comitato riceve una quantità imponente di mail e non mancano certo esempi esilaranti, assurdi e… per soli adulti! C’è chi scambia la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per un disco volante, chi dice di saper comunicare con qualcuno attraverso lo schermo della TV, chi afferma di saper distinguere il gusto della Coca Cola classica da quella light (beh, a dire il vero questa “capacità extrasensoriale” ce l’abbiamo un po’ tutti!). Purtroppo non mancano i casi borderline, dove la sfera sessuale si fonde alle credenze pseudoscientifiche, con risultati irripetibili in queste righe (lasciamo spazio alla fantasia del lettore).

Che cosa ti ha insegnato questa iniziativa?

Sicuramente a rapportarmi con le persone che si rivolgono a noi, non solo quelle più razionali che vedono nel CICAP un’ancora di salvezza per venire a capo dei relativi problemi, ma anche con quelle che credono fermamente nel paranormale e nelle pseudoscienze in genere. Il dialogo con queste ultime non è cosa facile, come potrete immaginare, ed è necessario trovare il giusto equilibrio, mantenere i nervi saldi e avere tanta pazienza.
L’attività del gruppo, poi, è davvero stimolante: cercare una soluzione razionale di un fenomeno in apparenza davvero bizzarro aiuta a mantenere attivo il cervello e, ad ogni nuovo caso, mi fa capire quanto sia facile cadere vittime di imbrogli, inganni della mente, pregiudizi, credenze irrazionali, ecc. In ultimo, non per importanza, l’intera attività è utilissima per i numerosi interventi di divulgazione che tengo regolarmente nelle scuole.

Che cos'ha di diverso il Gruppo Indagini rispetto alle altre iniziative del CICAP?

In generale, tutti i gruppi di lavoro del CICAP sono interessanti e produttivi. È magnifico trovare un proprio posto in una équipe che collabora attivamente, formata da amici che credono fermamente nella scienza e nella razionalità. A questo proposito, mi sento di consigliare, a quei soci che non lo hanno ancora fatto, di partecipare più da vicino alle varie iniziative locali; c’è sempre il modo di divertirsi.
Per quanto riguarda il Gruppo Indagini, credo che la “diversità” stia proprio nella tradizione e nella memoria storica di questo team. Il CICAP, negli ultimi anni, si sta occupando di un numero sempre maggiore di tematiche, ma l’analisi di mysteri e di presunti fenomeni paranormali, con la “lente della scienza”, resterà sempre uno dei pilastri portanti della nostra organizzazione.

Che obiettivi avete per il futuro? Pensate di scrivere un quaderno CICAP con le indagini più interessanti?

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I feedback positivi che riceviamo da chi si rivolge al Gruppo Indagini ci fanno capire che stiamo andando nella direzione giusta. Chiarire piccoli o grandi mysteri, consigliare o anche solo tranquillizzare le persone è sicuramente già di per sé appagante e permette di far conoscere il Comitato in modo sempre più capillare sul territorio.
Sarei davvero onorato di poter collaborare alla realizzazione di un nuovo Quaderno del CICAP nel quale raccontare le indagini migliori degli ultimi anni. Come si dice? “Incrociamo le dita!”… ah no, sappiamo che non funziona.
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