Alla ricerca di fenomeni

Breve viaggio nel mondo dei fenomeni paranormali

Ma allora, sono tutti trucchi? Non c'è niente di vero?" Questa domanda mi è stata rivolta spesso, dopo le mie trasmissioni televisive sulla parapsicologia e la pubblicazione del libro Viaggio nel mondo del paranormale. Direi che è un modo un po' semplicistico di porre il problema, poiché in realtà i trucchi a mio avviso possono rappresentare solo una piccola parte dei presunti fenomeni paranormali. "E allora, se non sono trucchi, di cos'altro si tratta? Di allucinazioni?" In certi casi possono esservi naturalmente delle allucinazioni: ma rappresentano anch'esse una frazione molto piccola dei casi. "E allora? Come si spiegano certi fenomeni strani che avvengono?" Ebbene, procediamo con ordine.
Cominciamo col dire che in parapsicologia è sbagliato partire dalla domanda "come si spiegano i fenomeni", perché ciò presuppone già la loro esistenza (e a questo punto non avrebbe importanza saperli spiegare oppure no; in passato non si riusciva a spiegare l'eclissi o il fulmine, eppure esistevano). La prima domanda da porsi, ovviamente, è: "Esistono davvero questi fenomeni? Sono stati realmente osservati e accertati?" Sappiamo che sin dall'antichità vi sono stati racconti di premonizioni, veggenze, ubiquità, guarigioni, telepatie, sogni premonitori, ecc. Ancora oggi tutte queste cose vengono periodicamente riportate da persone di buona fede. Ma si tratta di veri fenomeni paranormali, o più semplicemente di un'interpretazione sbagliata, da parte dell'osservatore, di avvenimenti perfettamente spiegabili con le leggi ordinarie della fisica?
Nella ricerca scientifica, una delle antiche regole, com'è noto, è quella di cercare delle risposte semplici prima di passare a quelle complesse. In altre parole, occorre prima vedere se le condizioni in cui il fenomeno è stato osservato erano tali da escludere l'intervento delle normali leggi di natura (ben sperimentate e collaudate); cioè se erano davvero tali da implicare l'intervento di altre "forze" o "energie" o "dimensioni" che contraddicono tutto il quadro delle nostre conoscenze attuali.
Naturalmente tutto può essere. La scienza, per sua natura, è aperta a qualsiasi novità: purché si portino delle prove che reggono.
Io dico spesso che la scienza è come lo sport: accetta (anzi è costretta ad accettare) ogni nuovo record. Però richiede che le condizioni di osservazione siano attendibili. È il caso dei cosiddetti fenomeni paranormali?

Controlli e inganni

Cominciamo dai fenomeni più spettacolari. L'esempio classico è il tavolo che si alza in una seduta spiritica (per non parlare dell'apparizione di un ectoplasma); è evidente che, se un tavolo si alzasse davvero, così come avviene in una "seduta", è come se la mela di Newton risalisse sull'albero... Un fatto talmente straordinario, che mobiliterebbe tutti i ricercatori del mondo. Al CERN di Ginevra, invece di far ricerche sull'accelerazione delle particelle nel famoso protrosincrotrone, costato miliardi, si studierebbero a tempo pieno i medium, capaci di produrre tali prodigi. In realtà (anche se a volte si può muovere per pressioni involontarie dei presenti) il tavolo che si alza è un trucco. Vi sono moltissimi modi per fare alzare un tavolo, addirittura farlo volare per la stanza (senza l'aiuto di fili); un prestigiatore mi diceva di conoscere almeno trentacinque modi per alzare un tavolo...
Altri "fenomeni" straordinari sono la levitazione, la piegatura dei metalli (cucchiai o chiavi) grazie all'energia della mente, lo spostamento di oggetti a distanza, la materializzazione e smaterializzazione di oggetti, la fotografia del pensiero, ecc. Nessuno di questi fenomeni, in realtà, è mai avvenuto sotto controllo. Quando si predispongono dei piccoli accorgimenti per evitare i trucchi, i fenomeni... non si verificano più. Il mondo è pieno di gente che ha giurato sulla genuinità di un sensitivo come Uri Geller, dopo averlo visto di persona compiere dei veri e propri miracoli: ma anche Geller ormai è stato smascherato, le sue dimostrazioni replicate (il suo ex manager mi ha persino spiegato come organizzavano insieme alcuni trucchi - v. S&P 18, pp. 34-35, n.d.r.). Molti altri presunti sensitivi in passato sono stati presi con le mani nel sacco e ormai nessuno accetta più di produrre i suoi prodigi di fronte a un prestigiatore o sotto il controllo di un vero esperto.
Tutta la ricerca sui presunti grandi sensitivi mostra insomma che nessuno ha mai prodotto un qualsiasi fenomeno quando le condizioni di controllo erano adeguate (quando cioè era un prestigiatore qualificato a predisporre i controlli; e non lo scienziato che è ovviamente disarmato di fronte a qualcuno che compia trucchi, perché non è il suo campo d'indagine).

Il campo delle "interpretazioni"

Nessun "grande fenomeno" è stato quindi mai osservato, in condizioni di controllo, neanche una sola volta, (e per "grande fenomeno" si intende anche soltanto uno spillo mosso di un millimetro...). Questo è il campo tipico dei trucchi. Lasciamo quindi da parte gli inganni compiuti da finti medium: essi rappresentano, come dicevamo, solo una piccola percentuale della "fenomenologia"; anche se rappresentano l'aspetto più spettacolare, quello che colpisce maggiormente l'immaginazione e che ha creato più interesse intorno alla parapsicologia. Se si tolgono questi fenomeni, cosa rimane? Rimane un ampio campo, dove però la fenomenologia è molto più vaga ed evanescente, e dove il margine di errore, equivoco, suggestione o casualità è molto alto. Non si tratta più di fenomeni chiari, evidenti, ma di cose che sfuggono a una precisa osservazione, e che in buona parte si basano sull'interpretazione delle persone interessate. Naturalmente ognuno è libero di interpretare certi avvenimenti come vuole: chi tende a credere all'esistenza di nuove dimensioni è portato a considerarli come sintomi (o addirittura come prove) dell'esistenza di percezioni extra-sensoriali, chi invece non crede in tali dimensioni ha oggi a disposizione una serie di spiegazioni naturali che gli permettono di collocare tale fenomenologia in un quadro assai meno misterioso.
Vediamo, cominciando con un esempio. Un giocatore entra in una sala di roulette e sente che deve giocare il 14 su un certo tavolo: punta le sue fiches ed esce il 14... Se il giocatore crede nel paranormale sarà probabilmente convinto che si tratta di una premonizione, di un lampo di percezione extra-sensoriale che gli ha permesso di vedere con un piccolo anticipo un avvenimento che si è effettivamente verificato poco dopo. E racconterà questo fatto per il resto della vita. In realtà ogni 37 persone che entrano al casinò e puntano su un numero ce n'è una, dal punto di vista probabilistico, che ottiene un en plein. Si tratta quindi di una cosa assai frequente, anzi si tratta di un avvenimento che deve verificarsi mediamente ogni 37 puntate (36 numeri più lo zero). Eppure, quando accade, il giocatore tende spesso ad attribuirgli un carattere di premonizione: egli non racconterà le trentasei altre volte in cui ha sbagliato, ma solo quella in cui ha azzeccato. Come se le altre volte la percezione extra-sensoriale non avesse funzionato, mentre quella volta, sì...
La stessa cosa può accadere con la premonizione della caduta di un aereo. È ben noto, a chiunque viaggia, che praticamente su ogni aereo ci sono passeggeri che annullano la prenotazione all'ultimo momento, o hanno cambiato volo o non si presentano per le ragioni più diverse. Vi sono migliaia di aerei che decollano ogni giorno nel mondo e naturalmente molti dei passeggeri hanno sempre, in cuor loro, il timore che possa succedergli un incidente. Ed effettivamente ogni tanto un aereo cade. Per coloro che, per varie ragioni, all'ultimo momento, hanno rinunciato proprio a quel volo, diventa tentante ritenere che una premonizione conscia o inconscia abbia guidato la loro rinuncia. (Ma che dire allora delle persone che all'ultimo momento hanno preso quell'aereo? Varrebbe il discorso inverso?) Insomma, la premonizione vale solo quando si verifica, non quando non si verifica. Nessuno dice mai di avere avuto una premonizione se l'incidente non si verifica. Essa viene giudicata a posteriori. Non viene cioè inserita in un contesto probabilistico, ma giudicata come un fatto a sé stante.

I sogni

Lo stesso discorso vale per i sogni. Noi sognamo oltre un'ora ogni notte, tutte le notti. Sognamo le cose più strampalate e anche le più terribili (morte di congiunti e amici, disgrazie, malattie, incidenti etc.). Se si moltiplica il numero dei sogni per quello dei sognatori in un anno, si ottiene un serbatoio di sogni enorme. Per fortuna quasi nessuna delle premonizioni si verifica; però, ogni tanto (come alla roulette) succede qualcosa che può collegarsi all'avvenimento sognato. In tal caso, chi tende a credere nel paranormale, può creare uno stretto collegamento tra le due cose. E racconterà questo suo sogno-premonizione per il resto della vita.
In realtà, molto spesso, se si ricostruisce accuratamente la situazione sognata e la si confronta con quella reale, ci si può rendere conto che le circostanze non corrispondono perfettamente, che i dettagli magari sono diversi (o anche molto diversi), che i tempi non coincidono o che l'avvenimento sognato era soltanto simile, o magari era solo simbolico. Il sognatore però, convinto del carattere extra sensoriale di ciò che gli è accaduto, sarà molto affezionato all'idea di aver avuto una premonizione, e più o meno inconsciamente tenderà a far collimare il sogno con l'avvenimento. Per racconti successivi opererà, magari, piccoli ritocchi (tendenti anche a convincere o a compiacere gli interlocutori) così come avviene per qualsiasi racconto di un avvenimento straordinario che ci è capitato nella vita: a quel punto la premonizione, isolata dal contesto, collimata e magari interpretata diventerà una prova dell'esistenza della percezione extrasensoriale di fronte alla quale gli scettici non sapranno cosa rispondere...
Naturalmente a volte può accadere che il sogno sia davvero sorprendentemente simile all'avvenimento. Uno psicologo americano, tempo fa, sognò un amico che non vedeva da anni, e fu svegliato dal telefono; era proprio quell'amico a chiamarlo. Ne fu turbato, ma prima di concludere che si trattasse veramente di un fenomeno paranormale si mise a tavolino, e fece un calcolo probabilistico, tenendo conto del numero dei sogni in un anno, degli amici che non vedeva da tempo, delle persone che gli telefonavano ecc. Arrivò alla conclusione che si trattava comunque di un avvenimento molto improbabile, qualcosa come una probabilità su un milione che fosse dovuto al caso: ma concluse anche che in una popolazione come quella americana, di oltre duecento milioni, era un fatto che poteva (anzi doveva) verificarsi con una certa frequenza. È come alla lotteria: c'è sempre qualcuno che vince, anche se il vincitore della lotteria può tendere a ritenere che qualcos'altro lo abbia indotto a scegliere il biglietto fortunato.

"Perfino gli indovini qualche volta ci azzeccano"

In altre parole, c'è la tendenza a non accettare facilmente il ruolo del caso. Gli si attribuisce spesso un significato che trascende la pura casualità. Ciò avviene anche per le profezie dei veggenti. Spesso vengono citate previsioni azzeccate di certi veggenti di professione, come per esempio Jeane Dixon, un'indovina americana che divenne famosa per aver profetizzato la morte di J. F. Kennedy nel Texas. Uno studio statistico è stato fatto qualche tempo fa sulle sue profezie, ed è risultato che mediamente esse rientravano nella media probabilistica. Come diceva Voltaire: "Perfino gli indovini qualche volta ci azzeccano". Se infatti si tiene conto del numero di veggenti professionisti, delle profezie annunciate e del fatto che i personaggi più in vista vengono spesso citati, non è sorprendente che ogni tanto qualcuno di questi avvenimenti si verifichi (soprattutto se le circostanze e i dettagli non corrispondono con precisione, ma vengono in parte fatti collimare).
Un esperimento interessante venne realizzato diversi anni fa all'Università di Harvard: fu chiesto a una quindicina di studenti di formulare delle profezie all'inizio dell'anno, e contemporaneamente furono tenute da parte le profezie formulate sui giornali da altrettanti noti veggenti. Dopo un anno si fece uno studio comparato, dal quale è risultato che gli studenti avevano azzeccato più cose... Lo stesso esperimento, oggi, viene riproposto ogni anno dal CICAP (v. per esempio, S&P 13, pp. 18-20).

La descrizione dei caratteri individuali

Un fenomeno simile, ma molto più raffinato, avviene quando qualcuno va a consultare una chiromante: tra le molte cose che vengono dette, rimangono impresse soltanto quelle giuste. Quelle sbagliate vengono regolarmente dimenticate. Del resto anche per quanto riguarda le cose giuste c'è un discorso molto interessante da fare. Cominciamo con un episodio molto significativo accaduto qualche tempo fa. Uno psicologo presentò ai suoi trentadue studenti una batteria di test da lui preparata, destinata a definire il carattere individuale. Gli studenti si sottoposero alla prova, e quindici giorni dopo ognuno ricevette un foglio con la descrizione del suo carattere e della sua personalità. Tutti gli studenti, indistintamente, affermarono: "È esatto! Sono proprio io..." In realtà, il professore non aveva tenuto conto dei test, e aveva semplicemente distribuito agli studenti una descrizione caratteriale uguale per tutti... Ciò dimostra che esistono tratti comuni in ogni persona e che certe cose che hanno l'aria di essere azzeccate appartengono invece a una tastiera analoga per molti individui.
Non solo. Ma ognuno ha tendenza a completare mentalmente lo schema, inserendovi la sua storia personale. C'è un esempio che può chiarire meglio questo processo mentale. Esiste un gioco a premi sulla Settimana enigmistica chiamato "questo l'ho fatto io". In un riquadro sono abbozzate alcune linee, e il lettore deve completare queste linee ottenendo un disegno di sua fantasia. Da quei pochi tratti iniziali si può così ottenere un fiore, un carro armato, oppure un uomo seduto in poltrona. Dalla chiromante, durante la seduta, si verifica un po' lo stesso processo: le parole dette, le frasi accennate, vengono completate mentalmente inserendovi la propria storia personale e la collimazione non è difficile, specialmente se si eliminano le cose sbagliate. Una riprova di tutto ciò l'ha data il prestigiatore James Randi nel corso di un programma radiofonico americano, in cui egli venne presentato come un grande medium capace di indovinare a distanza il carattere di una persona. Vennero introdotti tre candidati e Randi, senza vederli, diede una descrizione della loro personalità. Fu chiesto ai candidati di dare un voto a queste descrizioni, con un punteggio da zero a dieci: tutti e tre assegnarono il massimo, dieci punti! Come aveva fatto Randi? Semplicemente aveva preso di peso tre descrizioni caratteriali fatte qualche tempo prima da un presunto medium in un altro programma, in un'altra città, con altre persone, dimostrando che si potevano adattare benissimo a chiunque altro...

Il "linguaggio del corpo"

Ma non è tutto C'è un altro meccanismo psicologico che interviene, quando si consulta, per esempio una chiromante (o una veggente, una sensitiva ecc.): il cosiddetto "linguaggio del corpo". Si tratta di questo. Noi tutti, quando parliamo con qualcuno, riusciamo solitamente a capire dalle sue espressioni se è d'accordo con noi oppure no. Solo i giocatori di poker (e non tutti) riescono a rimanere impassibili e a non far indovinare il loro gioco. Di solito attraverso espressioni, gesti, sguardi, affermazioni del capo, noi lasciamo invece intendere il nostro gioco. La chiromante si lascia guidare da questa lettura delle espressioni ed è il cliente stesso a portarla sul tracciato giusto.
In passato certi psicologi hanno studiato questo fenomeno, e si sono resi conto che persino un cavallo (il famoso Clever Hans) riusciva a indovinare il numero pensato da una persona battendo la zampa e lasciandosi guidare da impercettibili segnali dell'interlocutore, segnali involontari che in pratica significavano "comincia", oppure "smetti".
Il linguaggio del corpo, il completamento mentale delle frasi, l'interpretazione soggettiva, e l'eliminazione degli elementi sbagliati, fanno sì che il successo sia spesso assicurato. A volte capita anche che la chiromante faccia l'en plein e in tal caso il fatto verrà raccontato a tutti e a lungo.
Del resto il desiderio di credere, che esiste nelle persone che vanno dalla chiromante, salva persino le situazioni dove tutto è stato sbagliato. Mi raccontava recentemente una signora di essere stata da una chiromante con un'amica, e di esser rimasta molto delusa della consultazione, come pure la sua amica. Ma poi, raccontandosi a vicenda cosa aveva detto la chiromante, scoprirono che, scambiandosi le cose dette, tutto si adattava! Quindi, in fondo, la chiromante aveva azzeccato: c'era stato solo uno scambio di persona... Cose che capitano nel mondo del paranormale.
Personalmente, penso che la maggior parte delle chiromanti siano comunque in buona fede; esse si immaginano veramente di avere dei poteri, dal momento che vedono emergere risultati così positivi presso coloro che le consultano (così come i guaritori ritengono veramente di avere dei poteri e dei fluidi, di fronte ai miglioramenti che producono nei pazienti grazie al semplice effetto placebo e a eventuali reazioni psicosomatiche indotte dall'autosuggestione). Vi sono però parecchi individui che sfruttano la credulità del prossimo per arricchirsi, e spesso per rapinare le sostanze di povera gente in cerca di speranza o di salute.
A volte si tratta di vere e proprie organizzazioni di sfruttamento: attraverso una serie di trucchi (informazioni, investigazioni, sottrazioni momentanee di documenti durante una seduta spiritica ecc.) riescono a sbalordire il cliente indovinando cose che sembrano a prima vista impossibili.
Come abbiamo già detto, i grandi fenomeni (tavoli che ballano, ectoplasmi, apporti, indovinamenti del numero di patente o della carta d'identità) avvengono naturalmente là dove non c'è controllo e realizzati da medium professionisti. Nessun individuo, nella sua vita personale, ha mai avuto un flash di percezione che gli abbia permesso di indovinare il numero della carta d'identità di un'altra persona, o di annunciare il numero vincente della prossima lotteria. Le premonizioni o le telepatie riguardano cose molto più vaghe e ambigue, dove l'adattamento, la casualità, la coincidenza e la collimazione (che si riferiscono, non dimentichiamolo, a pensieri e sogni che riflettono costantemente le nostre ansie e preoccupazioni) sembrano assumere dei contorni paranormali.

I fenomeni studiati su base statistica

Resta un'ultima categoria di presunti fenomeni: quelli che vengono studiati in laboratorio dai parapsicologi su base statistica. È un argomento questo che meriterebbe una trattazione ben più articolata. Diciamo semplicemente che, come riconosce lo stesso prof. J. B. Rhine, iniziatore del metodo statistico con le cosiddette carte Zener, i risultati statistici così ottenuti non sono un fenomeno paranormale in sé, ma indicano soltanto che certi risultati non possono essere ottenuti solo per caso. Cosa può averli allora prodotti? La percezione extra-sensoriale? O qualcos'altro? Coloro che cercano una spiegazione più semplice hanno parecchi elementi per ritenere che si tratti di risultati spiegabili in vari modi, senza ricorrere al paranormale. Anche perché si tratta di risultati che superano di poco la media probabilistica, in altre parole il segnale è così debole che può essere semplicemente il sottoprodotto di una serie di cause naturali (errori, selezione di dati favorevoli, imperfezioni nelle apparecchiature, ecc.).
Vi sono stati casi in passato in cui i risultati statistici erano molto alti: ma indagini critiche hanno mostrato che potevano essere ottenuti con qualche malizia da parte del soggetto o anche dello sperimentatore. In alcuni casi c'è stata anzi forte presunzione di inganno da parte del soggetto, e su due casi, emersi qualche tempo fa, si è scoperto che l'inganno avveniva da parte degli sperimentatori. Gli stessi parapsicologi dovettero infatti ammettere che la celebre serie di esperimenti statistici effettuati negli anni quaranta dall'inglese prof. Soal (e che rappresentavano uno dei gioielli della parapsicologia, perché considerati perfetti) sono ormai del tutto screditati. Un altro grave incidente occorse al dott. W. Levy, direttore di ricerca nel laboratorio del prof. Rhine, sorpreso a barare dai suoi stessi colleghi, e reo confesso. Egli aveva realizzato una serie di esperimenti su base statistica con gli animali, e i risultati erano così buoni da essere considerati unici e rivoluzionari (e tali da convincerne anche i più scettici).
Ma il fatto più importante è che i risultati statistici, anche quelli modesti non vengono ottenuti e replicati da ricercatori indipendenti. Se è ammissibile che la ripetibilità non si ottenga a comando quando si tratta di risultati eccezionali (così come un atleta non può ripetere a comando una certa performance straordinaria, è difficile ammettere che il segnale non appaia, neppure modestamente, su lunghissime serie di prove.
Per tutte queste ragioni e molte altre, nessun risultato di parapsicologia statistica è stato mai "omologato" dalla comunità scientifica: e dopo oltre mezzo secolo di esperimenti bisogna pur dire che il futuro non sembra davvero molto incoraggiante. Anche perché oggi, malgrado il miglioramento delle metodologie (o forse proprio per questo), non si ottengono più certi alti risultati di una volta. "Più aumenta il controllo - commenta lo psicologo inglese C. E. M. Hansel, uno dei più severi critici della parapsicologia - più il fenomeno diminuisce". Il problema del controllo diventa poi fondamentale quando in laboratorio è presente un cosiddetto soggetto superdotato. Gli scienziati infatti si fanno mettere facilmente nel sacco da certi finti medium, che si presentano come individui dotati di veri poteri paranormali e che invece fanno soltanto giochi di prestigio ben studiati. Tutta la storia della parapsicologia è piena di storie penose di bravi scienziati (anche Premi Nobel come W. Crookes e C. Richet) che si sono fatti prendere in giro da finti medium. Se manca un prestigiatore qualificato, il rischio di farsi ingannare è troppo alto. Ciò è successo in passato e continua a succedere oggi. Ma diversi tra i parapsicologi, nonostante tutto, continuano a rifiutare i prestigiatori...

Il contributo dell'informazione

C'è infine una cosa che vorrei sottolineare, per concludere, ed è il ruolo che ha avuto l'informazione in tutti questi anni nel rafforzare nel pubblico la credenza nel paranormale. Articoli, libri, servizi, notizie, film, sceneggiati televisivi, tutta una massa di informazioni non controllate, compiacenti, o addirittura falsificate, hanno indotto il pubblico a ritenere autentici dei fatti che si sono rivelati invece non paranormali, e a volte addirittura dei trucchi.
Il fatto è che la favola della parapsicologia è troppo bella da raccontare e da ascoltare. Il desiderio del pubblico di sentire racconti straordinari alimenta quindi la tendenza a produrne (e a volte persino a inventarne). In fondo, che male c'è? chiedono alcuni. Il problema è che queste cose vengono presentate come la nuova scienza, di fronte alla quale i cattedratici del sapere ufficiale farebbero barriera per ostacolarne la diffusione, rifiutando fenomeni che contraddicono le loro conoscenze... A questo punto diventa doveroso, allora, spiegare come stanno le cose. Perlomeno spiegarle a chi vuole sapere.
A chi vuol credere, queste spiegazioni, evidentemente, non interessano e non lo convinceranno mai; anzi si sentirà vittima di un complotto organizzato da retrogradi cattedratici, alleati alle forze del Potere e a qualche oscura altra potenza. È inevitabile che sia così.
Per parte mia penso che il mondo sia già abbastanza irrazionale oggi per non alimentare anche nei nostri giovani il pensiero irrazionale che esce dalla cosiddetta fenomenologia paranormale.
E credo che lo sforzo che il CICAP sta facendo attualmente per stimolare un nuovo tipo di informazione, meriti davvero di essere incoraggiato.


Per chiunque sia interessato all'indagine scientifica del presunto paranormale, una lettura irrinunciabile è certamente il completissimo libro Viaggio nel mondo del paranormale (Garzanti), di Piero Angela: che è possibile richiedere direttamente al CICAP

 

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