Creazionismo nelle scuole

E poi Kuznetsov, Paracelso, il castello di Bardi...


Creazionismo nelle scuole


Ieri sono arrivati alla mia scuola una decina di volumi, lussuosamente rilegati e riccamente illustrati, in omaggio. Si tratta del primo tomo di un "Atlante della Creazione", previsto in sette volumi, che si propone di confutare le teorie evoluzionistiche di Darwin. Il libro, di oltre ottocento pagine, ha le dimensioni e l’aspetto di un messale, pesa quasi 6 chili e avrà un valore commerciale di oltre 300 euro.
Ovviamente la nostra scuola non è l’unica a esserne stata "beneficiata". Dopo la Francia, la Germania e la Svizzera, a quasi tutte le scuole italiane è stata inviata tale grazia di illustrazioni patinate, in particolare agli insegnanti di scienze e di religione.
La casa editrice è in Turchia, ma i pacchi sono stati spediti dall’Ungheria per corriere DHL. L’autore è Harun Yahya, pseudonimo di Adnan Oktar, un signore brizzolato che ci sorride dall’ultima pagina di copertina. La quale copertina porta incastonata nella rilegatura in tela marrone quelle figurine che mostrano immagini diverse quando si muovono - chi ha superato i quarant’anni se le ricorderà.
In allegato è anche un DVD dall’eloquente titolo "I fossili hanno screditato l’evoluzione", infatti la tesi di fondo del libro è che i fossili dimostrano che gli organismi non hanno subito cambiamenti nel corso di milioni di anni, quindi la teoria evoluzionistica è falsa, ergo noi non discendiamo dalle scimmie! Ahhh, sospiro di sollievo.
Anzi è proprio il darwinismo la causa dei mali attuali dell’umanità: la follia nazista, l’attacco dell’11 settembre, Bush, la guerra contro l’Islam sono tutti il risultato di questa teoria, un vero complotto internazionale.
Creazionismo
La cultura d’Oltralpe è stata la prima a mobilitarsi contro la diffusione del libro fin dal mese di febbraio, mentre al momento non pare ci siano passi analoghi nel nostro paese, nonostante il dibattito che si è subito acceso sul web.
Quello che stupisce è la quantità di denaro messa a disposizione dell’impresa e più d’uno si è domandato da dove siano arrivati tali finanziamenti. Il volume contiene anche un catalogo sterminato delle opere di tale Harun Yahya nelle lingue più varie, sia libri che CD e DVD che si possono trovare anche sul suo sito www.harunyahya.com
Renato Verga


Ancora su Kuznetsov


Gentili esperti CICAP, mi interesso di datazioni al C14 e vorrei avere il seguente chiarimento a proposito dell’esperimento fatto da Kuznetsov con il quale pretenderebbe di invalidare la datazione AMS della Sindone fatta nel 1988: se è vero che un aumento improvviso della temperatura provoca un assorbimento di carbonio, quale ragione scientifica ci induce a ritenere che il carbonio assorbito ex novo sia solo C14 e non anche C12?
Ferdinando Catalano

Risponde Gian Marco Rinaldi:
Oggi Dmitry Kuznetsov non pretende di invalidare la datazione della Sindone. Non più, dopo che nel 2002 su questa rivista è stato dimostrato che il suo è un clamoroso caso di frode scientifica. Sul n. 43 di S&P può leggere una biografia del russo e un dossier con la documentazione dei suoi falsi (entrambi i testi sono anche disponibili sul sito del CICAP). In questo stesso numero può anche leggere un aggiornamento di quella vicenda ("Scotta ancora il caso Kuznetsov", a p. 5).
A metà degli anni Novanta, Kuznetsov pubblicò il resoconto di un esperimento in cui, diceva, aveva sottoposto un antico lino a una simulazione d’incendio per riprodurre le condizioni in cui si trovò la Sindone durante l’incendio del 1532 nella chiesa di Chambéry dove era custodita. Radiodatato prima e dopo il riscaldamento, il lino dell’esperimento, a quanto dichiarato, risultò ringiovanito di qualcosa come 14 secoli. Il risultato era del tutto inverosimile. Forse Kuznetsov aveva sbagliato qualcosa nella conduzione dell’esperimento? No, come poi si è visto, semplicemente non aveva mai condotto l’esperimento e si era inventato il risultato. Lo stesso vale per altri esperimenti da lui pubblicati in quegli anni.
Per quanto riguarda la sua domanda, Kuznetsov non diceva che durante l’incendio fosse stato assorbito selettivamente solo l’isotopo 14. Per quanto la sua teoria non fosse chiara, si può assumere che si riferisse al carbonio tutto quanto, con gli isotopi nelle proporzioni quali valevano per l’atmosfera (o per il fumo dell’incendio) nel 1532. Supposto che la Sindone risalisse all’epoca di Cristo, allora il carbonio del 1532 (o di poco prima) conteneva C14 in proporzione maggiore rispetto al carbonio del lenzuolo già antico. Quindi un’aggiunta di carbonio moderno (del 1532) avrebbe ringiovanito l’età radiocarbonica del reperto. In questa ipotesi, però, per spostare l’età radiocarbonica dal primo secolo al 1300, bisognerebbe supporre che almeno tre quarti del carbonio della attuale Sindone sia stato assorbito dall’esterno nel 1532, il che è inimmaginabile.
Come può leggere nella biografia di questo "scienziato immaginario", Kuznetsov cominciò la sua carriera di falsario scientifico ingannando i creazionisti, poi passò a ingannare i sostenitori della Sindone. Non posso approvare il suo comportamento ma non nascondo che provo una certa simpatia per un uomo che ha dimostrato quanto sia facile ingannare sia i creazionisti che i sindonologi.
Nessuno, fra i professionisti del radiocarbonio, ha mai messo in dubbio il risultato della tripla datazione del 1988. Del resto, quello era proprio il risultato che ci si poteva aspettare dalle notizie storiche. Gli unici a lottare contro l’evidenza, per tutti questi anni, sono stati i sindonologi che hanno immaginato varie ipotesi, inverosimili o completamente assurde, per poter continuare a illudersi che la datazione non sia valida. Non sono riusciti a dimostrare che il C14 abbia sbagliato, ma hanno ampiamente mostrato di che cosa sia capace la loro fantasia!

Paracelso e la magnetoterapia


Scrivo a proposito dell’articolo sulla magnetoterapia apparso sul numero 72 di S&P ("La magnetoterapia, duecento anni di promesse mancate"). In esso si asserisce che la magnetoterapia risalirebbe al XVIII secolo, grazie all’opera di Hell Maximillian. Forse egli fu il primo a trattarla scientificamente, nel senso moderno del termine, ma negli "Scritti alchemici e magici" di Paracelso (Phoenix, Genova, 1991), redatto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, è presente un trattato intitolato "Delle forze del magnete" in cui è spiegato in quale modo il magnete possa guarire molti mali, tra cui il "mal caduco" (epilessia) o le perdite femminili. Il magnete viene descritto da Paracelso come una pietra che attrae non solo il ferro e altri metalli, ma anche le cause di tutte le malattie del corpo. Propone quindi di muovere il magnete sulle parti interessate con il fine di "attirare, ricacciare, far digerire nel centro", in altre parole far sì che il male si consumi senza diffondersi nell’organismo. Per concludere, considerando che la moderna magnetoterapia si propone di guarire producendo calore attraverso i magneti al fine di rimuovere le cause del male in loco, è facile notare la somiglianza con il metodo descritto dall’alchimista almeno un paio di secoli prima di Hell Maximillian.
Davide Pedrini

Risponde Alberto Borraccino:
Grazie della segnalazione, è un dato storico senz’altro interessante. Credo indichi chiaramente che se già Paracelso sosteneva cose così contraddittorie, oggi abbiamo solo colto un’altra occasione per perdere tempo (e denaro).
Mi pare peraltro trovi conferma quanto sostiene spesso Adalberto Piazzoli, vicepresidente del CICAP, ovvero che: «Nella scienza vale il principio che se lo dicevano gli antichi. è senz’altro sbagliato».

Attenti all’Avenger!


L’aereo mostrato nell’articolo sul Triangolo delle Bermuda (S&P n. 73) non è un Avenger come dice la didascalia. L’Avenger era un monomotore corpulento, non un bimotore pesante.
Paolo Attivissimo


Il CICAP e il castello di Bardi


Ho appena letto l’articolo (www.cicap.org/rubriche/scrivia/msg.php?tid=20060301090000) in cui smontate impietosamente i risultati ottenuti da Dinicastro e Gullà presso il castello di Bardi e mi sovvengono alcune considerazioni.
La prima è che il caso sia stato affidato a due persone del CICAP, sulle cui competenze non si sa nulla (si intendono di fotografia? Sono sensitivi? A che titolo sono stati scelti? Che ruolo hanno presso di voi? Conoscono le termocamere? Sono credenti?).
La cosa curiosa è che sono stati in grado di smontare sul luogo e senza bisogno di sottoporre ad accurate analisi i risultati dei due parapsicologi.
Lo stesso lavoro della sensitiva è stato fortemente messo in discussione, nessun sensitivo ha mai prodotto dei veri risultati solo perché questi fenomeni non seguono le leggi fisiche conosciute ma si accostano più che altro alla fisica quantistica (in fase di studio e sviluppo) opportunamente accantonata da voi del CICAP. E qui nasce una domanda che va sul curioso: perché non accettarla? Di cosa avete paura?
Un’altra considerazione è che non credo assolutamente che delle persone del calibro di Dinicastro e Gullà vadano in giro a sparare eresie sui luoghi che analizzano. Ne andrebbe della loro reputazione che francamente mi sembra piuttosto solida e inattaccabile. Ovviamente se non viene attaccata senza basi scientifiche di studio.
Inoltre mi sembra di ricordare Massimo Polidoro in un programma di Discovery Channel in cui si analizzavano leggende e ci si serviva dei tanto temuti sensitivi. Non mi sembra che si sia tirato indietro o che abbia smontato il sensitivo in diretta durante la trasmissione con il suo irritante scetticismo. Chissà per quale strano motivo?
L’invito che vi rivolgo è: smontate pure teorie, foto, video, risultati fonici. Ma fatelo con cognizione di causa e dopo opportuni studi in laboratorio e non delegando il primo venuto che dispensa critiche gratuite su nessuna base scientifica certa.
Se potete studiatevi i risultati ottenuti da Russell Targ dal 1972 al 1986. Ah dimenticavo. anche lui per voi è un impostore.
Antonio Maria Dettori
H.P. Research Group


Risponde Silvano Fuso:
Ringrazio innanzitutto il sig. Dettori per la sua lettera e cerco di seguito di rispondere a tutte le sue osservazioni.
1) Chi si è occupato del caso
I due soci del CICAP Emilia-Romagna che hanno visitato la mostra al castello di Bardi sono Andrea Salsi e Fausto Serventi. Non sono stati affatto "scelti", ma si sono interessati del caso semplicemente per questioni geografiche e di loro spontanea iniziativa. Posso assicurare che non sono sensitivi e il fatto che siano credenti o meno mi sembra del tutto irrilevante (nel CICAP convivono pacificamente atei, agnostici e credenti, così come accade in tutta la comunità scientifica). Vorrei specificare (come d’altronde mi sembrava risultasse già implicitamente nel mio articolo cui il lettore fa riferimento) che non si è trattata di una vera indagine scientifica, ma di un semplice sopralluogo e, come ho espressamente scritto, nell’articolo ho solamente riassunto la descrizione e le impressioni dei due membri del CICAP Emilia-Romagna.
I due hanno una discreta conoscenza di fotografia ma, soprattutto per quanto riguarda la fotografia infrarossa, si sono avvalsi della consulenza di esperti universitari. Tuttavia, al di là delle loro competenze, scopo del mio articolo, era mostrare che a volte è sufficiente solamente un po’ di spirito critico e di buon senso per evitare di credere ciecamente a certe affermazioni straordinarie.
2) Sensitivi e fisica
Quello che il lettore afferma riguardo ai sensitivi e alla fisica quantistica è piuttosto curioso. Innanzitutto non direi che la fisica quantistica sia in fase di studio e sviluppo. Il corpo centrale della fisica quantistica è stato oramai pienamente sviluppato da 80 anni ed essa è una disciplina ben collaudata dai fisici. Inoltre la fisica quantistica ha un suo campo di applicabilità ben definito: quello del mondo microscopico. Tirarla in ballo al di fuori del suo campo di applicabilità sembra del tutto inopportuno. Inoltre i fenomeni quantistici non sono affatto evanescenti e sfuggenti come il lettore sembra lasciare intendere. Anch’essi sono perfettamente riproducibili e l’intera fisica quantistica è basata su solidissime basi sperimentali che ogni ricercatore può riprodurre e verificare.
Il discorso sui sensitivi è ben diverso. Le loro affermazioni sono totalmente prive di base sperimentale e nessuno è mai riuscito a dimostrare ciò che essi sostengono. Il CICAP non accantona affatto la fisica quantistica: all’interno di esso vi sono molti fisici e chimici che la usano abitualmente nella loro attività professionale. Tanto meno il CICAP ha paura della fisica quantistica: semplicemente non la prende in considerazione a proposito dei sensitivi perché non vi è alcuna buona ragione per farlo.
3) Dinicastro e Gullà
Con tutto il rispetto per le competenze e la buona fede dei due ricercatori, vorrei precisare che i due fanno parte del "Laboratorio interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica". Si tratta (come del resto il CICAP) di una organizzazione privata senza alcun riconoscimento accademico. Inoltre, se è vero quanto riportato su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Azzurrina), Michele Dinicastro di professione è impiegato presso il Ministero degli Interni mentre Daniele Gullà è un perito che collabora come consulente con i tribunali. Ripeto, con tutto il rispetto, non mi risulta che le loro ricerche abbiano mai ottenuto qualche riconoscimento scientifico. Si tratta di due semplici appassionati che si interessano di paranormale e credono di aver ottenuto risultati straordinari. I loro risultati tuttavia non hanno mai ottenuto alcuna conferma da parte di altri ricercatori (requisito indispensabile per ogni affermazione scientifica) e sono stati sostanzialmente ignorati dalla comunità scientifica. In ogni caso la reputazione di un ricercatore, per quanto solida e inattaccabile, non garantisce nulla circa le sue affermazioni. Nella storia della scienza vi sono stati anche illustri premi Nobel che hanno detto solenni castronerie.
4) Polidoro e i sensitivi
Personalmente non ho visto il programma. Ho pertanto interpellato lo stesso Polidoro e penso che la cosa migliore sia lasciare la parola a lui:
«Il programma si chiamava Legend Detectives, eravamo io e una storica inglese che, insieme a un conduttore olandese, indagavamo su alcune famose leggende europee (Dracula, Robin Hood, San Gennaro, Rennes-le-Château.). In ogni puntata, poi, la produzione aveva deciso (contro il mio parere) di portare su ogni posto anche un "sensitivo" che dicesse quello che sentiva. Si trattava di un personaggio della loro "scuderia", che conduceva già altri programmi per loro. Io non ho mai avuto nulla a che fare con lui; l’ho incontrato solo una volta ed era anche un tipo simpatico, ma non ho mai avuto modo di sottoporlo ad alcun test o verifica (e nemmeno ho potuto commentare le sue performance perché sono state effettuate dopo che il nostro lavoro nei vari luoghi era già stato registrato). Ma il fatto è che si trattava di un programma di intrattenimento, non c’era alcun controllo e nessun tentativo serio di nascondere in anticipo al sensitivo l’argomento di ogni puntata (anche se poi, in onda, fingevano che non ne sapesse nulla). In ogni caso, quello che il sensitivo diceva nel corso del programma erano generalità che chiunque può conoscere su questo tipo di argomenti e banalità che lasciavano il tempo che trovavano. Non ha mai indicato fatti o dettagli nuovi che fossero verificabili. Ripeto, fosse stato per me ne avrei fatto a meno, anche perché poi, da un’indagine sugli ascolti del programma, è risultato che i minuti in cui c’era il sensitivo venivano in genere considerati come i meno interessanti (immagino perché il pubblico che li guardava era più che altro composto di appassionati di storia e archeologia, e non di fanatici del paranormale)».
5) Russell Targ
Conosciamo bene i lavori di Russell Targ. Non pensiamo affatto che sia un impostore. Solo che, anche nel suo caso, le sue affermazioni non hanno mai ricevuto alcuna conferma. Inoltre un’analisi critica delle sue ricerche (e di quelle del suo collega Harold Puthoff), condotta da diversi ricercatori quali Randi, Alcock, Hyman e altri, ha fatto emergere innumerevoli errori metodologici. Per un esame critico dettagliato dell’opera di Targ rimando al libro di Massimo Polidoro (1998), L’illusione del paranormale, Padova: Muzzio, cap. III.
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