Attenti agli elicotteri neri!

Alcune foto proverebbero l’esistenza di misteriosi apparecchi utilizzati nel grande complotto delle scie chimiche. Ma se si prova ad analizzarle con cura…

  • In Articoli
  • 26-10-2008
  • di Michele Galloni
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Immagine che ripprodurrebbe un "elicottero nero" in presunta missione di sorveglianza attorno al domicilio di un attivista.

Uno degli argomenti più utilizzati dai cultori delle scie chimiche è quello degli “elicotteri neri”, apparecchi che a loro dire svolazzerebbero attorno ai luoghi ove abitano i complottisti. Nonostante i sostenitori delle scie chimiche sostengano che questi velivoli sono collegati con il tanto temuto complotto delle chemtrails, la loro funzione è oggetto di dibattito anche tra di loro. Il Comitato Nazionale Tanker Enemy ha stilato un elenco dei possibili scopi di questi velivoli:
  1. disperderebbero bario nell’atmosfera per poter mappare il territorio;
  2. misurerebbero le emissioni elettromagnetiche delle antenne di telefonia mobile o la concentrazione delle sostanze nocive da loro stessi immesse nell’atmosfera;
  3. servirebbero a intimidire i ricercatori delle chemtrails;
  4. volando a bassa quota, scaccerebbero delle sonde non terrestri dalle aree militari;
  5. rilascerebbero sostanze chimiche invisibili all’insaputa di tutti;
  6. appiccherebbero incendi.

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Foto del misteriosissimo "elicottero nero" adeguatamente schiarita con un programma di fotoritocco: èun comune AB-412HB, Grifone dell'Agusta Bell, in forza alle Fiamme Gialle.

Analizzare queste ipotesi nel dettaglio diventerebbe estremamente complesso, l’argomento è sufficientemente vasto da poter essere trattato in un articolo dedicato. Per ora è sufficiente limitarsi a prendere in considerazione l’affermazione base e più diffusa di tutta la teoria: questi elicotteri non fanno parte dei comuni velivoli civili e militari che normalmente attraversano il nostro cielo (guardia di finanza, corpo forestale, carabinieri o velivoli privati).[1][2][3][4]
Vi sono varie foto dei suddetti elicotteri che mostrano delle silhouette scure che si stagliano contro il cielo. Ora, uno dei problemi più noiosi per la fotografia, digitale o no, è l’illuminazione.
Le foto in controluce in particolare possono rovinare l’immagine. La fotocamera non è in grado di percepire le sottili variazioni di chiaro e scuro come invece fa l’occhio umano. Quando la sorgente luminosa è di fronte (controluce), la fotocamera produrrà un’immagine che avrà gli oggetti inquadrati come se stessero in piena ombra, anche se in realtà essi sono in piena luce. Così come si socchiudono gli occhi di fronte a una forte sorgente luminosa, anche la fotocamera ridurrà l’apertura del diaframma, producendo l’effetto degli oggetti in ombra.
Il problema con le immagini che mostrerebbero l’esistenza degli elicotteri neri è che esse sono sottoesposte e decisamente in controluce. Basta, perciò, aumentarne l’esposizione e la luminosità con un comune programma di fotoritocco per accorgersi di ciò che esse in realtà ritraggono.
Quanto appena detto vale per la totalità delle immagini di “elicotteri neri” che sono attualmente in circolazione. Null’altro che pessime fotografie.
Un altro cavallo di battaglia di chi sostiene l’esistenza delle scie chimiche è rappresentato dagli “aerei bianchi” (o grigi, come si vede i colori sembrano particolarmente importanti ) che irrorerebbero sostanze chimiche tossiche ad alta quota.[5][6]
L’esperienza insegna che qualunque oggetto, visto a distanza, subisce un deterioramento cromatico dovuto alla dominante azzurra causata dalla densità dell’aria che si interpone tra l’osservatore e l’oggetto distante. A maggior ragione se si parla di aerei ad alta quota. Non parliamo di 100 o 200 metri, bensì di una decina di chilometri nel caso più favorevole di passaggio sulla verticale, qualcuno di più se l’aereo non passa esattamente sopra l’osservatore.
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Aereo che rilascia una scia in espansione.
Inoltre la maggior parte delle livree in uso per gli aerei è bianca o argentea sul ventre e sulle ali, motori compresi. Alcune compagnie tuttavia usano livree dai colori sgargianti e facilmente riconoscibili perfino nelle foto sgranate dai teorici delle scie. Un aereo perfettamente rosso, quindi, assume una colorazione più spenta simile al rosa. Un aereo giallo pallido diviene invece bianco; un aereo bianco/grigio chiaro diviene azzurrognolo; un aereo arancione diviene giallo, eccetera. Questa regola vale nel caso di atmosfera tersa e con scarsa umidità e si accentua in caso di foschia o nubi.
Anche l’angolo di ripresa, combinato con l’illuminazione e la variazione della stessa, può causare la perdita della maggior parte dei particolari, soprattutto nelle riprese video e fotografiche. Proviamo a considerare un esempio di questi processi, una sequenza che mostra un Airbus 340-313X della Cathay Pacific al momento del decollo (per la cronaca la livrea della compagnia è bianca e azzurro tenue).
Nelle immagini si può notare come, nel breve intervallo di tempo tra il primo e l’ultimo scatto, con una variazione di distanza di poche centinaia di metri e nessuna variazione di luminosità ambientale i particolari diventino sempre meno distinti: scompaiono i finestrini, il logo della compagnia aerea e le differenze di colore tra le varie parti dell’aeromobile.
La stessa sequenza permette di analizzare anche un ultimo argomento che compare frequentemente nella letteratura pro scie chimiche, quello della mancanza di finestrini dei presunti tanker che spargerebbero le scie. Come già evidenziato i particolari più piccoli scompaiono già a breve distanza, soprattutto in particolari condizioni di illuminazione, ma nel caso dei finestrini esiste una seconda ragione che giustifica la loro presunta scomparsa nelle foto dei sostenitori delle scie chimiche. I finestrini degli aerei, infatti, sono posti sempre nella parte superiore della fusoliera sopra la linea di mezzeria e questo fa sì che gli stessi siano invisibili nelle foto scattate mentre l’aereo passa sopra il fotografo, anche se da breve distanza.
Detto questo il colore degli aerei o l’assenza di finestrini non prova assolutamente che questi velivoli vengano usati in fantomatiche operazioni di irrorazione chimica clandestina. I cosiddetti “spotter”, appassionati di fotografia aeronautica, scattano ogni giorno foto di aerei bianchi parcheggiati negli aeroporti. Si tratta generalmente di aerei a cui viene tolta la vernice per poterli rivendere a nuove compagnie aeree. Lo stesso dicasi per i finestrini: non tutti gli aerei trasportano passeggeri, esistono compagnie che effettuano anche solo trasporto merci, tramite aerei cargo i quali possono non avere finestrini.
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Sequenza ripresa in prossimità della pista 16R di Fiumicino dal celebre spotter point (per gli appassionati) chiamato Terrazza Agip.


Michele Galloni
Geologo e consulente ambientale

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