Caso Ramsey: disinformazione a oltranza

Un aggiornamento sulle presunte nuove prove che dimostrerebbero l'inconsistenza scientifica della datazione della Sindone

  • In Articoli
  • 03-02-2009
  • di Gian Marco Rinaldi
Sul n. 78 di S&P abbiamo visto come, a partire dagli ultimi giorni di gennaio 2008, sui nostri media si sia diffusa la voce che il professor Christopher Ramsey, direttore del laboratorio del radiocarbonio di Oxford, avesse forse ammesso che la datazione della sindone condotta nel 1988 era sbagliata. Ramsey stava conducendo nuovi
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John e Rebecca Jackson con il loro manichino dell'uomo della Sindone
esperimenti, si diceva, e i risultati sarebbero stati resi noti in un documentario sulla Sindone programmato per il 22 marzo, sabato di Pasqua, sul secondo canale della BBC inglese. Probabilmente per il clamore dei giornali, la Rai si affrettava ad acquistare i diritti del documentario inglese e a doppiarlo in italiano per metterlo in onda la sera del lunedì di Pasqua all'interno del programma Porta a Porta. Nonostante le smentite subito diramate da Ramsey, il tam tam è continuato sulla stampa italiana e si è esteso anche all'estero in diversi paesi. Ancora quel sabato di Pasqua, a poche ore dalla trasmissione del documentario, il telegiornale Studio Aperto (Italia 1) delle 12,25 trasmetteva un servizio dove si diceva: «La sacra Sindone potrebbe risalire ai tempi di Gesù e non essere affatto un falso medievale. Ora lo ammette anche il direttore del laboratorio di Oxford che diciannove anni fa condannò il lenzuolo funebre come non autentico. Dopo due decenni di polemiche e recriminazioni, il professor Ramsey dichiara oggi che l'esame al carbonio 14 potrebbe essere stato clamorosamente sbagliato. Per questo lo scienziato raccomanda nuove analisi. Il dietrofront dell'università di Oxford è il punto forte dell'atteso documentario sulla Sindone che la Bbc trasmetterà stasera, vigilia di Pasqua: una lunga inchiesta condotta assieme ai maggiori esperti di datazione con il carbonio. La loro conclusione fa scalpore. Tecniche nuove e più precise dimostrerebbero un errore nel test del 1989, e a certificarlo ora è lo stesso laboratorio che lo eseguì. Si riapre il caso del misterioso telo di lino ritenuto dalla tradizione quello che avvolse il corpo di Gesù. Per anni studi storici e scientifici hanno accumulato prove di autenticità di quell'impronta di uomo crocifisso. Ora anche i paladini dell'esame al carbonio dicono che sì, forse è tutto autentico».

Su Libero dello stesso 22 marzo, Antonio Socci scriveva: «Oggi, in Gran Bretagna, la Bbc trasmetterà l'annunciatissimo film-inchiesta sulla Sindone intitolato "Shroud of Turin. A conflict of evidence" con cui si riaprirà tutto il dossier relativo all'analisi al C14 fatta nel 1988. Tali e tante sono le scoperte e gli studi che, grazie ai più elaborati mezzi tecnico-scientifici, hanno dimostrato la fallacia di quella datazione medievale e la provenienza del Lenzuolo, con certezza, dalla Giudea e dal I secolo d.C., che pure il professor Christopher Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford che fece quelle analisi, dichiara: "i miei colleghi potrebbero essersi sbagliati". E ora intende riaprire la questione per capire quali elementi possano aver falsato i risultati. Siamo solo agli inizi di un clamoroso ristabilimento della verità». Il numero del settimanale Oggi in edicola quel giorno, titolava: «Un programma della BBC smentisce l'origine medievale del telo. Sindone, allora non è un falso? Nuovi studi ribaltano il test al carbonio 14 del 1988».

Il monossido


Finalmente fu trasmesso il documentario e si seppe quale doveva essere la nuova rivoluzionaria ipotesi. A proporla era John Jackson, un veterano della sindonologia che vive a Colorado Springs e continua a dedicarsi ai suoi studi assieme alla moglie Rebecca.
Jackson fu a suo tempo un seguace e collaboratore di Dmitry Kuznetsov (il biochimico le cui frodi scientifiche sono state raccontate su S&P 43). Anche dopo il declino del russo, non ha smesso di pensare all'incendio che coinvolse la Sindone nel 1532. Rendendosi conto che la quantità di carbonio incorporato nel 1532 dovrebbe essere ingente per produrre uno spostamento di data di tredici secoli, ha provato a immaginare un inquinamento con una sostanza arricchita in C14 in modo che ne basti una piccola quantità per falsare la datazione. Ritiene che il magico inquinante sia il monossido di carbonio (CO, non il biossido o anidride carbonica). Per mettere alla prova l'ipotesi, Jackson, a Colorado Springs, ha incubato campioni di tessuto di lino in atmosfera ricca di monossido di carbonio e li ha forniti a Ramsey per un test. Ecco il responso di Ramsey, da lui pronunciato nel documentario: «I campioni che abbiamo testato finora, campioni di lino riscaldati e conservati con monossido di carbonio, non hanno rivelato alcuna reazione con questo gas. Perciò, fino a questo momento, non c'è nulla nell'ipotesi del dottor Jackson che possa confutare i risultati della precedente datazione». La frase è molto breve e poteva sfuggire all'ascoltatore, ma Ramsey ha contemporaneamente pubblicato sul sito del suo laboratorio (all'indirizzo http://c14.arch.ox.ac.uk/embed.php?File=shroud.html) un più ampio comunicato che riassumiamo. Ramsey spiega perché l'ipotesi non appare verosimile. Primo, il monossido di carbonio è presente in quantità molto piccola nell'atmosfera. Secondo, la molecola è piuttosto inerte e non ci si aspetta che reagisca con la cellulosa del lino. Terzo, nessuna contaminazione di questo tipo è mai stata scoperta, nemmeno in reperti vecchi fino a 50 mila anni per i quali l'effetto sarebbe molto più marcato. Quindi è logico che una simile ipotesi non fosse mai stata presa in considerazione. Essendo comunque disposto a mettere alla prova l'ipotesi, Ramsey ha misurato il C14 nei campioni forniti da Jackson ed ecco il risultato: «Finora i campioni di lino sono stati sottoposti a condizioni normali (ma con concentrazioni molto alte di monossido di carbonio). Questi test iniziali non mostrano alcuna reazione significativa – anche se la sensibilità delle misurazioni è sufficiente per scoprire una contaminazione che sposterebbe l'età di meno di un singolo anno. Questo è quanto ci si deve aspettare e conferma perché questo tipo di contaminazione non sia stato finora considerato un problema serio». Dunque Ramsey era in grado di vedere uno spostamento di data di meno di un anno, ma non ha visto niente. I sindonologi si aspettano uno spostamento di 1300 anni. Ramsey aggiungeva anche che gli esperimenti sarebbero continuati perché Jackson doveva preparare campioni in condizioni particolari per simulare le condizioni in cui si è trovata la Sindone nel corso dei secoli. Probabilmente Jackson cercherà di sottoporre i campioni ai fumi di un incendio, tornando alla vecchia idea di Kuznetsov. Se finora non è riuscito a far combinare il monossido con il lino, non si prevede che ci riuscirà simulando un incendio. Comunque l'eventuale monossido prodotto dall'incendio del 1532 non poteva contenere carbonio arricchito dell'isotopo 14. Infatti il C14 si forma nell'alta atmosfera per l'azione dei raggi cosmici, mentre nell'incendio di Chambéry a bruciare era il legno degli arredi della chiesa, legno che aveva la stessa composizione in C14 del biossido nell'atmosfera (o un po' inferiore se il legno era vecchio).
Il contenuto del comunicato, prevedibilmente, è stato taciuto dai sindonologi e ignorato dalla stampa, ma Ramsey chiudeva con una frase che è stata ripetuta molte volte. Diceva: «C'è una quantità di altra evidenza che suggerisce a molti che la Sindone sia più vecchia di quanto concesso dalle date radiocarboniche e quindi è certamente necessaria ulteriore ricerca». E concludeva con una esortazione, rivolta a tutte le parti, a riesaminare l'evidenza in modo da arrivare a una conclusione comune.

Il dopo-documentario


A questo punto, ci si aspettava che i giornali che nei mesi precedenti avevano creato le attese e annunciato le novità, si sentissero in dovere di informare i lettori che era stato tutto un equivoco. Non mi risulta che nessun giornale lo abbia fatto (con una eccezione di cui diremo alla fine). Al contrario, alcuni giornali hanno rilanciato e sono usciti con ulteriori notizie come se le novità fossero confermate. Documentiamo con alcuni esempi.
Sulla Stampa del 23 marzo, una corrispondenza da Londra di Vittorio Sabadin (lo stesso giornalista che era stato fra i primi ad aprire il caso con un articolo del 26 gennaio) titola: «La scienza ammette: "Forse sulla Sindone abbiamo sbagliato". Esperti americani ed europei confidano alla Bbc: "Gli esami dell'88 non soddisfano, bisogna rifarli". Una svolta nel dibattito sulla datazione». L'articolo si apre così: «Per vent'anni, dopo la datazione con il Carbonio 14 effettuata in tre laboratori diversi arrivati alla stessa conclusione, abbiamo pensato che la Sindone di Torino fosse una delle tante false reliquie medioevali, solo un poco più misteriosa e complessa. Ma ora un autorevole gruppo di scienziati americani ed europei, alcuni dei quali parteciparono agli esami condotti a Oxford, Zurigo e Tucson nel 1988, afferma che quegli esami potrebbero avere dato un risultato distorto e sollecita una nuova definitiva indagine sul lenzuolo di lino più famoso e discusso della storia». Altri articoli più brevi, tutti volti a spiegare che la Sindone non è medievale, riempiono le due pagine che il giornale dedica alla vicenda.
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Un'immagine delle apparecchiature utilizzate per fotografare la Sindone.
Immagine tratta dal sito di Nital
Sul Corriere della Sera, sempre il 23 marzo, i titoli: «Grazie a tecniche al carbonio 14 più sofisticate. Bbc riapre mistero su Sacra Sindone. In un documentario nuove prove che confutano la datazione medievale fatta nel 1989».

Lo stesso giorno su Avvenire: «Speciale della BBC. TV, nuove rivelazioni sugli studi della Sindone. L'inchiesta, in onda domani su Raiuno, rivela: "Gli esami fatti nel '78 sono sbagliati. La scienza non spiega questo grande mistero" ».
Sull'Eco di Bergamo del 26 marzo, l'articolo di Pier Giuseppe Accornero ha il titolo: «Bbc: cade la datazione medievale della Sindone». Nel testo: «E adesso tocca agli scienziati, che per due decenni hanno sostenuto l'inattendibilità e la non storicità della Sindone di Torino, dimostrare che essa è un falso medievale. (...) È quanto emerge dal documentario-inchiesta "Shroud of Turin" che il secondo canale della Bbc ha mandato in onda la sera del Sabato Santo, 22 marzo, e che Porta a Porta ha ritrasmesso lunedì 24. Il filmato mette fortemente in dubbio la validità della datazione medievale effettuata nel 1988 con il radiocarbonio. (…) La conclusione della Bbc contesta l'arroganza dei "carbonisti": il misterioso lino potrebbe davvero essere il lenzuolo che avvolse il corpo morto di Cristo deposto dalla croce».
Passiamo alla televisione. Il 23 marzo, nel Tg2 delle 13, il corrispondente da Londra diceva: «Un colpo di scena che riapre la possibilità che la sacra Sindone, conservata nel duomo di Torino e venerata da generazioni di credenti, sia davvero il lenzuolo funebre in cui venne avvolto Gesù Cristo dopo la crocifissione. Il sipario si rialza clamorosamente dopo vent'anni, grazie a un documentario trasmesso ieri sera da BBC2, che verrà riproposto domani da Porta a Porta: non è affatto detto che il misterioso tessuto di lino sia un falso medievale creato ad arte fra il 1265 e il 1385. L'inchiesta della Tv britannica smonta la validità della datazione effettuata nell'88 con il carbonio 14 nei laboratori di Oxford, Tucson, Zurigo. La peculiare contaminazione a cui va incontro il lino e le traversie subite potrebbero aver sballato gli esami di secoli e secoli. Ne è certo il fisico americano John Jackson, che ha convinto il direttore del laboratorio di Oxford Christopher Ramsey a ripartire da zero».
Il telegiornale di LA7 se ne è occupato la sera del 23 marzo, ma ho perso il servizio e ho solo visto scorrere, nella striscia in basso sullo schermo, l'annuncio: "Sindone: film della BBC riapre il mistero".
Il giorno successivo, il Tg2 delle 20,30 diceva: «I risultati dell'esame scientifico condotto nel 1988, il cosiddetto carbonio 14, che datavano quel pezzo di stoffa al Medioevo, erano insieme anche la prova inoppugnabile che la Sindone non proviene dal sepolcro di Cristo, e dunque non riproduce, a mo' di negativo fotografico, le fattezze reali di Gesù. Senonché, per bocca degli stessi scienziati interpellati in uno speciale della tv inglese BBC, quell'esame non è poi così preciso. Il mondo dei sindonologi, un bizzarro ring di credenti e di atei che da decenni si combattono a colpi di prove scientifiche, è in subbuglio. La partita si riapre. Il carbonio 14, uno scacco matto per i fautori della tesi della falsa reliquia, è stato revocato, perché?» Segue l'intervista a una sindonologa che dice: «Finalmente verrà presa in considerazione l'ipotesi che quel risultato sia stato falsato dalle contaminazioni presenti sulla Sindone, contaminazioni dovute alle vicissitudini storiche a cui la Sindone è stata sottoposta nei secoli». Mi è sfuggito pure un servizio trasmesso il 29 marzo da Mizar, rubrica culturale del Tg2, col titolo "Sindone, il caso è riaperto" e con una intervista alla sindonologa Emanuela Marinelli.
Il 24 marzo, in seconda serata su Raiuno, la trasmissione Porta a Porta era dedicata alla Sindone. Al suo interno venne trasmesso per intero il documentario della Bbc doppiato in italiano. A commentare il documentario, Bruno Vespa aveva chiamato sei ospiti, tutti sindonologi o favorevoli all'autenticità della Sindone. Non c'era alcuna voce critica. Nella discussione, dove tutti erano d'accordo, si è parlato della Sindone dando per scontato che sia una reliquia autentica. Nessuno ha fatto notare che il test di Ramsey, come comunicato nel documentario, era stato negativo.
Quella puntata di Porta a Porta dedicata alla Sindone fu il programma con il maggior numero di spettatori nella seconda serata televisiva del 24 marzo. Per inciso, il documentario (a parte il caso Ramsey) è stato mistificante a un livello raramente visto.

Nei mesi successivi, la tesi di Jackson è riapparsa su alcuni giornali americani. Jackson, intervistato assieme alla moglie Rebecca, si è sempre dichiarato fiducioso che la sua ipotesi verrà confermata, anche saranno necessari mesi o anni di lavoro. Non ha mai accennato ai risultati negativi del test di Ramsey. Anche in un comunicato a sua firma apparso sul principale sito sindonista (www.shroud.com/pdfs/jackson.pdf ), Jackson ribadisce la sua tesi e tace sui risultati negativi di Oxford.
In agosto un lungo articolo del Los Angeles Times ha avuto un'eco anche in Italia. Diversi giornali pubblicavano una breve nota il 18 agosto. Sul Corriere della Sera: «Il mistero della Sacra Sindone si riapre: l'Università di Oxford è pronta a riconsiderarne la datazione». Su Repubblica in cronaca di Torino: «"[Jackson dice:] Non avevo mai creduto agli esiti dell'epoca [1988] (...) Gli alti livelli di monossido di carbonio hanno alterato i test." Jackson, a distanza di 20 anni, è pronto ad invalidare la data, incassando anche il via libera dell'Università di Oxford, pronta a collaborare». Sul sito della Stampa: «Lo smog ha "sporcato" la Sindone, la datazione al carbonio va ripetuta. John Jackson, docente di fisica all'università del Colorado: "Restano molte prove che la Sindone sia in realtà più vecchia"». Sul Giorno e i due giornali collegati: «Potrebbe riaprirsi il mistero della Sacra Sindone: John Jackson, fisico dell'ateneo del Colorado ha incassato l'appoggio dell'università di Oxford per riconsiderare l'età del sudario di Cristo. Nel 1989 la Sindone (con la consulenza scientifica proprio di Oxford) era stata datata 1325: cioè come un falso medievale. Ma Jackson non ha mai creduto a quegli esami, sostenendo che il lenzuolo è molto più vecchio e che la datazione è stata alterata a causa degli elevati livelli di monossido di carbonio durante i test. Oxford ha ammesso che può essere vero: e che se Torino concederà la Sindone, rifaranno gli esami».
Concludiamo su una nota positiva. Sul Corriere della Sera del 31 maggio, in una sezione culturale, si faceva sentire una solitaria voce dissonante, non di un cronista del giornale ma di un illustre collaboratore, Giorgio De Rienzo. Riportiamo integralmente il breve testo di De Rienzo perché è un incisivo commento a tutta la vicenda: «Sulla Repubblica, con gran rilievo, si annuncia una nuova ostensione della Sindone di Torino, per altro già promessa dalla Stampa da quasi un mese. Secondo l'articolista, a volerla più che il popolo dei fedeli "sarebbe la comunità scientifica" per proporre "nuovi esperimenti" sulla datazione del telo "di più agevole realizzazione nel corso di una Ostensione". Nell'inverno scorso i due giornali avevano anticipato, con intere pagine, le rivelazioni di uno degli scienziati di Oxford impegnati nel 1988 a eseguire l'esame del carbonio 14 che datava, nella delusione generale, il funebre lenzuolo tra il 1260 e il 1390. In un documentario della BBC lo scienziato in questione avrebbe sconfessato i risultati di quegli esami. Chi ha visto il documentario, lanciato in un clima d'avvento da Porta a Porta e passato poi in prima serata qualche mese fa, ha potuto constatare come non ci fosse nessuna smentita, ma solo un abile montaggio giornalistico di supposizioni, che Vespa dava per certe sprizzando pia gioia nel proprio sguardo illuminato, quasi volesse comunicare entusiasmo ai cauti ospiti in abito talare. La Chiesa non ha mai affermato ufficialmente che la Sindone sia una reliquia autentica (anzi in passato, per voce autorevole di due papi, l'ha dichiarata apertamente falsa), ma ha lasciato che esperti al suo servizio lo sostenessero e tentassero di dimostrarlo pateticamente, trovando sul telo ora tracce di polline palestinese, ora improbabili impronte di monetine d'epoca adatte a una precisa autentificazione cronologica. Obiezione da sprovveduto uomo della strada: la scienza forse potrebbe togliere qualche velo a un fitto mistero, ma non sarebbe mai in grado di dimostrare un miracolo. Sarebbe un ossimoro concettuale».

Gian Marco Rinaldi
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