Diplomi in naturopatia

Alla Sapienza di Roma da quest’anno si attiva un Master che sembra non avere nulla di scientifico

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  • 23-02-2010
  • di Giorgio Dobrilla
Il Dipartimento di Neurologia e Otorinolaringoiatria dell'Università La Sapienza di Roma ha deliberato il 24 marzo 2009 l'attivazione di un Master (in inglese "diploma accademico") di Naturopatia aperto a laureati in medicina e non, tra i quali laureati in fisica, laureati in scienze forestali, ingegneri, agronomi, erboristi, diplomati in educazione fisica, terapisti occupazionali, fisioterapisti, infermieri. I discenti, alla fine del corso, avranno in mano un Diploma di Naturopata che, essendo rilasciato da un'Università, tranquillizzerà l'ingenuo paziente. In realtà, pure soggetti senza preliminare preparazione medica potranno effettuare trattamenti non convenzionali "in corpore vili". Uno dei referenti del corso è Fabio Ambrosi, non medico, presentato in più di un sito web come terapista esperto in una serie variegata di trattamenti non convenzionali tra i quali erboristeria, magnetoterapia, ayurveda, agopuntura, omeopatia, yoga-terapia e chiropratica. On line si legge anche che il terapista è docente presso la Université Européenne Jean Monnet di Bruxelles e che "ha sviluppato la formazione in magnetoterapia quale allievo del dott. Neville S. Bengali, omeopata magnetoterapeuta di Mumbay (Bombay)". Oltre a questo stupefacente eclettismo, colpisce il fatto che l'essere allievo di un naturopata di Bombay (sic), venga offerto alla grande platea di internet come una sicura garanzia. Dovrebbe pure sconcertare che lo stesso docente è venditore in rete dei suoi preparati erboristici (conflitto di interessi, o no?). È come se un dirigente farmaceutico insegnasse in un'aula universitaria l'utilità del farmaco prodotto dalla sua azienda. In ogni modo, chi otterrà a fine Master un diploma di naturopata rilasciato dalla Sapienza dovrebbe essere autorizzato a "curare". Questo "automatismo"(?) cozza in modo palese contro gli scopi della "Sapienza" che si definisce "un'università pubblica, autonoma e libera, impegnata a contribuire allo sviluppo della società della conoscenza attraverso la ricerca, la formazione di eccellenza e di qualità e la cooperazione internazionale." Questo fatto è ancor più grave del millantato credito di moltissime fantomatiche università straniere come ad esempio la suddetta Université Européenne Jean Monnet (che opera anche da noi) e ha diplomato anche il succitato Ambrosi. In realtà, il relativo titolo accademico ha così poco valore che quella "Università" autoreferenziale è stata da molti anni sanzionata per il reato di pubblicità ingannevole in quanto termini come Università, Accademia e Ateneo possono essere usati per legge1 solo da un università riconosciuta. Ma come commentare se diplomi simili sono rilasciati da una università statale "vera"? C'è da chiedersi se anche queste iniziative non concorrano, insieme ai fondi destinati all'università sempre più scarsi e all'assenza di meritocrazia nell'assegnazione dei posti, al pessimo ranking mondiale delle nostre Università: quella della Sapienza, ad esempio, occupa solamente la posizione 205. Perugia, altra università dove si tiene quest'anno un corso simile, non compare nemmeno nelle prime 400. Questa sì che è una scoraggiante immagine del Paese. Germania e Francia, ad esempio, tra le prime 100 ne piazzano ben 4 di Università.

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