Intervista al Presidente del CICAP, Sergio Della Sala

Uno dei temi dell'assemblea che si è svolta a Bologna in ottobre è il modo in cui i soci del CICAP possono contribuire attivamente e in prima persona a realizzare gli obiettivi dell'associazione.
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Ne parliamo con il Presidente del CICAP Sergio Della Sala, professore di neuroscienze cognitive all'Università di Edimburgo.

Molti conoscono il CICAP fin dalla sua fondazione come un Comitato di scienziati, di autorevoli esperti e di accademici. Non è più così?

Non è mai stato così. Ma adesso lo specifichiamo con più chiarezza. Non siamo un gruppo di scienziati, ma dei fruitori della scienza: tutti partecipiamo allo sviluppo democratico della nostra società, anche ponendo domande. Vogliamo evitare che preconcetti e false conoscenze inficino le nostre scelte e siano dannosi per noi stessi e per gli altri. Il CICAP non è settario, né votato a convertire chicchessia. Uno dei nostri propositi è che si possa discutere di qualsiasi argomento con un atteggiamento critico, prima di tutto sulle fonti da cui scaturiscono determinate informazioni. Chiunque immetta nel dibattito pubblico proposte che possono influenzare altri, deve fornire le evidenze su cui le sue proposte si basano. Quindi non siamo pro-scienza a priori, siamo per la trasparenza anche, e soprattutto, nella scienza. La scienza è solo uno dei molti sistemi di conoscenza, non migliore o peggiore di altri. E' un metodo che ci permette di accrescere il nostro sapere tramite l'osservazione, e' un sistema di sapere che ha il grande merito di auto correggersi, di apprendere dai propri errori e migliorarsi.

Quindi chiunque può dare una mano?

Certamente. Il CICAP è costituito da persone curiose: tutti possono partecipare, tutti sono benvenuti. Ad oggi ci sono 13 gruppi locali composti da volontari di ogni estrazione e substrato culturale, di ogni età e credo politico, unite da un desiderio etico: il valore della trasparenza nelle scelte pubbliche basate sulle evidenze scientifiche. Questi volontari portano avanti le attività del CICAP nella loro zona. Per esempio organizzano serate divulgative, incontri nelle scuole, indagini e molte attività volte anche a socializzare e divertirsi insieme. Chi volesse partecipare può contattare questi gruppi.

In alcune regioni però non c'è nessun gruppo locale CICAP.

Dobbiamo uscire dalla costrizione geografica dei confini regionali. A volte una città può essere più vicina a un'altra regione che al proprio capoluogo. Si possono oggi avere dei gruppi a cavallo di più regioni, o attivi in una singola provincia. Dove ci sono città molto grandi o centri vicini ma mal collegati si potrebbero anche avere più gruppi locali nella stessa zona, se ci sono le persone disponibili. Inoltre oggi la vicinanza fisica, seppur positiva e gradevole, non è strettamente necessaria: si può benissimo condividere a distanza, o partecipare alle varie iniziative nazionali del CICAP.

E se un socio si trova in un'area dove non esiste un gruppo locale a cui unirsi?

Ci sono molti modi di dare una mano: il solo fatto di iscriversi al CICAP sarebbe un gesto concreto. Per fare di più poi ogni socio adesso può farsi promotore di nuove iniziative. Per esempio, potrebbe organizzare una conferenza con un ricercatore o un accademico della propria città su temi collegati alle pseudoscienze, oppure invitare qualcuno dei relatori CICAP. Solo chi vive in un posto può sapere quali circoli, musei, biblioteche o locali possano ospitare simili eventi. Il CICAP sarà felice di dare il proprio patrocinio a iniziative meritevoli di questo tipo.

Chi può richiedere il patrocinio?

Tutti i soci possono presentare progetti che saranno valutati da una apposita commissione, scrivendo a [email protected]. Per iniziative meritevoli, il patrocinio può essere concesso anche a soggetti non iscritti al CICAP, come per esempio associazioni culturali che condividano obiettivi e modalità di azione del CICAP.
Non conta neanche il numero di richiedenti: il patrocinio per una iniziativa può essere richiesto da un singolo socio o da un piccolo gruppo, non c'è bisogno di un gran numero di persone per svolgere delle attività.

Magari questo può essere l'inizio di un nuovo gruppo locale?

Certo. Già oggi ci sono dei gruppi non ancora costituiti ma in formazione, per esempio nelle Marche o nel Lazio. Quei soci attivi sul loro territorio, che in passato erano chiamati “Antenne”, possono essere i nuclei di futuri gruppi. Quello del patrocinio è un modo di essere concreti, fare dei progetti e muovere i primi passi insieme ad altri. Poi se dopo un periodo di tempo il gruppo avrà dimostrato attività continuativa e regolare, partecipazione ad iniziative nazionali, e avrà ottenuto l'approvazione ufficiale secondo la procedura attuale, allora si potrà fregiare dell'etichetta di Gruppo Locale. In caso contrario non c'è comunque problema, non esiste un obbligo. L'importante è l'attività, badando alla sostanza più che alle etichette. Chi vuole mettersi a disposizione per incontrare altri soci nella propria zona o far nascere nuovi gruppi può scrivere a [email protected].

Come immagini lo scenario dei gruppi locali fra qualche anno?

Vorrei che in futuro i gruppi locali crescessero per numero di soci e quantità, che fossero presenti sul territorio e attivi. E poi ci potrebbero essere tanti nuclei di soci in contatto fra loro, sulla strada per diventare gruppi ufficiali ma intanto già impegnati in iniziative reali. La mia visione è di una rete di cittadini che si impegnano per migliorare la democraticità e la trasparenza della società in cui vivono, partendo dall'uso delle informazioni scientifiche.

E se qualcuno non è interessato ai gruppi locali ma vuole comunque dare una mano?

Un ottimo modo sono i gruppi tematici : si collabora anche a distanza grazie alle tante tecnologie disponibili, su progetti specifici. Sempre a distanza si può collaborare alle riviste, come Query Online o Magia , E poi ci si può impegnare in prima persona in iniziative come Chiedi Le Prove , che richiede un impegno più serio e duraturo, oppure partecipare ad eventi come la Giornata Anti Superstizione , che invece sono una tantum ed hanno spirito più goliardico. Naturalmente tutte queste possibilità sono disponibili anche a chi fa parte dei gruppi locali.

Altre idee per essere aggiornati e partecipare alle attività del CICAP, magari per chi può dedicare solo momenti occasionali?

Associarsi. Abbonarsi a Query . Visitare il sito , che da qualche mese è stato rinnovato, o la pagina Facebook . Partecipare al convegno nazionale – il prossimo si terrà a Cesena a settembre 2017- e ai tantissimi eventi organizzati in giro per l'Italia. Insomma, sostenere il CICAP e le sue attività come si riesce e come si preferisce.


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