L'astronauta di Palenque

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Su una pietra tombale maya ritrovata nel Tempio delle Iscrizioni di Palenque, nello stato messicano del Chiapas, è ritratta una figura umana in una posa che ricorda quella di un viaggiatore spaziale intento a pilotare un veicolo a razzo. L'uomo sembra impugnare i comandi di guida, e nella parte posteriore del veicolo compare una struttura (un motore?) da cui fuoriescono quelle che appaiono essere fiamme. Altri dettagli suggeriscono la presenza di un sedile, di un apparato di respirazione e di una struttura esterna affusolata che ben si concilia con l'aspetto di un veicolo a razzo.
L'immagine è stata portata all'attenzione del pubblico dallo scrittore svizzero Erich von Däniken che, a partire dal suo libro Ricordi del futuro (1968), l'ha interpretata come una testimonianza della visita all'umanità da parte di viaggiatori extraterrestri, avvenuta secondo l'autore in tempi remoti e della quale si sarebbe in seguito persa la memoria. Secondo le teorie dello scrittore, riprese ed ampliate anche in Italia da Peter Kolosimo, gli antichi contatti con civiltà aliene avrebbero tuttavia lasciato traccia in alcuni manufatti, dei quali la pietra di Palenque costituirebbe uno degli esempi più convincenti.
Nonostante l'aspetto dell'immagine tombale, in sé piuttosto sorprendente, von Däniken si ferma però all'interpretazione che deriva dalle prime sensazioni, tralasciando di approfondire aspetti decisivi fra cui - ad esempio - l'abbigliamento del "pilota", non certo adatto a un volo spaziale. Ma soprattutto altri studiosi, fra cui l'archeologo statunitense William H. Stiebing, documentano come nella stessa località di Palenque vi siano diverse pietre tombali maya (come nel Tempio della Croce e nel Tempio della Croce Fronzuta) sulle quali compaiono simboli che si ritrovano anche nell'immagine del cosiddetto astronauta. Nel contesto dell'arte maya, tali figure rappresentano il "Mostro della Terra" (un guardiano degli inferi), scambiato per la parte inferiore dell'astronave, un oggetto a forma di croce (che probabilmente raffigura una pianta di mais) un uccello quetzal (un simbolo solare ad indicare la sorgente della vita) e altro ancora. Si suppone quindi che la scena sulla pietra ritragga in realtà un sacerdote o un re raffigurato al momento della morte, durante il passaggio fra il mondo dei vivi e l'aldilà. Conosciamo invece la data della sepoltura, risalente alla fine del VII secolo d.C., che evidentemente non si concilia affatto con l'ipotesi della visita di antichi extraterrestri, sostenuta da von Däniken e dai suoi seguaci.



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