18 giugno - La giornata della "Gastronomia Sostenibile"

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Nel 2016 l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 18 Giugno come “Giornata della gastronomia sostenibile”. Quindi gastronomia intesa come arte di cucinare il cibo ma sostenibile, cioè che utilizzi le risorse del nostro pianeta secondo modalità e a un ritmo che non ne comportino una riduzione a lungo termine, in modo da preservare la capacità di soddisfare le esigenze delle generazioni future.

La crescita della popolazione mondiale ha come diretta conseguenza un problema di approvvigionamento di cibo, non solo perché "più siamo, più mangiamo", ma anche e soprattutto perché per produrre il cibo oggi si consumano risorse (principalmente acqua e suolo) in modo non sostenibile e si producono gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale.

Le stime della Food Agricultural Organisation (Fao) dicono che ci si attende un aumento di popolazione pari a circa 2,3 miliardi di persone entro il 2050. Con cauto ottimismo, la Fao afferma che sarà possibile sfamarle tutte, ma per farlo in modo sostenibile bisogna aumentare la produzione agricola pur diminuendo al contempo le emissioni e lo sfruttamento delle risorse.
Ciò comporta l’ampliamento del concetto di cibo a nuove forme di nutrimento (che in ambito europeo si chiamano "Novel Food") o l’estensione a tutto il pianeta di cibo utilizzato solo in alcuni luoghi. Esempio tipico è l'inserimento di insetti nella dieta di popolazioni che, a oggi, non li hanno mai utilizzati. In particolare in Europa, a differenza di quanto avviene in Asia, Sud America e Africa, gli insetti sono considerati talmente tanto "nuovi" che si è dovuto recentemente redigere uno specifico regolamento per normare la materia. Eppure, per quanto lontani dalla nostra cultura e tradizione culinaria, gli insetti vengono considerati da più parti (Fao in primis) come una soluzione inevitabile, oltre che auspicabile, per un’autentica "gastronomia sostenibile".
I dati delle ricerche eseguite dalla Fao dimostrano infatti che allevare insetti produce gas serra per 1 grammo ogni chilo di peso degli animali (in media), allevare bovini ne produce 2850 grammi, mentre per i suini il valore è di 1300 grammi. In merito al consumo di suolo ne bastano 20 metri quadri per produrre 1 chilo di proteine, mentre per i suini occorrono 70 metri quadri e per i bovini 125 metri quadri.
Da un punto di vista fattuale non ci sono altri commenti da fare. Ma le obiezioni sul lato culturale fioccano, soprattutto da parte di persone che vogliono fare passare il messaggio che «l’Europa ci vuole obbligare a mangiare gli insetti!». In realtà non è l’Europa, ma la sostenibilità, cioè il fatto che le future generazioni abbiano ancora cibo e un pianeta vivibile.
In effetti l’Unione Europea sta addirittura frenando questa innovazione, limitando l’utilizzo di insetti per sole produzioni di farinacei e non permettendo ancora il consumo di animali interi, come avviene negli altri continenti. La speranza è che una maggiore consapevolezza e un minore egoismo convincano gli europei della necessità di questo ampliamento di risorse alimentari.

FONTI
http://www.fao.org/news/story/it/item/35687/icode/
http://www.fao.org/news/story/it/item/198175/icode/
http://www.fao.org/news/story/it/item/224411/icode/
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