Occhio al malocchio!

Sembra che a proposito della superstizione Benedetto Croce dicesse: "Non è vero ma prendo le mie precauzioni". Anche ammesso che la battuta sia stata falsamente attribuita al filosofo esiste sull'argomento una fiorente aneddotica, che vede personaggi di fama e cultura cadere vittime delle più antiche tra le credenze irrazionali.
Oggi, venerdì 13, può essere divertente ricordarne qualcuno...
***
Famose, per esempio, sono diventate le corna dell'ex-Presidente della Repubblica Giovanni Leone in visita all'Ospedale Cutugno di Napoli, durante un'epidemia di colera. Non da meno il suo "omonimo" d'oltreoceano, l'ex-Presidente americano Ronald Reagan che, durante il mandato presidenziale, decideva addirittura gli appuntamenti ufficiali solo dopo aver consultato un'astrologa di fiducia; una volta lasciata la Casa Bianca per la pensione, poi, arrivò a pretendere che il numero civico del suo nuovo indirizzo fosse cambiato da 666 (il "numero del diavolo") a 668.
Anche la regina Elisabetta, nel 1965, diede prova di essere superstiziosa quando, dovendo far visita a Duirburg nell'ex Germania dell'Est, richiese che il numero della pensilina a cui il treno sarebbe dovuto arrivare fosse cambiato da 13 in 12A.

Il dizionario definisce la superstizione una "credenza determinata dall'ignoranza e dalla suggestione per cui si tende ad attribuire a cause occulte o soprannaturali avvenimenti che possono essere spiegati con cause naturali"."

Se risaliamo all'origine delle singole superstizioni non possiamo non renderci conto di quanto sia stolto temerle. Prendiamo per esempio il numero 17, a cosa è dovuta una fama tanto funesta al punto che questo numero, insieme al 13, è abitualmente escluso nella numerazione dei posti sugli aerei, delle stanze e dei piani negli alberghi? Diciassette in cifre romane si scrive XVII che anagrammate fanno VI-XI, cioè vissi, in latino.
Tutto qui! Rovesciare sale, poi, sarebbe di cattivo auspicio perchè un tempo i vincitori spargevano sale sul territorio dei vinti! Ma andiamo...

Come ribellarsi a queste forme di ignoranza? Consiglio per oggi una ricetta che non fallisce mai: dopo aver attraversato la strada a un gatto nero ed essere passati sotto una scala, rechiamoci in un albergo che si trovi al numero civico 13 (peccato non poter chiedere la stanza 13 o 17!); una volta in camera mettiamo il cappello sul letto e apriamo l'ombrello; è chiaro che una volta scesi al ristorante faremo volontariamente cadere del sale sul tavolo e ci appresteremo ad andare a teatro con un fazzoletto viola al taschino...

Se lo farete, non solo vi divertirete un mondo a vedere la faccia (e gli scongiuri!) di chi vi sta intorno, ma vi accorgerete che non c'è proprio nulla da temere in queste cose: anzi! Poco tempo fa una signora di Poggibonsi, per evitare gli influssi maligni di un gatto nero che aveva appena attraversato la strada, ha scaramanticamente "inchiodato" la sua vettura. Due veicoli che la seguivano non hanno fatto in tempo a frenare.
Risultato? Un tamponamento a catena! Quasi superfluo dire che se l'incauta autista avesse evitato di frenare alla vista del felino di passaggio, non si sarebbe verificato nessun incidente.

Qualcuno diceva che essere superstiziosi porta male, ma sembra più probabile che essere superstizioni porti solo a comportarsi da sciocchi.

Buon venerdì 13!

Massimo Polidoro


Per saperne di più:

Di Nola, Alfonso M. "Lo specchio e l'olio: le superstizioni degli italiani", Editori Laterza, 1993.

Hiller, Helmut "Dizionario della superstizione", Franco Muzzio, 1993

accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',