Per anni le ipotesi su quello che è stato chiamato Silk Dress Code - il codice del vestito di seta - sono fioccate. Era il messaggio di una spia? C’era dietro una storia di gioco d’azzardo illegale? O si trattava forse di una lettera d’amore cifrata? Il “codice” era stato addirittura inserito nella lista dei 50 più importanti messaggi crittografati non decifrati, ma a dieci anni dalla sua scoperta il mistero è stato risolto. E la soluzione si è rivelata un po’ più prosaica di quanto molti avessero immaginato.
Wayne Chan, analista informatico dell’Università di Manitoba, in Canada, è riuscito a capire il significato del messaggio e ha pubblicato le sue conclusioni sulla rivista Cryptologia[1]. Il messaggio era una sorta di “codice telegrafico” utilizzato dall’esercito e dal Servizio meteorologico degli Stati Uniti nel XIX secolo. All’epoca esisteva una rete di stazioni meteo che ogni giorno trasmettevano informazioni relative a pressione, temperatura, velocità del vento, eccetera. Le rilevazioni locali convergevano poi a Washington D.C., negli uffici dell’US Weather Bureau e del War Department. La nota criptata potrebbe provenire da lì.
Per la trasmissione delle informazioni meteorologiche, infatti, si ricorreva a un trucco: poiché il costo dei telegrammi dipendeva dal numero di parole usate, i dati venivano accorpati in codici che potevano veicolare diverse informazioni insieme. Un esempio di messaggio poteva essere questo: “Memphis Dundee Kernel One Nile Bigot Tide”. La prima parola indicava la stazione di rilevamento, nella città di Memphis. La seconda andava suddivisa in due sillabe, “Dun/dee”, corrispondenti rispettivamente alla pressione e alla temperatura, secondo tabelle fissate. La successiva parola in elenco, “Kernel”, serviva a trasmettere l’ora della rilevazione e il punto di rugiada. “One” e “Nile” indicavano la direzione del vento e le precipitazioni (assenti, leggere, abbondanti, e così via); “Bigot” indicava la velocità del vento e la temperatura massima, mentre “Tide” il livello dei fiumi. Servendosi di un volume di codici telegrafici trovato sul Web e dei dati meteorologici degli Stati Uniti e del Canada, Chan è riuscito a scoprire anche la data in cui è più probabile che sia stato scritto il biglietto: il 27 maggio 1888.
Rimane invece il mistero sull’identità della proprietaria del vestito. L’unico indizio sembra essere un’etichetta con la parola “Bennett” cucita nel corpetto: era il nome della donna che aveva scritto la nota? Finora non è stato possibile capirlo, ma si sa che presso la sala telegrafica del War Department non c’erano operatori di sesso femminile. Diverse donne però lavoravano lì come copiste, dattilografe o impiegate amministrative, quindi i biglietti potrebbero essere stati messi distrattamente in tasca da una di loro.
Dal momento che i messaggi telegrafici relativi al meteo erano tanti, di solito venivano buttati via una volta decifrati. È raro che fossero archiviati, quindi ben pochi sono arrivati fino a noi. Per questa ragione, secondo Chan, il biglietto rappresenta un documento inestimabile, che racconta un lato dimenticato della storia della meteorologia.