Umberto Eco parla di "Scienza & Paranormale"

Si è tenuto a Roma, con la regia scientifica di Piergiorgio Odifreddi, il Festival della matematica. A inaugurare il festival è stato chiamato Umberto Eco che, in una lectio magistralis, ha parlato di numerologia, cabala e paranormale, ossia di quegli argomenti che l’illustre semiologo ha definito gli «usi perversi della matematica, che si danno ogni qual volta si vuole attribuire ai numeri un significato che va al di là del loro essere quel che sono». Della sua lezione pubblichiamo la parte finale, dove Eco cita il CICAP (di cui fa parte, insieme a Odifreddi) e la rivista Scienza & Paranormale.

Secondo una delle definizioni più diffuse un segno è qualcosa che sta al posto di qualcosa d’altro sotto qualche rispetto o capacità. In tal senso non solo le parole, disegni diagrammi, ma qualsiasi oggetto o fenomeno del mondo può sotto certi rispetti agire o essere inteso come segno e così accade ai sintomi atmosferici come i nuvoloni neri che significano pioggia imminente, o i sintomi medici, e persino le pietruzze e i fagioli lasciati cadere dal personaggio della fiaba per indicare le strade che ha percorso.

C’è tuttavia qualcosa che sembra rifiutarsi di essere usato per significare altro da sé, e sono le entità matematiche... Dico le quantità in sé. La quantità significata da Zwei, due, two, deux, dos non significa nulla se non se stessa.

Se vi ho tediato troppo con questi episodi della tradizione numerologica, l’ho fatto perché questi discorsi funzionano ancora oggi. Si prenda per esempio la data fatale che ho citato all’inizio, l’undici settembre. Sul numero del settembre scorso di Scienza & Paranormale, la benemerita rivista del Comitato per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, Paolo Attivissimo cita una serie di speculazioni numerologiche fatte su quella data. Ve ne cito solo alcune: New York City ha 11 lettere, Afghanistan ha 11 lettere, Ramsin Yuseb, il terrorista che aveva minacciato di distruggere le Torri, ha undici lettere, George W. Bush ha 11 lettere, le due torri gemelle formavano un 11, New York è l’undicesimo Stato, il primo aereo schiantatosi contro le torri era il volo numero 11, questo volo portava 92 passeggeri e 9+2 fa 11, il volo 77 che si è pure schiantato contro le torri portava 65 passeggeri e 6+5=11, la data 9/11 è uguale al numero d’emergenza americano, 911, la cui somma interna dà 11. Il totale delle vittime di tutti gli aerei dirottati è stato di 254, la cui somma interna dà 11, l’undici settembre è il giorno 254 del calendario annuale e la somma interna di 254 fa 11. E via cabaleggiando.

Quali sono le obiezioni a queste coincidenze apparentemente prodigiose? New York ha 11 lettere se si aggiunge City, l'Afghanistan ha 11 lettere ma i dirottatori venivano dall’Arabia Saudita, dall’Egitto, dal Libano e dagli Emirati Arabi, Ramsin Yuseb ha 11 lettere solo se si usa di proposito una certa traslitterazione, ma se invece di Yuseb si fosse traslitterato Yussef il gioco non avrebbe funzionato, George W. Bush ha 11 lettere solo se si mette la middle initial, e come iniziale e non per intero, le torri gemelle disegnano un 11 ma anche un 2 in numeri romani, il volo 77 non ha colpito una delle torri bensì il Pentagono e non portava 65 bensì 59 passeggeri, il totale delle vittime non è stato di 254 bensì 265, e così via. Ancora una volta per far quadrare i conti il numerologo ha dovuto limare le pietre, come Piazzi Smyth alla Piramide. E ancora una volta, scegliendo gli esempi in modo acconcio, si potrebbe ottenere da quell’insieme di fatti non l’undici ma il 13, il 10 o il 666. E infatti, per terminare con un mio contributo originale alla numerologia, tempo fa avevo scritto una parodia del Codice da Vinci di Dan Brown, e concludo citando i mirabili risultati a cui ero pervenuto.

Se noi osserviamo l’Ultima Cena di Leonardo 24 (il cui nome è di 13 lettere) vediamo che 13 sono i riquadri (pannelli laterali e finestre) che appaiono nell’affresco, e 13 i convitati. Tuttavia, eliminando Gesù e poi Giuda (che moriranno di lì a poco), i commensali del Cenacolo restano in undici. Undici è il numero delle lettere dei due nomi di Petrus e Judas, 11 il numero delle lettere della parola Apocalypsis, 11 sono anche le lettere di Ultima Coena, ai due lati di Gesù appaiono per due volte un apostolo con le mani spalancate e uno con il dito indice teso, a formare in entrambi i casi la cifra 11. Inoltre, seguendo un elementare principio cabalistico, se assegniamo alle 26 lettere dell’alfabeto un numero progressivo, sostituendo ogni lettera con un numero, il nome Leonardo da Vinci dà 12+5+15+14+1+18+4+ 15+4+1+22+9+14+3+9=146, e la somma interna di 146 dà 11. Si faccia ora la stessa operazione col nome di Matteo: la somma dei valori numerici delle lettere è uguale a 56, la cui somma interna dà 11. Undici per undici dà 121: sottraendo da questa cifra i dieci comandamenti, abbiamo 111. Vediamo ora che cosa accade col nome di Johannes e Giuda. La somma dei valori numerici delle lettere di Johannes dà 78, la cui somma interna dà 15, la cui successiva somma interna dà 6; la somma dei valori numerici delle lettere di Giuda dà ancora 78, la cui somma interna dà 15, la cui successiva somma interna dà 6. Questa duplice, sottolineata apparizione del numero 6 ci induce a moltiplicare 111 per 6, ed ecco che otteniamo 666, il Numero della Bestia.

Tante coincidenze non possono essere casuali. Il Cenacolo, nel denunciare il tradimento di Cristo, annuncia al tempo stesso l’avvento dell’Anticristo.

Naturalmente per far quadrare i conti ho dovuto decidere di chiamare Petrus e Johannes in latino e Matteo in italiano, Giuda una volta in italiano e una volta come Judas, Ultima Coena in latino (e non ve n’era ragione) e per ottenere un 111 ho dovuto sottrarre da 121 i 10 comandamenti e non le 5 piaghe del Signore o le sette opere di misericordia corporale. Ma così va con la numerologia e spero non me ne vorrete.

Umberto Eco
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