Altri filamenti, sebbene in quantità ridotta, risultavano presenti tra i fili d'erba e i rami degli alberi che si trovavano al limitare di alcuni campi coltivati. Le condizioni meteorologiche inclementi (freddo, pioggia e vento: la pioggia, in particolare era cominciata la notte prima, tra mercoledì e giovedì) hanno impedito un sopralluogo più approfondito all'interno dei campi. La consistenza dei filamenti appariva tenace e appiccicosa. Questo faceva sì che essi tendessero a saldarsi reciprocamente formando grumi evidenti di materiale biancastro che il vento, pur forte, non era in grado di separare. Questo ha comportato una certa laboriosità nel processo di raccolta dei campioni, poiché questi rimanevano più facilmente incollati ai guanti che alla superficie interna dei sacchetti "cuki" utilizzati per la loro conservazione. Il colore bianco tendeva a scurirsi con la manipolazione, specie se associata a compressione e sfregamento.
La distribuzione dei filamenti variava notevolmente da una zona all'altra del terreno. In alcune, era visibile un filamento ogni qualche metro quadro, in altre la densità era molto minore e difficilmente quantificabile. La quantità complessiva del materiale osservato non era comunque paragonabile a quella, assai superiore, descritta in un filmato girato dal testimone.
Sono stati riempiti cinque sacchetti, alcuni contenenti solo uno o due filamenti singoli di breve lunghezza, altri contenenti varie "matasse".
Le operazioni di perlustrazione e prelievo sono durate circa un'ora ma non è stata effettuata alcuna indagine dell'ambiente circostante.
Matteo Leone
Socio Cisu,
Torino
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